Domande su Ansia e depressione Domande e Risposte su ansia e depressione
Mangiarsi continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Onicofagia e altri "vizi" (mordicchiare vestiti) in bambino di 9 anni
Gent.mi Dottori, sono la mamma di un bambino di quasi nove anni che, all’età di 3, in concomitanza con la nascita del fratellino, ha iniziato a mangiarsi le unghie. Ha continuato a mangiarsele per tutti questi anni, da parte nostra abbiamo cercato di essere comprensivi al massimo, cercando di limitare i rimproveri e semmai di distrarlo (io stessa sono una ex mangiatrice di unghie e so quanto questo impulso sia irresistibile!). Tuttavia, da un anno a questa parte, il bambino ha iniziato anche a mordicchiare praticamente qualsiasi cosa, vestiti in primis (bordi delle magliette, cordini di felpe e tute ecc.). Lo fa soprattutto quando si annoia o è in tensione per qualcosa (una partita in tv) ma anche quando si rilassa. Da anni sono inoltre presenti, alternativamente, dei blandi tic di tipo semplice (quello di questo periodo è: spalancare la bocca per poi richiuderla, ma non lo fa continuamente, direi più o meno 10 volte al giorno). Per il resto, il bambino non desta particolari preoccupazioni: è ben inserito nel gruppo classe, ha altri amichetti che frequenta anche fuori dalla scuola, pratica con gioia gli sport che lui stesso ha scelto (sci e calcio) e a scuola non ha nessun problema (ma senza essere il primo della classe!). Caratterialmente è piuttosto tranquillo, mai aggressivo né con noi né con i suoi compagni, ma sa comunque far valere la sua opinione! La situazione in casa è serena, di certo io e mio marito non siamo campioni di calma ma facciamo del nostro meglio per assicurare ai nostri bambini una genitorialità calda e attenta. Il bambino più piccolo, che sta per compiere 6 anni, per contro è un peperino, gelosissimo nei confronti del fratello maggiore, sul quale cerca di imporsi e al quale rompe ahimè costantemente le scatole. Non si è mai mangiato le unghie né ha altri vizi o tic.
Da qui la mia domanda: è necessario aiutare il nostro primogenito e, se sì, come procedere? Oppure è meglio lasciar perdere contando su una regressione spontanea durante la crescita? Nel ringraziarvi infinitamente invio i migliori saluti,
Rita
Voglio morire e porre fine alla mia sofferenza
Sono una ragazza di 19 anni. Ho il desiderio di morire per porre fine alla mia sofferenza. Mi vergogno a dirlo, perchè non ho particolari problemi, c'è gente che sta mille volte peggio di me. Tuttavia sono estreamamente infelice, inappagata e frustata perchè nella mia vita faccio tutto solo perchè devo e non perche mi piace. Non mi piace l'università che frequento, non mi piace il mio ragazzo, non mi piace la mia famiglia, non ho amici, sono sola. Non ho il coraggio di lasciarlo, anzi ci ho provato, sono stata male e sono ritornata con lui, non ho il coraggio di cambiare uni in quanto ho studiato tutta l'estate per entrare e ho fatto e sto continuando a fare enormi sacrifici. Ogni sera, ogni giorno quando sono da sola un momento mi metto a piangere. Sono giunta alla conclusione che sarò per sempre infelice, tuttavia non riesco più ad andare avanti. Non ho nessuno con cui parlare, tutti pensano che io sia felice, nemmeno mia madre si accorge di come io stia. Vi chiedo aiuto, cosa devo fare?
3 risposte - LeggiPaura di viaggiare in auto se guidano gli altri
buongiorno,
molti di voi rideranno della mia paura..
Soffro di attacchi di panico in auto ma non se guido io, solo se guidano gli altri. Non trovo aiuto da nessuna parte, diciamo che chi ne soffre appunto è perchè guida direttamente e non perchè è in auto con altri.
Questa paura deriva dal fatto che da ragazzo circa 15 anni fa, andando con i miei amici in auto loro andavano forte ed il avevo paura. Il problema è che adesso andando con chiunque anche a 50 allora ho paura.(ripeto se guido io posso andare anche veloce non ho nessuna paura)
Come posso risolvere questo trauma?
grazie della risposta.
