Cos’è la fatica decisionale?
La fatica decisionale, detta anche stanchezza decisionale o affaticamento decisionale, è quel sovraccarico che si verifica dopo aver preso molte decisioni, derivante dall’esaurimento delle proprie energie mentali. Questo fenomeno è noto sin dagli anni ’90 in psicologia, e viene descritto come “la situazione in cui la propria abilità di fare scelte e di mantenere il controllo del proprio comportamento è messa in crisi a causa di ripetute prese di decisione intercorse durante la giornata”.
Sapere prendere decisioni è un’abilità fondamentale per la sopravvivenza.
Si stima che una persona prende in media ben 35 mila decisioni al giorno… praticamente trascorriamo gran parte della nostra vita a prendere decisioni!
Alcune sono molto semplici e possono anche essere prese in maniera meccanica a livello inconscio. Per esempio, decidere cosa mangiare, o cosa indossare, o cosa guardare in tv.
Altre sono più complesse e possono richiedere uno un lungo processo decisionale e uno sforzo cognitivo non indifferente. Degli esempi sono decidere come rispondere a un’email importante, accettare o meno un’offerta di lavoro o acquistare una casa. Alcune persone possono avere uno stile di vita che prevede prendere regolarmente un gran numero di decisioni di questo calibro.
Per esempio, un amministratore delegato affronta in media 139 complessi compiti ogni settimana.
Contrariamente a ciò che si può pensare, non sono le decisioni più complesse o importanti a farci affaticare di più. Secondo lo psicologo Baumeister, anche la più piccola e apparentemente insignificante decisione consuma le nostre risorse mentali. Basti pensare a quante volte ci siamo sentiti incapaci di scegliere o “congelati” di fronte a un ricco menù al ristorante o a una schermata di Netflix piena di possibili film da vedere.
Come si manifesta?
La fatica decisionale è paragonabile all'affaticamento fisico, potendo essere alla base di stress, rimpianti e comportamenti legati alla procrastinazione.
Si manifesta con una serie di segnali e sintomi che possiamo identificare per esserne consapevoli e gestirne più efficacemente l’impatto. Ecco i principali:
Scelte automatiche: Il segnale più evidente della fatica decisionale è l’incapacità di riflettere e valutare le opzioni a disposizione, scegliendo in modo automatico con un atteggiamento passivo.
Procrastinazione: La sensazione di fatica e sovraccarico può portare a rimandare anche attività molto semplici, come una riunione di routine.
Evitamento: Decidere di “non decidere” è un comportamento di evitamento che porta a ritardo nelle attività, evasione dalle responsabilità o delegare le scelte ad altri.
Indecisione: Si può avere un’estrema difficoltà nel fare scelte, con un’eccessiva riflessione su decisioni semplici, incapacità di decidere una linea d’azione, percezione di non riuscire a portare a termine il processo decisionale, tendenza ad avere ripensamenti circa le decisioni già prese e cambiare idea ripetutamente.
Decisioni impulsive: Si potrebbero avere reazioni impulsive o esplosive, che portano a prendere decisioni irrazionali sulla base di emozioni intense, con conseguente rimpianto o insoddisfazione.
Difficoltà di concentrazione: A causa del calo delle energie mentali, concentrarsi su un compito, ascoltare qualcuno o completare un progetto può diventare una sfida complessa, con un peggioramento delle prestazioni, soprattutto quelle di carattere intellettuale.
Esaurimento mentale e irritabilità: La stanchezza decisionale può portare a uno stato di nebbia mentale e mancanza di chiarezza, e allo stesso tempo a un’impossibilità di gestione delle emozioni, con un aumento della frustrazione e dell'irritabilità anche di fronte a piccoli inconvenienti.
Disagio fisico: Lo stress causato dalla fatica decisionale può manifestarsi fisicamente, con sintomi come mal di testa, scarsa resistenza fisica, debolezza, astenia, affaticamento degli occhi, problemi digestivi e nausea.
Perché troppe scelte possono essere un problema?
Baumeister spiega che la capacità degli esseri umani di controllare il proprio comportamento non è illimitata: può andare incontro a esaurimento.
Decidere qualcosa, in generale, richiede energia mentale.
Gli studiosi hanno osservato che ogni scelta che facciamo comporta un piccolo dispendio di energie mentali, che rappresentano una risorsa finita. Queste energie possono esaurirsi con le numerose decisioni che prendiamo quotidianamente.
