Cleptomania: la voglia di rubare che diventa malattia

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cleptomania


Cos’è la cleptomania e quali sono le caratteristiche del cleptomane?

La cleptomania (dal greco “clepto”, “rubare” e “manía”, “mania”) è un disturbo mentale caratterizzato dall’impossibilità di resistere all'impulso di rubare.

Lo psichiatra svizzero Andre Matthey descrisse per la prima volta questa patologia utilizzando il termine “klopemanie, che indicava il comportamento di rubare compulsivamente senza alcuna necessità.

Gli oggetti che vengono rubati hanno di solito uno scarso valore economico e non risultano di una particolare utilità. Infatti, solitamente, dopo il furto vengono gettati via, ceduti ad altri o a volte anche restituiti.

Ciò significa che dietro i furti ripetuti del cleptomane, non c’è alcun bisogno, né problema economico, né senso di vendetta, né rabbia, né mancanza di consapevolezza morale. Questo fa la differenza con le persone che taccheggiano, le quali sono invece spinte dal desiderio di un oggetto, da una forte necessità o da un sentimento di ribellione.

La cleptomania fa parte dei disturbi del controllo degli impulsi, una categoria di patologie mentali descritta nel DSM-IV, caratterizzati da una mancanza di autocontrollo emotivo e di condotta. Altri esempi di disturbi del controllo degli impulsi oltre la cleptomania, sono il disturbo esplosivo intermittente e la piromania.

Gli impulsi che prova il cleptomane sono irrefrenabili, involontari e costanti, al punto che si sente “obbligato a rubare”.
 

Incidenza

Non esistono dati certi sull’incidenza della cleptomania, ma si ipotizza che negli Stati Uniti i cleptomani sarebbero circa 1.2 milioni. Circa i due terzi delle persone affette da cleptomania sarebbero donne.

Secondo delle stime, circa lo 0.6% della popolazione generale potrebbe sperimentare delle compulsioni cleptomani nell’arco della vita.


Cause

Le cause della cleptomania non sono del tutto note. Tuttavia, secondo la maggior parte delle ipotesi scientifiche, l’origine sarebbe multifattoriale e ci sarebbero vari fattori di rischio.

Tra gli elementi che possono contribuire all’insorgenza della cleptomania vi sono:

  • Fattori genetici

  • Storia familiare di cleptomania o altri disturbi psichiatrici

  • Problemi psicologici di dipendenza

  • Altre patologie psichiatriche, come disturbo bipolare, bulimia nervosa, disturbi di personalità, ansia, disturbi ossessivi-compulsivi e abuso di sostanze

  • Disturbi cerebrali che implicano livelli di serotonina bassi, squilibri del sistema oppioide o traumi cranici.

In merito a all’ultimo punto, è stato ipotizzato che delle alterazioni del sistema di neurotrasmissione della serotonina nel cervello, in particolare nella corteccia prefrontale ventromediale, possano essere responsabili della scarsa capacità di prendere decisioni osservata negli individui cleptomani.

Da uno studio che esaminava la funzione neurocognitiva di 15 donne con diagnosi di cleptomania, è emerso che chi presentava sintomi più gravi otteneva dei punteggi significativamente più bassi in alcune misure di funzionamento esecutivo, e in tutti i soggetti cleptomani l’impulsività cognitiva era maggiore.

Secondo quanto visto dagli studi di neuroimaging, le aree cerebrali responsabili del controllo degli impulsi nei cleptomani (in particolare i circuiti orbitofontali e sottocorticali e la sostanza bianca della regione frontale) presentavano dei danni o scarsa integrità rispetto ai controlli non affetti da cleptomania.

Questi risultati supportano l'ipotesi che la cleptomania potrebbe essere dovuta a delle alterazioni biologiche cerebrali e che gli individui che ne sono affetti potrebbero non essere in grado di controllare il loro impulso a rubare proprio per tali alterazioni.
 

Diagnosi

La diagnosi della cleptomania spesso risulta difficile, in quanto di solito i soggetti che ne sono affetti provano vergogna dei loro comportamenti e si rifiutano di rivolgersi a un professionista.

I cleptomani descrivono i loro impulsi come “incongrui con il proprio carattere”, “ingestibili” o “moralmente sbagliati”. In uno studio condotto su 22 cleptomani, è stato osservato che 15 di loro non ne avevano parlato con il medico per paura che questi potesse denunciarli. Quando queste persone giungono in terapia, generalmente lo fanno per chiedere aiuto in merito ad altri problemi, come la depressione e l’ansia.

La diagnosi della cleptomania è clinica e viene effettuata sulla base dei dati che si raccolgono durante l’anamnesi e la valutazione psicologica.

I criteri diagnostici del DSM-V, che vanno tenuti in conto dal professionista per formulare la diagnosi di cleptomania, sono:

  • Ricorrente incapacità di resistere agli impulsi di rubare oggetti non necessari per uso personale e di scarso valore monetario

  • Tensione crescente prima di commettere il furto

  • Piacere, gratificazione o sollievo nel commettere il furto

  • L’atto di rubare non è un’espressione di rabbia o vendetta e non ci sono allucinazioni

  • L’atto di rubare non è riconducibile a un disturbo della condotta, né a un episodio maniacale né al disturbo di personalità antisociale.
     

Sintomi

Il principale sintomo della cleptomania è l’incapacità di resistere al forte impulso di rubare oggetti di cui non si ha bisogno.

