Inappetenza: quando lo stress provoca mancanza di appetito

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
inappetenza e mancanza di appetito


Cos’è l’inappetenza?

L’inappetenza è una condizione caratterizzata da una diminuzione o mancanza della voglia di mangiare. Si può verificare in qualsiasi momento della vita, per ragioni fisiologiche o psicologiche, e può essere più o meno grave.

In situazioni di stress, ansia, nervosismo o emozioni forti, è capitato a tutti di sentire “lo stomaco chiuso” e un rifiuto verso il cibo.

Il cortisolo, l’ormone dello stress prodotto dal nostro corpo, può aumentare il desiderio verso cibi zuccherati o salati, poiché il sistema nervoso cerca di accumulare maggior carburante energetico per far fronte alla situazione difficile. Ma può anche far sì che la digestione rallenti e la fame scompaia. Si tratta di due modi di reagire allo stress e una persona può avere una maggiore tendenza all’uno o all’altro.

Spesso, l’inappetenza si associa a un altro sintomo: la nausea. Come conseguenza, un ridotto apporto calorico può innescare altre condizioni, come la perdita di peso ponderale o la malnutrizione.

Se da un lato è vero che sperimentare una perdita dell’appetito può essere normale se motivata da specifiche circostanze o un particolare momento, dall’altro è anche vero che può essere sintomo di un disagio psicologico o di una patologia sottostante.


Possibili cause

In certe condizioni, non avere fame è del tutto fisiologico. Questo accade, per esempio, d’estate, quando il nostro corpo ha una minore esigenza di mantenere il calore e avviene un rallentamento del metabolismo. Inoltre, alcune tappe della vita si caratterizzano per inappetenza fisiologica, tra cui l’anzianità, la dentizione durante l’infanzia e il primo trimestre di gravidanza.

Molto spesso, l’inappetenza ha una causa psicologica, manifestandosi in risposta a uno stress forte o prolungato, un disagio psicologico, emozioni negative, nervosismo o stanchezza mentale. L’inappetenza può anche essere un sintomo di vere e proprie patologie psichiatriche come la depressione, l’ansia, l’anoressia nervosa, l’abuso di sostanze e altri disturbi.

Le cause possono anche essere delle patologie organiche, come disturbi digestivi o intestinali, neoplasie, patologie epatiche, infezioni, BPCO, malattie metaboliche, insufficienza renale o cardiaca o ipotiroidismo.

Inoltre, l’inappetenza è un possibile effetto secondario di certi farmaci, in particolare gli psicostimolanti e i chemioterapici.


Ormoni dello stress e inappetenza

Quando una persona è stressata, il corpo attiva una risposta allo stress nota come “attacco o fuga”, nella quale l’organismo si trova a prioritizzare delle risposte fisiche e psicologiche immediate per affrontare la situazione di stress, a scapito della digestione e dell'appetito.

Durante questa risposta allo stress, il sistema nervoso simpatico rilascia gli ormoni dello stress, come l'adrenalina e il cortisolo. L’adrenalina prepara il corpo per un'azione immediata aumentando la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e il flusso di sangue ai muscoli, mentre inibisce temporaneamente i processi digestivi, riducendo l'appetito.

In pratica, il sangue e le energie del corpo si concentrano in altri distretti più utili ad affrontare il pericolo, trascurando il sistema digestivo. Infatti, lo stress influenza direttamente il sistema digestivo, riducendo il flusso sanguigno verso l'apparato digerente e la motilità intestinale, causando una sensazione di pienezza o nausea che spegne ulteriormente l'appetito.

Il cortisolo ha diversi effetti, anche a lungo a termine. Per esempio, in situazioni di stress cronico, il cortisolo può ridurre l'appetito, ma a lungo termine potrebbe anche aumentarlo, portando a voglie di cibi ricchi di grassi e zuccheri.

Inoltre, lo stress influisce sulle regioni del cervello che regolano l'appetito, la fame e la sazietà, come l'ipotalamo.

Oltre ai cambiamenti fisiologici, lo stress può anche avere un impatto psicologico che porta a una riduzione dell'appetito. Ad esempio, l'ansia e la preoccupazione possono distrarre una persona dai segnali di fame o renderla meno incline a mangiare.


Conseguenze

Quando l’inappetenza è associata ad una condizione transitoria e reversibile, come un periodo stressante, nella maggior parte dei casi non dovrebbe destare grosse preoccupazioni perché tenderà a risolversi facilmente, senza senza effetti gravi o complicazioni a lungo termine.

Quando l’inappetenza è prolungata, spesso legata a una patologia, è necessario individuare la causa precisa e trattarla, per evitare che la possibile malattia progredisca e possano manifestarsi altri sintomi più gravi.

Tra le possibili conseguenze di uno stato di inappetenza prolungato, vi sono calo ponderale e perdita di peso severa, carenze nutrizionali, disidratazione, anemia da carenza di ferro, spossatezza, fatica cronica, chetosi, irritabilità, scarsa attenzione, aumento dei battiti cardiaci, abbassamento delle difese immunitarie ed insorgenza frequente d’infezioni.


