Domande su Genitori e Figli Domande e Risposte su genitorialità e rapporto con i figli
Situazione complicata con mio figlio
Buongiorno, ho 45 anni e un figlio di 23 appena laureato e prosegue ancora con la magistrale. Appena maggiorenne se no anche poco prima gli ho detto che per le relazioni sessuali deve usare i preservativi, che deve stare attento alla compagnia perché ci sono tante malattie trasmissibili sessualmente, avere una ragazza stabile. Ho scoperto tre mesi fa che mio figlio aveva contattato online delle donne di facili costumi dicendo a loro che è timido e non ha esperienze, ieri ho scoperto ancora, cercando nel suo cellulare e risalendo al mese di giugno che ha fatto sesso con una donna matura (credo la mia età dopo il viso) che ha pure un bambino piccolo, anche sesso orale e a tre se ho capito bene anche con il compagno di lei. Mio figlio aveva rifiutato la proposta di penetrare anche lui. Quando si danno appuntamento viene suo marito, compagno che è e lo prende dal parcheggio. Lei fa sesso anche con altri ragazzi di età tra 21-25 anni. La situazione mi pare pericolosa perché mio figlio è studente, non lavora, non ha soldi, non viene con soldi estranei o altre cose comprate a casa per pensare che sia pagato, nei messaggi parlano anche di video mentre fanno sesso e io penso che questi qua lo fanno sentirsi bene per qualche mese per poi ricattarlo o obbligarlo a fare altre cose per loro. Ho paura di trovarlo morto sulla strada perché mi pare un circolo vizioso non solo una curiosità di momento. Lei lo incita con foto e messaggi e gli da appuntamento nella sua zona. Mio figlio non è mai stato una persona aperta anche se io sono stata sempre mamma amica e abbiamo fatto tutto per lui (io sono al secondo matrimonio, figlio è mio, ma mio marito l'ha sempre trattato e curato come fosse suo). Ultimamente e con mia sorpresa mi ha accusato che io l'ho obbligato a studiare che lui non vuole fare niente, secondo me starebbe tutto il giorno nel letto su questi gruppi di sesso, visto che va all'università e non fa nient'altro, fine settimana esce con gli amici, tutti maschi, ma a questo punto credo che va anche da quella li, anche in settimana quando mi dice che va a fare un giro con un amico. Non so come procedere, adesso e in vacanza, lontano da quella li, vorrei parlare con lui in modo chiaro e senza velli e appena gli prendo il cellulare contattare anche quella li e bloccarla. Ho paura che non cercherà mai una ragazza normale e non uscirà mai da questa situazione che pare gli piace abbastanza. La scorsa settimana si piangeva che ha un'afta enorme in bocca, che pensa lui sia per qualcosa che ha mangiato, ma lui non ha mai avuto le afte. Ho trovato preservativi nella sua camera, ma con sesso orale a lei non credo che può usarli. Cosa mi consiglia? Come abbordare questo problema? Vorrei farli fare tutti gli esami per le malattie sessualmente trasmissibili, gli metterò la localizzazione del cellulare e al massimo non avrà acceso alla macchina, non so cosa fare!
0 risposte - LeggiGiochi di sessualità per bambini e tra bimbi: cosa fare?
Salve, mia figlia (5) è stata coinvolta per due volte dal cuginetto di 6 anni in giochi "sessuali", lei racconta che lui le ha chiesto di togliere il costume e di fare l'amore, quindi le dava dei baci in bocca e anche quando lei non voleva più lui insisteva di dargliene ancora e le diceva che doveva amarlo per forza, poi mi dice che si sono annusati le parti intime. La prima volta che me lo ha raccontato mi sembrava imbarazzata ma non sono riuscita a capire se lei era d'accordo che tutto ciò accadesse oppure no. Mi dice che non voleva fare quel gioco ma che si è presa coraggio e l'ha fatto (testuali parole) la seconda volta che è accaduto mentre lo raccontava mi sembrava più tranquilla ma ripeteva che lei non avrebbe voluto, non so però se lo diceva come per tranquillizzarmi o perché davvero si è sentita obbligata... in ogni caso come devo comportarmi? Premetto che (anche se con fatica ) ho sempre cercato di tenere un atteggiamento tranquillo e distaccato quando le chiedevo a cosa stavano giocando sotto le coperte... mio marito dice che dovrei evitare che restino da soli, come posso gestire la situazione ed evitare che avvengano questi giochi sessuali tra bambini? Grazie per la vostra risposta
2 risposte - LeggiLa fidanzata di mio figlio
Buona sera, mio figlio 25 anni, piuttosto timido nel confrontarsi con il mondo ma comunque ha fatto il suo percorso di studio universitario e si è laureato, ora lavora ed è soddisfatto della sua posizione, fin qui nulla da dire, sono circa quattro anni che frequenta una ragazza della sua stessa età, ci è stata presentata, ed abbiamo aperto le porte di casa nostra pensando di portre dentro una figlia, abbiamo conosciuto la famiglia allargata di lei e quindi tutto bene, quando sono stati fatti gli inviti per un caffè da parte nostra ai genitori di lei tutto bene sino al giorno dell'invito che è stato declinato con un whatsapp, in seguito abbiamo avuto un lutto, la mamma della ragazza mi ha telefonato facendomi le condoglianze, lei si è offesa perchè dovevamo passare a prenderla mentre facevamo il tragitto da MILANO A VERCELLI con la salma per portarla alla cerimonia, cosa che non abbiamo fatto perchè impossibile far deviare un corteo funebre, li si è offesa e non si è più fatta vedere, continuando ad uscire con mio figlio, sino a quando dovevano partire le vacanze, ed io ho chiesto a mio figlio se era possibile salutarla prima che partissero, si è presentata come nulla fosse ed io non ho accennato nulla lasciando stare il passato, poi nulla sino a Natale, quando avevamo dei parenti che ci tenevano a conoscerla, la ragazza era al telefono con mio figlio e questa parente chiede di parlare con la ragazza, per invitarla a cena, lei in modo maleducato butta giù la comunicazione, arrabiandosi molto e rimanendo una settimana senza chiamare mio figlio, lui innamorto perso l'ha perdonta, io non so darmi spiegazioni su dei comportamenti così infantili, ho solo paura che un giorno anche mio figlio con una compagna così tagli i ponti con la famiglia, lui evita i discorsi su di lei, però vedo che soffre e non sfoga nulla come devo fare per non perderlo e forse fargli capire che pure sia una brava ragazza non sia la persona giusta per lui. La ringrazio anticipatamente.Saluti
2 risposte - LeggiNon riesco a dimostrare affetto
ciao a tutti, mi chiamo alessandra e sono nuova del sito. mi scuso da subito per il messaggio lunghissimo ma mi sono decisa solo adesso a rivolgermi ad uno psicologo. metto questa domanda sotto la sezione "genitori e figli" perchè credo sia il problema principale, ma come vedrete poi non è l'unico. spero davvero che accoglierete questa mia domanda e risolverete il mio problema. non so se sia un problema adolescenziale (ho 20 anni) o solo psicologico ma sono in questa condizione da molti anni... più o meno da quando ero alle medie. vivo con un costante senso di pressione e pretendo moltissimo da me stessa (all'università ho una media del 30). in genere sto bene, anche se sono sempre abbastanza sulle mie e sulla difensiva, non solo nei confronti degli estranei ma anche nei confronti di amici, parenti, genitori e anche del mio ragazzo, con cui sto da 4 anni. gli unici momenti in cui non mi sento sotto pressione sono quando faccio equitazione, per il resto sono sempre sotto pressione... non perchè gli altri mi ci mettano, mi metto da sola sotto pressione, quasi involontariamente... mi sento come se stessi sbagliando tutto, come se non facessi mai abbastanza, arrivando anche ad avere momenti di crisi dove inizio a piangere e non smetto prima di 30/45 minuti.
