Cos’è il role playing terapeutico?
Il role playing, o gioco di ruolo, è una tecnica versatile ed efficace che consiste nell’assumere temporaneamente determinati ruoli per esplorare dinamiche sociali, comunicative o psicologiche. Possono partecipare una o più persone, che assumeranno delle identità differenti secondo un canovaccio precedentemente stabilito che contiene alcune indicazioni generali dei ruoli, su cui improvvisare liberamente.
La definizione del prof. Alessio definisce il role playing come “la drammatizzazione parlata, agita e partecipata di situazioni comunicative e relazionali che si possono sperimentare nella realtà, con un risalto sull’aspetto del ruolo. L’apprendente-attore infatti non viene chiamato ad essere sé stesso ma viene invitato ad interpretare un personaggio, un alter, una figura che risentirà della personalità dell’attore ma non si identificherà totalmente con esso.”
Insomma, nel role playing ci si mette nei panni di qualcun altro ma si è anche un po’ se stessi, tutto sempre mantenendo un approccio giocoso. Questo permette di sentirsi liberi di esplorare nuove modalità comunicative e diverse prospettive senza paure, potendo vivere un’esperienza liberatoria.
Il role playing costituisce un vero e proprio strumento terapeutico, di larga applicazione in contesti che variano dalla psicoterapia individuale, alla terapia di coppia o di gruppo, ma anche all’ambito educativo, all’ambito lavorativo, alla formazione aziendale o manageriale, alla formazione psicosociale e alla comunicazione assertiva.
Origini
Il role playing nasce all’inizio dello scorso secolo grazie all’intuizione dello psichiatra e sociologo rumeno Jacob Levi Moreno.
Ispirandosi al “teatro della spontaneità” e alle sue qualità catartiche e liberatorie, il dott. Moreno iniziò a coinvolgere giovani in attività teatrali nei parchi di Vienna, per incoraggiare l'espressione creativa e l'interazione sociale.
È così che lo psichiatra introdusse lo “psicodramma”, uno strumento terapeutico alternativo alla psicoanalisi freudiana che consente di esprimere in modo spontaneo e creativo esperienze interiori e situazioni passate. A partire da questa metodologia, Moreno ha poi formalizzato il concetto di role playing, sulla base dell'idea che giocare a interpretare un ruolo aiuti a comprendere meglio se stessi e gli altri, facilitando l’apprendimento e la risoluzione dei conflitti.
Come funziona?
Il role playing è una pratica che si basa sulla creatività, sull’immaginazione e sulla capacità di interazione.
L’elemento principale è la messa in scena di una data situazione, al fine di comprenderla più a fondo e acquisire nuove modalità per affrontarla e gestirla al meglio.
Il role playing si svolge secondo un processo articolato in diverse fasi:
Conduzione:
In questa fase iniziale, vengono stabilite regole precise e obiettivi da raggiungere, come qualcosa da imparare. A coordinare, c’è una persona che conduce ogni role playing, detta “game master”.
In base a questi, viene sviluppata una trama e presentata la situazione da interpretare. Anche se vanno seguite le indicazioni, non c’è mai uno script rigido, in modo che gli attori possano sprigionare la loro creatività.
Sulla base della partecipazione volontaria, vengono assegnati dei ruoli ai partecipanti, mentre altri assumono il compito di osservare. In questo passaggio, si dà molta importanza all’equilibrio dei ruoli e ci si assicura che ogni partecipante si senta a suo agio.
Azione:
Si inizia il gioco di ruolo: i partecipanti mettono in scena la situazione stabilita, interpretando i ruoli assegnati e agendo secondo le indicazioni.
Durante il gioco, i partecipanti si esprimono con la massima spontaneità e possono interpretare liberamente i propri ruoli. In questo processo, si dovranno adattare a situazioni sempre diverse e dovranno trovare soluzioni ai problemi in modo creativo e innovativo. È qui che emergono aspetti del comportamento e delle interazioni basati sulle esperienze passate di ciascun partecipante. Per questo, ogni rappresentazione è unica.
Tutti partecipano attivamente durante la messa in scena. Mentre gli attori recitano, gli osservatori staranno attenti alle dinamiche che vengono fuori. Nel frattempo, il game master monitora e può riorientare gli attori quando necessario.
Analisi:
Quando la messa in scena si conclude, si terrà una discussione in cui ognuno potrà esprimere le proprie impressioni e condividere le proprie riflessioni.