Consigli per affrontare l’inappetenza da un punto di vista psicologico

Come abbiamo visto, l'inappetenza coinvolge molteplici fattori emotivi, comportamentali, o anche patologici. Ecco alcuni consigli utili per affrontarla:

  • Ascoltare il corpo e identificare le cause: Prima di tutto, è importante comprendere le cause sottostanti dell'inappetenza. Per farlo, bisogna prestare ascolto ai segnali che il nostro corpo ci invia. Essere vigili, osservare i propri sintomi, stato vitale e umore permette di riconoscere i segni dell’ansia o dello stress e di identificare le situazioni o i pensieri che li causano. Questo è un passo fondamentale per giungere alla radice del problema. Potrebbe essere utile tenere un diario alimentare e annotare quando l’inappetenza è maggiore, per individuare pattern o eventi scatenanti specifici.

  • Gestione dello stress e dell'ansia: Imparare tecniche di gestione dello stress e rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione o la mindfulness, è un modo per ridurre la tensione emotiva e migliorare il proprio atteggiamento nei confronti del cibo. La sensazione di tranquillità generata da queste tecniche aiuta ad abbassare il livello di cortisolo causato dallo stress, permettendo di riattivare il senso di fame.

  • Creazione di un ambiente rilassante ai pasti: Un ambiente tranquillo e piacevole, senza distrazioni come tv o smartphone, può aiutare a stimolare l'appetito e favorire un focus maggiore sul cibo e sul gusto.

  • Routine flessibile: Mantenere una routine regolare sia per i pasti che per il sonno può aiutare il corpo a stabilire un ritmo e ad aumentare l'appetito. Mangiare a orari fissi e pianificare pasti equilibrati può rendere più facile sviluppare un appetito costante. Inoltre, un riposo notturno adeguato influenza l’appetito e anche lo stress percepito. Tuttavia, modificare occasionalmente la propria routine, mangiando in compagnia o al ristorante può aiutare a ritrovare un buon rapporto con il cibo.

  • Fare esercizio fisico regolarmente: L'esercizio fisico regolare, oltre ad avere straordinari effetti nella riduzione dell’ansia, porta anche ad essere più affamati. Questo lo rende un’ottima strategia per combattere l’inappetenza e mantenersi in forma sul piano fisico e mentale.

  • Alimentazione equilibrata: Assicurarsi di consumare una varietà di alimenti nutrienti e salutari può aiutare a migliorare l'appetito e a fornire al corpo l'energia di cui ha bisogno. È necessario verificare che l’attuale regime alimentare non sia eccessivamente squilibrato verso le proteine, che possono causare uno stato di chetosi, ed eliminare eventuali cibi responsabili di intolleranze o malassorbimento, che si associa a riduzione dell’appetito. Optare per pasti piccoli e frequenti anziché pasti abbondanti e non saltare i pasti può essere più gestibile per chi ha difficoltà ad alimentarsi.

  • Dedicare del tempo a sé stessi: Adottare misure di autocura, come dedicarsi ai propri hobby, aiuta a gestire meglio l'ansia e lo stress che possono influenzare la perdita di appetito.

  • Ritualità e convivialità: Per combattere l’inappetenza è consigliato mangiare in compagnia e far diventare il pasto un vero e proprio rito familiare. Scegliere il menù con amici e familiari, comprare gli ingredienti e cucinare insieme è uno dei modi che aiuta a percepire i pasti come un momento piacevole e divertente.

  • Supporto: Parlare con amici, familiari o un professionista della salute mentale può fornire il supporto emotivo di cui si ha bisogno, insieme alle strategie pratiche per affrontare l'inappetenza. Il supporto sociale delle persone care può aiutare a ridurre l'isolamento e a migliorare il benessere generale. La terapia psicologica, in particolare quella cognitivo-comportamentale, è particolarmente efficace per modificare i pensieri negativi associati al cibo ed affrontare le preoccupazioni riguardo all'alimentazione.

Tuttavia, se l’inappetenza è legata a una patologia organica, è fondamentale seguire i consigli del proprio medico.

Affrontare la mancanza di appetito richiede pazienza e un approccio integrale, che consideri sia gli aspetti psicologici che quelli fisici. Combattere l'inappetenza può essere un processo graduale, ma con il sostegno adeguato è possibile migliorare la qualità della nutrizione e il benessere generale.


IN SINTESI

  • Cos'è l'inappetenza?
    L'inappetenza è la mancanza o riduzione dell'appetito, spesso legata a fattori fisici o psicologici.

  • Quali sono le cause dell'inappetenza?
    Può essere causata da stress, ansia, depressione, infezioni o problemi digestivi.

  • Come si può affrontare l'inappetenza?
    Identificare le cause sottostanti, adottare una dieta equilibrata e rivolgersi a un professionista se il problema persiste.

  • Quali sono le conseguenze dell'inappetenza prolungata?
    Può portare a perdita di peso, malnutrizione e indebolimento del sistema immunitario.


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