L’esperienza del dolore è creata da un’interazione tra fibre nervose, recettori sensoriali e cervello.
Il dolore indica una minaccia al nostro corpo e alla nostra salute.
Quando il dolore persiste oltre i tempi normali di guarigione parliamo di dolore cronico. A livello cerebrale si crea uno squilibrio, il dolore cronico cambia il sistema nervoso e i circuiti cerebrali, ovvero si forma un falso circuito neurale che viene interpretato come dolore.
La sensazione di dolore viene immagazzinata nel cervello come una memoria di dolore, rimanendo in qualche modo bloccata.
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un trattamento non invasivo impiegato inizialmente per il disturbo post-traumatico da stress che va ad agire sulle memorie traumatiche.
Quando si può utilizzare l'emdr?
Può essere impiegato quando i medici non trovano una causa al dolore e quando non reagisce al trattamento medico.
Alcune persone con dolore cronico reagiscono all’EMDR con una riduzione o sollievo del proprio dolore.
Non è efficace in caso di dolore periferico (dove c’è un rischio di danno al corpo) e in caso di infiammazione nelle articolazioni.
Come funziona il protocollo emdr per il dolore cronico?
Il dolore è una sensazione fisica che può essere talvolta influenzata da tecniche psicologiche.
All’inizio della terapia EMDR si va ad analizzare il dolore attuale:
- Dove è localizzato, che tipo di dolore è (intenso, pulsante, lancinante…), l’intensità percepita da 0 a 10, la frequenza con cui si presenta, quali fattori peggiorano o migliorano il dolore
- Quali cambiamenti sono stati attuati nella vita quotidiana per far fronte al dolore
- Quali emozioni vendono sperimentate
Successivamente si va ad analizzare la storia del dolore:
- Quando è iniziato e da quale parte del corpo è partito
- Presenza di eventi importanti in quel periodo
- Decorso del dolore
- Esami precedenti, altri trattamenti effettuati e utilizzo di farmaci
- Familiarità per il dolore
Infine si vanno ad analizzare ulteriori aspetti come:
- Qualità del sonno, memoria, concentrazione, affaticamento
- Presenza di eventi traumatici
- Precedenti psicoterapia o terapia con psicofarmaci
- Personalità (introversione, iperattività, autostima…)
Se l’applicazione dell’EMDR è indicata si va ad identificare insieme al paziente quali ricordi possono essere utili da trattare: ricordi stressanti, esperienze traumatiche (incidente, interventi chirurgici, malattia…).
Ci si concentra su un ricordo per volta e si va ad identificare pensieri, sensazioni ed emozioni portando l’attenzione, allo stesso tempo, su uno stimolo duale detto stimolazione bilaterale. Quest’ultimo può consistere in movimenti oculari o stimolazione tattile.
La stimolazione bilaterale facilita l’elaborazione dell’informazione e aiuta a cambiare e spengere i circuiti neurali.
Gli effetti dell’EMDR sul dolore variano da persona a persona. A volte ci può essere un lento e leggero sollievo dal dolore all’inizio, altri possono sperimentare un aumento iniziale del dolore seguito da una riduzione durante il trattamento. Alcuni pazienti non beneficiano del trattamento.
Per trattare il dolore cronico è fondamentale un approccio multidisciplinare, per questo è importante rivolgersi prima ai centri specializzati per individuare la soluzione più adatta al caso.
Fonti:
- Linee guida per l’intervista diagnostica con pazienti con dolore cronico e preparazione per il trattamento con EMDR. Sandra Veenstra e Carlijn de Roos
- EMDR e dolore cronico. Mark Grant