ci sono veramente tante cose da dire e probabilmente avrei bisogno di una vera seduta psicologica...
vivo con un costante peso su di me, per vari motivi:
1- non riesco a dimostrare affetto nei confronti dei miei genitori. con altre persone non ho questo problema, solo con loro. questo da sempre... mai un "ti voglio bene", se non quando mi forzavo a farlo, mai un abbraccio, eppure ho questo desiderio immenso di farlo, di essergli più vicina ci sono tantissime occasioni in cui avrei voluto ballare il valzer con mio padre, ad esempio, ma per qualche motivo ho sempre evitato, vergogna o altro. ho paura di questa cosa... i miei genitori hanno 60 anni e non avrò più molto tempo con loro... fra una decina d'anni sarò già via di casa e sento che sta passando tutto davvero troppo in fretta, come se non avessi mai vissuto il classico rapporto "genitori e figli", come se non fossi mai stata davvero con loro... eppure non mancano momenti in cui stiamo tutti insieme, e il problema non credo sia l'infanzia perchè ho avuto un'infanzia bellissima.... non sono neanche loro il problema, perchè sono molto calorosi e sempre presenti se ho bisogno... sono dei genitori fantastici... a tutto questo, al fatto che non mi sembra di aver passato vero tempo con loro, ho dato la colpa al fatto che a partire dalle superiori ogni weekend ero fuori di casa e non sono mai stata davvero con loro... son una persona estremamente indipendente e non ho mai avuto problemi ad andare in giro ecc... ultimamente, l'unico momento dove credo di aver rimediato un po' a questo problema è stato qualche settimana fa: mio zio è morto e io sono stata l'ultima persona a vederlo...appena prima di andar via ho superato il mio blocco e gli ho stretto la mano (quando ero piccola, mi ero sempre rifiutata di farmi toccare da lui e dagli altri parenti). è morto dopo poche ore... li ho sentito di aver rimediato parzialmente e ne sono stata felice... perchè ce l'ho fatta ad esprimere un gesto di affetto prima che fosse troppo tardi.
2- sento che la mia vita mi sta scivolando tra le mani, e io sono bloccata con lo studio, con l'obiettivo di fare carriera, ma sento di stare perdendo tutto il resto (rapporto con i miei genitori compreso)
3- il tema sesso e tutto quello che vi è collegato per me è taboo... non so perchè, non so se è normale... questo mi succede però, anche li, solo in famiglia... con amici o con il mio ragazzo non ci sono problemi, anche se credo di non riuscire ad avere un vero rapporto sessuale con lui, per questo motivo...
come vedete sono piena di problemi... sinceramente credo che ce ne siano altri, nascosti sotto la superficie, però non so cosa farci... nel tempo li ho sempre sminuiti, dando importanza ad altre, oppure ho sempre cercato di risolvermeli da soli... ma ultimamente ho un peso sul cuore che non so proprio come togliere.
spero mi aiuterete...
grazie in anticipo,
ale
Quando il rapporto con la suocera altera il tuo equilibrio.....
Salve,
Ho 28 anni e ho un bambino di quasi un anno. Prima della nascita di mio figlio tutto era perfetto, mi sentivo felice e serena psicologicamente, stavo per realizzare il sogno di creare una mia famiglia e mai avrei immaginato di trovarmi nell'ansia che mi accompagna da un anno a questa parte. Il mio problema, ahimé, sono i miei suoceri, che ovviamente stanno minando anche il rapporto con il mio compagno. Dopo la nascita del mio bimbo ho cominciato a notare atteggiamenti strani e eccessivi soprattutto di mia suocera, la quale ha cominciato da subito ad atteggiarsi da seconda mamma: in più di qualche occasione ha detto a me e a terze persone che il bambino non era mio ma suo, quando piangeva correva lei a prenderlo su per consolarlo, me lo prendeva dalle braccia in ogni occasione e quando siamo da loro non fanno altro che passarselo dalle braccia senza considerarmi, mettendomi a disagio; se devo allattarlo fanno finta di non sentire per non darmelo e, per giustificare il tutto, lei continua a dire che questo è l'unico modo di godersi il nipote. Adesso che ha cominciato a mangiare, vogliono fargli assaggiare qualsiasi cosa di mano loro, nonostante io abbia detto di essere contraria (ci avevano già provato ancora quando era piccolino).