saluti
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
Dopo anni vorrei cambiare percorso di studi… mi sento un fallimento
Buonasera a tutti. Sono una ragazza iscritta alla triennale di scienze e tecniche psicologiche. Facoltà che ho scelto un po’ a “sentimento”, essendo che ai tempi del liceo non avevo affatto le idee chiare e non ho avuto il tempo di pensare più accuratamente alla mia scelta. Sono al primo anno fuori corso e sono disperata. Mi mancano ancora un bel po’ di esami perché mi sento bloccata totalmente. È da un po’ di tempo che il corso di studi non mi appassiona più, ho capito che questa strada non faccia per me. Ormai due anni fa ho “sganciato la bomba” ai miei genitori del fatto che avrei voluto rinunciare agli studi, per non sprecare altro tempo e soldi, ma non l’hanno presa affatto bene. Finché dopo molteplici crisi famigliari, che mi hanno fatto sentire un vero schifo, al tempo ho deciso di stringere i denti e fare del mio meglio per continuare… Senza successo. Oramai mi sono messa in testa che non vorrò intraprendere questo percorso nella vita, quindi faccio troppa fatica. Tiravo avanti per inerzia, anche per il fatto che mi trovavo in uno stato di confusione totale e non avevo proprio idea di cos altro fare. Ad oggi invece, fortunatamente, ho trovato un percorso che mi piacerebbe davvero intraprendere. Ne sono convinta ormai da un anno. Mi piacerebbe iscrivermi ad un corso biennale privato per tecnici veterinari (ABIVET) di cui mi sono informata molto. (Tecnico veterinario sarebbe l’infermiere veterinario). Sento che quella potrebbe essere la mia vera strada. Dopo il liceo per passione mi sarebbe piaciuto iscrivermi a medicina veterinaria, ma sapevo che probabilmente sarebbe stato un percorso troppo duro per me. Per questo l’ho accantonato. Questo corso che ho trovato invece, mi sembra il compromesso perfetto per lavorare in quel mondo ed è il più rinomato in Europa. Ma ora, che faccio? Di questa formazione ho già parlato con i miei genitori, e loro non disdegnano l’idea. Ma danno per scontato che intraprenderei il nuovo percorso solo dopo aver preso la laurea. Il fatto è però, che io non riesco più a continuare e vorrei lasciare subito per iscrivermi a questo corso. Mi sento tremendamente in colpa con i miei genitori e tutta la famiglia, mi sento indietro, mi sento un fallimento a lasciare tutto. Sento che tutti ne soffrirebbero e mi giudicherebbero male. Chiaramente mi sento in colpa anche per i soldi che i miei genitori hanno speso finora per me. Non ho ancora affrontato i miei facendogli nuovamente un discorso serio sul fatto che sono davvero intenzionata a lasciare, allo stesso tempo però, non voglio più sprecare tempo inutilmente e vorrei prendere in mano la mia vita… Non so proprio come fare. L’idea di deludere tutte le persone vicine mi fa stare davvero male. Mi sento in trappola.
1 risposte - LeggiVale la pena sopportare tutta questa sofferenza?
Salve...ho perso la mia terapeuta per un brutto male e da quel maledetto giorno non riesco più a riprendere in mano la mia vita. Provo un enorme vuoto e un profondo dolore che faccio fatica a contenere...mi manca ogni giorno di più!
Quando bussai la prima volta al suo studio ero più morta che viva...mi seguiva da quasi 5 anni e, grazie al suo impegno, sostegno e supporto, avevo fatto grandi miglioramenti fino ad arrivare a laurearmi ( per me da sempre meta irraggiungibile).
Ora mi sembra tutto senza senso...mi sono rivolta ad un'altra terapeuta (conoscente della mia dottoressa) per farmi aiutare ad elaborare la perdita ma con scarsi risultati...non percepisco un reale interesse verso di me e di conseguenza sento una grande solitudine interiore che mi spinge, il più delle volte, a desiderare di raggiungere la mia cara dottoressa a cui mi sentivo tanto legata!
Come posso uscire da questo vortice di sofferenza acuta?
Ho ripreso ad avere attacchi di ansia e vivo momenti di grande fragilità durante la giornata. La notte non dormo e di giorno provo a fare mille cose per non ricordarmi che lei non c'è più, ma il pensiero corre sempre dove il cuore fa tanto male...e la ritrovo lì in quella grande ferita che il tempo credo non potrà mai cancellare!
Mi manca il suono della sua voce, mi manca parlare con lei, mi manca il "nostro" spazio, mi manca la stanza di terapia con lei!
Perchè la vita fa così? prima ti dà le cose belle e poi te le te toglie...
Richiesta di aiuto? Non ho più speranze
Salve, sono una ragazza di 28 anni e credo di non aver mai raggiunto questo livello di infelicità.
Ho problemi. Tanti problemi che stanno rendendo difficile la mia sopravvivenza qui.
Dò un contesto della mia vita.
anni fa, finita la scuola superiore, mi trasferii da una regione a quella in cui vivo attualmente per lavorare nell'azienda di famiglia. La situazione economica della mia famiglia, da quando sono nata, ha avuto alti e bassi. Come a tutti, credo. Quando ero piccola avevamo grandi possibilità economiche ma invece, all'età dai 13/14 anni la situazione ha iniziato a cambiare e ho passato grandi disagi a casa, anche a vivere per uno o due inverni senza avere il riscaldamento in casa perchè i miei genitori, avendo avuto problemi sul lavoro, non hanno più potuto pagare delle bollette. Sono stati anni di grande sofferenza. La prima, quella di vedere l'umiliazione e la tristezza dei miei genitori. Non è giusto che chi ha lavorato incessantemente una vita per aumentarne la qualità ad un tratto veda tutto andare perso per colpa degli altri. Comunque... In quei casi ho cercato sempre di non abbattermi, anche se dei momenti di sconforto li ho avuto, ovviamente. Ai miei amici non ho mai raccontato nulla per la vergogna e non li ho mai invitati a casa. Ho avuto anche un fidanzato che, una volta lasciati, mi rinfacciò che "mi lavavo il culo con l'acqua fredda". ma si capisce la bassezza di quella persona.
