Ansia incontrollabile
Sono un ragazzo alle soglie dei 40 e ho un problema di ansia. Sono sempre stato un tipo un po' ansioso e apprensivo, ma ultimamente questa mia tendenza è esplosa.
Per tutta la mia giovinezza non ho mai avuto alcuna responsabilità, non lavoravo e vivevo con i miei genitori, ero abbastanza tranquillo. Con la vita lavorativa, i problemi iniziarono, in particolare per quanto riguarda il sonno, sempre più spesso passavo le notti in bianco. Tre anni fa, le cose cominciarono a peggiorare parecchio quando mi dovetti anche trasferire, per il primo lavoro stabile della mia vita, a Milano. Il mio nuovo lavoro comportava responsabilità molto più gravose di quelle che avevo avuto in precedenza, e inoltre dovevo occuparmi da solo di tutte le faccende domestiche, che mi creavano parecchi grattacapi (vivevo in un monolocale piuttosto "diroccato"). Ricordo di aver passato parecchie notti in bianco pensando ai problemi che avrei dovuto affrontare il giorno dopo. Il risultato era che durante la settimana andavo parecchio in debito di sonno, e il venerdì ero costretto a prendere armi e bagagli e tornare dai miei genitori, per passare il weekend a dormire.
Lo scorso anno riuscii a farmi trasferire nella mia città. Avevo così lo stesso lavoro ma a ritmi decisamente più blandi e sostenibili di quello che avevo a Milano, e potevo tornare a vivere dai miei genitori. Le prime settimane furono molto serene, sembravo aver trovato il mio equilibrio. I problemi sorsero poi.
Dopo qualche settimana, ho cominciato a diventare iper-ansioso. Non c'è giorno in cui non trovi qualcosa per preoccuparmi e, se riesco a risolvere un mio problema, ne trovo immediatamente un altro. Anzi, non riesce nemmeno a calmarmi l'idea che un pericolo sia molto improbabile o addirittura già scampato. Ora somatizzo anche molto di più, il mio respiro si fa affannoso, il cuore batte fortissimo, sento nausea e ho i sudori freddi. Cerco di superare le mie paure cercando continue rassicurazioni dagli altri, ma non mi aiuta mai. Una mia fobia particolare, sul lavoro, è quella di venire puniti molto duramente per un mio piccolo errore o addirittura senza che abbia alcuna colpa. Un giorno, per esempio, quando ho saputo che con il nuovo anno sarebbe arrivato un nuovo direttore nel mio ufficio, ho cominciato a temere che mi avrebbe licenziato o trasferito, senza però avere alcuna evidenza che questo pericolo sia realistico. Di fronte a un minimo problema di salute incomincio a sentirmi un invalido cronico senza possibilità di guarigione. Ma vi è di più: qualche giorno fa, per esempio, sono scappato alla vista di due poliziotti perché avevo paura che, scambiandomi per qualcun altro, mi potessero arrestare o sparare addosso. Inutile dire che esco sempre più raramente di casa. Grazie dell'attenzione.