articoli di psicologia della Dott.ssa Patrizia Pezzolo

risposte dello specialista Patrizia Pezzolo

 12  risposte
  Vis. Profilo

Essere l'amante

Apri domanda

Cara Clio, si coglie dalle sue parole, quanto sia difficile il momento che sta attraversando. L'interruzione dell'università tempo addietro in aggiunta all’esperienza lavorativa attuale, che dovrà concludere suo malgrado, sono elementi già di per sé non facili da affrontare. Ciò che la spinge a scrivere tuttavia è altro ancora. E’ l'incontro con quest’uomo di cui riferisce. Lui l'ha fatta sentire viva e vitale per un certo tempo, è vero, ma con una contropartita che si è rivelata di tutt’altro genere. Così che Lei ora non solo non si sente più a suo agio ma è bloccata in una situazione che le toglie energie piuttosto che donargliele. Il punto è questo e non è ciò che Lei vuole. Lei, al contrario, desidera ritrovare e rinnovare il suo entusiasmo: suo diritto e necessità. Lei, anche se con fatica, ha già fatto il primo passo verso il suo primo obiettivo. Il supporto professionale di uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla ad intendere meglio quali sono gli elementi che le impediscono di attuare in modo definitivo questo distacco e permetterle di intraprendere una strada nuova, più consona a ciò che veramente fa per Lei. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

La determinazione di una donna

Apri domanda

Caro Fabrizio, le relazioni di coppia difficilmente seguono percorsi lineari. Qualche increspatura c'è sempre. Lei parla però di una storia apparentemente giunta al termine, non di generiche incomprensioni. Chiude il suo testo con una domanda precisa: "Può una donna essere così ferma e mettere in discussione tutto in così poco tempo??" Dal modo in cui ha formulato questa domanda mi sembra che Lei faccia fatica a ritrovare i fili logici che hanno portato, nel tempo, la sua compagna a prendere una posizione apparentemente così irremovibile, difficile per Lei non solo da accettare ma anche da capire. La sua relazione mi sembra, anche se all'interno di una complessità che io ovviamente non conosco, si sia mossa tra due poli: idealizzazione e insicurezza. Le consiglio, con il suo terapeuta, di darsi un tempo per reperire le ragioni della sua compagna e successivamente o contemporaneamente la sua parte nella storia. Questo l'aiuterà un poco a placare l'angoscia e la difficoltà del momento. Sbilanciandomi un pochino, le consiglierei anche di riflettere su una delle frasi con cui ha aperto il suo testo: "Relazione che sembrava convincere LEI fino al punto di farmi convincere che c'era un amore VERO"... Credo che Lei possa trovare le risorse necessarie per superare questo momento e che il percorso che Lei già sta facendo possa aiutarla. Le invio un caro saluto. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Confronto continuo