Oggi, vivo da sola al paese affianco dove si trova la mia azienda e dove vivono i miei genitori. Dirigendo l'azienda insieme ai miei genitori è più il tempo che sto con loro che con me stessa. Appena trasferita qui, ho fatto, diciamo, un anno sabbatico, dopodichè sono entrata più nel vivo nell'azienda di famiglia. Ecco. io economicamente non sono mai stata bene e indipendente al 100%. Ho sempre voluto impegnarmi per far crescere l'azienda, cosa che, insieme al team della comunicazione, sta funzionando. Di gloria ce n'è tanta ma di soldi meno. Il punto è che io questa situazione non la sopporto più. Non ho più soldi. I perchè sono tanti ma per tutto quello che mi è successo credo di non avere più speranze. Non sono più felice. Mi sono isolata dagli amici. Quando organizzano una cena, un'uscita e qualsiasi cosa, mi invento sempre una scusa per non essere presente. Perchè? Non ho i soldi. Non li invito più a cena a casa. Perchè? Non ho i soldi per comprarmi da mangiare. Qualsiasi cosa contempli i soldi, io non posso partecipare. Ho perso la voglia di lavorare e non mi sto più impegnando in niente, o meglio, giorni in cui sto 10 ore di fila a concentrarmi su un progetto che ho in mente e il giorno seguente mi passa completamente la voglia. Mi piace stare da sola.
Prima con i miei genitori mi confidavo sempre, specialmente con mia madre, invece adesso, non le parlo più di niente e lei se ne è accorta e si preoccupa, il problema è che lo fa arrabbiandosi ma so che fa così perchè mi vuole tanto bene.
Da un anno frequento un ragazzo e non gli ho raccontato della mia situazione totale perchè mi vergogno. Non sa che ho parecchie bollette arretrate, non sa che è da mesi che non riesco a pagare l'affitto. Non sa che ho problemi giuridici per un finanziamento che feci a 19 anni solo per salvare una parte di lavoro di mia madre. Pur di risolvere la situazione e vederla più tranquilla, non ci pensai due volte a fare il primo finanziamento alle poste per lei. Lui non sa che più volte mi hanno staccato la corrente o il gas. Lui sa che non sto tanto bene con i soldi ma niente di più.
Noi ci amiamo tanto ma anche questa situazione mi porta a pensare che lui non merita una come me. Io non posso dargli niente di più del mio amore. Sono solo una poveraccia che non riesce a mettere apposto la sua vita. Sono "giovane" ma ho già la vita talmente rovinata che non ho più possibilità per sistemare le cose. Anche ai miei genitori non dico tutto perchè non voglio farli preoccupare troppo. Fingo che vada tutto bene, cerco di essere sempre con il sorriso, (qualità che mi elogiano gli altri), ma non è così. Non ne posso davvero più. Piango spesso a casa.
Da 2 settimane ho iniziato a scrivere un libro. Un romanzo che finisce con il suicidio della protagonista che in realtà per tutto il libro, viene nascosto con un'altra storia ma il finale, poi, è proprio il suicidio. La trama di questo libro l'ho pensata giorni e giorni prima e solo ora mi sto rendendo conto a quanto stia pensando frequentemente che l'unica soluzione per risolvere tutti i miei problemi sia proprio il suicidio. Credo sia la soluzione migliore. Il coraggio di farlo non ce l'ho ma non avevo mai pensato al fatto di poterlo fare seriamente. Ora si.
La mia autostima è sempre stata sotto i piedi, ma ora è proprio scomparsa del tutto. Mi sento una persona inutile, inetta nel lavoro e nei rapporti sociali. Credo di non valere niente. Mi vedo brutta. Non riesco più a guardarmi nemmeno allo specchio. Mi fa proprio schifo la mia immagine, mi ha stufato. La parte più bella della mia giornata è quando torno a casa mia da sola, dai miei animali e mi metto a letto al computer o davanti alla tv. Piango, fisso il soffitto, mi distraggo con poco, la sera la maggior parte delle volte non ceno perchè non ho niente o non mi va di cucinare. Non è più speciale niente. Solo il mio ragazzo lo è. Ma so che quando un giorno scoprirà tutto mi giudicherà male. Dallo psicologo sono andata 3 volte, dopodichè 40 euro a seduta non ho più potuto spenderli. Non li avevo, come non li ho ora. Non mi confido con nessuno. Solo ogni tanto con il mio ragazzo perchè ho dei clienti, e un grossissimo cliente che devono pagare delle forniture richieste ma a distanza di mesi ancora non pagano. Per quanto mi servano quei soldi, e sono tanti soldi, non riesco nemmeno a sollecitarli perchè penso che se non lo fanno è perchè hanno problemi. Chi meglio di me può capire? Quindi non voglio mettere le ansie agli altri perchè già io vivo di tante ansie e non è bello.
