Fobofobia: quando si ha paura di avere paura

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fobofobia


Cos’è la fobofobia?

La fobofobia (letteralmente “paura della paura”, dal greco phobos, cioè “paura, fobia”) è una forma di disturbo d’ansia che si caratterizza per una paura intensa, irrazionale e persistente di provare paura. Questa condizione si associa con la sintomatologia dell’ansia, che include la paura di perdere il controllo e gli attacchi di panico.

In particolare, gli oggetti di paura della fobofobia sono due:

  • il possibile sviluppo di una fobia o di una forte paura

  • la possibile comparsa di sintomi tipici dell’ansia e delle fobie.

Tutti gli esseri umani hanno degli istinti che permettono loro di identificare le situazioni pericolose.

Grazie alla vigilanza e al sentimento della paura è possibile mettere in atto strategie per sopravvivere. Nelle persone affette da fobofobia, questi istinti sono esacerbati. Come risultato, vivono in una situazione di allerta costante, rimuginano di continuo sull’oggetto stressante e sviluppano un atteggiamento di riluttanza verso persone, attività e luoghi che possano suscitare in loro una reazione emotiva.

Le strategie che mettono in atto per prevenire le crisi di paura sono le condotte di evitamento, finalizzate a non incontrarsi in situazioni interpretate come potenzialmente “pericolose”.

È proprio questo il meccanismo delle fobie, che può essere distinto in tre fasi che si ripetono ciclicamente:

  1. un oggetto fobico causa una risposta emozionale irrazionale di paura e ansia, alla vista o al solo pensiero

  2. si riflette sullo stimolo fobico cercando di gestire le emozioni, fino al punto di rimuginare ossessivamente e avere pensieri invadenti

  3. si mettono in atto tutte le possibili strategie per evitare situazioni che possano causare quelle sensazioni di nuovo.

La fobofobia è una fobia imprevedibile, perché non è legata a uno stimolo specifico facilmente individuabile, a differenza di altri tipi di fobie. Per esempio, nel caso dell’aracnofobia, l’oggetto di paura sono i ragni, ed è quindi la vista o il pensiero di un ragno che causerà la comparsa dei sintomi. La fobofobia nasce invece da qualcosa di soggettivo, cioè la percezione individuale della paura, che può essere legata a diverse situazioni che vengono valutate e interpretate soggettivamente.

Potenzialmente, qualsiasi situazione potrebbe scatenare una crisi fobica, dal momento che la radice della paura è la paura stessa. Per questa ragione, le manifestazioni della fobofobia variano notevolmente da persona a persona, rendendo difficile identificare il disturbo e stabilire dei criteri diagnostici.

La fobofobia è una tipologia di fobia abbastanza rara e non è stata ampiamente studiata dalla comunità scientifica. Non è considerata ufficialmente come un disturbo mentale, in quanto non compare come diagnosi clinica all'interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Tuttavia, la fobofobia è una condizione che può limitare considerevolmente le attività quotidiane e inficiare la qualità della vita di chi ne è affetto.
 

Sintomi

La sintomatologia della fobofobia è quella caratteristica delle fobie, correlata all’ansia.

Di fronte allo stimolo fobico, o al solo pensiero di questo, sorgono pensieri irrazionali, catastrofici e ossessivi riguardo alla propria paura, accompagnati da un’estrema ansia e paura di perdere il controllo, irritabilità, confusione e ipervigilanza.

In alcuni casi, la paura della paura può intensificarsi fino a far sperimentare a chi ne soffre veri e propri attacchi di panico e svenimenti.

I sintomi fisici principali sono vertigini, nausea, tachicardia, palpitazioni, affanno, tremori, spossatezza, mancanza di concentrazione, sudorazione e secchezza delle fauci.

Le condotte di evitamento e l'intenso desiderio di fuggire dal luogo in cui ci si trova durante una crisi di paura sono i sintomi tipici di tipo comportamentale.

Chi è affetto da fobofobia, è sensibile allo stress e all’ansia, conosce già i sintomi del panico e, per questo, compare l’ansia anticipatoria, legata alla possibilità di sperimentare nel futuro una sintomatologia legate ad altri disturbi fobici. Seguendo queste dinamiche, i sintomi dell’ansia compaiono continuamente in un circolo vizioso.

Uno studio del 2015 ha stabilito un’associazione tra la fobofobia e altri disturbi d'ansia, come il disturbo d'ansia generalizzato e il disturbo di panico. In effetti, è stato osservato che spesso la patologia coesiste insieme ad altri disturbi fobici e dello spettro dell’ansia, come l’ipocondria.

Inoltre, sembra che la fobofobia rappresenti un fattore di mantenimento in casi di ansia con attacchi di panico periodici.
 

Cause

Le cause della fobofobia non sono del tutto chiare. Sono diversi i fattori che contribuiscono alla comparsa delle fobie.

Da un lato, si ipotizza che esista una predisposizione genetica che rende alcune persone più suscettibili a sviluppare una fobia. Questo potrebbe spiegare in parte la comparsa della fobofobia.

Dall’altro lato, infatti, appare chiaro agli esperti che le paure irrazionali hanno delle radici profonde, legate all’ambiente in cui si è cresciuti o a eventuali esperienze traumatiche. Per esempio, avere, o avere avuto, genitori ansiosi o affetti da un disturbo fobico, porta i figli a reagire in modo simile a loro, per il meccanismo dell’apprendimento osservativo. Anche essere cresciuti in una famiglia iperprotettiva può aumentare le probabilità di sviluppare fobofobia.