La stanchezza derivante dal prendere decisioni e l’assenza di forza di volontà nel prenderne possono essere considerate come degli indicatori dell’esaurimento delle risorse interne.
L’esaurimento delle energie mentali comporta una riduzione della capacità di scelta per le decisioni future, in quanto ci porta a scegliere attraverso un “pilota automatico” e senza un’adeguata riflessione. Diventiamo meno abili nel controllare gli impulsi e più propensi a scegliere l’opzione che richiede il minimo sforzo e offre una gratificazione immediata. Per esempio, la fatica decisionale può portare a fare acquisti impulsivi, errati o poco allineati con le proprie reali preferenze.
Inoltre, quando abbiamo a disposizione molte informazioni ed alternative, sperimentiamo il cosiddetto “choice overload”, o sovraccarico da eccesso di opzioni disponibili. Più è alto il numero di opzioni, più lavoro stiamo dando alla mente. Tale sovraccarico mentale ci porta in uno stato di inerzia, in cui perdiamo la lucidità e la capacità di analisi per la presa di decisioni future.
Circa vent'anni fa, uno studio sul sovraccarico di scelta ha mostrato che un eccesso di opzioni può creare indecisione e confusione, portando a minori acquisti. Nell’esperimento si è osservato che i consumatori erano più attratti da un vasto assortimento di 24 gusti di marmellata, ma acquistavano raramente. Quando erano disponibili solo 6 gusti, invece, anche se si fermavano meno spesso, compravano dieci volte di più. Insomma, è chiaro che un ridotto numero di scelte favorisce la presa di decisione e la rende meno stressante.
In un esperimento più recente, è stato studiato il sovraccarico di scelta monitorando l'attività cerebrale di soggetti con risonanza magnetica funzionale mentre sceglievano tra insiemi di 6, 12 o 24 opzioni.
È stato osservato che l'attività in specifiche aree del cervello era più intensa con 12 opzioni, considerate il numero "giusto", mentre risultava inferiore con 6 e 24 opzioni, percepite come "troppo poche" o "troppe". Secondo gli studiosi, con un numero ottimale di scelte compreso tra 8 e 15, il cervello si sforza al meglio nell’attesa della ricompensa. Tuttavia, nella vita quotidiana, le persone tendono a preferire un ampio ventaglio di opzioni, attratte dalla libertà di scegliere più che dall'impegno mentale che una scelta comporta.
Riassumendo, più decisioni si prendono e più sono le opzioni disponibili, più ognuna di esse diventa difficile. Di conseguenza, le decisioni che prenderemo in seguito saranno meno ponderate, meno ottimali, di qualità inferiore, o del tutto sbagliate. Oppure potremmo sperimentare azioni impulsive, esitazione, procrastinazione o totale evitamento delle decisioni.
Fattori che contribuiscono alla fatica decisionale
Esistono dei fattori che contribuiscono alla fatica decisionale. Ecco i principali:
Aver già preso molte altre decisioni durante la giornata: Il numero di decisioni è proporzionale all’esaurimento delle energie mentali.
Aver dovuto mantenere l’autocontrollo: Anche questo, come la presa di decisione in sé, consuma risorse interne, portando ad esaurirle più velocemente.
Orario del giorno: È stato osservato che con il trascorrere della giornata si diventa sempre più incapaci di resistere alle tentazioni e di prendere scelte ponderate, mentre la mattina si è più lucidi e più moralmente integri.
Mancanza di sonno e stanchezza fisica: La deprivazione di sonno e la stanchezza fisica diminuiscono la flessibilità mentale, la creatività, la memoria e la concentrazione, fattori che incidono sulla capacità di giudizio e aumentano le probabilità di incorrere in fatica decisionale.
Stress: Lo stress aumenta il carico cognitivo e rende il processo decisionale ancora più difficile, creando un circolo vizioso di scelte sbagliate e aumento dei livelli di stress.
Grandi responsabilità lavorative: Per chi svolge professioni che comportano numerose scelte che possono avere conseguenze significative, come medici o imprenditori, il processo di affaticamento mentale risulta accelerato.
Perfezionismo e tendenza alla ruminazione: Alcune persone, per via della loro personalità, desiderano rendere perfetta ogni decisione, il che aumenta la pressione su sé stessi e prosciuga velocemente le energie mentali.