Apri domanda

Cara Valentina, Grazie per il suo intervento. Non conosco la cultura giapponese ma immagino che sia molto diversa da quella europea e da quella italiana in particolare. A quanto ho capito Lei parla in un'altra lingua tutto il giorno e vive in una cultura profondamente diversa dalla sua, tutto il giorno. All'inizio il desiderio e la necessità di confronto sono assolutamente normali. Dopo tre anni però quello che possiamo definire un periodo di "fascinazione" tende a concludersi. Al contrario si ravviva la tendenza a conservare e riscoprire il proprio sé da un lato e a crescere ulteriormente dall'altro. Così Lei si trova a dover coltivare i suoi valori in un territorio straniero, fatto di una coltura con sementi differenti dalle sue originarie. Lo spazio intimo per la crescita di sé può sembrare allora, in queste condizioni, risicato e poco accogliente. Questo probabilmente produce in lei una reazione difensiva e forse anche una velata aggressività che però deve ricacciare indietro. Perché in Giappone come probabilmente ovunque, bisogna essere educati no?! Certo Lei fa bene ad esserlo ma anche questo ha un costo. Lei vorrebbe allora recuperare qualcosa almeno quando torna in Italia ma, anche lì sfortunatamente, piuttosto che vera accoglienza trova curiosità, curiosità e fascinazione per il Giappone, mentre Lei è in tutt'altra fase. Per motivi psicologici, dovuti alla sua età, sta attraversando un momento delicato in cui i movimenti di integrazione e differenziazione psichica sono all'ordine del giorno e le condizioni particolari in cui vive rendono questo processo ancora più delicato e difficile. E questo è vero, in particolare, per una donna. Donne forse si nasce sì, ma, soprattutto si diventa e ciascuna a suo modo. Il fatto che questa sua necessità di confronto e le reazioni che seguono si attivino più spesso con le donne delle sua età non è un caso. Su questo punto si potrebbe certamente andare avanti reperendo però, tutti quei dettagli che riguardano Lei in particolare e non altri... Qualche colloquio con uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a capire meglio che cosa le sta succedendo nel dettaglio e ad affrontare con più naturalezza questo momento delicato e infinitamente prezioso per Lei, per la sua vita e forse anche per chi le sta vicino. Resto a sua disposizione. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Non vuole separarsi da me ma non mi desidera

Apri domanda

Caro Matteo, non riesco a reperire dal suo post informazioni sufficienti per darle una riposta esaustiva. Cercherò tuttavia di prendere in esame alcuni punti. Nel titolo Lei parla di mancanza di desiderio, ma nel suo scritto fa riferimento alla sfera affettiva. Intende dire che, nell'ambito della sua relazione, Lei, Matteo è ancora un punto di riferimento per la sua ragazza, ma il rapporto non è più emotivamente soddisfacente come in precedenza? Oppure parla in senso stretto di desiderio? Se Lei tiene molto a questa ragazza cerchi di capire meglio cosa le manca e, se è possibile, in modo inaspettato cerchi di offrirglielo. Se le cose non dovessero tornare come prima o comunque ravvivarsi nella direzione sperata, le consiglio di richiedere qualche colloquio di consulenza ad uno specialista in psicoterapia. In questo modo potrà capire meglio che cosa è successo alla vostra coppia... che cosa in un certo senso ha allontanato la sua ragazza e che cosa spinge Lei, Matteo, a rimanere in questa posizione d'attesa. Intanto, se le fa piacere, può tenermi informata sull'evoluzione della situazione. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Ho problemi con me stesso, soffro internamente e non riesco a esternare le mie emozioni?

Apri domanda

Caro Francesco, ho apprezzato molto il suo breve testo. Trovo che per essere una persona che, per come si descrive, ha difficoltà ad esternare le proprie emozioni, in sole quattro righe Lei abbia detto tantissimo. Le parole che Lei ha scelto di scrivere in maiuscolo, quasi mi permettono di SENTIRLE le SUE EMOZIONI. La ringrazio di un testo tanto espressivo. Sono sinceramente interessata alla sua persona e al suo caso. Sarei felice di poterle offrire l'aiuto che desidera. Resto a disposizione. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Voglio vivere serenamente

