articoli di psicologia della Dott.ssa Maria Grazia Passerini

risposte dello specialista Maria Grazia Passerini

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Ansia e paura. Non sò cosa fare e quello che provo

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Buongiorno Ilaria. Leggendo la tua mail mi arriva molta rabbia, rabbia per i comportamenti, gli atteggiamenti, i rifiuti di questo ragazzo di cui scrivi, una rabbia che, probabilmente, non hai mai espresso, forse per paura di peggiorare la situazione con lui, soprattutto quando tornava nella relazione, forse per paura di perderlo proprio quando ti degnava del suo amore...E' come se il tuo valore, la tua bellezza, tutto di te dipendesse da questa persona tanto da esistere quando lui c'era e da annullarti quando lui usciva dalla tua vita. Penso che c'è una parte di te che è molto arrabbiata per tutto quello che si aspettava e che non ha ottenuto da questo ragazzo e l'altra che non riconoscendosi il suo valore e avendo sempre bisogno dell'altro per esistere, ha paura di poter rivivere il senso di vuoto, di mancanza che già conosce molto bene. Lui è quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti e tu non hai il potere di modificarlo. Tu puoi amarlo per quello che è, senza aspettative, senza "quanto vorrei che lui...", facendo tu quello che puoi e che vuoi fare per far funzionare questa storia oppure lasciarlo andare e cercare un'altra persona da amare e che, di riflesso, ti amerà per la donna che sei o non per quella che lui vorrebbe che tu sia....

Paura, spavento o ansia...non so...

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Buongiorno "Io". Se quella che tu chiami "paura" provassi a chiamarla con un altro nome come la chiameresti? Immagina, fermati solo per un attimo ad ascoltare cosa provi, che sensazioni hai rispetto alla situazione che stai vivendo...La paura, solitamente, prevede che ci sia una situazione pericolosa che tu stai percependo..è così? Senti che c'è un pericolo in agguato? O ti stai costringendo a fare qualcosa che non ti piace? E così provi rabbia? Penso che il senso di irrequietezza che senti, il tuo "non sentirti bene" siano l'effetto di quello che tu stai facendo ovvero importi una situazione lavorativa che ti sta stretta. E' come quando chiudi un leone in una gabbia...Comprendo che il lavoro scarseggia in questo periodo, immagino che, probabilmente, provi anche rabbia per la tua condizione fisica che, da quello che leggo, ti impedisce di svolgere il tuo lavoro ma continuerai a sentire ciò che senti finchè continuerai a fare ciò che fai. Accogli la tua nuova condizione fisica, impara ad accettarla, e fai qualcosa di nuovo, di diverso, con le tue nuove risorse e competenze!...

Insicurezza e introversione

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Ciao Benedetta, introversione, insicurezza, bassa autostima, il balbettare penso che abbiano tutti la stessa origine e, forse, un'emozione alla base che li accomuna: la paura. Chiediti cosa ti fa paura, qual'è il pericolo quando sei con l'altro, chi vedi negli occhi dell'altro? L'immagine che ho, leggendo la tua mail, è di "calimero" di fronte a un gigante che ha il suo grosso dito puntato sopra di lui mentre gli dice " Sei piccolo e nero, non sai fare nulla, sei uno sciocco, non vali niente, dici solo un mucchio di fesserie..." e Calimero rimpicciolisce ad ogni accusa. Chi nella tua vita è stato quel gigante e, forse, lo è tutt'ora? Sai Benedetta spesso ci arrivano giudizi che attaccano la nostra persona quando siamo piccoli e a cui noi crediamo ciecamente perchè arrivano da fonte sicura ma, lentamente, si cresce e possiamo accorgerci, attraverso l'esperienza, che quella fonte sicura poi tanto sicura non è! E' una persona come me e come tante, non è Dio nè Buddah. Possiamo accorgerci che non siamo poi così male, che abbiamo imparato a stare su due gambe, poi a leggere e scrivere, poi a fare amicizia e .... continua tu. Accorgiti di quante cose sai fare, dalle più piccole a quelle più complesse e lì dove senti di poter migliorare, allenati a farlo. Punta il faro su ciò che hai e non su quello che manca; a tutti manca qualcosa e tutti hanno risorse e qualità diverse! Vai nel mondo con ciò che hai, le tue risorse, le tue qualità, e mostrale all'altro così come l'altro mostra le sue. Non penso ci sia un "cosa devo fare" ma quanto vuoi continuare a confermare un'immagine di te che non è reale ma costruita sulla base di falsi giudizi, e per ottenere cosa? Osservati: cosa ci guadagni comportandoti in modo insicuro e balbettando? Buona scoperta Benedetta....

