Danilo domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Imperia

Ansia incontrollabile

Sono un ragazzo alle soglie dei 40 e ho un problema di ansia. Sono sempre stato un tipo un po' ansioso e apprensivo, ma ultimamente questa mia tendenza è esplosa.
Per tutta la mia giovinezza non ho mai avuto alcuna responsabilità, non lavoravo e vivevo con i miei genitori, ero abbastanza tranquillo. Con la vita lavorativa, i problemi iniziarono, in particolare per quanto riguarda il sonno, sempre più spesso passavo le notti in bianco. Tre anni fa, le cose cominciarono a peggiorare parecchio quando mi dovetti anche trasferire, per il primo lavoro stabile della mia vita, a Milano. Il mio nuovo lavoro comportava responsabilità molto più gravose di quelle che avevo avuto in precedenza, e inoltre dovevo occuparmi da solo di tutte le faccende domestiche, che mi creavano parecchi grattacapi (vivevo in un monolocale piuttosto "diroccato"). Ricordo di aver passato parecchie notti in bianco pensando ai problemi che avrei dovuto affrontare il giorno dopo. Il risultato era che durante la settimana andavo parecchio in debito di sonno, e il venerdì ero costretto a prendere armi e bagagli e tornare dai miei genitori, per passare il weekend a dormire.
Lo scorso anno riuscii a farmi trasferire nella mia città. Avevo così lo stesso lavoro ma a ritmi decisamente più blandi e sostenibili di quello che avevo a Milano, e potevo tornare a vivere dai miei genitori. Le prime settimane furono molto serene, sembravo aver trovato il mio equilibrio. I problemi sorsero poi.
Dopo qualche settimana, ho cominciato a diventare iper-ansioso. Non c'è giorno in cui non trovi qualcosa per preoccuparmi e, se riesco a risolvere un mio problema, ne trovo immediatamente un altro. Anzi, non riesce nemmeno a calmarmi l'idea che un pericolo sia molto improbabile o addirittura già scampato. Ora somatizzo anche molto di più, il mio respiro si fa affannoso, il cuore batte fortissimo, sento nausea e ho i sudori freddi. Cerco di superare le mie paure cercando continue rassicurazioni dagli altri, ma non mi aiuta mai. Una mia fobia particolare, sul lavoro, è quella di venire puniti molto duramente per un mio piccolo errore o addirittura senza che abbia alcuna colpa. Un giorno, per esempio, quando ho saputo che con il nuovo anno sarebbe arrivato un nuovo direttore nel mio ufficio, ho cominciato a temere che mi avrebbe licenziato o trasferito, senza però avere alcuna evidenza che questo pericolo sia realistico. Di fronte a un minimo problema di salute incomincio a sentirmi un invalido cronico senza possibilità di guarigione. Ma vi è di più: qualche giorno fa, per esempio, sono scappato alla vista di due poliziotti perché avevo paura che, scambiandomi per qualcun altro, mi potessero arrestare o sparare addosso. Inutile dire che esco sempre più raramente di casa. Grazie dell'attenzione.

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Federica Capelletto Inserita il 02/02/2017 - 10:46

Seriate
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Buongiorno Danilo,
ciò che risuona dal suo racconto mi pare sia una difficoltà a gestire le responsabilità della vita adulta. Con i suoi genitori infatti si trova bene e la casa famigliare sembra aver sempre svolto il ruolo di nido sicuro e protetto. Si definisce come un "ragazzo alle soglie dei 40 ".. Ma alla soglia dei 40 dovrebbe già vedersi e sentirsi e viversi come un "uomo".
È uno spunto di riflessione, Danilo. Ma può essere un buon motivo che le scatena ansia.
Le consiglio ad ogni modo di rivolgersi ad un professionista per affrontare il problema, anche perché racconta che sta diventando invalidante: "esco sempre più raramente" ecc.
Rimango a disposizione e la saluto cordialmente.
Dr.ssa Federica Capelletto

Dott.ssa DANIELA SIRTORI Inserita il 02/02/2017 - 15:32

Caro Danilo,
è proprio vero, se ci si vuol preoccupare si trova sempre qualche motivo per farlo perchè anche le cose più improbabili sono comunque possibili.
Ed è altrettanto vero che pensarci prima che le cose accadano ci fa sentire più preparati nel caso capitassero veramente. Ma in questo modo, faticosissimo, si passa la vita a ipotizzare tutto il peggio o anche tutto il meglio delle cose che potrebbero accadere. E alla fine della giornata? Ho macinato solo ansia su ansia. Le chiedo, quindi, perchè non provare a fare qualche riflessione su di sè, sulla sua vita, sui suoi obiettivi, sulle sue ansie? Perchè non provare a confrontarsi con uno psicologo e vedere se è possibile ritrovare il giusto equilibrio? Quanto vuole soffrire ancora?