Apri domanda

Caro Roberto, il suo messaggio è ricco di informazioni. La ringrazio. La prima cosa che Lei evidenzia è l'alternarsi di più periodi. In sintesi: chiusura, ansia ed insicurezza ad un tempo e spensieratezza e voglia di comunicare ad un altro. Mi chiedo intanto in quale di questi due momenti Lei abbia incontrato la sua ragazza. Questo fornirebbe già altre indicazioni. In ogni caso, molto spesso Lei si sente insicuro nella relazione con gli altri. Certamente questo dipende dalla sua infanzia a proposito della quale Lei dà brevi cenni e da ragioni psichiche profonde che possono emergere e trovare approfondimento solo in un lavoro psicologico-clinico ed analitico ben condotto. Lascio quindi sospeso, al momento, questo punto. Tuttavia credo le sia utile sapere che, al di là delle ragioni più profonde alla base della sua difficoltà, anche l'inesperienza fa la sua parte. Intendo dire che le relazioni sociali hanno le loro regole e le loro consuetudini, per tanto il fatto di non essersi, fino ad ora, sperimentato con serenità e a sufficienza in questi contesti, sicuramente contribuisce a farla sentire un pesce fuor d'acqua. Questo potrebbe essere un buon momento per iniziare il lavoro psicoterapeutico a cui sta già pensando da un po'. L'aiuterebbe a vivere con più tranquillità la relazione con questa ragazza e a sperimentarsi in modo più sicuro in queste occasioni sociali che le si stanno presentando. Resto a sua disposizione. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Mio marito non vuole il secondio bambino

Apri domanda

Cara Veronica, il suo messaggio merita grande attenzione. La sua situazione, anche se con modalità differenti ogni volta, può essere frequente. In tutti i casi va però trattata con grande delicatezza e riguardo per i dettagli. Proverò per tanto, nei limiti dei mezzi ora a disposizione, ad aiutarla quanto più mi è possibile. In primo luogo lei parla di sconforto. Si sente quindi in un momento di fragilità e senza il giusto conforto e, nel caso specifico, il supporto di suo marito. E' una situazione per Lei molto difficile, lo immagino. Ci sono però due dati importanti. Avete entrambi 28 anni giusto? E una bambina di 5 anni, splendida, nata dal vostro amore. Questa bambina non è stata apparentemente desiderata, cercata ma è stata concepita per caso, un caso non atteso in particolare da suo marito. Il risultato pratico però è che la bambina non solo è nata ma oggi è amatissima da entrambi. Vede anche quando si dice di non volere qualcosa non significa necessariamente che non ci sia un desiderio inconscio e che questo desiderio inconscio non vada magari nella direzione opposta. Forse qualcosa di questo desiderio inconscio pian piano si è aperto, una volta che la bambina è arrivata, con lei, è nato anche l'amore. Non deve dimenticare però che a livello della consapevolezza e a livello pratico, per suo marito, deve essere stato un vero e proprio trauma!!! Era solo un ragazzo poco più che ventenne, fidanzato unicamente da un anno, magari con la prospettiva di laurearsi con calma e poi magari viaggiare e tanto altro. Di punto in bianco invece fine del film!!! Laurea in fretta e furia, ammesso che sia stato possibile?! Ecc. In ogni caso nel giro di poco è diventato padre, ha dovuto trovare un lavoro, mettere su casa e sposarsi. Forse suo marito tutto questo lo desiderava ma certamente non in quel momento. E' dovuto quindi passare per una forzatura. Ha fatto delle cose e forse ne ha avvertito più il peso che non il desiderio…non che non ci fosse…ma magari non poteva sentirlo, così ha semplicemente fatto il suo dovere. Allora, la prego non cerchi di far passare suo marito, due volte, per la stessa forzatura. Altrimenti sì, il rischio è, come Lei dice, che si crei un muro. Provi, questa volta, a regalargli un po' di tempo. A dare a suo marito, per la prima volta, la possibilità di sentirlo, se ci saranno le condizioni, questo desiderio. Siete giovani e un po' di tempo c'è per davvero. Naturalmente c'è anche Lei. C'è anche il suo di desiderio di una seconda maternità che, al contrario, è fortissimo. Credo che le sarebbe utile parlarne con uno psicologo o uno psicoterapeuta per comprendere meglio la natura del suo desiderio e viverlo con più serenità, libera dall'urgenza e dalla tristezza. Forse solo così Lei potrebbe trovare la spontaneità per stare accanto a suo marito in modo diverso e vivere questo momento con più gioia, serenità e appagamento per quanto ha già costruito. In ultimo, non lo dimentico, c'è la sua meravigliosa bambina. Chissà come si chiama? Vuole un fratellino o una sorellina?! In realtà ancora non può sapere veramente di cosa si tratta, può però intanto costruire delle amicizie…forse vedere più spesso gli amichetti con cui giocare e scoprire, nel frattempo, che si possono costruire amicizie “fraterne”... Poi si vedrà! Faccio i miei migliori auguri a Lei e alla sua Famiglia. Mi tenga informata, se vuole. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Problema asilo

