Cos’è l’ipocondria?
L'ipocondria è un disturbo che porta chi ne soffre ad avere una paura incontrollabile o una convinzione persistente di essere affetto da una malattia grave e non diagnosticata, o anche più di una.
Chi soffre di ipocondria vive nel timore della malattia e assume il ruolo di malato come ruolo principale della sua vita. Cerca continuamente e attivamente segni di malattia nel proprio corpo, come eventuali dolori, ed è molto attento a ogni piccolo cambiamento somatico. Tende ad interpretare anche un innocuo segno come un sintomo patologico e fa ricerche su internet su sintomi e patologie in maniera ossessiva per convincersi ancora di più delle sue idee.
L’eccessiva preoccupazione per le presunte malattie causa ansia e sintomi psicosomatici, il che genera un circolo vizioso di paura, malessere fisico e ansia.
L’ansia risulta debilitante e non si esaurisce neanche di fronte alle rassicurazioni mediche.
Infatti, è frequente che richieda ripetutamente test diagnostici e visite mediche, ma neanche un’accurata visita del medico che assicura che non ci sia una causa organica, né l’esito favorevole delle indagini, riescono a ridurre la sua preoccupazione. Al contrario, è tipico che consideri i medici incapaci di capire il problema e di formulare una diagnosi, che cambi un medico dopo l’altro, o che eviti direttamente visite mediche e ospedali.
Le persone ipocondriache che soffrono anche di un’altra condizione medica o hanno un rischio elevato di svilupparla, tendono a considerare la loro condizione molto più grave di quanto non lo sia.
L’incidenza dell’ipocondria è sconosciuta, ma si ritiene che sia piuttosto frequente nella popolazione generale, con una percentuale che si aggira tra l’1% e il 9%.
Tipi di ipocondria
Nel DSM V, l’ultimo manuale diagnostico di riferimento, in realtà non si utilizzano i termini ipocondria o disturbo ipocondriaco. Oggi, la comunità scientifica parla di due diverse patologie: disturbo d’ansia di malattia e disturbo da sintomi somatici (o ipocondria psicosomatica).
Il disturbo d’ansia di malattia descrive un quadro clinico di preoccupazione e paura persistente (da più di sei mesi), con sintomi fisici lievi o assenti, ma con comportamenti eccessivi riguardo la salute (come continui controlli medici, richieste di rassicurazioni frequenti ai familiari), o evitamenti disadattivi (come evitare visite, medici e ospedali).
Il disturbo da sintomi somatici (o ipocondria psicosomatica) invece è caratterizzato dalla presenza di sintomi somatici che provocano disagio, dolore o compromissione della vita quotidiana, e anche dalla presenza della paura verso le malattie, con ansia e comportamenti disfunzionali associati.
Cause
Le esatte cause dell'ipocondria non sono del tutto note, ma si ritiene che questa si manifesti per via di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali.
Un fattore frequentemente presente è avere avuto delle esperienze di vita negative rispetto alla malattia o alla morte, come la perdita di una persona cara, avere avuto un grave problema di salute, aver fatto un'esperienza medica negativa o qualsiasi altra esperienza traumatica o stressante, come un abuso. Tale evento, qualora non elaborato, può contribuire allo sviluppo dell'ipocondria anche dopo molti anni.
Può anche esserci una certa predisposizione genetica, con una tendenza familiare ad avere paura delle malattie. Ma in quanto ai fattori familiari, non è tutta genetica. L’osservazione di comportamenti ipocondriaci nei familiari può portare i bambini ad imitarli in età adulta per apprendimento e ad acquisire le convinzioni che gli sono state trasmesse riguardo le malattie.
Questo avviene specialmente in un ambiente sociale che enfatizza la preoccupazione per la salute o in caso di accesso ripetuto a informazioni mediche negative o catastrofiche.
I fattori psicologici, come avere un’idea di sé come fisicamente vulnerabile, problemi nell'accettazione del proprio corpo, difficoltà nell’esprimere le emozioni, necessità inconsapevole di attirare l'attenzione, insicurezza e bassa autostima, giocano un ruolo fondamentale nell’ipocondria. Spesso, vi sono modelli di pensiero distorti, come la tendenza a catastrofizzare o drammatizzare i sintomi fisici.