Non so se questa è una richiesta di aiuto. Ma avevo solo bisogno di dire certe cose che non ho mai detto a nessuno. A 28 anni ho finito realmente la voglia di vivere.
Guardare film horror è pericoloso?
Vorrei capire se possono danneggiare la mente e far venire il ptsd. Ho letto diversi articoli di come guardare spesso immagini violente possa far male alla mente e che alcuni film horror possono aumentare la probabilità di avere ansia e attacchi di panico soprattutto se le immagini rimangono impresse. Può accadere che le immagini rimangano impresse e avere ptsd? Ho letto di persone che svengono al cinema dalla paura e che si sentono male, perciò credo che i film horror così come fare paracadutismo è sempre un rischio e fatto per chi ci si allena e lo ama, sia la stessa cosa per la mente. Forse i film horror sono fatti per chi sa resistere e possono essere rischiosi per le persone più empatiche, tra l’altro ne ho visti tanti ma ora non riesco più a guardare.
Sapreste spiegare?
Disorientamento e blocco universitario
Buongiorno Dottori, sono una ragazza di 21 anni e sono in crisi per quanto riguarda l'università. Ho frequentato il liceo classico, sempre con entusiasmo e con ottimi risultati, e per 4 anni sono stata convinta che, una volta uscita, avrei frequentato corsi di laurea come Lettere, Beni culturali o affini, vista la mia passione per il mondo antico e per le materie umanistiche. Tuttavia, durante l'estate del quarto anno, ha iniziato a balenarmi in testa l'idea di Medicina, che non avevo mai preso in considerazione fino a quel momento, probabilmente a causa di esperienze vissute sulla mia pelle, quindi ho provato il test e mi sono immatricolata in una città diversa dalla mia.
Tuttavia, ogni volta che si avvicinano le sessioni d’esame, puntualmente, precipito in un vortice di dubbi e confusione: mi piacerebbe fare il medico, mi ci vedo anche, ma sento che le materie scientifiche non fanno per me, non mi catturano quanto quelle letterarie. Studio per gli esami, ma o non vanno come vorrei a livello di risultati, o ancora peggio, non riesco a presentarmi, e invece immagino che, se qualcosa mi appassionasse veramente, lo studierei volentieri e otterrei buoni risultati. Mi mancano costanza e motivazione, e non so dove trovarle. Tutte le volte che entro in crisi o che mi bocciano ad un esame, mi metto in discussione e torno a pensare al chiodo fisso di Lettere: se anche cambiassi corso e mi trasferissi a Lettere, davvero mi piacerebbe? Vale davvero la pena lasciare tutto (ambiente, amici, ecc) per qualcosa che non conosco? Io vorrei fare il medico, non l'insegnante, eppure quelle materie non le capisco e faccio molta fatica a studiarle. Credo che la mia scelta sia tra studiare qualcosa che ad ora mi piace, ma fare per tutta la vita un lavoro che non mi rispecchia, oppure stringere i denti adesso, per i prossimi anni, per poi andare a fare un lavoro che sento mio. Se lasciassi Medicina mi dispiacerebbe, perché mi sentirei come se mi fossi preclusa qualcosa già dall'inizio (infatti, dicono tutti che i primi anni siano tosti, e che poi la situazione migliori, quando si iniziano a studiare le materie cliniche e chirurgiche), però, al tempo stesso, non so come continuare a dare esami, se ogni volta dev’essere una tortura. Al liceo ho studiato tanto, ma non ho mai fatto grande fatica, quindi ritrovarmi adesso in questa situazione mi fa sentire un fallimento, sia nei confronti dei miei genitori, sia con i miei amici, che progrediscono con gli esami e sembrano presi da ciò che studiano. Non capisco se io sia disinteressata nei confronti di queste materie o sia semplicemente pigra e procrastinatrice, perché se mi applicassi veramente, magari sarei anche brava.
Sento di dover prendere una decisione una volta per tutte ma non mi sento in grado, è veramente demoralizzante. Se anche cambiassi corso, inizierei a 22 anni suonati, che è l’età a cui le persone si laureano di solito, quindi c’è il rischio che mi senta fuori luogo anche in quel caso. In sintesi, a 21 anni sento ancora di non aver trovato il mio posto, non ho idea di dove mi vedo tra 10 anni, non riesco a capire cosa mi piaccia davvero, vedo tutto buio. Sono come in attesa di un’illuminazione che so che non arriverà, perché nessun altro può decidere al mio posto.
Grazie mille per aver letto e per il tempo che mi avete dedicato. Accetto molto volentieri consigli e punti di vista.