Un bruttissimo rapporto con la sorella del mio ragazzo..

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Cara Elisabetta, forse la mia risposta arriva troppo tardi ma puoi comunque rifletterci su. Cosa ti angoscia rispetto al riappacificarti? Da quello che comprendo dalla tua mail, questa ragazza non ti è mai piaciuta più di tanto considerando che "è più brava di te" e non ti ha riconosciuto la vicinanza che tu le hai mostrato quando si è lasciata col tuo amico. Qual'è il problema? Tu senti di esserle stata accanto nella misura in cui lei te lo ha permesso? Immagino che il tuo fidanzato sappia dei tuoi sms a sua sorella e che riconosca il tuo esserci stata, quindi? Cosa manca? Cosa ti aspettavi da lei che non hai ricevuto? Forse un "grazie" o qualcos'altro, bene allora ti va di chiederglielo? Purtroppo il brutto delle aspettative è che molto spesso vengono deluse quindi è un nostro impegno chiedere in modo esplicito ciò che vogliamo piuttosto che aspettare che l'altro ci arrivi da solo, spesso non ci arriva e non perchè è cattivo ma perchè non ha la sfera di cristallo, perchè pensa ai suoi problemi e tanto altro. Puoi utilizzare l'incontro, per esempio, proprio per comunicarle quanto ti abbiano ferito le sue parole e che lei non si sia confrontata con te sull'argomento ma abbia preferito usare il fratello per farti arrivare il messaggio. Sento necessario, inoltre, rimandarti anche un altro spunto: emerge un pò di invidia, da parte tua, verso questa ragazza, anche se è difficile ammetterlo. Beh sappi che questa emozione, per quanto tanto criticata, è un'ottima spinta se la usi in modo creativo! Chiediti cosa fanno le persone per ottenere ciò che hanno e che vuoi anche tu e prova a fare lo stesso ma col tuo stile e le tue risorse. In bocca al lupo per il tuo incontro!...

Non riesco a parlare con il mio compagno

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Buongiorno Gioia, sperimento ogni giorno che la comunicazione, in una qualunque relazione, non è cosa semplice quindi immagino il disagio che stai provando. Mi rendo anche conto, però, che "l'altro" è fatto così e non posso avere la presunzione di cambiarlo nelle sue modalità ma posso sempre modificare il mio modo di agire e pormi e vedere che effetto fa nell'altro. Mi sembra di comprendere che ci sono degli argomenti che il tuo fidanzato non vuole affrontare e lo portano a chiusura, come mai? Qual'è il problema? Potrebbe essere utile per te comprendere qual'è il problema/vissuto che si nasconde dietro quegli argomenti, cos'è che lo fa arrabbiare, di modo da immaginare, anche insieme a lui, un modo diverso di parlarne. Per te è fondamentale parlare di determinate cose? E' una "conditio sine qua non" per proseguire nel rapporto con lui? Allora prova a dirgli questo, a rimandargli quanto è importante per te condividere il modo di pensare su determinati argomenti, quanto è importante per te conoscere il suo pensiero, la sua opinione e non fargli arrivare il "giudizio" che lui è sbagliato perchè non ne vuole parlare. Scrivi anche che "Il più delle volte si arrabbia perchè dice che per me quello che fa lui non è mai abbastanza, ma non è vero": tu cosa fai per dimostrargli la tua gratitudine? Per farlo sentire "abbastanza"? Lo sai tu che non è vero, lo sai tu che lui fa abbastanza per te ma, probabilmente, a lui non arriva questo. Da quello che racconti, mi sembra di comprendere che è circondato da "tensioni", a casa, a lavoro, e, probabilmente, quando sta con te vuole staccare la spina da tutto e tutti, non affrontare argomenti importanti ma godersi un pò di leggerezza infatti scrivi che tende a uscire da casa, allontanarsi, per chiudere le conversazioni, come se scappa via da altri pensieri, angosce e pesantezze. Con questo non è mia intenzione giustificarlo poichè immagino che anche tu abbia la tua vita con tutto quello che questa comporta ma solo farti notare che, forse, lui adotta questa modalità, lui cerca questo oggi nella relazione con te, leggerezza (lo hai fatto ringiovanire...), a te sta bene? A te la scelta, un pò come ti accennavo in premessa, tu puoi modificare qualcosa nel tuo comportamento, non puoi cambiare lui se non attraverso te stessa! Buon lavoro Gioia....