Infine, cause molto frequenti dell’ipocondria sono i disturbi d’ansia e di panico, in quanto vi è un’ipersensibilità verso alcuni segnali fisiologici corporei (specialmente durante gli attacchi di panico) che potrebbe portare a credere di avere importanti problemi di salute.
Sintomi
I sintomi dell’ipocondria sono tutti riconducibili alla paura e preoccupazione costante di avere una malattia grave e includono:
Evitamento di persone o luoghi per paura di ammalarsi
Continue ricerche di informazioni riguardo malattie e sintomi sul web
Esagerazione dei sintomi percepiti e della loro gravità
Ansia e apprensione eccessive per la salute personale, con possibili attacchi di ansia e panico
Ossessione per le normali funzioni del corpo, la cui percezione può essere alterata, come la frequenza cardiaca, la peristalsi o la sudorazione
Controllo ripetuto di check-up corporei, come misurare la temperatura o la pressione o ricercare nuovi dolori
Riferire sensazioni fisiche vaghe o ambigue, come “cuore affaticato” o “vene doloranti”
Condivisione eccessiva dei propri sintomi e del proprio stato di salute con gli altri
Richiesta continua di rassicurazione dai propri cari riguardo alla propria salute
Rivolgersi spesso al medico o recarsi in ospedale frequentemente o, al contrario, evitare medici e ospedali
Preoccupazione nonostante le rassicurazioni del medico
Alterazioni del peso corporeo correlate all’ansia e al disagio psichico
Cambiamenti d'umore.
Disturbi correlati
Il disturbo d'ansia generalizzato, caratterizzato da una preoccupazione eccessiva e persistente accompagnata da sintomi fisici, è tra le patologie più frequentemente associate all’ipocondria. La paura delle malattie può essere considerata come una delle preoccupazioni specifiche che generano l'ansia sperimentata dalla persona. Il fatto di avere sperimentato un attacco di panico potrebbe contribuire allo sviluppo dell’ipocondria stessa come conseguenza dell'esperienza spaventosa. Infatti, l’ansia e la paura associate agli attacchi di panico possono amplificare la preoccupazione ipocondriaca.
Inoltre, l’ansia e lo stress in generale aumentano ulteriormente il rischio di altri attacchi di panico. D’altra parte, l’ipocondria può fare aumentare l’ansia, in un circolo vizioso.
Un altro disturbo spesso associato a ipocondria è il disturbo ossessivo compulsivo. I pensieri ossessivi legati alla salute possono alimentare l'ipocondria, e le compulsioni possono portare all’assunzione di comportamenti come il controllo ossessivo del corpo o la ricerca di informazioni mediche.
Infine, una condizione associata all’ipocondria, ma diversa dall’ipocondria comune, è il delirio ipocondriaco o ipocondria psicotica, caratterizzato da convinzioni deliranti e persistenti di essere gravemente ammalato, che alcune parti del corpo non siano funzionanti o addirittura che le funzioni vitali siano del tutto interrotte.
Esempi pratici
Ecco alcuni esempi pratici di comportamenti ipocondriaci:
- Interpretazione catastrofica di sintomi minori: L'ipocondriaco si convince che ci sia una grave malattia dietro un sintomo comune, come un leggero mal di testa.
- Consultazioni mediche ripetute: Visitare diversi medici in breve tempo per ottenere conferme che non c'è nulla di grave è tipico dell’ipocondria. Anche dopo esami negativi, l'ipocondriaco continua a cercare altre opinioni, convinto che i medici non abbiano trovato la vera causa del problema.
- Ricerca ossessiva di informazioni mediche online: L’ipocondriaco spesso trascorre ore su internet cercando sintomi e malattie, spesso autodiagnosticandosi malattie gravi basate su informazioni incomplete o non accurate.
- Reazioni emotive eccessive ai risultati medici: Anche un risultato negativo di un esame può essere interpretato in modo errato, come un errore del laboratorio o una mancata diagnosi, e non come una rassicurazione sulla propria salute.
- Evitamento di situazioni per paura di ammalarsi: Una persona ipocondriaca potrebbe evitare luoghi affollati, ospedali o eventi sociali per paura di contrarre una malattia, nonostante non ci siano ragioni concrete per temere un contagio.