I film horror possono causare ptsd?
Sono da sempre stato appassionato a questo genere di film ma non so perché ora sono diventato più sensibile e la vista di queste immagine mi fa venire ansia.
Ho visto diversi film horror da adolescente e immagini reali di autopsie, uccisioni che stavano su internet.
Pare che io sia cambiato e non digerisca più questa roba e non so perché e ho più empatia verso la vittima.
Prima ero anche più arrabbiato con il mondo e questi film mi sfogavano.
Vorrei però sapere se questi film possono causare il ptsd ho letto vari articoli di psicologia che dicono possa essere possibile avere sintomi simili anche se il ptsd si sviluppa per esperienze vere potrebbero esserci episodi simili.
Ultimamente sto risoffrendo di attacchi di panico e avevo visto due settimane fa il trailer di un film horror che deve uscire dove dicevano di stare attenti ai triggers, non sapevo cosa fossero e ho scoperto siano le scene che possono far rivivere un ptsd oppure dare molto fastidio.
Questa cosa mi ha suggestionatato e ora quando guardo un trailer horror oppure un'immagine horror ho paura che mi rimanga impressa perciò tolgo subito e mi fa venire attacchi di panico.
Ripeto in passato ho visto smembramenti, gore però ora ho paura mi rimangano queste immagini impresse e che mi vengano in mente in momenti dove non devono, ho paura di sviluppare un ptsd la scorsa settimana avevo paura di questo film che deve uscire e mi venivano in mente alcune scene del trailer e delle foto e avevo paura di trovare la locandina in città riavendo attacchi di panico.
Poi è uscito un altro film che dicono ancora più forte dove le persone sono svenute e ora si è sostituito a l'altro.
Una parte di me è ancora curiosa e vorrebbe vedere questi film per superare queste paure ma essendo che ho un periodo di depressione e attacchi di panico non penso che sia una cosa giusta ho paura di rimanere traumatizzato e avere ptsd.
La cosa brutta è che sono anche uno studente di Cinema e ora non so che fare per il mio futuro dato che prima ero preso dai film horror.
aspetto risposta grazie
Dopo anni vorrei cambiare percorso di studi… mi sento un fallimento
Buonasera a tutti. Sono una ragazza iscritta alla triennale di scienze e tecniche psicologiche. Facoltà che ho scelto un po’ a “sentimento”, essendo che ai tempi del liceo non avevo affatto le idee chiare e non ho avuto il tempo di pensare più accuratamente alla mia scelta. Sono al primo anno fuori corso e sono disperata. Mi mancano ancora un bel po’ di esami perché mi sento bloccata totalmente. È da un po’ di tempo che il corso di studi non mi appassiona più, ho capito che questa strada non faccia per me. Ormai due anni fa ho “sganciato la bomba” ai miei genitori del fatto che avrei voluto rinunciare agli studi, per non sprecare altro tempo e soldi, ma non l’hanno presa affatto bene. Finché dopo molteplici crisi famigliari, che mi hanno fatto sentire un vero schifo, al tempo ho deciso di stringere i denti e fare del mio meglio per continuare… Senza successo. Oramai mi sono messa in testa che non vorrò intraprendere questo percorso nella vita, quindi faccio troppa fatica. Tiravo avanti per inerzia, anche per il fatto che mi trovavo in uno stato di confusione totale e non avevo proprio idea di cos altro fare. Ad oggi invece, fortunatamente, ho trovato un percorso che mi piacerebbe davvero intraprendere. Ne sono convinta ormai da un anno. Mi piacerebbe iscrivermi ad un corso biennale privato per tecnici veterinari (ABIVET) di cui mi sono informata molto. (Tecnico veterinario sarebbe l’infermiere veterinario). Sento che quella potrebbe essere la mia vera strada. Dopo il liceo per passione mi sarebbe piaciuto iscrivermi a medicina veterinaria, ma sapevo che probabilmente sarebbe stato un percorso troppo duro per me. Per questo l’ho accantonato. Questo corso che ho trovato invece, mi sembra il compromesso perfetto per lavorare in quel mondo ed è il più rinomato in Europa. Ma ora, che faccio? Di questa formazione ho già parlato con i miei genitori, e loro non disdegnano l’idea. Ma danno per scontato che intraprenderei il nuovo percorso solo dopo aver preso la laurea. Il fatto è però, che io non riesco più a continuare e vorrei lasciare subito per iscrivermi a questo corso. Mi sento tremendamente in colpa con i miei genitori e tutta la famiglia, mi sento indietro, mi sento un fallimento a lasciare tutto. Sento che tutti ne soffrirebbero e mi giudicherebbero male. Chiaramente mi sento in colpa anche per i soldi che i miei genitori hanno speso finora per me. Non ho ancora affrontato i miei facendogli nuovamente un discorso serio sul fatto che sono davvero intenzionata a lasciare, allo stesso tempo però, non voglio più sprecare tempo inutilmente e vorrei prendere in mano la mia vita… Non so proprio come fare. L’idea di deludere tutte le persone vicine mi fa stare davvero male. Mi sento in trappola.
