Non voglio figli… e va bene così!

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
non voler figli


Significato e aspetti sociali

Negli ultimi anni sempre più persone manifestano il desiderio e la scelta di non avere figli. Infatti, in molti, hanno la certezza di non volere figli e non contemplano il progetto di maternità o paternità o quello di una famiglia tradizionale nella loro futuro, desiderando prediligere altri aspetti, come l’intimità di coppia, la libertà nei ritmi della vita, l’autonomia e l’indipendenza.

Nella maggior parte delle realtà socioculturali c’è un’idea condivisa per cui la realizzazione personale comprende necessariamente diversi aspetti, come la carriera lavorativa, l’indipendenza economica e la famiglia con figli. Tutte queste idee di realizzazione sono profondamente veicolate dalla società, più che dai desideri profondi.

La maggior parte di noi, sin dall’infanzia, viene esposto continuamente e ripetutamente a dei concetti, che difficilmente vengono sottoposti alla critica o messi in dubbio, perché vengono riaffermati e amplificati dalla scuola, dall’opinione pubblica, dalla famiglia, etc. Tra questi concetti, vi è l’idea che ogni donna ha un istinto materno, che le brave mogli si si occupano dei figli e della casa, e che è normale sposarsi e avere

Queste idee hanno avuto un peso e forza enormi nei secoli. Tuttavia, oggi vengono messi in discussione e si sta assistendo a un’inversione di rotta rispetto ai valori tradizionali. Per esempio, oggi è comune che una donna voglia realizzarsi solo sul lavoro e non come madre.

In questi tempi moderni, ci si inizia a chiedere che ne è dei nostri autentici desideri e fino a che punto la pressione sociale ha un ruolo nel determinare i nostri progetti vita. E a volte la risposta è semplicemente che non si desidera avere dei figli.


Concetto di maternità e risvolti psicologici e sociali

Nel nostro contesto culturale vi è intriso il messaggio che avere dei figli è un dovere per ogni coppia, come se fosse una unica tappa naturale e necessaria del ciclo della vita. Alla pressione sociale sulla genitorialità, si aggiunge spesso la pressione da parte della famiglia di origine. Un altro elemento che influisce sono i modelli che vediamo nella nostra rete relazionale, come le esperienze degli amici e di altre persone che fanno parte della nostra realtà sociale.

Tutte queste pressioni sono particolarmente forti sulle donne.

Da secoli, la concezione dell’identità femminile è stata legata indissolubilmente al concetto di maternità. La maternità veniva vista come un valore familiare tradizionale e intrinseco in tutte le donne. Questo ha portato all’idea socialmente diffusa ancora oggi che tutte le donne “dovrebbero” desiderare avere figli, altrimenti romperebbero il vincolo di femminilità che è stato loro assegnato. In realtà, la maternità è un atto spontaneo di amore, che naturalmente sorge in alcune donne, così come naturalmente non sorge in altre.

Questa configurazione socioeconomica e familiare viene sempre più messa in dubbio dai giovani. Come risultato, in Italia e in molti altri paesi, stiamo assistendo a un calo delle nascite e a un aumento del numero di coppie senza figli, ma anche di persone single.

Secondo un’indagine dell'Istat, le donne “childfree”, cioè che che decidono consapevolmente e deliberatamente di non avere figli, sono in aumento, e risulta che queste donne siano soprattutto laureate e orientate a un progetto di vita focalizzato sul lavoro. Riguardo agli uomini, non sono ancora state condotte delle indagini che possano fornirci dei dati statistici.

È bene precisare che decidere di non avere figli non è un processo facile per tutte le donne. Purtroppo, come risultato della pressione sociale, sono in molte a provare vergogna per il fatto di non volere figli. Capita che se non si “sente” il desiderio di maternità imposto dalla società, allora ci si sente in qualche modo in difetto o in colpa.

Addirittura, molte donne non riescono neanche a vedere l’opzione di non avere figli, perché la pressione sociale è così forte che non permette loro di vedere alternative.

In diversi studi recenti, sono stati osservati gli effetti delle aspettative sociali di maternità sull’identità di donna non-madre, valutando il modo in cui la popolazione considera queste donne. È stato evidenziato che le donne che non vogliono figli sono identificate dalla società come egoiste e come persone a cui non piacciono i bambini. Inoltre, vengono identificate come poco adatte e psicologicamente e socialmente svantaggiate. Le donne che hanno passato l’età fertile nonostante il desiderio di avere figli, sono invece considerate passive e incapaci di prendere decisioni.

In una recente indagine si è osservato che persino l’auto-concezione di sé è influenzata dalla società: molte delle donne che non vogliono figli si considerano esse stesse egoiste ed evitano riunioni per non sentirsi stigmatizzate, defemminilizzate o rifiutate.


Perché non deve essere un problema?