E tralasciando il fatto che inizialmente passavano il tempo a paragonare il nipote al papà e alla loro famiglia in tutto e per tutto! Ogni cosa faceva, anche il modo di sbadigliare, assomigliava al papà o a qualche loro parente. (Parlo di una famiglia che voleva un nipote maschio per portare avanti la razza...parole loro)
La mia impressione è che mia suocera continui a voler sottolineare le origini paterne del nipote e il suo ruolo in questo ( continua a rivolgersi al bimbo fin da quando era piccolo fantasticando sul fatto che lui una volta cresciuto andasse a dormire da lei o che andasse a trovarli senza genitori).
Io, vedendo l'atteggiamento e essendo già prevenuta di mio sulla categoria "suocere", ho cominciato subito a mettere paletti, a dire quello che non mi andava e a pretendere di andare a trovarli solo con il mio compagno una volta a settimana. Ero e sono fermamente convinta che se non avessi messo questi paletti, mi troverei in una situazione ancora peggiore di possessività.
Qui però entra in gioco il mio compagno, che si è rivelato essere un gran mammone! Non solo ha sempre giustificato la mamma quando ho espresso il mio disagio, ma anzi pretendeva che la coinvolgessi nella mia vita e nell'accudimento di mio figlio vedendola più volte a settimana. Quando gli ho spiegato che non me la sentivo, sono passata per cattiva e ingrata.
In più, se c'è da fare qualcosa, qualche weekend fuori porta o altro, vuole sempre coinvolgere i genitori e passare tempo con loro per fargli godere il nipote.
A tutt'oggi questo è motivo di discussione tra noi, a tal punto che i miei sentimenti per lui sono cambiati, perché non mi sento considerata e rispettata. Questa situazione mi sta portando al limite, mi sveglio la notte e non riesco più a dormire; quando andiamo a trovarli sono sempre tesa e agitata e ogni piccola cosa mi fa scattare. Avrei bisogno forse di trovare un lavoro o qualcosa che mi impegni, ma so già che sarei obbligata a lasciare mio figlio ai suoceri, senza poter scegliere i miei genitori o il nido, e non voglio nel modo più assoluto, anche perchè non mi fido di loro, hanno un modo di vedere le cose completamente diverso dal mio e più volte a casa loro ho assistito a litigate brutte, alle quali non voglio dover far assistere il mio bimbo. Tutto questo sta rovinando la nostra vita di coppia oltre al futuro del mio bambino, al quale non voglio negare dei genitori uniti. Mi sono fatta mille domande, se sono sbagliata io, o se magari vedo la cosa in modo esagerato. Inutile dire che a volte riescono a farmi sentire in colpa. Sono sempre stata una persona buona, paziente e rispettosa. E adesso non mi riconosco in come questa situazione mi sta trasformando. A volte mi sento cattiva e mi spaventa dirlo, ma non posso negarlo, credo di provare una sorta di odio nei loro confronti, sentimento mai provato prima.
Io da quando è nato mio figlio non riesco più a sopportare e a far prendere decisioni agli altri per me. E questo il mio compagno l'ha notato, dicendomi che sono cambiata e diventata scontrosa, lontana dalla persona di cui si era innamorato. Vorrei solo ritrovare la serenità e l'equilibrio con lui, ma a volte ho l'impressione che l'unico modo sarebbe accontentarlo e cedere.
Piccolo dettaglio forse irrilevante per voi, ma che per me ha inciso in parte, le frasi di mia suocera sul fatto che il nipote fosse suo e il suo comportamento di possessività non sono mai riuscita a sopportarlo anche perchè un anno e mezzo prima avevo perso un bimbo al nono mese di gravidanza....non pretendo che capisse le mie paure iniziali con la nascita del secondo bimbo, ma un minimo di sensibilità e rispetto credo dovesse averla.
Mi odio, cosa posso fare?
Gentili dottori,
Sono Claudio, ho 23 anni e ho già fatto psicoterapia per un periodo di 10 mesi, da Marzo a Dicembre 2017.
Scrivo di una situazione per me tanto confusa quanto recente. Il mio problema è che dentro di me c'è una voce che quando non viene soffocata mi ricorda che mi odio, me lo urla. Disprezzo me stesso per la mia debolezza, per la mia lunaticità, per non riuscire a essere autentico con le persone a cui tengo. Non mi piaccio fisicamente ed è per me un'ossessione, ma prima di iniziare a fare palestra per irrobustirmi ho cominciato a sospettare che il mio problema sia ben diverso da una semplice dismorfofobia: sospetto che quanto mi sta accadendo da un po di anni sia il risultato di un'infanzia in cui sono arrivato a idealizzare i miei genitori per non provare ira e frustrazione per la loro educazione repressiva (e a tratti violenta). In sintesi, sospetto che dentro di me ci sia una rabbia che non trova espressione, derivante da una "pedagogia nera" e che mi porta al giorno d'oggi a odiarmi, mi trovo infatti ridicolo e gradualmente sto perdendo le speranze di amarmi. Ho l'abitudine da 5 anni di tenere un diario, nel quale non scrivo sistematicamente quanto accaduto ogni giorno: preferisco invece usarlo come valvola di sfogo, senza appuntamento, quando mi va lascio che i miei pensieri si imprimano senza filtri sulla carta. Per carattere sono introspettivo e cerco di ascoltarmi, qualunque emozione io stia provando. Ma fare lo psicologo di me stesso non è semplice, soprattutto perché non ho una sincera autostima e mi giudico a ogni piè sospinto. La consapevolezza del mio odio è arrivata dalle pagine del mio diario datate 6 mesi fa. Nel mio ultimo percorso di psicanalisi ho compreso infatti che ho soffocato per tutti gli anni del liceo questo odio verso me stesso creandomi un'immagine ideale di me stesso, quasi un "supereroe": sono stato figlio modello, studente modello, amico modello, ragazzo pacato e sempre incline all'ascolto. Insieme al mio dottore abbiamo superato questa visione, ma da quel momento mi sono sentito "nudo". Ho provato a ricostruire un'autostima (questa volta autentica) ma non ci sono mai riuscito, in questo quadro ho avuto anche la mia prima delusione amorosa e sono stato lasciato all'improvviso dal ragazzo che amavo. Mio padre non ha accettato completamente la mia sessualità e con lui il rapporto è molto complicato: da un po' di tempo non gli voglio più bene, ma non me ne vergogno, avrà le sue responsabilità senz'altro. I miei genitori si sono separati quando avevo 8 anni, da lì mio padre è passato da essere il mio dio a una persona che a tratti odiavo, perché non viveva più con me e anzi, dopo poco tempo ha conosciuto la sua attuale moglie. A livello razionale non mi sento geloso, ma chissà cosa bolle in pentola da anni. Il risultato è che adesso lui vorrebbe vedermi in modo più leggero, per venirmi incontro e aiutarmi a sentirmi di nuovo legato a lui, se non come un padre almeno come un amico. Ma non ne ho voglia, e se a volte mi sento in colpa più sovente mi sento saldo nella mia decisione. In conclusione, anche questo "voltafaccia" con mio padre mi sta facendo pensare di covare una rabbia inespressa, motivo della mia autostima bassa, o forse del tutto assente. Voglio cambiare la mia vita e amarmi, non ha senso la vita senza l'amore per se stessi: non sarei capace di amare nessun altro, perlomeno non in modo sano. E a 23 anni sento di consumare nell'odio quelli che potrebbero essere i miei anni migliori. Voglio far rivivere quel bambino che a un certo punto è diventato adulto di colpo. Vorrei sapere se un percorso psicologico nel mio caso può essere d'aiuto e se secondo voi, per quanto potete leggere, io abbia fatto centro e in qualche modo abbia capito da dove deriva la mia frustrazione. Grazie in anticipo per il cortese interesse, cordiali saluti.
