Rapporto conflittuale con mio padre
salva a tutti, so che ci saranno altri 100 milioni di casi come i miei e che io a 20 non avrei mai pensato di poter arrivare a chiedere un consiglio a qualcuno ma ora sono arrivato al limite. parto subito col dire che da quando ho memoria fino alla fine del liceo (2 anni fa) ho fatto sempre, e ripeto, SEMPRE, ciò che volevano i miei genitori: sport, scuole, vacanze, scelte di vita, tutto insomma. tutti mi dicevano che avrei fatto strada se avessi giocato a calcio ma ovviamente i miei non erano d’accordo e dunque mi hanno obbligato a fare nuoto, sport per cui non è che fossi così portato e che detestavo con tutto il mio cuore. per non dimenticarci della scuola, ovviamente come mio fratello aveva scelto di sua spontanea volontà di fare lo scientifico, e nonostante io fossi negato nelle materie scientifiche i miei mi hanno obbligato a fare la stessa strada di mio fratello. risultato? sveglia alle 5:30 ogni giorno, per 5 anni di fila, stare in autobus un’ora, stare altrettanto in attesa che la scuola aprisse, sotto il sole, sotto zero, con pioggia, neve, grandine. ma se l’attesa era tanta la mattina, pure il pomeriggio rientravo alle 16:30/17 ogni giorno, per poi mettermi a studiare fino a tardi. nonostante ciò non sono mai stato bocciato, ho sofferto ogni singolo giorno del liceo, stavo male, avrei preferito morire piuttosto che andare a scuola il giorno dopo, ma ciò agli occhi dei miei non era niente, non se ne accorgevano nemmeno.
i problemi più grandi sono arrivati dopo la maturità, ero indeciso su cosa fare, non sapevo che facoltà fare e dunque, per non buttarmi a caso su una disciplina tanto per ho deciso di provare a lavoricchiare intanto che mi schiarivo un po’ le idee, è così è stato. dopo qualche mese ho capito quale fosse la mia strada, ma anche qui ai miei non andava bene, sopratutto a mio padre. diceva che avevo bisogno di uno psicoterapeuta solo perché la mia passione non era andare all’università ma fare un corso formativo. piuttosto che farmi fare ciò che io amavo, e amo fare perché ora sto facendo ciò che voglio, mio padre voleva farmi andare a lavorare in un supermercato o in una mensa scolastica: infatti mi mandò a fare i colloqui ma io dissi ai direttori che non mi interessava. da quel momento mio padre mi ha fatto pesare ogni singola cosa, parlando con mia madre e mio fratello dicendo che non ho voglia di fare niente, che non so cosa voglia fare della mia vita, tra l’altro parlando a bassa voce con me nell’altra stanza.
un altro aneddoto, quando facevo la patente, la proprietaria dell’autoscuola aveva due date per farmi l’esame, distanti tra di loro di 1 settimana: io scelsi quella dopo per essere più sicuro. anche qui mio padre mi rimproverò pensantemente dicendomi che se non mi butto a fare le cose non capirò mai nulla nella vita. tutto questo solo perché io volevo fare le cose fatte bene.
anche mia mamma ha messo del suo, sempre, ma nel profondo penso che lei non sia così, lo fa perché ha paura di affrontare mio padre.
sono arrivato a un punto in cui ogni cosa che faccio mi viene criticata, ogni scelta, ogni cosa che dico. sono anche arrivato a sentirmi a disagio se mio padre è nella stessa stanza con me, talvolta mi capita anche con mia madre. sono arrivato al punto che piuttosto che sentirmi dire qualcosa da mio padre preferirei andarmene e dimenticarli per sempre.
so che ci sono molti come me forse, ma se qualcuno mi potesse dare una mano su come affrontare questa situazione, ne sarei molto grato, grazie.