Svogliatezza, demotivazione, passività e paura del fallimento

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Ciao Myriam, probabilmente la domanda che sto per farti ti suonerà strana ma penso che sia importante per te scoprirlo: cosa ci guadagni lasciando che le giornate passino, e tu non vai avanti e non porti a termine nulla? Se ci fosse un vantaggio, apparentemente nascosto, nel passare le ore senza produrre, nel deconcentrarti e finire con chiudere tutto e rimetterti a letto, quale sarebbe? Cosa ottieni comportandoti così? Attenzioni, giustificazioni o ti stai vendicando, o cosa? Scrivi che hai paura di confrontarti con i tuoi limiti mentali, intellettivi: sai di averne? Ti è stato diagnosticato un deficit intellettivo? Per esserti iscritta all'università, immagino tu ti sia diplomata e che tu abbia preso la licenza media e così via...E se anche tu avessi dei limiti (come ce li hanno tutti, chi più chi meno), non immagini sarebbe meglio conoscerli per colmarli? Hai paura di fallire, e qual'è il pericolo? Il "fallimento" all'università, per me, è non superare l'esame al primo colpo: che succede se Myriam fallisce? Se Myriam non supera l'esame al I colpo? Cosa rischia? Sì, è vero, tu non puoi prevedere come andrà l'esame ma puoi fare tutto quello che è nelle tue capacità e competenze per farti promuovere. Puoi impegnarti, appassionarti, fare tua la materia e, all'esame, appassionare chi ti ascolta! Paradossalmente, sembra sia più facile per te chiudere tutto e metterti a letto, e non rischiare! Vuoi questo per te? Immagino di no se hai scritto la mail su un sito di psicologi...allora smettila di investire energie nel controllo del futuro (che non puoi controllare) e in previsioni catastrofiche, smettila di boicottarti provocandoti la paura del fallimento e vedendo limiti lì dove, magari, non ci sono. Con questi comportamenti, e con quelli di un anno fa, pretendi attenzioni e conferme dall'esterno; da chi vuoi essere vista, di chi è l'attenzione che cerchi e che non hai ottenuto? Da chi vuoi sentirti dire "Vai bene così come sei! Ti voglio bene e ci sono anche se sbagli...". La fantasia che mi faccio è che tu stia cercando di ottenere questo comportandoti così, che tu voglia esser vista, considerata, che sei giustificata solo se stai così, solo se manifesti un problema....Il problema è che con questa modalità confermi a te stessa l'immagine di una Myriam che non vale, che non è capace, che fallisce, che ha bisogno dell'altro per sopravvivere ed è un circolo vizioso e doloroso e, probabilmente, confermi quello che ti hanno fatto credere in questi anni! Impegnati a interrompere questa modalità,a uscire da questa condizione di dipendenza dal giudizio dell'altro, e scegli di darti tu l'opportunità di progettare e portare avanti le tue passioni e i tuoi obbiettivi, scegli di credere tu nelle tue competenze e capacità, scegli di darti fiducia e stima, scegli di autoriconoscerti e stimarti, nessuno lo farà per te! Datti possibilità, sperimenta, prova, fai, e ricorda che prima di imparare a camminare sei caduta molte volte ma, alla fine, ce l'hai fatta a rimanere in piedi!...