Prima di commettere il furto, il cleptomane sente una tensione crescente e un forte desiderio di rubare. Durante e immediatamente dopo il furto, la tensione diminuisce e compare un senso di gratificazione, piacere e sollievo. Dopo poco, compresa l’insensatezza dell’atto, sorgono sentimenti di rimorso, vergogna, colpa, auto-disapprovazione e paura di essere arrestati.

I furti non vengono programmati e non sono previsti complici, ma vengono messi in atto improvvisamente quando scatta l’impulso mentale.

Chi è affetto da cleptomania non riesce a smettere di rubare, pur tentandolo ripetutamente con le migliori intenzioni. Per questo, in alcuni casi, vengono intrapresi comportamenti di evitamento, come non andare in supermercati, negozi, case altrui e tutti quei luoghi che potrebbero innescare la tentazione e l’impulso di rubare.

L’impulso a rubare può alternarsi a periodi di remissione, e può presentarsi con maggiore intensità nei momenti di stress. A volte il disturbo dura anni e può cronicizzarsi.


Comorbidità

I dati disponibili provenienti dagli studi scientifici suggeriscono che la cleptomania è spesso associata ad altri disturbi mentali, tra cui i disturbi del comportamento alimentare, la depressione maggiore, il disturbo di panico, la fobia sociale, l'abuso di sostanze e il disturbo ossessivo-compulsivo.

Un recente studio ha mostrato che una percentuale di persone ricoverate in ospedale per disturbi psichiatrici (il 7,8%) soddisfava i criteri per la diagnosi di cleptomania, mentre il 9,3% aveva avuto una diagnosi di cleptomania in passato. Da un altro studio condotto su 102 adolescenti ricoverati in ospedale per disturbi psichiatrici, è emerso che l'8,8% di essi presentava sintomi di cleptomania.

Inoltre, uno studio su pazienti con depressione ha riscontrato che il 3,7% di essi era anche affetto da cleptomania, mentre uno studio su pazienti con dipendenza da alcol ha mostrato che il 3,8% di essi aveva sintomi di cleptomania.

È stato osservato che la cleptomania è spesso associata ad altri disturbi del controllo degli impulsi, come il disturbo da gioco d'azzardo e l’abuso di sostanze.

In uno studio clinico condotto su 28 soggetti con diagnosi di cleptomania, è stata valutata la presenza di eventuali disturbi di personalità. Ne è emerso che quasi la metà dei soggetti con cleptomania aveva almeno un disturbo di personalità. I disturbi di personalità più riscontrati nei cleptomani sono il disturbo paranoide (17,9%), il disturbo schizoide (10,7%) e il disturbo borderline (10,7%). È stato anche osservato che i soggetti con diagnosi di cleptomania e di disturbi di personalità hanno iniziato a rubare a un'età più precoce rispetto a quelli con solo la cleptomania.

Tutte queste evidenze evidenziano che la cleptomania è spesso presente in pazienti con altri disturbi psichiatrici.


Rischi e conseguenze

La cleptomania può causare problemi legali, relazionali, professionali e personali. I rischi principali sono:

  • Legali: secondo le statistiche, il 64-87% dei pazienti con cleptomania ha una storia di arresto e il 15-23% finisce in carcere per un periodo medio-lungo di tempo.

  • Lavorative e sociali: i pensieri intrusivi e l’impulso a rubare compromettono la capacità di concentrazione a casa e sul posto di lavoro e le assenze dal lavoro per andare a rubare, soprattutto nel pomeriggio, sono molto frequenti.

  • Qualità di vita: da uno studio in cui è stato utilizzato il test psicometrico “Quality of Life Inventory”, è emerso che i pazienti affetti da cleptomania hanno una qualità della vita e un senso di soddisfazione della propria vita significativamente inferiore rispetto al campione controllo, e alcuni dei pazienti avevano pensieri suicidi.

  • Mentali: i pazienti cleptomani possono cadere in uno stato di grave depressione clinica.
     

Come approcciare il problema con un cleptomane?

Se pensi che una persona a te cara possa soffrire di cleptomania, tieni a mente questi consigli su come interagire con lui/lei:

  • Stabilisci dei limiti, per esempio non prestargli più denaro o non lasciarlo solo dentro la tua stanza.

  • Non accusarlo, non parlare di denunce e polizia, e non fargli percepire alcuna minaccia.

  • Enfatizza che gli vuoi bene e che vuoi aiutarlo.

  • Spiegagli le tue preoccupazioni riguardo a un eventuale arresto, perdita del posto di lavoro o danni alla reputazione.

  • Sii empatico, delicato, gentile, rispettoso e non giudicante nella comunicazione, tenendo presente che hai di fronte una persona con un disturbo mentale che soffre e prova disagio per non potere resistere ai suoi impulsi.

  • Spiegagli che si può superare la vergogna, essere più felici e vivere meglio, con un supporto appropriato. Offrigli il tuo aiuto per cercare e richiedere aiuto a un professionista.
     

Trattamento e cura

La cleptomania può diventare una malattia cronica e persistere nel tempo, se non trattata.

L’approccio terapeutico più efficace per la cleptomania è la psicoterapia cognitivo comportamentale, finalizzata alla gestione dei comportamenti impulsivi e al lavoro sulle emozioni.

In molti casi, risulta utile combinare la psicoterapia con una terapia farmacologica per tenere a bada le manifestazioni sintomatologiche del disturbo e riducendo gli impulsi. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli stabilizzatori dell’umore si sono dimostrati particolarmente utili a tal fine.

Guarire dalla cleptomania è possibile con il trattamento adeguato.

Dedicando tempo, mantenendo il giusto impegno ed essendo perseveranti nella terapia, è possibile lasciarsi alle spalle i comportamenti impulsivi e migliorare la qualità della propria vita.


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