La teoria freudiana
ll famoso psicoanalista Sigmund Freud introdusse il modello topico dei “tre livelli della mente” nel 1900, esponendoli nel suo scritto “L’interpretazione dei sogni”.
Freud riteneva che esistono delle forze psicologiche contrastanti che operano a tre diversi livelli di consapevolezza, che determinano il comportamento e la personalità di un individuo.
Per spiegare il funzionamento dell’apparato psichico umano, Freud formulò la “teoria topica”, che postula l’esistenza di 3 sistemi della psiche, o tre livelli o luoghi della mente, ognuno caratterizzato dal suo rapporto con la coscienza e con funzioni specifiche nel plasmare il comportamento e il pensiero umano: l’inconscio, il preconscio e il conscio.
Oggi, analizzare e studiare questa teoria è utile per comprendere la mente umana e le influenze della mente sulla vita quotidiana.
Descrizione e caratteristiche dell’inconscio
L’inconscio è la parte della nostra psiche più irrazionale e profonda, che non raggiunge il livello della coscienza. Potremmo descriverlo come un serbatoio di sentimenti, pensieri, desideri, impulsi e ricordi che non sono avvertiti dalla coscienza poiché si trovano al di fuori della nostra consapevolezza, e portano a comportamenti involontari.
L’inconscio fu il centro dell’interesse clinico di Freud. Partendo dagli studi sull’isteria e dei sintomi psicosomatici nelle sue pazienti, ipotizzò che l’origine dei sintomi fosse da ricercare in ricordi traumatici “inconsci” tanto disturbanti da essere inaccettabili per la coscienza. Questi ricordi cercavano di “uscire” sotto forma di impulsi e desideri, generando così un conflitto interno. Con la psicanalisi, Freud aiutava le pazienti proprio a fare emergere l’inconscio.
Gli elementi che compongono il sistema inconscio della psiche rispondono a determinate caratteristiche. Innanzitutto, sono inaccessibili alla coscienza. Quando riteniamo qualcosa “inaccettabile” o “spiacevole” (come una sensazione di ansia o conflitto), operiamo una “rimozione” di questo contenuto e gli neghiamo l’accesso alla coscienza, relegandolo nell’inconscio. Tuttavia, gli elementi rimossi possono raggiungere la coscienza in altri modi, per esempio attraverso il sogno o attraverso sintomi psicosomatici.
Gli elementi inconsci sono di natura non verbale, irrazionali e non legati alla realtà.
Inoltre, sono di natura infantile, sono in rapporto con la vita pulsionale ed agiscono secondo il principio di piacere. Ciò significa che l’inconscio è la parte più “antica” dell’apparato psichico, non risponde alle leggi della logica, è rivolto alla soddisfazione dei desideri dell’individuo e agisce per raggiungere il piacere.
È interessante ricordare che Freud, in seguito, proporrà una nuova formulazione della teoria sull’apparato psichico, questa volta caratterizzata da tre livelli della mente diversi: Io, Es e Super-Io. In questa nuova descrizione, l’inconscio diventa una “qualità” del funzionamento della nostra mente, più che “un livello” o “un luogo” della mente.
Descrizione e caratteristiche del preconscio
Il preconscio è quella zona inconsapevole della psiche, che pur appartenendo alla sfera dell’inconscio, è tuttavia atto e prossimo a diventare conscio in qualsiasi momento e senza resistenze. In pratica, gli elementi del sistema preconscio sono quei pensieri, emozioni o motivazioni più accessibili, che possono giungere alla mente cosciente se stimolati opportunamente.
A differenza dell'inconscio, il contenuto preconscio è relativamente facile da richiamare. Ad esempio, se ci viene chiesto il nome di un nostro maestro delle elementari, questa informazione può passare dal preconscio al conscio e tornare a galla con un piccolo sforzo.
Un’altra differenza con l’inconscio è che il preconscio è realistico e funziona secondo un processo controllabile, non mosso da desideri pulsionali.
Descrizione e caratteristiche del conscio
Il conscio è quella zona della psiche nella quale si esplica l’attività razionale e consapevole dell’individuo, costituita da contenuti mentali di cui si è interamente coscienti. Contiene tutti i pensieri, i ricordi, i sentimenti e i desideri di cui siamo consapevoli in un dato momento.
È un aspetto della nostra elaborazione mentale realistico, di cui possiamo pensare e parlare razionalmente. Ha anche la funzione di controllare l’attività motoria volontaria.
Esiste una stretta relazione tra conscio e preconscio. Infatti, gli elementi del preconscio possono diventare consci, ma solo se acquistano una certa attenzione attivata dal sistema conscio.
Una caratteristica peculiare del conscio è che ha una capacità limitata di elaborare informazioni simultaneamente. È stato stimato che la mente conscia può gestire solo un numero ristretto di stimoli alla volta, il che spiega perché è difficile concentrarsi su più compiti complessi contemporaneamente.