1 risposte - LeggiVale la pena sopportare tutta questa sofferenza?
Salve...ho perso la mia terapeuta per un brutto male e da quel maledetto giorno non riesco più a riprendere in mano la mia vita. Provo un enorme vuoto e un profondo dolore che faccio fatica a contenere...mi manca ogni giorno di più!
Quando bussai la prima volta al suo studio ero più morta che viva...mi seguiva da quasi 5 anni e, grazie al suo impegno, sostegno e supporto, avevo fatto grandi miglioramenti fino ad arrivare a laurearmi ( per me da sempre meta irraggiungibile).
Ora mi sembra tutto senza senso...mi sono rivolta ad un'altra terapeuta (conoscente della mia dottoressa) per farmi aiutare ad elaborare la perdita ma con scarsi risultati...non percepisco un reale interesse verso di me e di conseguenza sento una grande solitudine interiore che mi spinge, il più delle volte, a desiderare di raggiungere la mia cara dottoressa a cui mi sentivo tanto legata!
Come posso uscire da questo vortice di sofferenza acuta?
Ho ripreso ad avere attacchi di ansia e vivo momenti di grande fragilità durante la giornata. La notte non dormo e di giorno provo a fare mille cose per non ricordarmi che lei non c'è più, ma il pensiero corre sempre dove il cuore fa tanto male...e la ritrovo lì in quella grande ferita che il tempo credo non potrà mai cancellare!
Mi manca il suono della sua voce, mi manca parlare con lei, mi manca il "nostro" spazio, mi manca la stanza di terapia con lei!
Perchè la vita fa così? prima ti dà le cose belle e poi te le te toglie...
Richiesta di aiuto? Non ho più speranze
Salve, sono una ragazza di 28 anni e credo di non aver mai raggiunto questo livello di infelicità.
Ho problemi. Tanti problemi che stanno rendendo difficile la mia sopravvivenza qui.
Dò un contesto della mia vita.
anni fa, finita la scuola superiore, mi trasferii da una regione a quella in cui vivo attualmente per lavorare nell'azienda di famiglia. La situazione economica della mia famiglia, da quando sono nata, ha avuto alti e bassi. Come a tutti, credo. Quando ero piccola avevamo grandi possibilità economiche ma invece, all'età dai 13/14 anni la situazione ha iniziato a cambiare e ho passato grandi disagi a casa, anche a vivere per uno o due inverni senza avere il riscaldamento in casa perchè i miei genitori, avendo avuto problemi sul lavoro, non hanno più potuto pagare delle bollette. Sono stati anni di grande sofferenza. La prima, quella di vedere l'umiliazione e la tristezza dei miei genitori. Non è giusto che chi ha lavorato incessantemente una vita per aumentarne la qualità ad un tratto veda tutto andare perso per colpa degli altri. Comunque... In quei casi ho cercato sempre di non abbattermi, anche se dei momenti di sconforto li ho avuto, ovviamente. Ai miei amici non ho mai raccontato nulla per la vergogna e non li ho mai invitati a casa. Ho avuto anche un fidanzato che, una volta lasciati, mi rinfacciò che "mi lavavo il culo con l'acqua fredda". ma si capisce la bassezza di quella persona.
Oggi, vivo da sola al paese affianco dove si trova la mia azienda e dove vivono i miei genitori. Dirigendo l'azienda insieme ai miei genitori è più il tempo che sto con loro che con me stessa. Appena trasferita qui, ho fatto, diciamo, un anno sabbatico, dopodichè sono entrata più nel vivo nell'azienda di famiglia. Ecco. io economicamente non sono mai stata bene e indipendente al 100%. Ho sempre voluto impegnarmi per far crescere l'azienda, cosa che, insieme al team della comunicazione, sta funzionando. Di gloria ce n'è tanta ma di soldi meno. Il punto è che io questa situazione non la sopporto più. Non ho più soldi. I perchè sono tanti ma per tutto quello che mi è successo credo di non avere più speranze. Non sono più felice. Mi sono isolata dagli amici. Quando organizzano una cena, un'uscita e qualsiasi cosa, mi invento sempre una scusa per non essere presente. Perchè? Non ho i soldi. Non li invito più a cena a casa. Perchè? Non ho i soldi per comprarmi da mangiare. Qualsiasi cosa contempli i soldi, io non posso partecipare. Ho perso la voglia di lavorare e non mi sto più impegnando in niente, o meglio, giorni in cui sto 10 ore di fila a concentrarmi su un progetto che ho in mente e il giorno seguente mi passa completamente la voglia. Mi piace stare da sola.
Prima con i miei genitori mi confidavo sempre, specialmente con mia madre, invece adesso, non le parlo più di niente e lei se ne è accorta e si preoccupa, il problema è che lo fa arrabbiandosi ma so che fa così perchè mi vuole tanto bene.