Figlio gay che non dice di esserlo
Salve, mio figlio, 14 anni, senza essere spinto da noi genitori (aveva visto un ragazzo il cui genere era difficilmente intuibile), un giorno ci ha detto che non sa se sia omossessuale o etero, non sente uno stimolo da un lato o dall'altro. Lo abbiamo confortato, dicendogli che qualunque sia il suo orientamento, per noi non sarebbe cambiato nulla, eccetto il fatto (gli ho fatto notare) che avrei preferito fosse etero non per me, ma perché per un omosessuale la vita può essere più difficile (sono certo che lo sia) ma che in ogni caso lo avremo aiutato. Però, recentemente, ho scoperto controllando il suo PC che ha una relazione a distanza con un ragazzo di un altra nazione e suo coetaneo, con cui scambia fotografie (volto e petto nudo) e parole d'amore e qualche battute sessuale. Non ci ha detto nulla, e non so come intervenire e se devo farlo. Mi sento in colpa per aver invaso la sua intimità, ma preferirei non scambiasse foto online (questo cerco di ripeterglielo a più riprese, di stare attento quando naviga in rete) e non vorrei forzarlo a fare coming out, vorrei lasciargli il suo tempo. Io è sua madre cerchiamo di essere aperti, fin da piccolo, quando nei cartoni o film vedevamo con lui scene di scambio di affetto fra omosessuali, gli abbiamo spiegato che alcune persone sono cosi e vanno rispettate e per loro quella è la normalità, l'amore può andare al di là del rapporto uomo/donna, mi rendo conto però che, credo causa il nostro venire dagli anni 80, più volte abbiamo fatto qualche battuta (noi o nostri amici o familiari) a sfondo omofobo, più forte di noi. Non vorrei quindi averlo confuso in qualche modo o avergli fatto venire meno la fiducia nei nostri confronti. Inoltre, mi chiedo se il suo orientamento sia già consolidato o sia ancora in una fase di sperimentazione malgrado il suo rapporto a distanza e quanto dovrei essere permissivo in questo ambito. Come dovrei comportarmi? Grazie
2 risposte - LeggiMia madre è la mia rovina.
Buongiorno a tutti.
Parto dal presupposto che non riuscirò ad essere breve, per il semplice fatto che per arrivare al mio problema devo raccontare 40 anni di vita.
Sono cresciuta con una madre molto fredda, incapace di darti un bacio o un abbraccio, incapace di dirti che ti vuol bene e onestamente parlando, non ricordo nemmeno più quando è stata l'ultima volta che ho ricevuto da lei una di queste cose (probabilmente quando ero piccola).
Mio padre è sempre stato abbastanza assente, preso dal lavoro e concentrato sull'altra figlia che ha avuto da un matrimonio precedente.
Anche mia madre ha avuto un matrimonio precedente e infatti siamo una famiglia allargata e come spesso accade in queste circostanze, disfunzionale.
Tra me e la mia sorellastra c'è sempre stato astio, lei si è sempre eletta l'unica figlia di mio padre, dicendo che mia madre, i miei fratelli ed io, non eravamo altro che estranei.
Mia madre a tutto ciò ha sempre risposto con litigate con mio padre che a sua volta, invece di affrontare il discorso e magari limare la situazione, si limitava a non risponderle e così partivano gli interminabili giorno in cui non si rivolgevano parola e inevitabilmente tutto questo portava malumore in casa.
Con i miei fratelli ho un buon rapporto, ma è evidente che anche loro hanno risentito della situazione perché siamo cresciuti in una guerra familiare continua, protratta per tutta la nostra vita.
Come dicevo in apertura, mia madre, oltre ad aver fatto guerra a mia sorella sin da quando ho memoria, è stata una madre fredda, criticante, asfissiante, aggressiva, umiliante, giudicante, praticamente ha tutti i tratti di una personalità narcisista. Lo è stata sia con i miei fratelli (entrambi maschi), ma in particolar modo con me.
All'età dei miei 7 anni, ho iniziato a soffrire di ansia ed attacchi di panico che si sono protratti per circa 25 anni.
Sono andata da psicologi, psichiatri, ho fatto persino terapie farmacologiche, in quanto capitava molto spesso (soprattutto di notte), che avessi bisogno di correre al pronto soccorso perché la sensazione di morte imminente era così palpabile, che sembrava davvero potesse arrivare da un momento all'altro.
Arrivavo in pronto soccorso completamente in tachicardia, tant'è che ogni volta mi facevano le analisi per gli enzimi del cuore, per assicurarsi che il mio cuore non avesse riportato danni.