Analogia dell’iceberg
Freud paragonava l’apparato psichico con i suoi tre livelli della mente a un iceberg. La parte superiore visibile rappresenta la mente cosciente. Il preconscio è sommerso dall’acqua ma ancora un po’ visibile. E tutto ciò che c’è al di sotto è la mente inconscia.
Mentre a livello conscio, in superficie, vi è ciò che conosciamo di noi stessi, come idee, ricordi e affetti, a livello inconscio c’è tutto ciò che non è visibile, cioè quello che non conosciamo su noi stessi, perché non ne siamo consapevoli o perché è un contenuto che abbiamo “rimosso”. Tra il visibile e l’invisibile vi è una zona intermedia, che sarebbe il preconscio, in penombra rispetto alla luce della coscienza.
L’iceberg rappresenta un’immagine chiara per comprendere il funzionamento della psiche
Evoca l’idea che in realtà non si tratta di tre “luoghi” del tutto diversi o completamente separati nella mente, piuttosto vi è un continuo scambio di contenuti tra inconscio, preconscio e conscio.
Descrizione e caratteristiche del subconscio
Spesso si fa confusione tra inconscio e subconscio, pensando che siano la stessa cosa. Altre volte, il subconscio viene associato al preconscio.
In realtà, “subconscio” è un termine che deriva dalla traduzione anglosassone e non appartiene alla terminologia psicoanalitica. Fu introdotto per la prima volta dallo psichiatra francese Perre Janet, il quale lo utilizzò per descrivere i sintomi dissociativi e psicosomatici che noi oggi attribuiremmo allo stress-postraumatico. Freud, in seguito, si ispirò a Janet e riprese il concetto, preferendo utilizzare il termine di inconscio e fondando su di esso la psicoanalisi.
Letteralmente, “subconscio” significa “al di sotto della consapevolezza” e corrisponde a quei contenuti inconsapevoli che Freud avrebbe collocato nell’inconscio o nel preconscio.
L’inconscio collettivo
Dopo Freud, altri illustri psicoterapeuti hanno rielaborato il concetto dell’inconscio. Di essi, uno dei più celebri fu Jung.
Carl Gustav Jung ha ampliato il concetto di inconscio di Freud introducendo la nozione dell’inconscio collettivo, detto anche psiche oggettiva. Secondo lo psicoterapeuta, oltre al nostro inconscio individuale, esiste un inconscio collettivo, comune a tutti gli esseri umani, che rappresenta un segmento della mente inconscia più profonda ereditato geneticamente e non plasmato dall’esperienza personale.
L’inconscio collettivo è costituito da strutture innate e universali dette “archetipi”, identiche in tutte le culture e condivise da tutti gli esseri umani. Si tratta di conoscenze e immagini con cui si nasce e da cui si può attingere nei momenti difficili. Inoltre, l’inconscio collettivo secondo Jung è il responsabile di una serie di credenze profonde, come la spiritualità e certi istinti, come il comportamento sessuale e l’istinto alla vita e alla morte.
Come agiscono sul quotidiano
Inconscio, preconscio e conscio interagiscono tra loro e influenzano molto la nostra vita quotidiana.
I contenuti dell’inconscio possono emergere inaspettatamente, potendo influenzare in modo sottile le nostre decisioni senza che ne siamo consapevoli. Ecco alcuni modi in cui l’inconscio comunica con noi:
I sogni si considerano una finestra sull’inconscio, un modo attraverso cui desideri repressi e conflitti interni trovano una via di espressione simbolica.
Un altro esempio di inconscio che affiora è rappresentato dai cosiddetti lapsus (per esempio quando una persona chiama “per sbaglio” il suo partner usando il nome di un ex partner). Si tratta di affermazioni o parole errate, ma dette in maniera istintiva, rivelando pensieri o sentimenti inconsci sottostanti.
L’inconscio è responsabile dell’archiviazione dei ricordi, e utilizza emozioni, simboli e associazioni per richiamare la nostra attenzione. Un ricordo potrebbe permanere nell’inconscio fino a quando non abbiamo i mezzi per elaborarlo; solo allora farà emergere delle emozioni specifiche in modo che possano essere affrontate, così come reazioni emotive e comportamenti automatici.
Un altro esempio è il fatto di avere preferenze apparentemente irrazionali, che derivano da esperienze passate che non ricordiamo consciamente.
Anche il fatto di associare delle esperienze in una categoria, per esempio “spiacevole” o “pericolo”, deriva da un segnale inconscio.
Infine, una sintomatologia psicosomatica può essere riconducibile a una comunicazione dell’inconscio, che ci mette all’erta su qualcosa che non sta andando come dovrebbe nella nostra vita.
