Domande su Ansia e depressione Domande e Risposte su ansia e depressione
Mangiarsi continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Onicofagia e altri "vizi" (mordicchiare vestiti) in bambino di 9 anni
Gent.mi Dottori, sono la mamma di un bambino di quasi nove anni che, all’età di 3, in concomitanza con la nascita del fratellino, ha iniziato a mangiarsi le unghie. Ha continuato a mangiarsele per tutti questi anni, da parte nostra abbiamo cercato di essere comprensivi al massimo, cercando di limitare i rimproveri e semmai di distrarlo (io stessa sono una ex mangiatrice di unghie e so quanto questo impulso sia irresistibile!). Tuttavia, da un anno a questa parte, il bambino ha iniziato anche a mordicchiare praticamente qualsiasi cosa, vestiti in primis (bordi delle magliette, cordini di felpe e tute ecc.). Lo fa soprattutto quando si annoia o è in tensione per qualcosa (una partita in tv) ma anche quando si rilassa. Da anni sono inoltre presenti, alternativamente, dei blandi tic di tipo semplice (quello di questo periodo è: spalancare la bocca per poi richiuderla, ma non lo fa continuamente, direi più o meno 10 volte al giorno). Per il resto, il bambino non desta particolari preoccupazioni: è ben inserito nel gruppo classe, ha altri amichetti che frequenta anche fuori dalla scuola, pratica con gioia gli sport che lui stesso ha scelto (sci e calcio) e a scuola non ha nessun problema (ma senza essere il primo della classe!). Caratterialmente è piuttosto tranquillo, mai aggressivo né con noi né con i suoi compagni, ma sa comunque far valere la sua opinione! La situazione in casa è serena, di certo io e mio marito non siamo campioni di calma ma facciamo del nostro meglio per assicurare ai nostri bambini una genitorialità calda e attenta. Il bambino più piccolo, che sta per compiere 6 anni, per contro è un peperino, gelosissimo nei confronti del fratello maggiore, sul quale cerca di imporsi e al quale rompe ahimè costantemente le scatole. Non si è mai mangiato le unghie né ha altri vizi o tic.
Da qui la mia domanda: è necessario aiutare il nostro primogenito e, se sì, come procedere? Oppure è meglio lasciar perdere contando su una regressione spontanea durante la crescita? Nel ringraziarvi infinitamente invio i migliori saluti,
Rita
Voglio morire e porre fine alla mia sofferenza
Sono una ragazza di 19 anni. Ho il desiderio di morire per porre fine alla mia sofferenza. Mi vergogno a dirlo, perchè non ho particolari problemi, c'è gente che sta mille volte peggio di me. Tuttavia sono estreamamente infelice, inappagata e frustata perchè nella mia vita faccio tutto solo perchè devo e non perche mi piace. Non mi piace l'università che frequento, non mi piace il mio ragazzo, non mi piace la mia famiglia, non ho amici, sono sola. Non ho il coraggio di lasciarlo, anzi ci ho provato, sono stata male e sono ritornata con lui, non ho il coraggio di cambiare uni in quanto ho studiato tutta l'estate per entrare e ho fatto e sto continuando a fare enormi sacrifici. Ogni sera, ogni giorno quando sono da sola un momento mi metto a piangere. Sono giunta alla conclusione che sarò per sempre infelice, tuttavia non riesco più ad andare avanti. Non ho nessuno con cui parlare, tutti pensano che io sia felice, nemmeno mia madre si accorge di come io stia. Vi chiedo aiuto, cosa devo fare?
3 risposte - LeggiFaccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
Paura di viaggiare in auto se guidano gli altri
buongiorno,
molti di voi rideranno della mia paura..
Soffro di attacchi di panico in auto ma non se guido io, solo se guidano gli altri. Non trovo aiuto da nessuna parte, diciamo che chi ne soffre appunto è perchè guida direttamente e non perchè è in auto con altri.
Questa paura deriva dal fatto che da ragazzo circa 15 anni fa, andando con i miei amici in auto loro andavano forte ed il avevo paura. Il problema è che adesso andando con chiunque anche a 50 allora ho paura.(ripeto se guido io posso andare anche veloce non ho nessuna paura)
Come posso risolvere questo trauma?
grazie della risposta.
saluti
Paura di ciò che è stato e di ciò che sarà
Buona domenica a tutti,
mi ritrovo qui, a scrivere dopo ben 4 anni a quanto pare, ho riletto una mia vecchia domanda e ricordo ciò che ho passato quando mi sono sommerso di impegni che ho portato a termine...