Da un anno frequento un ragazzo e non gli ho raccontato della mia situazione totale perchè mi vergogno. Non sa che ho parecchie bollette arretrate, non sa che è da mesi che non riesco a pagare l'affitto. Non sa che ho problemi giuridici per un finanziamento che feci a 19 anni solo per salvare una parte di lavoro di mia madre. Pur di risolvere la situazione e vederla più tranquilla, non ci pensai due volte a fare il primo finanziamento alle poste per lei. Lui non sa che più volte mi hanno staccato la corrente o il gas. Lui sa che non sto tanto bene con i soldi ma niente di più.
Noi ci amiamo tanto ma anche questa situazione mi porta a pensare che lui non merita una come me. Io non posso dargli niente di più del mio amore. Sono solo una poveraccia che non riesce a mettere apposto la sua vita. Sono "giovane" ma ho già la vita talmente rovinata che non ho più possibilità per sistemare le cose. Anche ai miei genitori non dico tutto perchè non voglio farli preoccupare troppo. Fingo che vada tutto bene, cerco di essere sempre con il sorriso, (qualità che mi elogiano gli altri), ma non è così. Non ne posso davvero più. Piango spesso a casa.
Da 2 settimane ho iniziato a scrivere un libro. Un romanzo che finisce con il suicidio della protagonista che in realtà per tutto il libro, viene nascosto con un'altra storia ma il finale, poi, è proprio il suicidio. La trama di questo libro l'ho pensata giorni e giorni prima e solo ora mi sto rendendo conto a quanto stia pensando frequentemente che l'unica soluzione per risolvere tutti i miei problemi sia proprio il suicidio. Credo sia la soluzione migliore. Il coraggio di farlo non ce l'ho ma non avevo mai pensato al fatto di poterlo fare seriamente. Ora si.
La mia autostima è sempre stata sotto i piedi, ma ora è proprio scomparsa del tutto. Mi sento una persona inutile, inetta nel lavoro e nei rapporti sociali. Credo di non valere niente. Mi vedo brutta. Non riesco più a guardarmi nemmeno allo specchio. Mi fa proprio schifo la mia immagine, mi ha stufato. La parte più bella della mia giornata è quando torno a casa mia da sola, dai miei animali e mi metto a letto al computer o davanti alla tv. Piango, fisso il soffitto, mi distraggo con poco, la sera la maggior parte delle volte non ceno perchè non ho niente o non mi va di cucinare. Non è più speciale niente. Solo il mio ragazzo lo è. Ma so che quando un giorno scoprirà tutto mi giudicherà male. Dallo psicologo sono andata 3 volte, dopodichè 40 euro a seduta non ho più potuto spenderli. Non li avevo, come non li ho ora. Non mi confido con nessuno. Solo ogni tanto con il mio ragazzo perchè ho dei clienti, e un grossissimo cliente che devono pagare delle forniture richieste ma a distanza di mesi ancora non pagano. Per quanto mi servano quei soldi, e sono tanti soldi, non riesco nemmeno a sollecitarli perchè penso che se non lo fanno è perchè hanno problemi. Chi meglio di me può capire? Quindi non voglio mettere le ansie agli altri perchè già io vivo di tante ansie e non è bello.
Non so se questa è una richiesta di aiuto. Ma avevo solo bisogno di dire certe cose che non ho mai detto a nessuno. A 28 anni ho finito realmente la voglia di vivere.
Guardare film horror è pericoloso?
Vorrei capire se possono danneggiare la mente e far venire il ptsd. Ho letto diversi articoli di come guardare spesso immagini violente possa far male alla mente e che alcuni film horror possono aumentare la probabilità di avere ansia e attacchi di panico soprattutto se le immagini rimangono impresse. Può accadere che le immagini rimangano impresse e avere ptsd? Ho letto di persone che svengono al cinema dalla paura e che si sentono male, perciò credo che i film horror così come fare paracadutismo è sempre un rischio e fatto per chi ci si allena e lo ama, sia la stessa cosa per la mente. Forse i film horror sono fatti per chi sa resistere e possono essere rischiosi per le persone più empatiche, tra l’altro ne ho visti tanti ma ora non riesco più a guardare.
Sapreste spiegare?
Disorientamento e blocco universitario
Buongiorno Dottori, sono una ragazza di 21 anni e sono in crisi per quanto riguarda l'università. Ho frequentato il liceo classico, sempre con entusiasmo e con ottimi risultati, e per 4 anni sono stata convinta che, una volta uscita, avrei frequentato corsi di laurea come Lettere, Beni culturali o affini, vista la mia passione per il mondo antico e per le materie umanistiche. Tuttavia, durante l'estate del quarto anno, ha iniziato a balenarmi in testa l'idea di Medicina, che non avevo mai preso in considerazione fino a quel momento, probabilmente a causa di esperienze vissute sulla mia pelle, quindi ho provato il test e mi sono immatricolata in una città diversa dalla mia.