Anche il preconscio si manifesta nella nostra vita quotidiana. Come abbiamo visto, si tratta di una zona di transito dove le informazioni possono risiedere prima di diventare coscienti o di essere relegate all'inconscio. Nel quotidiano, il preconscio facilita l'accesso a informazioni necessarie ma non immediatamente rilevanti. Ecco degli esempi su come il preconscio interagisce con noi:
Quando all’improvviso ci torna alla mente un vecchio ricordo che credevamo del tutto “rimosso”, questo accade proprio grazie alla comunicazione tra i vari livelli della mente. L’inconscio opera una “spinta” perché quell’informazione possa raggiungere il preconscio e da lì, con l’ultimo stimolo, il conscio.
Quando incontriamo una persona e cerchiamo di ricordare il suo nome, stiamo attingendo al preconscio.
Inoltre, si attribuisce al preconscio la capacità di trovare soluzioni ai problemi e quella di prendere decisioni rapide. Infatti, spesso vediamo delle potenziali soluzioni ai nostri problemi emergere quando non ci pensiamo attivamente, ed è così che riusciamo a prendere decisioni corrette in maniera istintiva. Questo suggerisce che il preconscio continua a elaborare informazioni anche quando non ne siamo consapevoli, e che è su informazioni preconsce che basiamo molte delle nostre decisioni rapide.
Il sistema conscio influenza costantemente la nostra quotidianità, poiché contiene tutti i pensieri, ricordi, percezioni, sentimenti, fantasie e desideri attuali, di cui siamo consapevoli. Con la mente cosciente riusciamo a pensare, ricordare e interagire con la realtà esterna grazie alla consapevolezza di sè e dell’ambiente. Vi sono diverse funzioni che il conscio assume nella nostra vita:
Il conscio ci permette di identificare le informazioni sensoriali, captate con vista, udito, olfatto, gusto, tatto e altre sensazioni, osservando e categorizzando continuamente ciò che accade intorno a noi.
Funzioni fondamentali del conscio sono il confronto, l’analisi e il processo decisionale. Infatti, nel quotidiano, il conscio ci aiuta a navigare attraverso le attività di routine, valutare e comparare le informazioni e prendere decisioni consapevoli. Ad esempio, decidere cosa mangiare a pranzo, risolvere un problema al lavoro o pianificare la giornata richiedono l'uso della mente conscia.
Il conscio è anche il livello a cui sperimentiamo emozioni come gioia, tristezza o rabbia in risposta a eventi immediati.
Inoltre, la mente conscia gioca un ruolo essenziale nell'apprendimento attivo. Infatti, studiando o acquisendo nuove competenze, i nostri sforzi e progressi avvengono consapevolmente. Poi, quando queste competenze diventano abitudinarie, possono passare al livello inconscio.
Consigli e conclusioni
L'interazione tra inconscio, preconscio e conscio è complessa e dinamica, dato che i loro contenuti possono spostarsi tra i livelli in base a vari fattori.
Conoscere questi tre livelli è fondamentale per comprendere il comportamento umano. Infatti, una maggiore consapevolezza dei processi mentali facilita la crescita personale e la risoluzione di problemi radicati. Ad esempio, riconoscere che un comportamento auto-sabotante è legato a esperienze infantili può aiutare a sviluppare strategie più efficaci per il benessere personale.
Inoltre, la comprensione di questi aspetti trova delle applicazioni specifiche, come la psicoterapia, dove tecniche come l'interpretazione dei sogni e l'associazione libera aiutano a portare alla luce contenuti inconsci.
Alla luce di ciò, essere consapevoli della mente, anche di quella parte non visibile, e imparare ad accedere ai contenuti inconsci è una risorsa molto utile nella vita. Per farlo, è importante liberare la mente dai pensieri coscienti, utilizzando tecniche come le affermazioni positive, la scrittura degli obiettivi e l'autoipnosi. Queste strategie aiutano a riprogrammare la mente inconscia, a mantenere la mente concentrata e organizzata e a superare comportamenti auto-sabotanti, permettendo di affrontare e risolvere al meglio i conflitti interiori, migliorando la qualità delle relazioni e favorendo una vita equilibrata e soddisfacente.
IN SINTESI
Cos'è il conscio?
È la parte della mente che contiene i pensieri e le informazioni di cui siamo consapevoli.Cos'è il subconscio?
Raccoglie pensieri e memorie non immediatamente accessibili, ma influenzano il comportamento.Cos'è il preconscio?
Include ricordi che possiamo riportare alla coscienza con uno sforzo.Cos'è l'inconscio?
L'inconscio contiene pensieri, desideri e impulsi nascosti, non accessibili alla consapevolezza diretta.
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Oggi ad esempio abbiamo parlato della differenza tra conscio, subconscio, preconscio e inconscio.
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Bibliografia
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