Ad oggi ho nuove preoccupazioni, qualcosa è andata come speravo, mentre il mio stato emotivo mesi fà mi è sfuggito di mano.
Adesso ho 27 anni, tempo fa mi aiutò una semplice risposta a riflettere, stavolta penso che la questione sia più seria...nel 2021 ho finito la triennale all'università, mi gettai a copofitto sulla specialistica con più tempo per me, con più "spensieratezza" nel cuore, in ripresa da un'infiammazione sportiva partì con molto entusiasmo, quasi con una nuova luce...
in questo lasso di tempo la salute di mio padre peggiorò (lui aveva già avuto problemi di tipo circolatorio e neurologico), perse la parola quasi del tutto e l'uso delle gambe...
inprovvisamente il clima in casa cambiò, mia madre era spaesata ed ammetto che in questo caso ho giocato un ruolo importante, trovammo insieme tutti i modi migliori per gestire mio padre, già presuntuoso di suo, io ero l'unico che ascoltava, ad oggi la sua condizione non è cambiata molto, piccoli miglioramenti muscolari per via dell'esercizio fisico che a volte riesco a fargli fare (adesso sta seduto solo ed a volte riesce a stare sulle gambe con il mio ausilio);
Personalmente penso che su di me quasta situazione abbia influito, mi sono fatto molte domande sulla vita, ho ripensato al passato e a quegli attimi con mio padre quando ero bambino, ad oggi penso che io e lui siamo molto simili, ex. infermiere, di tutti quelli della mia famiglia sembra l'unico che ha fatto i conti con la relatà, l'unico che non giudicava, l'unico che si è messo in gioco in ambito sportivo, amoroso; crescendo è diventato un'ispirazione per me e questo mi fa sorridere ma precedentemente mi ha messo anche un grosso senso di smarrimento, mischiata ad una paura per le incertezze del futuro che ormai va avanti da anni mi ha portato a vivere attimi di profonda angoscia, di catastrofe interiore; che puntualmente ho "ignorato" andando avanti e ripetendomi che tutti a modo nostro siamo insicuri perciò questo stato nella mia testa era la normalità...ci convivevo, non so quanto sbagliavo ma ci convivevo senza neanche autodistruggermi anche se in parte desideravo farlo.
Passano i mesi, comincio nel 2023 a conoscere una nuova donna, non della mia città, è stato strano, era un periodo in cui più volevo stare solo e più la gente mi stava intorno...inizio questa specie di relazione, uscivo quasi tutti i giorni con lei, ci andavo a letto ed all'inizio non provavo nulla, un gesto come un altro, anche se lei era così ossessionata da me...con il tempo mi stavo inziando a tranquillizzare, personalmente ero più a mio agio...ma fu la quiete prima della tempesta, scoprì che essa era già quasi sposata e che io ero l'amante, fermai la cosa anche se ad oggi lei prova a contattarmi non ricevendo nessuna mia risposta (abita fuori dall'Italia per adesso), la mia vita peggiorò (non quello che mi circondava, ma ciò che era dentro me), cambiai continuamente lavori, mai soddisfatto mentre gli altri lo erano di me, continuai il mio percorso da atleta semi-professionista, migliorai molto a livello nazionale e ad oggi penso che lo sport mi tenne in vita ad allora, ormai avevo solo la paura addosso, l'angoscia, avevo paura di non provare più emozioni, sapori, benessere, odori, tutto era diventato una situazione come un'altra, se la mia condizione era "tiepida" provavo solo sofferenza ed apatia, dovevo andare da un estremo all'altro, i 5 sensi dovevano essere molto stimolati per avere la mia attenzione, ed era difficile, solo lo sport, mi ricordava che ero capace ancora di sentire il mio corpo...
in alcuni momenti ho pensato anche a situazioni facili (alcol, ma non ne ho mai fatto uso, perchè sapevo che non era la scelta migliore), in alcuni momenti sono stato così tanto al lungo a sopportare la sofferenza che ricordo che feci una ricerca su internet per sapere in che modo potevo togliermi la vita più facilmente, non lo feci soltanto per non provocare sofferenza a chi ancora mi vuole nella sua vita e sopratutto perchè al di la della sofferenza c'è sempre quella parte di me che resta lucida e che sperava che fosse solo un periodo...