Non avrei mai voluto essere come sono

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Ciao Antonella, cosa ti impedisce di stare bene con te stessa? Cosa odi profondamente del tuo aspetto fisico? Perchè odiare ogni aspetto della tua vita se il "conto in sospeso" lo hai con un solo aspetto e perderti il buono e bello che c'è? A cosa ti serve generalizzare l'odio piuttosto che usare e allenare i tuoi "punti di forza", tutto ciò che di buono hai, e impegnarti per modificare ciò che del tuo aspetto fisico non ti piace? Se senti che da sola è complicato risponderti a queste domande, e iniziare a fare qualcosa di utile per te, puoi chiedere il supporto di un professionista vicino a te. Intanto, resto a disposizione. Buon lavoro Antonella!...

Cosa voglio fare nella vita?

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Ciao Esse, la prima cosa che sento di scriverti è che il futuro non lo possiamo conoscere; possiamo immaginare cosa può accadere quando facciamo delle scelte ma nessuno ne ha la certezza. Oggi tu scrivi che hai intenzione di iscriverti all'università, che ti piacerebbe frequentarla all'estero e che negli ultimi anni ti sei appassionata di nutrizione; ti piace studiare, è un'attività che ti rilassa: queste sono già alcune informazioni fondamentali che ti mettono in una direzione piuttosto che in un'altra e sono dettate da ciò che senti buono per te oggi, in questo momento della tua vita. "Domani", quando ti chiederai perchè ho fatto questa scelta piuttosto che quest'altra, potrai risponderti << perchè "ieri" sentivo che questo era buono per me, oggi sento qualcosa di diverso>>. In secondo luogo, prova a ripercorrere la tua giornata, le azioni che compi, i lavori che hai svolto, le mansioni, e senti cosa hai fatto/fai con piacere: dal cucinare al leggere, dall'ascoltare all'organizzare. Penso che il primo passo da compiere per la definizione del proprio obiettivo professionale è proprio andare alla scoperta di ciò che ci piace fare e da qui, muoversi alla ricerca delle professioni in linea con questo. Resto a tua disposizione se senti di aver bisogno di maggiori indicazioni. Buon lavoro Esse....

Immensa paura di rimanere soli

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Ciao Valerio, immagino quanto sia difficile per te chiedere ai tuoi genitori di pagarti lo psicologo ma forse è il primo passo che puoi cominciare a fare per prenderti cura di te. Questa strana forma d'ansia che ti fa chiudere lo stomaco, che non ti permette di stare sereno, se avesse un'emozione alla base per te quale sarebbe? E' curioso che tu riporti, immediatamente dopo, il ricordo della tua ex con cui è finita in modo traumatico per te...Leggendo la tua mail, ciò che mi arriva è rabbia. Questi stati d'ansia di cui tu scrivi, sempre più frequenti ed apparentemente sempre più immotivati, e che ti portano ad una chiusura totale dello stomaco facendoti perdere totalmente l appetito, sono la risposta a qualcosa che tu continui a fare, a un comportamento che tu ripeti. Ciò che sentiamo è strettamente legato a ciò che facciamo: cosa fai tu che ti provoca questo stato di agitazione, che emozione provi quando arriva l'ansia e lo stomaco si chiude; è come se il tuo stomaco non volesse permettere l'entrata di altro "veleno" e si chiude per preservarsi. Quello che ti sto scrivendo Valerio sono tutti spunti per un lavoro che è fondamentale che tu inizi a fare con te, accompagnato da un professionista che ti permetta di vedere le modalità comportamentali che tu hai appreso nel tempo per gestire le tue emozioni ma che oggi, purtroppo, sono divenute disfunzionali per te. Hai sempre la possibilità, nel caso, di rivolgerti al servizio pubblico della tua zona anche se penso che i tuoi genitori preferirebbero pagare una persona piuttosto che vedere il proprio figlio stare male...ma questo è un mio personale parere. Resto a disposizione per ulteriori informazioni. Buon lavoro Valerio....

