articoli di psicologia della Dott.ssa Irene Sibella

risposte dello specialista Irene Sibella

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Passato e presente

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Cara Manuela, da quanto ho capito dal suo racconto la storia con il suo compagno precedente è terminata a causa di una discrepanza tra i vostri progetti di vita: lei desiderava una famiglia mentre lui non ha mai manifestato questo desiderio. Nonostante questa differenza, lei è rimasta accanto al suo ex compagno mettendo da parte i suoi progetti fino a che non ha conosciuto il suo attuale compagno che probabilmente rappresentava una nuova possibilità. Cercando di rispondere alla sua domanda, bisognerebbe capire come lei stava nella relazione precedente, quali possibilità e orizzonti si sono chiusi e a quale parte di se stessa ha dovuto "rinunciare" con il finire della relazione. Le consiglio di riflettere anche sulla nuova relazione: condivide dei progetti con l'attuale partner? Quanto sono autentici per lei questi progetti? E quanto è autentica lei stessa in questa relazione? Spero di averle dato modo di riflettere ulteriormente attraverso questo mio piccolo intervento. Un saluto, Dr.ssa Irene Sibella...

Spesso rispondo male e in modo brusco al mio ragazzo: come posso modificare il mio atteggiamento?

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Buongiorno Enza, già il fatto che lei abbia esposto il suo dubbio in cerca di una risposta mi fa capire che c'è volontà di mettersi in gioco per modificare un proprio modo di essere e migliorare la situazione. Rispondere alla sua domanda non è semplice perché bisognerebbe conoscere meglio il contesto della sua relazione ma anche i suoi modi di essere: per esempio, questo atteggiamento che lei descrive come "brusco" emerge solo con il suo ragazzo? Se no, in quali altre situazioni relazionali avviene? Altro punto importante su cui riflettere è capire se è sempre stato così o è un atteggiamento nato da poco: questo permetterebbe di capire se è legato ad aspetti relazionali della tua storia affettiva o a qualcosa che riguarda lei stessa come individuo. Comprendendo questi aspetti, le sarà più chiaro il motivo che la porta a rispondere così e sarà poi più semplice modificare questo atteggiamento. Un caro saluto, Dr.ssa Irene Sibella...

Rimorso: raccontare tutto o tacere per sempre?

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Buongiorno Vittoria, comprendo la sofferenza nel prendere una decisione così complicata. Tuttavia, mi focalizzerei sul motivo per cui lei sente il bisogno di comunicare questo avvenimento: perché proprio adesso questa necessità? Cosa sta succedendo? In questi undici anni ci sono stati altri momenti in cui ha sentito il bisogno di dirglielo? Cosa ha significato per lei l'incontro con il suo ex rispetto a quello che stava vivendo con il suo compagno? Quest'ultima è una domanda un po' difficile visto che è passato così tanto tempo. Le suggerisco inoltre di riflettere verso quale direzione vuole andare con il suo attuale compagno. Il senso di colpa è un sentimento complesso che va compreso alla luce dei contesti e dei progetti futuri. Spero di esserle stata di aiuto almeno per cominciare a fare delle riflessioni rispetto a quello che sente. Un caro saluto, Dr.ssa Irene Sibella...

Penso al mio ex dopo tre anni

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Buongiorno Marina, la situazione che descrive è molto articolata ed è molto difficile rispondere con un messaggio. Il suo racconto andrebbe contestualizzato meglio circa diversi aspetti: per esempio, quali sono stati i motivi che l'hanno portata a voler interrompere la relazione con il primo ragazzo, che, sebbene lei riporti essere stata la migliore, sembra anche essere stata abbastanza travagliata. Quali progetti c'erano con il primo ragazzo? Come mai ha deciso di lasciarlo? Stesse domande che possiamo rivolgere anche alla sua seconda relazione. Avere dubbi rispetto a come vivere la propria affettività è normale. Per cercare di dare una risposta alle sue ultime domande, forse potrebbe chiedersi quali sono le motivazioni che la spingono a volerlo ricontattare, contestualizzandole rispetto al momento che sta vivendo. In che termini ripensa a lui e alla relazione? Cosa le manca? Cos'è mancato nella relazione che la spinta a lasciarlo? Ad oggi, vede dei possibili progetti con lui? Come vede, le domande sono tante: andrebbero comprese meglio le due relazioni e la sua modalità di stare in questi rapporti. Resto disponibile per chiarimenti. Un caro saluto, Dr.ssa Irene Sibella...