Ad oggi sono qua, con la paura di avere una relazione amorosa, riflettendo non voglio avere neanche una famiglia un domani, però ammetto che una figura femminile accanto mi piacerebbe;
Fisicamente ho avuto qualche disturbo nervoso, ad esempio? ho le palpebre che mi vibrano da Novembre, dalla fine di quella storia, ultimamente la cosa sembra andare a scemare ma nelle situazione di inquietudine riprendono...
raramente ho malessere emotivo, ieri sera però mi sentivo da due giorni come se avessi avuto una crisi di pianto, come se fossi sconvolto, anche se non era successo assolutamente nulla, volevo stare da solo a casa, mi sono imposto di uscire lo stesso, sentivo che sarebbe stato peggio stare da solo; a volte sento che mi sono portato dietro un pò le conseguenze della vita frenetica, adesso quando ho un attimo di calma, ad esempio dove faccio la spesa oppure con un pomerigio libero sento inquietudine...un domani quando ho meno spese vorrei parlare di tutto questo ad uno specialista.
In questo momento sono orientato verso l'insegnamento scolastico e rifelettendoci su questa è una cosa che mi toglie parte della paura per il futuro, perchè mi dà un'idea, ho già diversi ragazzi e persone più grandi che seguo per quanto riguarda il fitness...
ieri un ragazzo che alleno mi ha parlato di una situazione di ansia che stava affrontando con la sua terapista, non ne aveva ancora trovato la causa, però nè è venuto a capo parlando con me, mi ha sorpreso perchè non mi spiego come possa essere uscita una risposta per lui da me che in questo momento mi sento così smarrito.
Vi ho esposto alcuni aspetti passati e presenti della mia vita, non so ancora che risposta aspettarmi; Non so che pensare di ciò che emotivamente ho passato e se preoccuparmene e sopratutto non so quale sia il più giusto stato emotivo nei confronti dell'incertezza per il futuro (avrò le risposte che cerco? devo stare tranquillo? posso stare tranquillo, ma facendo questo non rischio di omettere qualcosa?),
Grazie a chi si prenderà qualche minuto per leggere, è stato difficile scrivere.
Come comportarsi se…
Ciao,
È da un po’ di tempo che desideravo provare il domanda-risposta su questo portarle, mi presento:
Sono R., ho 32 anni e vivo in provincia di Milano.
Ho deciso da circa un mese di affidarmi a una psicologa per affrontare meglio questo periodo in cui mi sento abbastanza giù di morale.
Precisò che per intraprendere un percorso lavorativo migliorativo, ho lasciato un posto a tempo indeterminato per poi essermi ritrovata ad aver girato più di 3 altri posti di lavoro, senza che nessuno di loro mi abbia offerto un contratto decente o mi abbia confermato dopo il periodo di prova.
Ho avuto periodi di difficoltà economiche e inutile dire che sono stata molto giù di morale.
Per trovare lavoro devo inizialmente fare la falsa, ma dopo un po’ non tengo più la parte e specialmente quando provo a farmi valere dicendo semplicemente la verità ed essendo onesta con chiunque, ecco che scatta in loro l’indispettirsi e vengo lasciata a casa.
Sono stufa e incazzata.
Come se non bastasse mi sento non trattata con rispetto dal mio ragazzo. Tante e tante cose…
Che temo di scrivere qui.
Come posso uscirne?
Grazie.
Tanatofobia
Salve Io ho iniziato una terapia cognitivo comportamentale per il mio problema di tanatofobia o paura della morte paura del tempo che passa paura del fatto di perdere i propri cari. Volevo sapere per essere più tranquillo quanto tempo ci vuole per guarire da tutto ciò dopo la terapia grazie. Per favore è gradita una risposta
0 risposte - LeggiLa psicoterapia può aiutare chiunque?