Dopo anni passati tra terapie e pronto soccorso quando non riuscivo più a gestire gli attacchi di panico (preciso che mia madre anche quando doveva portarmi in pronto soccorso, mi trattava male perché scocciata che l'avessi svegliata nel cuore della notte per andare in ospedale, come se io mi stessi divertendo insomma), ad ogni modo dopo anni di terapie che non si rivelavano funzionanti, sono giunta ad una conclusione: ovvero ho semplicemente aperto gli occhi.
Ho iniziato a studiare psicologia in maniera autonoma e sono giunta alla conclusione che tutto il mio malessere, derivava non da malattie fisiche o mentali, ma dalla mia famiglia.
Buttai via i farmaci e da allora non ho più avuto un attacco di panico e non sono finita più in ospedale (sono circa 8-9 anni che ne sono uscita), ho imparato a gestire l'ansia, a controllarla e a non farla sfociare in panico.
Per me questa è stata la sfida più grande che ho superato, perché l'ho fatto da sola, quando sono diventata consapevole che tutto quello che mi succedeva, era solo perché il mio corpo e la mia mente stavano manifestando il loro malessere.
Tengo a precisare che sono una persona con molto carattere e purtroppo ho ereditato anche molti atteggiamenti di mia madre che cerco di limare, ma non è facile.
Tornando ad oggi, il mio problema è sempre lei, mia madre.
Ho quasi 40 anni e purtroppo per motivi economici, son costretta a vivere ancora con lei e mio padre.
Sto aspettando la fine di un concorso che se sarà positivo, mi permetterà di potermi distaccare finalmente, anche se mi dispiace perché adesso sono anziani, ma io non ne posso più.
Mia madre continua a criticarmi, a farmi sentire di troppo, non accetta il mio compagno che non gli ha fatto nulla, cerca di litigare per qualsiasi cosa e sinceramente alla soglia degli 80 anni, mi chiedo ancora dove trovi le energie fisiche e mentali per litigare costantemente con me.
So che è frustrata, ma il problema è che la sua frustrazione la scarica su di me litigando e io non ce la faccio più.
Voglio andar via il più possibile da lei, ma dall'altra parte so che è anziana e non so per quanto ci sarà ancora. Io non la odio, ma non la amo nemmeno. Come difesa dai suoi continui attacchi, mi sono completamente disinteressata a tutto ciò che riguarda questa famiglia e penso soltanto ai fatti miei. Lo sò che è brutto, ma sto cercando di tutelare me stessa perché mi son resa conto che mia madre è stata la mia rovina, colei che mi ha fatto soffrire, colei che mi ha fatto diventare anche un pò aggressiva come lei in generale, ma anche colei che mi ha fatto diventare la persona forte che sono oggi.
Non so che consiglio potreste darmi sulla base di tutto ciò che ho scritto. Con lei è impossibile parlare perché per lei la colpa non è mai sua e non sa parlare, ma solo urlare e io non ho più voglia di ascoltare le sue urla.
L'unica soluzione forse è che vada via il prima possibile. Non sono una psicologa, ma mi piacerebbe chiedervi se anche per voi è possibile che mia madre, sulla base di ciò che vi ho raccontato, possa essere davvero una narcisista.
Chiedo scusa se non sono stata breve, ma per arrivare al mio problema disfunzionale con mia madre, era necessario mettervi al corrente in grandi linee di ciò che è sempre stata la mia vita dall'infanzia, ad oggi.
Grazie...
Come comportarsi con un bambino troppo sensibile?
Buongiorno
Ho un bambino di quasi 7 anni,molto sensibile.
Ha una dolcezza e delicatezza molto bella..ma che ultimamente sto avvertendo come un po’ opprimente
Mi sembra che sia fin troppo attaccato a me,al mio giudizio,a come sto,se sto bene,se sono contenta..
Mi guarda spessissimo in ricerca del mio sorriso,mi chiede spesso dopo che ha giocato,se è stato tranquillo,se è stato bravo..
Con mio marito e il nonno,non fa di certo tutte queste domande.
Io sicuramente sono più severa di mio marito..e l anno scorso ho passato un periodo dove ero sempre triste,nervosa..
Mi abbraccia spesso,mi fa complimenti,mi difende da battute di mio marito..
Lui non è mai stato un bambino appiccicoso..Anzi..sempre stato molto indipendente..da piccolo preferiva fare la mano a mio marito,piuttosto che a me..ma non è mai stato dalla parte di uno o dell altro.
E’il classico bambino che non vuole far dispiacere a nessuno
Molto sensibile,dolce,empatico..tante volte si sentiva in colpa quando mi vedeva triste..
Come posso smorzare un po’ questa cosa che gli è venuta fuori ultimamente in maniera così marcata?
Sembra lui il grande e io la bambina che ha bisogno della sua protezione e del suo amore
Ritorno a Lavoro a tempo pieno e neonata
Buongiorno,
A gennaio tornerò a lavoro a tempo pieno e quindi tornerò a casa per le 18/18.30, la mia ansia è legata al fatto che ho paura che mia figlia non mi riconosca più o non sarà più legata a me come lo è ora.. diciamo che attualmente, visto che lavoro fino alle 16, non è attaccata a me come molti bimbi che non lasciano respirare la madre, e mi rincuora questa cosa, ma al tempo stesso ho paura che da gennaio questa cosa peggiorerà e inizierà a vedere nei nonni una figura di riferimento.. ho davvero molta paura e da un po’ mi sveglio con una forte ansia. So di essere troppo attaccata a mia figlia, e vorrei essere più leggera, eppure il pensiero che lei possa non essere legata a me quanto io lo sono con lei mi uccide..inoltre tornare alle 18.30 significa vivermela poco e niente, e non vorrei trovarmi in situazioni dove lei vorrebbe stare più con i nonni che con noi a casa..
Rispettare i genitori o mettere davanti me stessa?
Salve, sono una ragazza di 25 anni che piano piano scavando dentro di me e a seguito di episodi spiacevoli vorrebbe capire come liberarsi dalla pesantezza data da una famiglia disfunzionale.
Spiego in breve la situazione cercando di riassumere quanto più possibile: la mia famiglia esternamente potrebbe sembrare quella ideale, ma internamente ha molte falle di cui io e mio fratello stiamo iniziando a prendere coscienza.