Rapporto madre figlia

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Buongiorno Dana, dal suo racconto emerge una situazione molto complessa e che ormai dura da molto tempo. In questi anni ha "respirato" un'atmosfera emotiva molto pesante anche perché la vive con una persona, sua madre, che in questo momento non è in grado di darle una mano. Emerge molto chiaramente anche il suo vissuto di mancato riconoscimento come "brava figlia", nonostante quello che ha sempre fatto per lei ("sono la figlia perfetta per molte persone ma neanche una figlia buona per lei"). Le consiglio di prendersi del tempo per lei per capire quello che vorrà fare: se il suo obiettivo è quello di allontanarsi gradualmente da sua madre (non solo emotivamente ma anche fisicamente) potrebbe cominciare a pensare a chi può aiutarla in questo processo (ad esempio, amici, relazioni o suo padre). Costruirsi una dimensione di autonomia in cui lei vive la sua vita, coltiva le sue passioni e le sue relazioni (senza nascondere niente a nessuno) è sicuramente un passo verso il suo benessere, che le permetterà di riscoprire chi è lei e quali sono i suoi progetti e di pensare, in un futuro, ad una possibile riconciliazione con sua madre se ne sentirà il bisogno. Le consiglio anche di riflettere sulle motivazioni per cui rimane, tutt'oggi in questa situazione: come si sente a rimanere in questo contesto e come si sentirebbe se dovesse lasciarlo? E' molto indicativo il fatto che lei dica "vivo con il limite mentale 'mamma non vuole'": cosa vuol dire questo? Cosa ci dice questa affermazione rispetto a chi è lei, a quello che fa e ai suoi progetti? Cosa la fa soffrire in questa situazione? E' molto difficile trattare questa tematica così delicata in un messaggio, poiché il rischio è quello di affrontarla superficialmente. Spero comunque di averle dato qualche spunto di riflessione su cui lavorare. Rimango a disposizione nel caso avesse dubbi o difficoltà e volesse confrontarsi. Un caro saluto, Dr.ssa Irene Sibella...

Voler chiudere un matrimonio e avere sensi di colpa

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Buongiorno Maria Pia, la situazione che sta vivendo è molto complessa ed emotivamente toccante, comprendo la sua sofferenza. Io le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo specializzato nel sostegno di persone che stanno affrontando una separazione o un divorzio che potrà anche sensibilizzarla rispetto al tema della tutela personale. Per aiutarla in questo momento a mio parere è necessario lavorare su come si sente in questa situazione: cosa vuol dire per lei la fine della relazione con il suo compagno e, soprattutto, cosa significano le difficoltà relative al non poter essere madre? Cosa la spaventa nel vivere da sola? in che direzione può andare per riprendere in mano la sua vita e i suoi progetti? Come può tornare a viversi come "donna"? Che significato ha, rispetto alla sua storia di vita, il senso di colpa che lei riporta nei confronti del sentimento per il suo collega? Prima di tutte queste domande però è bene che si sensibilizzi rispetto alla sua tutela, lo ribadisco perché penso che sia un nodo fondamentale. Vorrei porre la sua attenzione sul fatto che la violenza non è soltanto fisica ma spesso è anche psicologica. Nonostante la complessità della situazione, spero di averle dato degli spunti su cui riflettere. Rimango a sua disposizione per qualsiasi dubbio o difficoltà. Un caro saluto, Dr.ssa Irene Sibella...

Voglio iniziare a capirmi

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Buongiorno Mariangela, innanzitutto grazie per aver condiviso parte della sua difficile storia che è evidente abbia lasciato un segno. Lavorare su quello che le è accaduto, sulle sue esperienza passate può sicuramente aiutare a farle comprendere alcuni suoi modi di essere e a riappropriarsene secondo un racconto più coerente. Vorrei sottolineare che ciò che le è successo, per quanto sia importante e da tenere in conto, non per forza determinerà in modo univoco chi vorrà diventare lei: in quanto esseri umani, siamo liberi di scegliere assumendoci però la responsabilità di tali decisioni. Per quanto riguarda il periodo di sofferenza che sta vivendo, le suggerirei di riflettere su alcuni aspetti per comprendere i motivi di tale sofferenza: che cosa è successo durante questo litigio? Che cosa l'ha messa in scacco? E per quanto riguarda invece gli esami? Come si collegano a quell' episodio? Spesso, la sofferenza deriva da situazioni di malessere più ampie e generalizzate che noi facciamo fatica a mettere a tema. Nella sua vita in questo momento cosa sta succedendo? Ci sono degli aspetti che vorrebbe migliorare? Quali sono i suoi progetti per il futuro, se ci sono? Oppure, molto semplicemente, le piace il corso di studi che sta seguendo? A volte le domande più semplici ma che riguardano la nostra effettiva esperienza sono le più rivelatorie. Se sente che questo momento è il momento giusto per intraprendere un percorso psicologico, non rimandi e si conceda del tempo per se stessa. Spero di esserle stata di aiuto nonostante la situazione complessa che sicuramente andrebbe approfondita meglio. Per qualsiasi dubbio o difficoltà non esiti a contattarmi. Rimango a sua disposizione. Un caro saluto, Dr.ssa Irene Sibella...