Ciao. Sono un ragazzo di 19 anni. Sto vivendo un periodo deprimente, l'ennesimo di un passato già turbolento. Per farla breve, genitori disfunzionali, zero amici e poche conoscenze superficiali, perenne mancanza di direzione, vuoto totale, e in ultimo... Mio fratello ha deciso di andarsene da questo mondo pochi mesi fa. Sono andato da vari psicologi nel corso della mia vita, ma il loro aiuto o consigli sembravano non adattarsi mai a me e alla situazione. Ultimamente poi la mia sfiducia per gli altri è aumentata, e allontano chiunque perché non voglio essere giudicato e sentirmi ferito. Mi sento sempre stanco, soffro di depressione ormai.
Quindi da settimane ho smesso di andare dallo psicologo che conoscevo da 1 anno perché alla fine mi ritrovo sempre nella stessa situazione deprimente. Per cui mi chiedo, la psicoterapia può davvero aiutare tutti, oppure per alcuni non c'è soluzione?
Terapia farmacologica a distanza?
Buonasera a tutti , innanzitutto vi ringrazio per la vostra disponibilità a tutte le necessità !
Volevo fare una domanda siccome la mia e una situazione delicata mentale ho notato di soffrire di disturbo esplosivo intermittente , e vorrei sapere nel momento fossi consigliata di iniziare con una terapia farmacologica potrebbe uno psicologo oppure psichiatra prescrivermi una terapia anche se a distanza di paesi ?
Doc Omosex?
ciao a tutti, sono un ragazzo di 18 anni e da circa 5 anni credo di soffrire di DOC omosex. non so bene da dove sia partito il tutto, ma so solo che prima della prima masturbazione omo, avvenuta nell'estate della terza media, sono stato con ragazze e mi piaceva anche. fin da subito ho riscontrato questa paura, ho cominciato ad essere depresso, a chiudermi in casa, a piangere, a delirare e non riuscivo manco a dormire, tant’è che fin da subito sono andato da una neuropsichiatra che, però, non mi aiutò per niente, anzi, mi diceva cose del tipo che dovrei accettare la mia vera natura e ste cose mi mettevano ancora più ansia. successivamente sono passato ad un tirocinante di questa neuropsichiatra che, pure lui, non mi aiutò. infine, adesso, sono da questo altro psicologo che mi ha affermato di non aver mai trattato un paziente con doc e quindi non penso mi aiuterà tanto. sono sempre stato un ragazzo insicuro di me stesso, non mi sono mai piaciuto e ogni anno è stato caratterizzato dalle “presenza ossessiva” di un mio amico: il primo anno è stato un ragazzo, il secondo anno un altro e così via… ora la mia testa è “fissata” con il mio migliore amico per il quale a volte provo gonfiori, erezioni e sto malissimo nell’averle o anche solo percepirle. ho messo “fissata” tra virgolette perché da quando sono fidanzato, questa fissazione si è placata un po’. alcune cose che faccio sono:
- guardo magari il lato b maschile e sto malissimo, comincio a non respirare bene, ma continuo a guardarlo;
- cerco rassicurazioni h24;
- mi masturbo sugli uomini (questo punto lo tratterò dopo)
- controllo la mia eccitazione;
- rimugino
e molto altro…
la masturbazione omosessuale io non la attuo sempre, ma solo alcune volte, tipo oggi. è successo che ero su youtube, ho visto un reel di un atleta, sono andato a cercarlo, ho sentito un gonfiore e successivamente, andando a vedere dei pornostar gay e sentendo ulteriori gonfiori, sono arrivato alla masturbazione e sembrava che ci fossero alcune cose che volessi fare e la cosa mi disturba. io non so più cosa voglio dalla mia vita, non so più cosa e chi voglio essere e soprattutto, non so se questo è doc oppure no.
grazie a tutti
Paura di ciò che è stato e di ciò che sarà
Buona domenica a tutti,
mi ritrovo qui, a scrivere dopo ben 4 anni a quanto pare, ho riletto una mia vecchia domanda e ricordo ciò che ho passato quando mi sono sommerso di impegni che ho portato a termine...
Ad oggi ho nuove preoccupazioni, qualcosa è andata come speravo, mentre il mio stato emotivo mesi fà mi è sfuggito di mano.