Insicurezza

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Ciao Mely, mi rendo conto che la tua richiesta risale a dicembre 2015 e che, probabilmente, ti sarai già rivolta a qualcuno per ricevere aiuto, ma mi fa piacere provare a rispondere alla tua mail. Anch'io, quando ero adolescente, ho subito molte "critiche" a causa del mio aspetto fisico, non facevo parte del gruppo "in" perchè in sovrappeso e i ragazzi non mi guardavano (come io guardavo loro..) finchè ho deciso di rimboccarmi le maniche e fare qualcosa di concreto per sentirmi parte integrata e integrante dell'ambiente che mi circondava e, ad oggi, sento di avercela fatta. Scrivi di non avere molti amici, di non sentirti apprezzata e amata ma è importante che tu presti attenzione a ciò che fai per ottenere questo risultato. Immagino che non ce la fai più, è vero, è dura sentirsi emarginati, specie alla tua età ma piuttosto che usare le tue energie per immaginare la tua morte inizia a spenderle per immaginare cosa puoi fare di diverso perchè l'"altro" si interessi a te, cosa vuoi che l'altro noti? Cosa vuoi fare arrivare di te? Quali senti essere i tuoi punti di forza? Io resto a disposizione per altri spunti e info e nel frattempo Buon lavoro Mely!...

Confusione totale

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Ciao Elena, penso che tu possa progettare e realizzare nuove esperienze, nuove realtà da vivevere, anche senza scappare lontano da tutti ma rimanendo in contatto con le tue emozioni di oggi, col tuo sentire e con ciò che vuoi per te oggi. Scrivi che << nessuno riesce e vuole ascoltarmi e nemmeno mi capiscono>>: a chi ti stai riferendo? Cosa vuoi che l'altro ascolti e capisca? E tu cosa fai per farti ascoltare e comprendere? Sai Elena durante la mia esperienza di vita ho compreso che "l'altro" non è al mondo per soddisfare e rispondere alle mie aspettative e richieste e che se voglio ottenere qualcosa devo partire da me e fare tutto ciò che è in mio potere per andarmelo a prendere. Quando scrivi che ti stai incattivendo e isolando, l'emozione che mi arriva è Rabbia, come se, per quanto tu cerchi l'altro, la compagnia, il gruppo, la comitiva, hai anche la pretesa che loro ti capiscano e ti appoggino in qualunque scelta tu faccia e in qualunque modo tu ti comporti e ti scontri con una realtà che è diversa da ciò che ti aspetti! Come mai gli amici della tua ragazza non legano con te? Ti sei chiesta come mai sorelle e cugini non ti coinvolgono più? Hai avuto sempre una gran cerchia di amici, hai sempre organizzato uscite e sei sempre stata cercata da tutti, come mai oggi no, cosa immagini sia successo a te? E di riflesso alla gente che ti circondava? Mi auguro di averti dato degli spunti di riflessione che ti permettano di mettere passi in una direzione diversa da quella seguita fino ad oggi. Buon lavoro Elena....

Disturbo dell' attenzione e della concetrazione

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Buongiorno Daniele, cosa ti rende un fallito? Non sei utile ne a te ne agli altri, per cosa, per ottenere cosa non servi, ti giudichi inutile ? Leggendo la tua mail, mi arriva rabbia, senti che ti appartiene, di provare quest'emozione in quest'ultimo anno? Mi chiedo se ti piace ciò che studi e se hai deciso tu l'indirizzo di studi. Se non lo hai già fatto, potresti rivolgerti a un collega che opera nella tua zona e farti accompagnare a vedere qual'è il messaggio che stai dando attraverso il comportamento che descrivi, a cosa ti serve "boicottarti" in questo modo. Rimango a disposizione. Buon lavoro Daniele....

Credo di avere un problema

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Buonasera Adelaide, io non penso che la situazione che descrivi sia "normale" e se stai scrivendo questa mail immagino che tu ne sia consapevole. Mi colpisce leggere, in particolare, che non riesci ad accettare il fatto che qualcuno riesca a stare senza di te ma, allo stesso tempo, non fai molto per tenerti vicino il partner, a parte all'inizio delle relazioni. Penso che per iniziare a migliorare la qualità della tua vita tu debba rivolgerti a un collega che possa accompagnarti a vedere quello che fai e cosa provi mentre metti in atto i comportamenti che descrivi. Rimango a disposizione per ulteriori spunti o indicazioni e ti auguro buon proseguimento....