Apri domanda

Buonasera, grazie del messaggio. Ha fatto bene ad inviarlo. Parto dalle ultime righe, quindi dal ... “ Dunque non sappiamo come convincerla…che sono stati due episodi che non si ripeteranno...”. Ecco il punto è questo: non la potete convincere. Quello che è accaduto è stato un incidente anzi due incidenti, per esser precisi. Lei può davvero garantire a sua figlia che questo non si verificherà una terza volta?! E se poi si verificasse dopo che l’ha convinta?! Nella peggiore delle ipotesi anche la sua dolce casa comincerebbe a non essere più un luogo così sicuro. Allora non è questa la strada. Francamente l’episodio non è così banale come sembra, per cui la prima cosa è non banalizzarlo. Sua figlia si è recata in un ambiente nuovo con fiducia, spensieratezza ed allegria. (Sicurezza che probabilmente le deriva dall'ambiente casalingo e quindi da voi.) Ha rivolto all’altro un sorriso ed è stata presa a morsi. Evidentemente per lei non è stata cosa da poco. Ha messo quindi l’asilo tra i luoghi non sicuri e poi ha esteso questo concetto ai bambini maschi. L’ha morsa un maschietto mi pare. Bisogna lavorare con le maestre e certamente fare la massima attenzione perché questo non accada più. Dirle che starete tutti più attenti e cercherete di proteggerla perché sarebbe un peccato che per questo piccolo incidente lei smetta di godersi le altre cose belle. L’asilo è anche altro, come i giardinetti. Aggiungo che probabilmente questo non le potrà essere spiegato solo a parole ma sarà necessario trovare diversi modi per esprimere questo concetto affinché la bimba lo colga. E’ importante che capisca che come le cose purtroppo possono sempre capitare si possono comunque, anche spesso risolvere e superare. Se la cosa non dovesse trovare soluzione in tempi brevi, per precauzione contatti un/una collega nella sua zona. Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

Gelosa della mia bimba di due mesi

Apri domanda

E' un bene allora che almeno ne parli con noi, Kathrine. Mi permetto anche di aggiungere che forse è stato saggio da parte sua attendere un momento, prima di mettere altri a parte del suo stato d'animo. Il suo vissuto non è così infrequente e forse è anche in parte sano. Tuttavia, a seconda del luogo in cui vive e della sua situazione familiare, si tratta di sentimenti complessi che potrebbero non esser facili da fare intendere all'altro/ agli altri, nel modo giusto. Quello che lei ha giustamente portato alla nostra attenzione è però l'intensità di questo vissuto. Da un lato è nel panico e dall'altro è paralizzata perché non sa come gestire la situazione. Le consiglio, vista la delicatezza del momento e le persone coinvolte, di contattare al più presto uno psicologo/psicoterapeuta che possa aiutarla a superare questa fase così angosciante. Con calore e cordialità la saluto e rimango a sua disposizione, dott.ssa Patrizia Pezzolo....

L'ho tradito e il mio senso di colpa mi stravolge

Apri domanda

Cara Elena, mi dispiace molto per il momento che sta attraversando. Il suo tradimento sembra essere stato un incidente. Qualcosa che lei non voleva del tutto. Potrebbe aiutarla reperire la logica di quanto le è accaduto per comprenderne meglio le ragioni. Il tradimento può essere inteso come un sintomo. Approfondirne i contorni può aiutarla a comprendere quali sono le relazioni cui tiene veramente e a ricostruirle in modo più saldo. Nel suo caso potrebbe iniziare, se sente d'aver bisogno d'aiuto, una terapia individuale ed in seguito, se ci saranno i presupposti, aprirla anche al suo compagno. Elena, la sua situazione è certamente molto dolorosa ma forse la soluzione può essere meno difficile e complessa di quanto Lei non riesca a credere al momento. Cara Elena, resto a sua disposizione. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo. ...