Tuttavia, ogni volta che si avvicinano le sessioni d’esame, puntualmente, precipito in un vortice di dubbi e confusione: mi piacerebbe fare il medico, mi ci vedo anche, ma sento che le materie scientifiche non fanno per me, non mi catturano quanto quelle letterarie. Studio per gli esami, ma o non vanno come vorrei a livello di risultati, o ancora peggio, non riesco a presentarmi, e invece immagino che, se qualcosa mi appassionasse veramente, lo studierei volentieri e otterrei buoni risultati. Mi mancano costanza e motivazione, e non so dove trovarle. Tutte le volte che entro in crisi o che mi bocciano ad un esame, mi metto in discussione e torno a pensare al chiodo fisso di Lettere: se anche cambiassi corso e mi trasferissi a Lettere, davvero mi piacerebbe? Vale davvero la pena lasciare tutto (ambiente, amici, ecc) per qualcosa che non conosco? Io vorrei fare il medico, non l'insegnante, eppure quelle materie non le capisco e faccio molta fatica a studiarle. Credo che la mia scelta sia tra studiare qualcosa che ad ora mi piace, ma fare per tutta la vita un lavoro che non mi rispecchia, oppure stringere i denti adesso, per i prossimi anni, per poi andare a fare un lavoro che sento mio. Se lasciassi Medicina mi dispiacerebbe, perché mi sentirei come se mi fossi preclusa qualcosa già dall'inizio (infatti, dicono tutti che i primi anni siano tosti, e che poi la situazione migliori, quando si iniziano a studiare le materie cliniche e chirurgiche), però, al tempo stesso, non so come continuare a dare esami, se ogni volta dev’essere una tortura. Al liceo ho studiato tanto, ma non ho mai fatto grande fatica, quindi ritrovarmi adesso in questa situazione mi fa sentire un fallimento, sia nei confronti dei miei genitori, sia con i miei amici, che progrediscono con gli esami e sembrano presi da ciò che studiano. Non capisco se io sia disinteressata nei confronti di queste materie o sia semplicemente pigra e procrastinatrice, perché se mi applicassi veramente, magari sarei anche brava.
Sento di dover prendere una decisione una volta per tutte ma non mi sento in grado, è veramente demoralizzante. Se anche cambiassi corso, inizierei a 22 anni suonati, che è l’età a cui le persone si laureano di solito, quindi c’è il rischio che mi senta fuori luogo anche in quel caso. In sintesi, a 21 anni sento ancora di non aver trovato il mio posto, non ho idea di dove mi vedo tra 10 anni, non riesco a capire cosa mi piaccia davvero, vedo tutto buio. Sono come in attesa di un’illuminazione che so che non arriverà, perché nessun altro può decidere al mio posto.
Grazie mille per aver letto e per il tempo che mi avete dedicato. Accetto molto volentieri consigli e punti di vista.
I film horror possono causare ptsd?
Sono da sempre stato appassionato a questo genere di film ma non so perché ora sono diventato più sensibile e la vista di queste immagine mi fa venire ansia.
Ho visto diversi film horror da adolescente e immagini reali di autopsie, uccisioni che stavano su internet.
Pare che io sia cambiato e non digerisca più questa roba e non so perché e ho più empatia verso la vittima.
Prima ero anche più arrabbiato con il mondo e questi film mi sfogavano.
Vorrei però sapere se questi film possono causare il ptsd ho letto vari articoli di psicologia che dicono possa essere possibile avere sintomi simili anche se il ptsd si sviluppa per esperienze vere potrebbero esserci episodi simili.
Ultimamente sto risoffrendo di attacchi di panico e avevo visto due settimane fa il trailer di un film horror che deve uscire dove dicevano di stare attenti ai triggers, non sapevo cosa fossero e ho scoperto siano le scene che possono far rivivere un ptsd oppure dare molto fastidio.
Questa cosa mi ha suggestionatato e ora quando guardo un trailer horror oppure un'immagine horror ho paura che mi rimanga impressa perciò tolgo subito e mi fa venire attacchi di panico.
Ripeto in passato ho visto smembramenti, gore però ora ho paura mi rimangano queste immagini impresse e che mi vengano in mente in momenti dove non devono, ho paura di sviluppare un ptsd la scorsa settimana avevo paura di questo film che deve uscire e mi venivano in mente alcune scene del trailer e delle foto e avevo paura di trovare la locandina in città riavendo attacchi di panico.
Poi è uscito un altro film che dicono ancora più forte dove le persone sono svenute e ora si è sostituito a l'altro.
Una parte di me è ancora curiosa e vorrebbe vedere questi film per superare queste paure ma essendo che ho un periodo di depressione e attacchi di panico non penso che sia una cosa giusta ho paura di rimanere traumatizzato e avere ptsd.
La cosa brutta è che sono anche uno studente di Cinema e ora non so che fare per il mio futuro dato che prima ero preso dai film horror.
aspetto risposta grazie