La scelta di fare dei figli è qualcosa che deve nascere da un desiderio e non dovrebbe mai essere considerata come un dovere o un obbligo.

Ogni persona ha la capacità e la possibilità di scegliere ciò che è meglio per sé stessa.

È importante ricordare che non bisogna mai prendere decisioni, specialmente quelle importanti come diventare genitori, sulla base delle aspettative sociali o familiari, né bisogna giustificarsi con nessuno riguardo alle proprie scelte.

Decidere di non volere avere figli è una scelta personale legittima e valida. Inoltre, questa scelta non ha necessariamente a che vedere con la realizzazione personale: la vita può essere completa, piena e soddisfacente anche senza figli. Per questo, si tratta di una decisione che non va mai considerata come un problema.


Motivazioni principali

Il fatto di non desiderare dei figli non è una scelta che viene solo dal voler opporsi ai canoni della nostra cultura, ma sottende anche un bisogno reale che può essere legato a molte motivazioni. Ecco le principali:

  • Instabilità economica e incertezza sul futuro: Una motivazione frequente dietro alla scelta di non voler diventare genitori è l’impegno economico che una famiglia con figli richiede, che non per tutti è facile da sostenere. In molti paesi e per molte persone, trovare lavoro è difficile e la disponibilità pecuniaria media è scarsa. Come risultato, per alcuni, il progetto della genitorialità non è contemplato. Per altri, può essere presente il desiderio ma, in assenza delle risorse e delle condizioni per realizzarlo, viene accantonato, o rimandato, finendo spesso per essere abbandonato una volta raggiunta una certa età.

  • Credere sia un atto egoista: Correlato al punto precedente, questa motivazione deriva dagli accadimenti degli ultimi anni, come le pandemie, i problemi climatici e i numerosi conflitti bellici. Alcune persone ritengono che mettere al mondo dei figli significa costringerli a vivere in un luogo terribile e pericoloso, ad affrontare mille difficoltà e a sopportare ingiustizie sociali ed economiche. Questo è particolarmente sentito da chi vive in luoghi di guerra o con instabilità politica e anche da chi vive con angoscia i problemi della crisi climatica o dell’aumento della prevalenza di certe malattie. È opportuno specificare che, sebbene ci sia molta verità, si tratta di un punto di vista particolarmente pessimista e negativo di persone che hanno perso la speranza. Infatti, il mondo in cui viviamo può anche essere visto come un luogo meraviglioso, pieno di possibilità e opportunità.

  • Paura di non essere all'altezza: Capita di non sentirsi capaci di diventare dei bravi genitori, soprattutto per chi ha avuto delle esperienze infantili con figure di attaccamento inadeguate, distanti, iperprotettive o ambivalenti. Reputare la maternità un compito troppo gravoso da svolgere o pensare di non avere le qualità per poter assumere degnamente questo ruolo è tipico di chi non ha avuto una buona esperienza di cure materne e paterne.

  • Progetto di vita: Forse si tratta della motivazione più diffusa per le donne. Come abbiamo visto, se prima essere donna equivaleva a essere moglie e madre, oggi stiamo assistendo a un cambiamento nella percezione dell’identità femminile. Per cui, semplicemente, i figli potrebbero non essere parte del proprio progetto di vita, il quale potrebbe essere incentrato su altro, come lavoro, crescita personale, hobby, passioni, istruzione, viaggi, etc.

Esistono molte altre motivazioni che possono portare alla scelta di non volere figli, come vivere in condizioni psicofisiche non adatte alla cura di un bambino (come alcune disabilità o malattie gravi), avere idee politiche specifiche a riguardo (come credere che la specie umana non dovrebbe espandersi ulteriormente), o portarsi dietro traumi psicologici profondi (come l'abbandono durante l’infanzia o la morte prematura di un genitore).

Inoltre, secondo gli esperti la scelta di non avere bambini è in genere legata a un insieme di variabili e non a un’unica motivazione.


Quando può essere un problema non avere figli?

La decisione di non avere figli può suscitare una serie di interrogativi e preoccupazioni, sia da parte degli individui che della propria rete relazionale.

In molti ci poniamo domande riguardo al futuro, in particolare per quanto riguarda il supporto familiare e l'invecchiamento. Quando non si hanno figli, spesso ci chiediamo chi si prenderà cura di noi in età avanzata o in caso di malattia o disabilità.

Inoltre, la decisione di non avere figli può portare a conflitti nelle relazioni interpersonali, specialmente con partner o familiari che possono avere opinioni diverse sulla questione, mettendo a dura prova la comunicazione e la comprensione reciproca.

Per via delle aspettative tradizionali riguardanti il ruolo genitoriale, l'idea che la realizzazione personale e lo scopo della vita siano strettamente legate alla genitorialità può portare coloro che scelgono di non avere figli a sentirsi giudicati o emarginati.