Ansia nella coppia

Apri domanda

Cara Valentina, la ringrazio del suo testo. Molto immediato e sincero. Dolce anche. Probabilmente è un po' come lei. Le tolgo subito un dubbio. La questione che sta affrontando non è affatto banale. Si tratta di un problema comune forse, nel senso che ha toccato, tocca e toccherà molte persone. Questo è probabile ma resta il fatto che, al momento, è Lei a passarci attraverso e la sua morsa allo stomaco così come tutto il pensiero che l’ha accompagnata e lo scritto che, in ultimo, ci ha inviato, testimoniano del valore di questo passaggio. Lei ha utilizzato la parola “sola” diverse volte. Scritta da Lei, è una bella parola. Piena. ricca. Se anche da un lato c’è della confusione e forse un filo d’angoscia, sono certa che dall’altro lato questa parola: “sola”, le risuoni in modo accattivante. Lei si è fisicamente allontanata dal fidanzato, dalla famiglia, dagli amici. In altri termini si è s-vincolata. In estrema sintesi è una questione di vincoli e s-vincoli. Si tratta, per Lei, di intendere, tra questi e fuori di questi, come può e vuole collocare il suo desiderio di giovane donna che sta crescendo e cerca la sua strada. Ogni trovata è persa? È una delle sue questioni. Un’ altra, più semplice, è se ha necessità di uno psicologo o meno per intendere meglio quello che sta vivendo. Credo che Lei possa scegliere liberamente. Entrambe le strade sono possibili. Certamente la psicoterapia è un luogo privilegiato ove è possibile sperimentare, all’interno di una particolare compagnia, la propria solitudine e imboccare le vie più consone al proprio essere. Nel suo caso non è una questione di necessità immediata ma di scelta intima soggettiva. Le faccio i miei migliori auguri. Resto a disposizione, se vuole. Cordialmente, dott.ssa Patrizia Pezzolo...

Lui tradisce, io perdono

Apri domanda

Carissima Matilde, quello che lei riassume nel suo scritto lascia intravedere una storia personale non facilissima con degli effetti, anche nel presente, che andrebbero presi in carico con la massima serietà e precisione clinica. Non è possibile far questo unicamente rispondendo con un breve scritto al suo messaggio. Cercherò tuttavia, pur in questo spazio limitato, di rispondere alla sua richiesta d’aiuto, privilegiando l’efficacia. Lei descrive la sua relazione come quella che possiamo immaginare possa esserci tra il diavolo e l’acqua santa. Quanto ci si riferisce al “detto”, si fa riferimento a due elementi inconciliabili dato che l’acqua santa serve a scacciare il diavolo. La psicoanalisi insegna però che ciò è apparentemente inconciliabile, pur non trovando reale conciliazione possibile, può comunque ingarbugliarsi in un modo molto doloroso e non facile da districare. Non intendo associare il suo compagno alla figura del diavolo, né lei all’acqua santa ma, gli effetti di questa relazione non sono salutari. Si può perdonare un errore ma, non ciò che lei descrive come un modo di essere a meno che quella che le si prospetta non sia la vita che lei vuole fare o quella a cui non può fare a meno, suo malgrado, di adeguarsi. Non ha neppure 25 anni. Di cosa stiamo parlando? Dove si sta gettando così giovane? E perché? Credo sia necessario, per lei, reperire al più presto, il bandolo della matassa. Per qualsiasi approfondimento, resto a sua disposizione. Cordialmente, dott.ssa Pezzolo...