Gli osservatori daranno il loro feedback, offrendo una prospettiva esterna riguardo a tutti i ruoli rappresentati. Il sistema di feedback è una parte del role playing che contribuisce significativamente alla ricchezza dell'esperienza. Grazie ad esso, è possibile approfondire le dinamiche emerse, comprenderle meglio e identificare eventuali aree di miglioramento.
I partecipanti rifletteranno sull’analisi e potranno accedere alle motivazioni che li hanno spinti a determinate azioni. Così, l’esperienza offre la possibilità di sviluppare nuove consapevolezze e creare modalità relazionali più assertive per gestire le situazioni in modo diverso, ad esempio ascoltando attivamente e rispondendo in modo empatico.
Tipologie
Non c’è un unico modo per realizzare il role playing. Infatti, ne esistono diverse tipologie.
Una prima distinzione riguarda quanto i role-playing seguano regole precise:
Role playing strutturati: Seguono regole specifiche e sono spesso impiegati in ambito terapeutico o formativo per sviluppare capacità specifiche, come la risoluzione dei problemi o la gestione delle relazioni interpersonali.
Role playing non strutturati: Offrono maggiore libertà espressiva e permettono di esplorare nuovi modelli di comportamento senza vincoli rigidi, favorendo l’apprendimento spontaneo e il feedback immediato.
Un’altra classificazione riguarda l’ambito di applicazione. Ecco i principali:
Role playing in ambito terapeutico e formativo: In questi contesti, il role playing è utilizzato come strumento di crescita personale. Una specifica tipologia è quella dello psicodramma, che consente di rappresentare scene della propria vita per esplorare emozioni profonde e risolvere conflitti interiori. Tecniche come la sedia vuota (in cui si dialoga con una persona immaginaria), il cambio di ruolo (si interpreta un'altra persona per vedere la situazione da una prospettiva diversa) e il monologo (si esprimono liberamente i propri pensieri) sono strumenti molto utilizzati per elaborare traumi e migliorare le capacità relazionali.
Role playing in ambito aziendale: Nei contesti lavorativi, il role playing è spesso strutturato e finalizzato allo sviluppo di competenze specifiche. Si utilizzano simulazioni di scenari realistici, come negoziazioni, gestione dei conflitti o esercizi di leadership, in cui i partecipanti interpretano ruoli diversi per affinare abilità comunicative e decisionali. Un esempio comune è il role playing di vendita, in cui un dipendente assume il ruolo di cliente e un altro di venditore per praticare tecniche persuasive ed empatiche. Un’altra variante è il role playing di gestione del personale, utile per simulare situazioni circoscritte a discussioni ed incomprensioni tra colleghi e allenare manager e dipendenti a gestire situazioni critiche con i collaboratori.
Role playing in ambito relazionale: Nelle dinamiche di coppia, questa tecnica può servire a esplorare desideri, migliorare la comunicazione e rafforzare l’intimità. Attraverso la rappresentazione di situazioni di vita quotidiana o ipotetiche, i partner possono comprendere meglio i reciproci bisogni ed emozioni, creando uno spazio sicuro per esprimere sentimenti e affrontare eventuali tensioni.
Role playing in ambito ludico: Il role playing è anche la tecnica alla base dei giochi di ruolo, che possono essere da tavolo, dal vivo o digitali. I partecipanti interpretano personaggi in mondi immaginari, seguendo regole più o meno strutturate. Anche il role playing ludico stimola la creatività e offre un’esperienza di evasione e sperimentazione di nuove identità.
Esempi pratici
Un esempio tipico del role playing in ambito terapeutico è quello di una persona che affronta difficoltà relazionali con un collega prepotente. Durante una seduta con il professionista, viene ricostruita la dinamica conflittuale: il terapeuta assume il ruolo del collega e aiuta la persona in questione a esplorare reazioni e strategie per migliorare la sua assertività.
Un esempio in ambito educativo è l’uso del role playing per l'apprendimento linguistico. Questo tipo di role playing è stato esaminato in uno studio sperimentale condotto dall'Universidad Tecnica Nacional di Costa Rica, in cui gli studenti impersonavano ruoli in scenari di vita quotidiana, acquisendo una conoscenza più pratica della lingua in un contesto dinamico e coinvolgente, superando le difficoltà di apprendimento tradizionali.
