Affrontare e gestire il lutto di un animale domestico

Una sofferenza spesso taciuta

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
Affrontare e gestire il lutto di un animale domestico

Perdere un animale domestico è la paura più grande di ciascun proprietario, che si tratti di cane, gatto, roditore... Ogni storia è a sé e non c'è quindi un modo "giusto" per affrontare questo lutto.

I nostri piccoli amici sono veri e propri compagni di vita che possono simboleggiare un figlio, un amico, un fratello. Sin dal loro ingresso diventano membri della famiglia, tant'è che spesso "parliamo" con loro usando vocine buffe e un po' infantili come se stessimo parlando a dei bebé; attribuiamo loro pensieri ed emozioni.

Sono molto sensibili ai nostri d'animo, avvertendo eventuali momenti di tensione. In alcuni casi, padroni e animli tendono ad "assomigliarsi" nel tempo.

I progressi nel campo della pet therapy ci evidenziano ogni giorno di più quanto possano essere importanti per farci stare meglio e quanto beneficio si possa trarre da questa splendida relazione.

Condividere una parte di vita con un animale significa vivere un'esperienza di amore incondizionato, in cui impariamo responsabilità, impegno, accudimento e pazienza in cambio di tanti momenti felici.


Un lutto vero e proprio

La morte di un animale domestico è una vera e propria esperienza di lutto, un trauma che lascia un immenso vuoto nel cuore e nella mente, comparabile alla perdita di una persona cara.

Si tratta di una sofferenza che spesso viene banalizzata (soprattutto da chi non l'ha mai vissuta) con frasi come "era solo un gatto" " puoi sempre prendere un altro cane" "tutte queste lacrime...ma se nemmeno parlava!". È perfettamente normale sentirsi devastati in seguito a una tale perdita ma spesso si fa fatica a parlarne perché non si sente di averne il diritto, al contrario del lutto per una persona cara.

Agli inizi ci sembra ancora di sentire il nostro piccolo amico o ci aspettiamo di vederlo dietro la porta non appena rincasiamo: non c'è nulla di strano, la nostra routine era incentrata sulla sua presenza.

Per alcuni può essere un sollievo adottare subito un altro animale, altri lo vedono come un "tradimento": si tratta di una scelta intima e soggettiva.

Anche nel caso del lutto per un animale domestico possono essere applicati gli stadi dell'elaborazione del lutto di Elisabeth Kübler-Ross:

  1. Negazione. Si tratta della fase iniziale in cui ancora non ci si rende conto dell'accaduto e ci si comporta come se non fosse successo, ad esempio continuando a riempire le ciotole o sistemando la cuccia.
  2. Rabbia. "Perchè proprio a me?" "Perché proprio al mio animale doveva venire quella malattia?" In questa fase può anche succedere di provare sentimenti negativi nei riguardi di altri proprietari che non hanno avuto perdite. "Perché il mio è morto e il suo no?"
  3. Rimpianto. Ci si sente in colpa per non aver trascorso tempo a sufficienza con il proprio amico a quattro zampe o per non aver colto in tempo i segnali di una malattia. In caso di morte per incidente, si aggiungono pensieri punitivi per non aver chiuso con accuratezza un cancello o non aver vigilato abbastanza. Si tratta dei cosiddetti pensieri "E se..."
  4. Depressione. Intesa come profonda tristezza per la perdita; si tratta dello stadio più lungo.
  5. Accettazione. Fase finale, non coincide con la dimenticanza dei bei momenti trascorsi insieme. SI prende coscienza dell'accaduto e si è pronti a parlare del proprio animale al passato.

Fattori di rischio

Pur trattandosi di un'esperienza dolorosa per chiunque, in alcune situazioni la perdita di un animale domestico può produrre una sofferenza maggiore e l'elaborazione del lutto può dimostrarsi più difficile.

  • Casi di eutanasia e soppressione.
    Si tratta di una scelta che nessun padrone vorrebbe mai fare: scegliere se porre fine alle sofferenze del proprio piccolo amico. Avviene in casi estremi, quando il veterinario comunica che non ci sono più speranze. La domanda ricorrente è "Avrò fatto la scelta giusta? E se invece poi si fosse ripreso? Si fidava di me e l'ho tradito...".
  • Incidenti.
    In questi casi il senso di colpa riguarda la propria condotta: un cancello non chiuso bene, un'errata valutazione del contesto. "Avrei dovuto immaginare che avrebbero potuto investirlo" "Avrei dovuto tutelarlo meglio".
  • Precedenti lutti irrisolti.
    Sia che riguardino altri animali o persone, in queste circostanze possono riattivarsi i vissuti traumatici non elaborati di lutti precedenti, aumentando la sofferenza e il senso di perdita.

Come affrontare il lutto per un animale domestico?

Per prima cosa, è importante essere pazienti con se stessi, prendersi il proprio tempo. Se ci viene consigliato di adottare un altro animale, facciamolo solo se ci sentiamo davvero pronti. Non è detto che ciò che ha fatto bene a una persona faccia bene anche a noi.

Le emozioni negative devono trovare la loro strada, reprimerle peggiora le cose. Questi lutti vengono spesso taciuti perché ritenuti inferiori a quelli per gli esseri umani e a volte ci sentiamo in colpa a raccontare ad altri questo tipo di sofferenza. Circondiamoci di persone comprensive: non solo amici e parenti, ma anche altri amani degli animali. Sui social network ci sono ormai diversi gruppi di amanti degli animali dove confrontarsi e parlare delle proprie esperienze.

Creare un rituale può essere un modo per segnare questo momento di passaggio e "lasciare andare" il nostro piccolo amico. Può essere una piccola cerimonia, una poesia o un racconto, un cartellone con le sue foto, un disegno... con queste azioni ci congediamo e ringraziamo Fido o Micio per aver condiviso la sua vita con noi.

In questi casi viene spessa citata la "Leggenda del ponte dell'arcobaleno", tramandata dagli Indiani d'America e dedicata a tutti coloro che soffrono per la perdita di un animale. Leggerla insieme ai bambini può aiutarli ad elaborare il dolore per questa perdita.

Un altro aspetto difficile riguarda la gestione degli "effetti personali" dei nostri quattrozampe, cioè cuccia, ciotole, giochini e tutto ciò che gli abbiamo comprato. Se non riusciamo a separarcene di colpo, possiamo inziare a radunarli in uno scatolone e a spostarli in una stanza in cui non andiamo sempre, di modo da non doverli vedere continuamente. Possiamo farci aiutare da una persona cara, se non riusciamo a farlo da soli. Quando saremo pronti, potremo decidere se donare qualcosa a un ente benefico, tenendo eventualmente un piccolo ricordo che ci faccia sorridere e pensare ai bei momenti.

Se con il passare del tempo la sofferenza è ancora devastante e il lutto non viene elaborato, si consiglia di parlarne con uno psicologo. Molte persone temono di essere giudicate "deboli" o "matte" perché contattano uno specialista per la morte di un animale: come abbiamo visto sopra, non c'è nulla di cui vergognarsi ed è una sofferenza che merita il suo spazio di ascolto e la sua elaborazione.