Le situazioni in cui più spesso si sviluppa la fobofobia sono quelle in cui sussistono diversi fattori predisponenti e scatenanti. Un esempio può essere una persona predisposta geneticamente a disturbi d’ansia, che è cresciuta in una famiglia disfunzionale e/o che ha vissuto un’esperienza traumatica e ha già ricevuto una diagnosi di un disturbo come l’agorafobia o l’ansia generalizzata. In un momento di stress, come un lutto o un divorzio, questa persona potrebbe preoccuparsi di star male come in passato, e manifestare delle crisi di fobofobia, con ansia anticipatoria e panico.
 

Conseguenze

Le conseguenze della fobofobia possono avere diverse implicazioni nella quotidianità di chi ne è affetto ed esercitare un impatto negativo su diversi aspetti della vita.

Chi soffre di fobofobia, per via della continua percezione di pericolo latente, potrebbe perdere il piacere di svolgere quelle attività che in passato apportavano benessere, come dedicarsi ai propri hobby o semplicemente uscire da casa per incontrare un amico.

Le conseguenze principali dell’evitamento delle situazioni temute sono l’isolamento sociale e i problemi nelle relazioni interpersonali. Queste, unite a significativi livelli di stress e all’ansia persistente comportano una ridotta qualità della vita.
 

Trattamento

Secondo le evidenze scientifiche, la terapia cognitivo-comportamentale è efficace nei casi di fobofobia. Dato che spesso questa condizione è associata ad altri disturbi di ansia, è importante consultare un professionista per ricevere una diagnosi accurata e intraprendere un percorso terapeutico mirato.

È stato dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale funziona sia a breve termine, in quanto aiuta a controllare i sintomi di ansia, sia a lungo termine, in quanto istruisce su come riconoscere e identificare quali sono i modelli di pensiero automatici che condizionano e innescano i comportamenti tipici della fobofobia. Grazie a un percorso psicologico di questo tipo, sarà possibile modificare i comportamenti disfunzionali, cambiando le associazioni mentali legate alla paura che li causano.

Un metodo che viene utilizzato nel contesto della terapia cognitivo-comportamentale per la fobofobia è il trattamento espositivo, che prevede una graduale esposizione alle situazioni temute, iniziando con situazioni meno spaventose, che vengono affrontate in un ambiente sicuro, anche con la realtà virtuale, insieme a tecniche di rilassamento. In questo modo il disagio emotivo viene affrontato gradualmente. Con il tempo, si progredisce verso situazioni più temute, fino ad apprendere diverse strategie per gestirle in modo ottimale e senza ansia. In questo tipo di trattamento espositivo, può essere anche utilizzata l'inalazione di miscele di CO2-O2 che inducono le sensazioni interocettive fobiche, tecnica che si è dimostrata particolarmente efficace.
 

Come affrontare le paure in modo costruttivo?

Affrontare la fobofobia in modo costruttivo richiede un approccio graduale e mirato, che coinvolga strategie psicologiche e comportamentali.

Il primo passo è comprendere le cause profonde e le modalità in cui si manifesta. Per farlo, è necessario riflettere sulle proprie emozioni, magari tenendo un diario delle sensazioni che si provano in diversi contesti, fino a quando non si è in grado di identificare ciò che causa la paura. Un percorso psicologico con un professionista, come accennato, è tra i più validi strumenti per avere più chiarezza e raggiungere una piena consapevolezza sulle proprie paure.

Una strategia utile è quella della visualizzazione positiva. Consiste in immaginare sé stessi di fronte alla propria paura e affrontarla con successo. Questo permette di aumentare la fiducia in sé stessi e ridurre l’ansia legata alla fobofobia.

Altre modalità efficaci sono le tecniche di rilassamento, come il training autogeno, le tecniche di respirazione profonda e diversi tipi di meditazione, grazie alle quali è possibile mantenere la calma nelle situazioni stressanti e prevenire le crisi di paura o interromperle prima che sfocino in attacchi di panico.

Infine, è importante avere il sostegno di amici, familiari o gruppi di supporto, con cui poter parlare apertamente e sentire di essere compresi e accompagnati nel proprio percorso per superare la fobofobia.


IN SINTESI

  • Cos'è la fobofobia?
    La fobofobia è la paura irrazionale di sviluppare o provare altre paure.

  • Quali sono le cause della fobofobia?
    Spesso è legata all'ansia generalizzata o a esperienze traumatiche passate legate a fobie.

  • Come si può trattare la fobofobia?
    Terapie cognitive e tecniche di gestione dell'ansia, come il rilassamento, possono aiutare.

  • Quali sono i sintomi della fobofobia?
    Ansia costante e preoccupazione di sviluppare nuove paure.


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Bibliografia

  1. American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5a ed.).

  2. Asmundson, G. J. G., & Asmundson, T. (2015). Phobophobia: A review of the literature. Journal of Anxiety Disorders, 29, 94-101.

  3. Mark, I.M. (1978). Living with fear: understanding and coping with anxiety. USA: McGraw Hill

  4. Griez E, van den Hout MA. Treatment of phobophobia by exposure to CO2-induced anxiety symptoms. J Nerv Ment Dis. 1983 Aug;171(8):506-8. doi: 10.1097/00005053-198308000-00009. PMID: 6135738.


 

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