Il valore positivo del conflitto e della rabbia

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Il valore positivo del conflitto e della rabbia

Rabbia e conflitto vanno spesso insieme; ne abbiamo paura soprattutto perché si tratta di autorizzarsi a non essere degli “Angeli” celesti e di riconoscere parti oscure di noi. Inoltre è necessario  esprimersi in modo assertivo e non aggressivo. E’ tutto meno che facile. Ma la rabbia e il conflitto hanno potenti effetti positivi

Conflitto, rabbia! Così temuti così evitati!!! Visti come uno spauracchio negativo da esorcizzare.

Invece riconoscere la rabbia e agire il conflitto sono fonte di liberazione di tutto il non detto che avvelena i rapporti. Rapporti che possono essere di lavoro o affettivi.

Se uno o più comportamenti danno fastidio, dirlo può essere difficile, l’altra persona o gli altri potrebbero prenderla male. Tuttavia tacendo si alimenta il veleno silente che nutrendosi del non detto avvelena la situazione.

Ma configgere non è così semplice. Si tratta di far emergere parti di noi che non sempre ci legittimiamo di avere: rabbia, egoismo, aggressività. Questi  sentimenti ce li abbiamo tutti l’importante è saperli gestire.

Ma spesso non ci permettiamo di essere “Cattivelli” e questo fa male a noi che rimaniamo avvelenati da qualcosa che scorre dentro di noi e verso l’altro che, ignaro di tutto, inevitabilmente subisce un rapporto non più genuino ma spesso pieno di rancore.

Moderare il conflitto è necessario ma impossibile se non si gestisce la rabbia.

La rabbia e il rancore non sono, a mio avviso e secondo anche molte teorie di stampo sistemico, emozioni che possono essere definite solo in termini dicotomici: presenza vs assenza.

Piuttosto si tratta di vissuti graduali...

Ma come il sintomo, che, più che qualcosa da combattere o da estirpare, è una voce da ascoltare, un messaggio creato da conflitti intrapsichici e relazionali che ci dicono che qualcosa non va, allo stesso modo la rabbia va accolta e ascoltata. Ci dice che certe situazioni vanno cambiate.

IL RANCORE E LA RABBIA non sempre sono negativi. Certo quando siamo ad alti livelli emotivi e il rancore ha effetti vendicativi, distruttivi verso l'altro o verso di sé, allora occorre elaborare certi vissuti. Ma in altri casi,quando il rancore e la rabbia sono a livelli medio - bassi...la funzione è protettiva perché eviteremo intanto le situazioni che lo hanno causato e che non ci faceva bene quindi i impedisce di riavvicinarci a chi forse non va bene per noi.

E nello stesso tempo, oltre a proteggerci, ci dà energia. Il rancore porta in sè il desiderio di rivincita che non vuol dire proprio vendetta nel più brutale dei termini ma rivincita in senso di investire su di sè lasciando indietro chi ci ha fatto del male.

Certo non è mai solo colpa dell'Altra dell'Altro. Quindi allontanarsi e dire "tanta voglia di rivincita" va bene ma nello stesso tempo un'analisi sul proprio operato è altresì necessaria.