Tra i due genitori mia madre è sempre stata quella più severa e rigida, ma nel corso della nostra crescita ha sempre alternato momenti di approvazione e manifestazione di affetto quando io e mio fratello facevamo qualcosa che poteva rientrare nei suoi piani (ad esempio scegliere un determinato indirizzo scolastico o interrompere una relazione da lei non approvata), a momenti di totale esplosione di rabbia (con lanci di oggetti, urla, insulti e conseguente silenzio e immobilità per i giorni o le settimane successive, intesa come "non aiuto se entrambi ne avessimo avuto bisogno oppure ad esempio non cucinare o fare una lavatrice per noi", nel periodo successivo al litigio) quando si trova in conflitto con noi (negli ultimi anni sempre più frequente, probabilmente poichè siamo più grandi).
Mio padre è una figura disponibile, ma purtroppo con un carattere succube di mia madre. Non è mai stato in grado di esprimere una propria opinione e riesce solo ad uniformarsi al volere di mia madre.
Hanno una tale ansia sociale che non hanno accettato il mio fidanzato (con l’apparente scusa che fosse più grande di me di 10 anni), ma nella realtà perché non è il classico principino figlio di papà ricco, ma una normalissima persona con un lavoro d’ufficio e una famiglia modesta ma piena di valori. nel 2021 hanno fatto di tutto per farci lasciare e mi sono ritrovata a vivere la mia relazione clandestinamente per 3 anni. Ad oggi, sto quasi per laurearmi ed ho iniziato a fare tirocinio nella stessa azienda dove lavora lui (dove avevo già fatto tirocinio prima della laurea e dove ci siamo conosciuti; qui mi trovo benissimo e tutti sono contenti del mio operato) e l'ho detto a loro e, nonostante sia un tirocinio di alto livello finalizzato alla tesi magistrale (per cui dovrebbero essere fieri di me), l'unica loro preoccupazione è quella che io potrei parlare con questo ragazzo non sapendo che lui da 3 anni mi da tutto il supporto che mi è mancato anche da loro nei miei momenti di difficoltà. Quindi mi ritrovo quando rientro a casa la sera a litigare e sostenere discussioni inutili per qualsiasi motivo che sfociano sempre in urla, pianti e sensi di colpa (perchè puntualmente loro mi evidenziano la delusione che ho dato loro sostenendo che si sentono male e che sono stata io la rovina della famiglia che ho deciso di iniziare a lavorare qui) e mi bloccano pure per scrivere la tesi perchè non sono in un ambiente sereno.
Mi chiedo se secondo voi potrebbe esserci una soluzione a questa situazione, perchè mi rendo conto che a lungo andare potrebbe diventare deleteria (in seguito a forti litigate dovute alla sua imposizione di far finire la mia relazione ho iniziato a soffrire di attacchi di pianto e ansia che periodicamente si ripresentano in misura maggiore quando succedono eventi di questo tipo). Vi ringrazio.
Mio figlio di quasi 5 anni è da sempre di difficile gestione
Buongiorno, mio figlio di quasi 5 anni è da sempre di difficile gestione ma con il tempo le cose anzichè migliorare sembrano sempre peggio, si comporta male di proposito, provoca in continuazione, ripropone costantemente le stesse cose sbagliate che gli vengono dette e ridette, addirittura ripreso mentre fa una cosa sbagliata persevera ignorando completamente i rimproveri o le richieste. Oltretutto è manesco e regice spesso con rabbia anche ad errori suoi, ad esempio se cade si gira e se la prende cn me dicendo che l'ho fatto cadere apposta quando magari sono a metri di distanza, da sempre la colpa a qualcuno e ha sempre l'ultima parola, non accetta di sbagliare ne tantomento di essere sgridato, sono capricci su capricci per ogni cosa... Ho provato mille approcci diversi, ascoltarlo, contenere la rabbia con abbracci e affetto, sgridarlo, castighi, minacce e niente non c'è modo di "piegarlo" è ostinto e oppositivo a tutto!!! Anche all'asilo le maestre dicono di non trovare modo per fargli rispettare le regole, un giorno è bravissimo quello dopo fa il diavolo... e alza le mani SEMPRE!!!!!!! È sempre una lotta con lui. Dal canto mio ho raggiunto ogni livello di sopportazione e non so come aiutarlo. Se mi potete dare qualche consiglio in merito perchè non riesco a capirlo, a tratti pare un bambino dolce e sensibile invece con questi atteggiamenti tutto il contrario, pare viziato e privo di educazione. Sia io che mio marito lavoriamo a tempo pieno e ammetto che la nostra routine quotidiana è tutto fuorchè rountine, il tempo è sempre poco e le cose da fare tante... però lui è circondato da affetto, viviamo nello stesso edificio dei nonni con cui passa le giornate quando non ci siamo, ha un'infiità di giochi e spazi, con gli amichetti va d'accordo abbastanza ma rifugge tutte le situazioni caotiche quindi in 2/3 va bene in troppi va in crisi... Pianti e urli anche in mezzo alla gente e io davvero non ho piu voglia di uscire di casa perchè sinceramente me ne vergogno, sceneggiate incredibili per ogni cavolata... sono esausta
1 risposte - LeggiFiglio gay che non dice di esserlo
Salve, mio figlio, 14 anni, senza essere spinto da noi genitori (aveva visto un ragazzo il cui genere era difficilmente intuibile), un giorno ci ha detto che non sa se sia omossessuale o etero, non sente uno stimolo da un lato o dall'altro. Lo abbiamo confortato, dicendogli che qualunque sia il suo orientamento, per noi non sarebbe cambiato nulla, eccetto il fatto (gli ho fatto notare) che avrei preferito fosse etero non per me, ma perché per un omosessuale la vita può essere più difficile (sono certo che lo sia) ma che in ogni caso lo avremo aiutato. Però, recentemente, ho scoperto controllando il suo PC che ha una relazione a distanza con un ragazzo di un altra nazione e suo coetaneo, con cui scambia fotografie (volto e petto nudo) e parole d'amore e qualche battute sessuale. Non ci ha detto nulla, e non so come intervenire e se devo farlo. Mi sento in colpa per aver invaso la sua intimità, ma preferirei non scambiasse foto