Studio

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Buonasera Roberta, che cosa senti che è cambiato da "qualche anno fa", quando riuscivi a studiare tranquillamente, a oggi? Leggendo la tua mail, la sensazione che mi arriva è di noia rispetto alla routine quotidiana. Vorresti fare altro, vorresti lavorare ma non lo fai, cosa te lo impedisce? Immagini di poterti organizzare per studiare e lavorare allo stesso tempo? Posso immaginare la stanchezza che provi ad alzarti ogni mattina e sapere che le tue azioni saranno sempre, orientativamente, le stesse, ma l'unica che può apportare una qualunque variabile sei tu. Prova a chiederti e a immaginare di cosa hai bisogno per ritrovare mordente e carica? Immagina, cosa vuoi che accada nella tua quotidianeità per renderla "effervescente" e non più liscia? Il senso di vuoto e inutilità svanirà man mano che farai e realizzerai qualcosa di buono e funzionale per te! Buon lavoro Roberta....

Una vita di amore non contraccambiato

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Buongiorno Annalisa, nel leggere la sua mail, mi arriva tanta tristezza e angoscia. Lei racconta di non aver fatto nulla per sei anni per conquistare questo ragazzo eppure lui l'ha notata e si è dichiarato, questo ha un senso per lei? Significa qualcosa per lei? Forse l'altro vede, e si innamora, di ciò che lei non si ferma a vedere e ad apprezzare di se. Sente di "non valere di nuovo più nulla per lui" e io penso che questo sia un giudizio veramente molto severo su di lei Annalisa. E' vero, questo ragazzo l'ha lasciata, ma per il suo modo di comportarsi che lui viveva, probabilmente, come soffocante, non perchè lei "non vale nulla"! I comportamenti si possono modificare se ne abbiamo consapevolezza e penso possa esserle di grande aiuto iniziare un percorso di conoscenza personale che l'accompagni a scoprire tutte le sue qualità, i suoi punti di forza e a lavorare su quei comportamenti che oggi, a 23 anni, non sono più funzionali. Buon lavoro Annalisa e, nel caso, mi trova qui......

La questione dei farmaci

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Buonasera M., comprendo che è passato del tempo dalla sua richiesta ma provo comunque a scriverle il mio parere. Una persona depressa, secondo me, non ha bisogno assolutamente e esclusivamente del supporto farmacologico ma sicuramente di affrontare un percorso di psicoterapia e,nel caso, di affiancare a questo una terapia farmacologica se la persona interessata sente di non farcela, nonostante la presenza del terapeuta. Quando, nel mio lavoro, incontro persone che mi dicono di essere depresse, provo a chiedere loro con chi o cosa sono arrabbiate, e non si sono date il permesso di esprimere quella rabbia ma hanno deciso di tenerla per se: lei cosa si risponderebbe M.? Questo vuol essere solo uno spunto, e forse anche una provocazione, a non fermarsi a ciò che le è accaduto al CSM ma a proseguire nella sua ricerca, come sicuramente starà già facendo, di un servizio pubblico (consultorio, CentroAssistenzaFamiglie, ...) o di un terapeuta privato che la possa accompagnare in questo viaggio alla scoperta di Sè. Per qualsiasi ulteriore informazione può contattarmi, anche telefonicamente. Cordialmente, dott.ssa Maria Grazia Passerini...