È fondamentale distinguere il fatto di non sentire il bisogno di essere genitori per potersi dire realizzati dalla paura di affrontare gli ostacoli e le difficoltà derivanti dalle responsabilità genitoriali. Si tratta di conflitti interni frequenti, che possono rendere problematica la decisione. Per questo è importante avere chiarezza sulle motivazioni che ci spingono a volere o non volere dei figli.

Un sentimento ricorrente è la paura del rimorso: alcune persone che non vogliono avere figli hanno paura di pentirsene in futuro. Si tratta di una preoccupazione reale, che nasce dall’incertezza del futuro, ma anche da un insieme di fattori, come la pressione sociale e l’idealizzazione della maternità.

Tutti questi elementi possono generare ansia e stress, esercitando un impatto negativo sulla qualità della vita e il benessere psicologico e emotivo di coloro che hanno fatto questa scelta, creando dubbi sulla propria identità e senso di appartenenza.

È importante ricordare che le aspirazioni e decisioni riguardo al proprio progetto di vita sono assolutamente personali e non appartengono a nessun altro. Bisogna liberarsi dalle idee istillate dall’esterno e praticare l’introspezione e la riflessione. Una volta che entriamo in connessione profonda con noi stessi, possiamo ricercare una risposta pura: cosa desideriamo nella nostra vita? Oltre a chiederci se potremmo pentirci di non avere figli, chiediamoci anche se potremmo pentirci di averli.

Anche se la decisione di non avere figli può essere problematica per una serie di motivi, è importante riconoscere che questa scelta è legittima e personale, e che ogni individuo ha il diritto di definire il proprio percorso di vita in base alle proprie esigenze, desideri e valori.


Come difendersi dalle critiche esterne?

Affrontare le critiche riguardo alla decisione di non avere figli può essere un'esperienza difficile, ma è comunque possibile gestire questa situazione in modo efficace.

In primo luogo, è importante ricordare che la scelta di non avere figli è legittima e non è necessario giustificarla agli altri. La cosa più importante è prendere decisioni libere, basate sui propri criteri e più possibile libere da influenze esterne.

Mantenere salda la propria convinzione e avere fiducia nella propria decisione può aiutare a respingere le critiche esterne. Inoltre, se vediamo che una persona, pur criticandoci, è aperta all’ascolto, è utile comunicare chiaramente le proprie motivazioni, i propri sentimenti e i propri ragionamenti, spiegandoli con gentilezza e fermezza, in modo che l’altro possa davvero comprendere un altro punto di vista e così ridurre le critiche. Naturalmente, non tutti accetteranno o comprenderanno un punto di vita diverso dal proprio, ma questo non deve in alcun modo limitarci o farci sentire in difetto.

Qualcosa che può davvero aiutarci nel farci sentire supportati e confortati nei momenti in cui ci sentiamo sopraffatti dalle critiche, è passare del tempo con persone che rispettano e comprendono la scelta di non avere figli, tra amici, familiari, altri conoscenti o gruppi di supporto che condividono le stesse convinzioni.

Infine, praticare la consapevolezza e l'auto-compassione può aiutare a mantenere la calma e la serenità di fronte alle critiche.

Ricordare che ogni individuo ha il diritto di vivere la propria vita in modo autentico e conforme ai propri valori può aiutare a respingere le critiche esterne e a mantenere un senso di equilibrio emotivo e psicologico.


IN SINTESI

  • Cosa significa non voler figli?
    È una scelta consapevole di non avere figli, spesso basata su convinzioni personali o stili di vita.

  • Quali sono le cause di questa scelta?
    Le cause possono includere motivazioni individuali, sociali, economiche o di carriera.

  • Come affrontare le pressioni sociali sul non voler figli?
    Mantenere una comunicazione chiara e assertiva sulle proprie scelte può aiutare a gestire il giudizio esterno.

  • Questa scelta può cambiare nel tempo?
    Sì, alcune persone possono rivalutare la loro decisione in momenti diversi della vita.

 

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Bibliografia

  • ISTAT, (2022) Futuro della popolazione: meno residenti, più anziani e famiglie più piccole.

  • Donath, O. (2016). Madres arrepentidas: una mirada radical a la maternidad y sus falacias sociales. Reservoir Books.

  • Muñiz Gallardo, E., & Ramos Tovar, M. E. (2019). Presión social para ser madre hacia mujeres académicas sin hijos. Nóesis. Revista de ciencias sociales, 28(55), 64-87.

  • Vicente Serrano, P. (2019). Representaciones sociales de las mujeres en la maternidad y en la no maternidad.

  • Bowlby, J. (1988) A Secure Base: Parent-child Attachment and Healthy Human Development. New York: Basic Books.https://www.independent.co.uk/life-style/many-parents-will-say-kids-made-them-happier-they-re-probably-lying-a7124851.html 

 

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