online (questo cerco di ripeterglielo a più riprese, di stare attento quando naviga in rete) e non vorrei forzarlo a fare coming out, vorrei lasciargli il suo tempo. Io è sua madre cerchiamo di essere aperti, fin da piccolo, quando nei cartoni o film vedevamo con lui scene di scambio di affetto fra omosessuali, gli abbiamo spiegato che alcune persone sono cosi e vanno rispettate e per loro quella è la normalità, l'amore può andare al di là del rapporto uomo/donna, mi rendo conto però che, credo causa il nostro venire dagli anni 80, più volte abbiamo fatto qualche battuta (noi o nostri amici o familiari) a sfondo omofobo, più forte di noi. Non vorrei quindi averlo confuso in qualche modo o avergli fatto venire meno la fiducia nei nostri confronti. Inoltre, mi chiedo se il suo orientamento sia già consolidato o sia ancora in una fase di sperimentazione malgrado il suo rapporto a distanza e quanto dovrei essere permissivo in questo ambito. Come dovrei comportarmi? Grazie
2 risposte - LeggiRitorno a Lavoro a tempo pieno e neonata
Buongiorno,
A gennaio tornerò a lavoro a tempo pieno e quindi tornerò a casa per le 18/18.30, la mia ansia è legata al fatto che ho paura che mia figlia non mi riconosca più o non sarà più legata a me come lo è ora.. diciamo che attualmente, visto che lavoro fino alle 16, non è attaccata a me come molti bimbi che non lasciano respirare la madre, e mi rincuora questa cosa, ma al tempo stesso ho paura che da gennaio questa cosa peggiorerà e inizierà a vedere nei nonni una figura di riferimento.. ho davvero molta paura e da un po’ mi sveglio con una forte ansia. So di essere troppo attaccata a mia figlia, e vorrei essere più leggera, eppure il pensiero che lei possa non essere legata a me quanto io lo sono con lei mi uccide..inoltre tornare alle 18.30 significa vivermela poco e niente, e non vorrei trovarmi in situazioni dove lei vorrebbe stare più con i nonni che con noi a casa..
Mia madre è la mia rovina.
Buongiorno a tutti.
Parto dal presupposto che non riuscirò ad essere breve, per il semplice fatto che per arrivare al mio problema devo raccontare 40 anni di vita.
Sono cresciuta con una madre molto fredda, incapace di darti un bacio o un abbraccio, incapace di dirti che ti vuol bene e onestamente parlando, non ricordo nemmeno più quando è stata l'ultima volta che ho ricevuto da lei una di queste cose (probabilmente quando ero piccola).
Mio padre è sempre stato abbastanza assente, preso dal lavoro e concentrato sull'altra figlia che ha avuto da un matrimonio precedente.
Anche mia madre ha avuto un matrimonio precedente e infatti siamo una famiglia allargata e come spesso accade in queste circostanze, disfunzionale.
Tra me e la mia sorellastra c'è sempre stato astio, lei si è sempre eletta l'unica figlia di mio padre, dicendo che mia madre, i miei fratelli ed io, non eravamo altro che estranei.
Mia madre a tutto ciò ha sempre risposto con litigate con mio padre che a sua volta, invece di affrontare il discorso e magari limare la situazione, si limitava a non risponderle e così partivano gli interminabili giorno in cui non si rivolgevano parola e inevitabilmente tutto questo portava malumore in casa.
Con i miei fratelli ho un buon rapporto, ma è evidente che anche loro hanno risentito della situazione perché siamo cresciuti in una guerra familiare continua, protratta per tutta la nostra vita.
Come dicevo in apertura, mia madre, oltre ad aver fatto guerra a mia sorella sin da quando ho memoria, è stata una madre fredda, criticante, asfissiante, aggressiva, umiliante, giudicante, praticamente ha tutti i tratti di una personalità narcisista. Lo è stata sia con i miei fratelli (entrambi maschi), ma in particolar modo con me.
All'età dei miei 7 anni, ho iniziato a soffrire di ansia ed attacchi di panico che si sono protratti per circa 25 anni.
Sono andata da psicologi, psichiatri, ho fatto persino terapie farmacologiche, in quanto capitava molto spesso (soprattutto di notte), che avessi bisogno di correre al pronto soccorso perché la sensazione di morte imminente era così palpabile, che sembrava davvero potesse arrivare da un momento all'altro.
Arrivavo in pronto soccorso completamente in tachicardia, tant'è che ogni volta mi facevano le analisi per gli enzimi del cuore, per assicurarsi che il mio cuore non avesse riportato danni.
Dopo anni passati tra terapie e pronto soccorso quando non riuscivo più a gestire gli attacchi di panico (preciso che mia madre anche quando doveva portarmi in pronto soccorso, mi trattava male perché scocciata che l'avessi svegliata nel cuore della notte per andare in ospedale, come se io mi stessi divertendo insomma), ad ogni modo dopo anni di terapie che non si rivelavano funzionanti, sono giunta ad una conclusione: ovvero ho semplicemente aperto gli occhi.
Ho iniziato a studiare psicologia in maniera autonoma e sono giunta alla conclusione che tutto il mio malessere, derivava non da malattie fisiche o mentali, ma dalla mia famiglia.
Buttai via i farmaci e da allora non ho più avuto un attacco di panico e non sono finita più in ospedale (sono circa 8-9 anni che ne sono uscita), ho imparato a gestire l'ansia, a controllarla e a non farla sfociare in panico.
Per me questa è stata la sfida più grande che ho superato, perché l'ho fatto da sola, quando sono diventata consapevole che tutto quello che mi succedeva, era solo perché il mio corpo e la mia mente stavano manifestando il loro malessere.
Tengo a precisare che sono una persona con molto carattere e purtroppo ho ereditato anche molti atteggiamenti di mia madre che cerco di limare, ma non è facile.
Tornando ad oggi, il mio problema è sempre lei, mia madre.
Ho quasi 40 anni e purtroppo per motivi economici, son costretta a vivere ancora con lei e mio padre.
Sto aspettando la fine di un concorso che se sarà positivo, mi permetterà di potermi distaccare finalmente, anche se mi dispiace perché adesso sono anziani, ma io non ne posso più.