Adesso ho 27 anni, tempo fa mi aiutò una semplice risposta a riflettere, stavolta penso che la questione sia più seria...nel 2021 ho finito la triennale all'università, mi gettai a copofitto sulla specialistica con più tempo per me, con più "spensieratezza" nel cuore, in ripresa da un'infiammazione sportiva partì con molto entusiasmo, quasi con una nuova luce...
in questo lasso di tempo la salute di mio padre peggiorò (lui aveva già avuto problemi di tipo circolatorio e neurologico), perse la parola quasi del tutto e l'uso delle gambe...
inprovvisamente il clima in casa cambiò, mia madre era spaesata ed ammetto che in questo caso ho giocato un ruolo importante, trovammo insieme tutti i modi migliori per gestire mio padre, già presuntuoso di suo, io ero l'unico che ascoltava, ad oggi la sua condizione non è cambiata molto, piccoli miglioramenti muscolari per via dell'esercizio fisico che a volte riesco a fargli fare (adesso sta seduto solo ed a volte riesce a stare sulle gambe con il mio ausilio);
Personalmente penso che su di me quasta situazione abbia influito, mi sono fatto molte domande sulla vita, ho ripensato al passato e a quegli attimi con mio padre quando ero bambino, ad oggi penso che io e lui siamo molto simili, ex. infermiere, di tutti quelli della mia famiglia sembra l'unico che ha fatto i conti con la relatà, l'unico che non giudicava, l'unico che si è messo in gioco in ambito sportivo, amoroso; crescendo è diventato un'ispirazione per me e questo mi fa sorridere ma precedentemente mi ha messo anche un grosso senso di smarrimento, mischiata ad una paura per le incertezze del futuro che ormai va avanti da anni mi ha portato a vivere attimi di profonda angoscia, di catastrofe interiore; che puntualmente ho "ignorato" andando avanti e ripetendomi che tutti a modo nostro siamo insicuri perciò questo stato nella mia testa era la normalità...ci convivevo, non so quanto sbagliavo ma ci convivevo senza neanche autodistruggermi anche se in parte desideravo farlo.
Passano i mesi, comincio nel 2023 a conoscere una nuova donna, non della mia città, è stato strano, era un periodo in cui più volevo stare solo e più la gente mi stava intorno...inizio questa specie di relazione, uscivo quasi tutti i giorni con lei, ci andavo a letto ed all'inizio non provavo nulla, un gesto come un altro, anche se lei era così ossessionata da me...con il tempo mi stavo inziando a tranquillizzare, personalmente ero più a mio agio...ma fu la quiete prima della tempesta, scoprì che essa era già quasi sposata e che io ero l'amante, fermai la cosa anche se ad oggi lei prova a contattarmi non ricevendo nessuna mia risposta (abita fuori dall'Italia per adesso), la mia vita peggiorò (non quello che mi circondava, ma ciò che era dentro me), cambiai continuamente lavori, mai soddisfatto mentre gli altri lo erano di me, continuai il mio percorso da atleta semi-professionista, migliorai molto a livello nazionale e ad oggi penso che lo sport mi tenne in vita ad allora, ormai avevo solo la paura addosso, l'angoscia, avevo paura di non provare più emozioni, sapori, benessere, odori, tutto era diventato una situazione come un'altra, se la mia condizione era "tiepida" provavo solo sofferenza ed apatia, dovevo andare da un estremo all'altro, i 5 sensi dovevano essere molto stimolati per avere la mia attenzione, ed era difficile, solo lo sport, mi ricordava che ero capace ancora di sentire il mio corpo...
in alcuni momenti ho pensato anche a situazioni facili (alcol, ma non ne ho mai fatto uso, perchè sapevo che non era la scelta migliore), in alcuni momenti sono stato così tanto al lungo a sopportare la sofferenza che ricordo che feci una ricerca su internet per sapere in che modo potevo togliermi la vita più facilmente, non lo feci soltanto per non provocare sofferenza a chi ancora mi vuole nella sua vita e sopratutto perchè al di la della sofferenza c'è sempre quella parte di me che resta lucida e che sperava che fosse solo un periodo...