Conseguenze e implicazioni sulla salute mentale
La fatica decisionale può avere un impatto significativo su molte aree della vita, portando a delle conseguenze negative. Ecco le principali:
Declino della qualità delle decisioni e difficoltà nei compromessi: La mancanza di lucidità porta a scegliere in modalità automatica o a non impegnarsi in compromessi, perché ci si sente sopraffatti dalle opzioni e dal lavoro mentale da fare per valutare la situazione.
Riduzione dell'autocontrollo: Con l'esaurirsi delle risorse mentali, si esaurisce anche la capacità di autoregolarsi, con conseguenti comportamenti impulsivi, come affrettare attività importanti o mangiare cibi non salutari.
Scorciatoie mentali e pregiudizi: In uno stato di fatica decisionale, è più facile affidarsi a bias cognitivi, pregiudizi e stereotipi nella presa di decisioni, piuttosto che valutare attentamente la situazione.
Riduzione della produttività e burnout: Sul lavoro, la procrastinazione continua e la stanchezza mentale possono portare a prestazioni scadenti a lavoro o persino a un vero e proprio burnout, caratterizzato esaurimento mentale ed emotivo, distacco e risultati scarsi.
Tensioni interpersonali: L'affaticamento decisionale può portare essere irritabili, poco pazienti e frustrati, contribuendo a creare conflitti e incomprensioni quando si interagisce, con ripercussioni sulle relazioni interpersonali familiari, lavorative e sociali in generale.
Strategie per ridurre la fatica decisionale
Tutti possiamo soffrirne di fatica decisionale nel corso della vita. Tuttavia, esistono una serie di strategie che possiamo mettere in atto per prevenirla e mitigarne gli effetti. Ecco le principali:
Organizzare la giornata: Assicurarci di affrontare il carico decisionale più importante al mattino, quando le risorse mentali sono maggiori, ed evitare di prendere decisioni importanti o significative a fine giornata, momento riservato ad attività che non richiedono troppo sforzo e decisioni triviali.
Avere una routine: Le abitudini giornaliere alleggeriscono la quantità di decisioni da prendere in un giorno. Rispettare una routine e acquisire automatismi ci permette di adempiere ai nostri compiti senza dovere prendere troppe decisioni. Per esempio, mangiare e dormire alla stessa ora e stabilire degli impegni regolari e fissi, come andare in palestra negli stessi giorni.
Limitare le distrazioni: Spegnere i dispositivi tecnologici per qualche ora al giorno è molto utile per prevenire la fatica decisionale, dato che i nostri cellulari e laptop ci inondano di stimoli costringendoci a prendere continuamente piccole decisioni.
Stabilire le priorità: Prima di tutto, è importante analizzare tutte le decisioni che dobbiamo prendere e trasferire le responsabilità e delegare a qualcun altro le decisioni che non ci spettano. Una volta fatta chiarezza sulle decisioni da cui non possiamo scappare, dovremmo stabilire un ordine di priorità in base all’importanza e all’impatto che potrebbero avere, in modo da dedicare il tempo giusto alle decisioni più significative.
Semplificare la scelta: Di fronte a tante opzioni, è bene ridurre le scelte a 2 o 3 al massimo, per velocizzare il processo decisionale. Per farlo, può essere utile fare una lista di pro e contro o confrontarci con qualcuno di cui ci fidiamo.
Gestire le emozioni: Per prendere decisioni consapevoli, è importante controllare le nostre emozioni, aspettando che i picchi di alti e bassi, come un momento di ansia o di estrema pigrizia, vadano via. In questo modo, possiamo evitare che la paura di sbagliare e la tendenza al perfezionismo ostacolino le nostre scelte o ci paralizzino.
Garantire un giusto apporto di zuccheri: Per prendere decisioni, il cervello utilizza glucosio. Quando siamo a stomaco vuoto, la carenza di zuccheri nel sangue fa diminuire la nostra capacità di prendere decisioni valide e aumenta la probabilità di essere impulsive. Questo è stato dimostrato anche da un recente studio israeliano condotto in ambito giuridico, che ha evidenziato come la distanza dall’ultimo pasto influenzasse la clemenza dei giudici e l’esito delle sentenze.
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Oggi ad esempio abbiamo parlato della fatica decisionale.
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