Mia madre continua a criticarmi, a farmi sentire di troppo, non accetta il mio compagno che non gli ha fatto nulla, cerca di litigare per qualsiasi cosa e sinceramente alla soglia degli 80 anni, mi chiedo ancora dove trovi le energie fisiche e mentali per litigare costantemente con me.
So che è frustrata, ma il problema è che la sua frustrazione la scarica su di me litigando e io non ce la faccio più.
Voglio andar via il più possibile da lei, ma dall'altra parte so che è anziana e non so per quanto ci sarà ancora. Io non la odio, ma non la amo nemmeno. Come difesa dai suoi continui attacchi, mi sono completamente disinteressata a tutto ciò che riguarda questa famiglia e penso soltanto ai fatti miei. Lo sò che è brutto, ma sto cercando di tutelare me stessa perché mi son resa conto che mia madre è stata la mia rovina, colei che mi ha fatto soffrire, colei che mi ha fatto diventare anche un pò aggressiva come lei in generale, ma anche colei che mi ha fatto diventare la persona forte che sono oggi.
Non so che consiglio potreste darmi sulla base di tutto ciò che ho scritto. Con lei è impossibile parlare perché per lei la colpa non è mai sua e non sa parlare, ma solo urlare e io non ho più voglia di ascoltare le sue urla.
L'unica soluzione forse è che vada via il prima possibile. Non sono una psicologa, ma mi piacerebbe chiedervi se anche per voi è possibile che mia madre, sulla base di ciò che vi ho raccontato, possa essere davvero una narcisista.
Chiedo scusa se non sono stata breve, ma per arrivare al mio problema disfunzionale con mia madre, era necessario mettervi al corrente in grandi linee di ciò che è sempre stata la mia vita dall'infanzia, ad oggi.
Grazie...
Come comportarsi con un bambino troppo sensibile?
Buongiorno
Ho un bambino di quasi 7 anni,molto sensibile.
Ha una dolcezza e delicatezza molto bella..ma che ultimamente sto avvertendo come un po’ opprimente
Mi sembra che sia fin troppo attaccato a me,al mio giudizio,a come sto,se sto bene,se sono contenta..
Mi guarda spessissimo in ricerca del mio sorriso,mi chiede spesso dopo che ha giocato,se è stato tranquillo,se è stato bravo..
Con mio marito e il nonno,non fa di certo tutte queste domande.
Io sicuramente sono più severa di mio marito..e l anno scorso ho passato un periodo dove ero sempre triste,nervosa..
Mi abbraccia spesso,mi fa complimenti,mi difende da battute di mio marito..
Lui non è mai stato un bambino appiccicoso..Anzi..sempre stato molto indipendente..da piccolo preferiva fare la mano a mio marito,piuttosto che a me..ma non è mai stato dalla parte di uno o dell altro.
E’il classico bambino che non vuole far dispiacere a nessuno
Molto sensibile,dolce,empatico..tante volte si sentiva in colpa quando mi vedeva triste..
Come posso smorzare un po’ questa cosa che gli è venuta fuori ultimamente in maniera così marcata?
Sembra lui il grande e io la bambina che ha bisogno della sua protezione e del suo amore
Mio figlio di quasi 5 anni è da sempre di difficile gestione
Buongiorno, mio figlio di quasi 5 anni è da sempre di difficile gestione ma con il tempo le cose anzichè migliorare sembrano sempre peggio, si comporta male di proposito, provoca in continuazione, ripropone costantemente le stesse cose sbagliate che gli vengono dette e ridette, addirittura ripreso mentre fa una cosa sbagliata persevera ignorando completamente i rimproveri o le richieste. Oltretutto è manesco e regice spesso con rabbia anche ad errori suoi, ad esempio se cade si gira e se la prende cn me dicendo che l'ho fatto cadere apposta quando magari sono a metri di distanza, da sempre la colpa a qualcuno e ha sempre l'ultima parola, non accetta di sbagliare ne tantomento di essere sgridato, sono capricci su capricci per ogni cosa... Ho provato mille approcci diversi, ascoltarlo, contenere la rabbia con abbracci e affetto, sgridarlo, castighi, minacce e niente non c'è modo di "piegarlo" è ostinto e oppositivo a tutto!!! Anche all'asilo le maestre dicono di non trovare modo per fargli rispettare le regole, un giorno è bravissimo quello dopo fa il diavolo... e alza le mani SEMPRE!!!!!!! È sempre una lotta con lui. Dal canto mio ho raggiunto ogni livello di sopportazione e non so come aiutarlo. Se mi potete dare qualche consiglio in merito perchè non riesco a capirlo, a tratti pare un bambino dolce e sensibile invece con questi atteggiamenti tutto il contrario, pare viziato e privo di educazione. Sia io che mio marito lavoriamo a tempo pieno e ammetto che la nostra routine quotidiana è tutto fuorchè rountine, il tempo è sempre poco e le cose da fare tante... però lui è circondato da affetto, viviamo nello stesso edificio dei nonni con cui passa le giornate quando non ci siamo, ha un'infiità di giochi e spazi, con gli amichetti va d'accordo abbastanza ma rifugge tutte le situazioni caotiche quindi in 2/3 va bene in troppi va in crisi... Pianti e urli anche in mezzo alla gente e io davvero non ho piu voglia di uscire di casa perchè sinceramente me ne vergogno, sceneggiate incredibili per ogni cavolata... sono esausta
1 risposte - LeggiSpannolinamento
Buongiorno
Ho tolto la scorsa settimana il pannolino a mio figlio di 29 mesi.
In quanto, già da un po' di tempo lo toglieva e non voleva più metterlo, e molte volte trovavo il pannolino asciutto.
In questa settimana la fa sempre addosso tranne quando lo convinco a mettersi sul vasino e aspettare un po'
Anche di notte non vuole più metterlo ma non fa mai la pipì e neanche nei riposini pomeridiano
Mi sta venendo il dubbio che non senta lo stimolo e quindi si accorge di aver fatto pipì solo quando la sta facendo
Anche se quando deve farla, si ferma e la fa sempre in piedi
Forse non è pronto? Forse dovrei rimettere il pannolino?
Non so cosa fare, ma forse ho forzato i tempi?