Ad oggi sono qua, con la paura di avere una relazione amorosa, riflettendo non voglio avere neanche una famiglia un domani, però ammetto che una figura femminile accanto mi piacerebbe;
Fisicamente ho avuto qualche disturbo nervoso, ad esempio? ho le palpebre che mi vibrano da Novembre, dalla fine di quella storia, ultimamente la cosa sembra andare a scemare ma nelle situazione di inquietudine riprendono...
raramente ho malessere emotivo, ieri sera però mi sentivo da due giorni come se avessi avuto una crisi di pianto, come se fossi sconvolto, anche se non era successo assolutamente nulla, volevo stare da solo a casa, mi sono imposto di uscire lo stesso, sentivo che sarebbe stato peggio stare da solo; a volte sento che mi sono portato dietro un pò le conseguenze della vita frenetica, adesso quando ho un attimo di calma, ad esempio dove faccio la spesa oppure con un pomerigio libero sento inquietudine...un domani quando ho meno spese vorrei parlare di tutto questo ad uno specialista.
In questo momento sono orientato verso l'insegnamento scolastico e rifelettendoci su questa è una cosa che mi toglie parte della paura per il futuro, perchè mi dà un'idea, ho già diversi ragazzi e persone più grandi che seguo per quanto riguarda il fitness...
ieri un ragazzo che alleno mi ha parlato di una situazione di ansia che stava affrontando con la sua terapista, non ne aveva ancora trovato la causa, però nè è venuto a capo parlando con me, mi ha sorpreso perchè non mi spiego come possa essere uscita una risposta per lui da me che in questo momento mi sento così smarrito.
Vi ho esposto alcuni aspetti passati e presenti della mia vita, non so ancora che risposta aspettarmi; Non so che pensare di ciò che emotivamente ho passato e se preoccuparmene e sopratutto non so quale sia il più giusto stato emotivo nei confronti dell'incertezza per il futuro (avrò le risposte che cerco? devo stare tranquillo? posso stare tranquillo, ma facendo questo non rischio di omettere qualcosa?),
Grazie a chi si prenderà qualche minuto per leggere, è stato difficile scrivere.
Come comportarsi se…
Ciao,
È da un po’ di tempo che desideravo provare il domanda-risposta su questo portarle, mi presento:
Sono R., ho 32 anni e vivo in provincia di Milano.
Ho deciso da circa un mese di affidarmi a una psicologa per affrontare meglio questo periodo in cui mi sento abbastanza giù di morale.
Precisò che per intraprendere un percorso lavorativo migliorativo, ho lasciato un posto a tempo indeterminato per poi essermi ritrovata ad aver girato più di 3 altri posti di lavoro, senza che nessuno di loro mi abbia offerto un contratto decente o mi abbia confermato dopo il periodo di prova.
Ho avuto periodi di difficoltà economiche e inutile dire che sono stata molto giù di morale.
Per trovare lavoro devo inizialmente fare la falsa, ma dopo un po’ non tengo più la parte e specialmente quando provo a farmi valere dicendo semplicemente la verità ed essendo onesta con chiunque, ecco che scatta in loro l’indispettirsi e vengo lasciata a casa.
Sono stufa e incazzata.
Come se non bastasse mi sento non trattata con rispetto dal mio ragazzo. Tante e tante cose…
Che temo di scrivere qui.
Come posso uscirne?
Grazie.
La psicoterapia può aiutare chiunque?
Ciao. Sono un ragazzo di 19 anni. Sto vivendo un periodo deprimente, l'ennesimo di un passato già turbolento. Per farla breve, genitori disfunzionali, zero amici e poche conoscenze superficiali, perenne mancanza di direzione, vuoto totale, e in ultimo... Mio fratello ha deciso di andarsene da questo mondo pochi mesi fa. Sono andato da vari psicologi nel corso della mia vita, ma il loro aiuto o consigli sembravano non adattarsi mai a me e alla situazione. Ultimamente poi la mia sfiducia per gli altri è aumentata, e allontano chiunque perché non voglio essere giudicato e sentirmi ferito. Mi sento sempre stanco, soffro di depressione ormai.
Quindi da settimane ho smesso di andare dallo psicologo che conoscevo da 1 anno perché alla fine mi ritrovo sempre nella stessa situazione deprimente. Per cui mi chiedo, la psicoterapia può davvero aiutare tutti, oppure per alcuni non c'è soluzione?
Terapia farmacologica a distanza?