Un altro esempio di role playing che supporta l’apprendimento può essere mettersi nei panni di un personaggio storico, per comprendere meglio un’epoca e le sue dinamiche e rendere lo studio più coinvolgente e memorabile.
Ancora un altro esempio del role playing in un contesto didattico-relazionale, è ricostruire una scena di bullismo in cui gli studenti interpretano diversi ruoli al fine di imparare a gestire i conflitti.
Un esempio in ambito relazionale può essere quello di qualcuno che desidera migliorare la propria assertività nella comunicazione con il partner. Il role playing in questo caso può essere fatto in ambito di terapia di coppia o semplicemente con un amico, per esercitarsi su come gestire un tema delicato, imparando a esprimere i propri bisogni senza aggressività o disagio.
Benefici
Il role playing apporta una gran varietà di benefici a chi lo pratica. Dato che fa emergere gli stati d’animo, fornisce nuove prospettive e consente un’analisi dei modelli relazionali, questa tecnica favorisce la crescita personale, la scoperta di nuovi aspetti di sé, l’introspezione e la capacità di ragionamento.
Inoltre, con il role playing si possono sviluppare competenze come la gestione delle emozioni, il problem solving, la leadership, il pensiero creativo, l’intelligenza emotiva e la capacità di adattamento.
Da uno studio condotto da Marks e colleghi, è emerso che il role playing è efficace nel modificare e sviluppare atteggiamenti e competenze relazionali, ad esempio, l'assertività, che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza arrecare offesa agli altri.
Insomma, il role playing può davvero favorire un cambiamento positivo per le persone, in tutti i contesti, da quello educativo, a quello relazionale, e così via. Per esempio, in ambito aziendale, può migliorare il clima lavorativo, grazie al suo focus sulla comunicazione efficace. Nei contesti terapeutici, il role playing, favorendo l’autoanalisi e una maggiore consapevolezza, si è dimostrato efficace nell’affrontare diversi disturbi di natura psicologica.
Quando è utile?
Il role playing è particolarmente utile quando si desidera sviluppare competenze pratiche in un ambiente sicuro e controllato. Infatti, viene impiegato per migliorare la comunicazione interpersonale, potenziare la leadership e gestire situazioni complesse.
Per esempio, nella formazione aziendale, aiuta i dipendenti a risolvere conflitti e a prendere decisioni strategiche. O ancora, in ambito terapeutico, facilita l'esplorazione delle emozioni e il superamento di traumi. Anche nel settore educativo, supporta l’apprendimento, lo sviluppo di pensiero critico e il problem solving.
Come viene utilizzato in psicoterapia?
Il role playing è uno strumento ampiamente utilizzato in psicoterapia per aiutare i pazienti a elaborare traumi, migliorare la gestione delle emozioni e affrontare dinamiche relazionali complesse. Con la guida del terapeuta, il role playing aiuta a esplorare sé stessi e gli altri, sviluppare problem solving ed empatia. Inoltre, stimola socializzazione, comunicazione e crescita personale.
Jacob L. Moreno fu il primo a formalizzarne l'uso in terapia con lo psicodramma, un metodo in cui i pazienti mettono in scena parti della loro vita per comprenderle più a fondo e trovare nuove soluzioni. Questa tecnica permette di lavorare sulla consapevolezza di sé e sul rafforzamento delle parti sane della personalità.
Il role playing è utile anche nella fase di progettazione del cambiamento, in cui terapeuta e paziente esplorano nuove strategie di comportamento. Permette di spezzare circoli viziosi, come quello del fallimento-evitamento, trasformando l'insuccesso in un'opportunità di crescita. Inoltre, aiuta a sviluppare il senso di autoefficacia, migliorando motivazione e autostima.
Nel tempo, l'approccio di Moreno ha influenzato numerosi terapeuti, portando alla nascita dello psicoplay analitico, che integra lo psicodramma classico con la teoria dell'inconscio di Freud. Questa particolare metodologia di role playing viene utilizzata in diversi contesti terapeutici per esplorare i conflitti inconsci attraverso il gioco di ruolo, sia in setting individuali che di gruppo.
In tutte le sue varianti, il role-playing continua a dimostrarsi un metodo efficace per lavorare sulla consapevolezza, sulle relazioni interpersonali e sulla crescita personale in terapia.
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Bibliografia
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