Voglio morire e porre fine alla mia sofferenza

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Ciao Giuditta, provo molta tristezza nel leggere la tua mail. Sì è vero la morte, in alcuni casi, è l'unica soluzione che vediamo per porre fine ad una sofferenza divorante ma ho scoperto col tempo che, in realtà, non è l'unica ma, paradossalmente, quella più semplice. E' più facile desiderare di morire che affrontare i problemi che ci accadono, ci sembrano troppo più grandi di noi e non vogliamo rischiare di "perdere l'amore" di chi ci circonda cominciando a dire <<NO, io questo non lo voglio fare>>. Scrivi che non hai qualcuno con cui parlare, che tutti pensano che tu sia felice e mi chiedo come mai pensano questo di te? Forse è questo il messaggio che mandi? Forse sei una brava attrice? Nemmeno la mamma si accorge di come stai ma tu le hai mai chiesto "aiutami"? Io penso che non sarai per sempre infelice se decidi di cominciare a fare qualcosa per essere felice e penso anche che tu abbia una buona consapevolezza, sai che tutto ciò che fai lo fai perchè devi e no perchè vuoi e ti piace e mi sembra un buon punto di partenza. Se da sola senti che è dura, puoi cercare un terapeuta privato nel tuo territorio che ti possa accompagnare oppure un servizio pubblico come un consultorio o un CAF, Centro AscoltoFamiglie. Per qualsiasi ulteriore informazione puoi contattarmi, anche telefonicamente. Buon lavoro Giuditta!...

Disturbi del comportamento alimentare

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Buongiorno Francesca, io penso che tu abbia un disagio e se hai sentito l’esigenza di cercare un sito di psicologi e esporre il tuo vissuto, questo mi dice che tu ne hai consapevolezza, o comunque, senti di aver bisogno di aiuto. Sentirti in colpa nei confronti di chi è “malato” e non condividere il tuo disagio, non servirà all’altro né a guarire né a ricevere una risposta in più da parte nostra. Cosa sta succedendo da una settimana a questa parte nella tua vita? Cosa cerchi di non sentire/riempire mangiando, abbuffandoti? Immagino che ci sia rabbia e carenza di piacere e quale strumento migliore del cibo per scaricare la prima e provare il secondo…ma questa è la mia fantasia. Una o più mail, Francesca, non ti aiuteranno a uscire da questo comportamento disfunzionale che stai attuando quindi ti suggerisco di rivolgerti a un professionista, o al consultorio del tuo quartiere di appartenenza, e di farti accompagnare in questo momento difficile della tua vita. Resto a disposizione per ogni eventualità. Ti auguro un buon proseguimento di giornata. Dr. Maria Grazia Passerini Psicologa (Bari) Cell. 3204742673...

Fobia dello sporco! Aiuto!

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Ciao Kika, i sintomi, le ossessioni, le fobie di cui scrivi sono l'unica modalità di adattamento possibile, e accettabile per te, che hai trovato per rispondere all'ambiente che ti circonda, l'unica modalità per canalizzare ciò che senti, e la fantasia che mi faccio leggendoti è che tu senta rabbia. Cosa sta accadendo nella tua vita che sporca? Che ti disgusta, che non ti piace? Qual è lo sporco che attraverso i tuoi rituali vuoi pulire? E nonostante i tuoi sforzi e le energie, non se ne va? Resto a disposizione....

Fobia sociale incontrollabile

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Ciao Martina. Leggo la tua richiesta e mi arriva tanta, tanta rabbia. La fantasia che mi faccio è che non avendola potuta esprimere e canalizzare nella relazione con i tuoi genitori, l'hai “rispedita al mittente” ovvero l'hai ributtata giù, inconsapevolmente, aggredendo te stessa anzichè l'altro. Attaccandoti, hai svalutato l'immagine di te e smettendo di guardare alle tue qualità e risorse, sei diventata dipendente dall'altro. Isolandoti, l'unico piacere che ti è rimasto è il cibo e poichè è di breve durata, hai bisogno di mangiare nuovamente per sentirlo. E più mangi e più ingrassi e, metaforicamente, ti rendi visibile, una presenza ingombrante, così che i tuoi genitori ti possano finalmente vedere, se non per le tue doti, almeno per i tuoi difetti. Il fatto che i tuoi genitori non ti guardino come guardano tuo fratello non significa che tu “non sia in grado di fare nulla”: ognuno di noi è un essere unico e irripetibile e questo è a prescindere da qualunque occhio e giudizio esterno. Mamma e papà non ti vedono come tu vuoi, non lo sanno fare, e non è chiudendoti in casa e “schiavizzandoli” che cominceranno a farlo. Piuttosto, come sarebbe, a 24 anni, andare nel mondo a cercare chi lo sa fare, chi ti sa guardare e ti vede come tu vuoi, anzichè continuare a pretendere che la cascata smetta di gettare acqua verticalmente?...