- Monitoraggio costante del corpo: Un ipocondriaco può passare molto tempo a controllare il proprio corpo, alla ricerca di eventuali anomalie, come protuberanze, cambiamenti nella pelle o irregolarità nel battito cardiaco.
- Coinvolgimento eccessivo dei familiari: La persona ipocondriaca chiede spesso rassicurazioni ai familiari, coinvolgendoli nei propri timori e cercando costantemente conferme che non è malata.
Conseguenze
L'ipocondria può portare a conseguenze negative per il benessere e la vita quotidiana di chi ne soffre.
Le relazioni sociali e familiari risentono del comportamento di una persona ipocondriaca, e spesso si creano tensioni poiché tutte le conversazioni e le attenzioni vengono focalizzate intorno al suo benessere fisico. Vi può essere isolamento sociale, riduzione delle attività quotidiane ed evitamento.
Le preoccupazioni sulla salute possono anche interferire con le prestazioni lavorative e causare assenze reiterate dal lavoro. La persona ipocondria può anche convincersi di non potere lavorare e di essere completamente invalida per via delle sue malattie.
Inoltre, si possono presentare complicazioni per via delle ripetute procedure diagnostiche a cui si sottopone, che possono essere rischiose e anche comportare una spesa eccessiva. C’è anche da dire che, per via delle continue visite e lamentele, è comune che ricevano valutazioni superficiali da parte dei medici e che le loro condizioni mediche vengano trascurate, quando presenti.
Tutto ciò può portare anche a frustrazione, depressione, dipendenza da medicinali, ansia cronica, stanchezza psicofisica e pericolose autodiagnosi.
Consigli utili e trattamento
Se una persona a te cara soffre di ipocondria, potresti offrirti di accompagnarla dal medico per appoggiarla e, allo stesso tempo, consigliarle di rivolgersi a uno psicologo.
Nel frattempo, puoi anche proporle attività nuove e divertenti, come un corso di yoga o una passeggiata in montagna, che possano aiutare ad alleviare lo stress.
È importante che l’ipocondria venga trattata con un professionista della salute mentale, che potrà aiutare la persona a uscire dal circolo vizioso in cui sta vivendo, per potere raggiungere una riduzione dei sintomi e un miglioramento della qualità della vita.
Il trattamento dell’ipocondria prevede un approccio multidisciplinare che include psicoterapia, l’educazione alla salute e, in alcuni casi, anche terapia farmacologica:
Gli approcci psicoterapeutici più efficaci nei casi di ipocondria sono la terapia cognitivo comportamentale, la terapia metacognitiva, la terapia breve strategica e la psicoanalisi. Grazie al percorso psicologico, sarà possibile identificare e sfidare le credenze irrazionali riguardo alla salute, gestire l'ansia e sviluppare strategie più funzionali per affrontare i sintomi fisici.
L’educazione alla salute è importante in quanto fornisce informazioni accurate sul corpo umano, le malattie e i sintomi fisici, in modo da potere sviluppare una maggiore comprensione dei sintomi e distinguere tra segni di malattia reale e preoccupazioni eccessive.
I farmaci vengono prescritti solo in alcuni casi per trattare i sintomi di ansia o depressione che possono associarsi all'ipocondria.
IN SINTESI
Cos'è l'ipocondria?
L'ipocondria è un disturbo psicologico in cui una persona ha una preoccupazione eccessiva e persistente per la propria salute, temendo di avere gravi malattie.Quali sono i sintomi dell'ipocondria?
Ansia costante, interpretazione catastrofica di sintomi lievi e ricerca frequente di rassicurazioni mediche.Come si può trattare l'ipocondria?
La terapia cognitivo-comportamentale è efficace per aiutare a ridurre l'ansia e cambiare i pensieri irrazionali legati alla salute.
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Bibliografia
American Psychiatric Association, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. (DSM-5) Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014.
Bartoletti A., Nardone G. (2018)-La paura delle malattie. Ponte alle Grazie. Milano.
Porcelli, P. (2014)-I disturbi di somatizzazione nel DSM-5: FrancoAngeli (p. 431-452)
Leveni D., Lussetti M., Piacentini D. (2011). Ipocondria. Guida per il clinico e manuale per chi soffre del disturbo, Centro Studi Erickson.
Sassaroli S., Lorenzini R., Ruggiero G.M. (2006). Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Milano: Raffaello Cortina Editore.