Buonasera a tutti , innanzitutto vi ringrazio per la vostra disponibilità a tutte le necessità !
Volevo fare una domanda siccome la mia e una situazione delicata mentale ho notato di soffrire di disturbo esplosivo intermittente , e vorrei sapere nel momento fossi consigliata di iniziare con una terapia farmacologica potrebbe uno psicologo oppure psichiatra prescrivermi una terapia anche se a distanza di paesi ?
Doc Omosex?
ciao a tutti, sono un ragazzo di 18 anni e da circa 5 anni credo di soffrire di DOC omosex. non so bene da dove sia partito il tutto, ma so solo che prima della prima masturbazione omo, avvenuta nell'estate della terza media, sono stato con ragazze e mi piaceva anche. fin da subito ho riscontrato questa paura, ho cominciato ad essere depresso, a chiudermi in casa, a piangere, a delirare e non riuscivo manco a dormire, tant’è che fin da subito sono andato da una neuropsichiatra che, però, non mi aiutò per niente, anzi, mi diceva cose del tipo che dovrei accettare la mia vera natura e ste cose mi mettevano ancora più ansia. successivamente sono passato ad un tirocinante di questa neuropsichiatra che, pure lui, non mi aiutò. infine, adesso, sono da questo altro psicologo che mi ha affermato di non aver mai trattato un paziente con doc e quindi non penso mi aiuterà tanto. sono sempre stato un ragazzo insicuro di me stesso, non mi sono mai piaciuto e ogni anno è stato caratterizzato dalle “presenza ossessiva” di un mio amico: il primo anno è stato un ragazzo, il secondo anno un altro e così via… ora la mia testa è “fissata” con il mio migliore amico per il quale a volte provo gonfiori, erezioni e sto malissimo nell’averle o anche solo percepirle. ho messo “fissata” tra virgolette perché da quando sono fidanzato, questa fissazione si è placata un po’. alcune cose che faccio sono:
- guardo magari il lato b maschile e sto malissimo, comincio a non respirare bene, ma continuo a guardarlo;
- cerco rassicurazioni h24;
- mi masturbo sugli uomini (questo punto lo tratterò dopo)
- controllo la mia eccitazione;
- rimugino
e molto altro…
la masturbazione omosessuale io non la attuo sempre, ma solo alcune volte, tipo oggi. è successo che ero su youtube, ho visto un reel di un atleta, sono andato a cercarlo, ho sentito un gonfiore e successivamente, andando a vedere dei pornostar gay e sentendo ulteriori gonfiori, sono arrivato alla masturbazione e sembrava che ci fossero alcune cose che volessi fare e la cosa mi disturba. io non so più cosa voglio dalla mia vita, non so più cosa e chi voglio essere e soprattutto, non so se questo è doc oppure no.
grazie a tutti
Non riesco più a trovare un senso a niente
Salve, è da circa un mese che penso costantemente alla morte, non so bene perché, credo sia un pensiero invasivo che si è annidato nella mia testa e piano piano gli ho dato sempre più forza finché ora mi tortura ogni giorno. Parto col dire che ora la cosa è migliorata, le prime due settimane era sempre presente, non riuscivo a mangiare, avevo attacchi di panico e non riuscivo a dormire sensa essere angosciato. Dopo due settimane sono partito con mia sorella per un viaggio sperando mi potesse aiutare, e all'inizio stavo meglio, poi una volta tornato a casa è ripresa questa "angoscia" anche se lieve rispetto all'inizio. Ora non riesco a fare nulla, dovrei dare gli esami per l'università ma mi dico: "ha senso? tanto morirai" e così via per ogni cosa e questo mi ha portato a perdere la bellezza per tutto, ora guardo una partita di calcio senza interesse, mangio un buon piatto e non sento niente, mi sento apatico, ed oltre a questo ho un problema con il concetto di tempo, mi sembra così breve, perché a un certo punto dovrò dire addio alle persone a cui voglio bene? perché le persone muoiono? perché non posso essere immortale? non voglio morire, ho paura. So che sono pensieri irrazionali, ma credo siano dovuti anche al fatto che io come persona cerco sempre di darmi una risposta e se non riesco a trovarla vado fuori di testa. Spero di essermi espresso il più chiaramente possibile, grazie a chi mi risponderà
1 risposte - Leggi