memyselfandi domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Milano

Non so che mi succede

Buongiorno,
da qualche mese a questa parte sto vivendo una situazione di depressione credo, che equivale a non vivere.
Vivo in una città che non è la mia solo ed esclusivamente per motivi lavorativi, ho intrapreso da 7 mesi una storia a distanza in cui credo molto, ma in cui mi sento molto insicura, e sento molto forte il legame con la mia famiglia che però vive lontana da me. In pratica vivo la mia settimana lavorativa in attesa del weekend che mi consente di raggiungere i miei affetti. Il mio è un lavoro molto impegnativo che assorbe totalmente le mie energie e questo mi ha portato a trascurare anche le amicizie che avevo instaurato nella mia città di adozione. Mi sento totalmente scarica e priva di stimoli, a parte quelli forniti dal mio partner e dalla mia famiglia. Ora non posso tornare indietro, perchè purtroppo la situazione lavorativa dal paese da cui provengo non è rosea. Sono costretta a restare qui, lontana da loro, in attesa di una svolta che non credo arriverà mai. Mi sento come imprigionata in una vita che non vorrei, ho 32 anni e vorrei aver raggiunto altri obiettivi, vorrei una famiglia, vorrei il calore di qualcuno quando rientro a casa. Ma so che questo non succederà a breve e la cosa mi fa veramente stare male.Non so come reagire alla situazione, non ho mai vissuto un periodo così buio. Mi sveglio la mattina non vedo l'ora che arrivi la sera per dormire e non pensare, torno il lunedì e non vedo l'ora che sia venerdì per ripartire. Non so davvero cosa fare. Sto perdendo il controllo della situazione. Mi serve una mano. Da sola non ce la faccio.
Grazie

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Margherita Scorpiniti Inserita il 03/09/2013 - 16:23

Gentile lettrice,trovandosi lontana dal suo partner e per di più con molte perplessità, forse dovrebbe iniziare a vedere se sia possibile realmente un futuro con lui (matrimonio, figli, sostegno affettivo..).Un saluto.

Dott.ssa Valentina Capuano Inserita il 31/08/2013 - 16:24

Gent.le utente,
l'emigrazione è segnata da passaggi dolorosi: il distacco, il viaggio, l’arrivo e l’inserimento in una realtà nuova e sconosciuta. L’emigrazione è un’esperienza che unisce la dimensione emotiva della nostalgia, della paura, ma anche della speranza e della progettualità. In ogni emigrazione c’è un progetto di vita.
Dalle sue parole intuisco che non c'è un reale progetto di vita, ma solo una condizione forzata dettata da una necessità economica e professionale cui non si è potuta sottrarre. Questo la fa sentire come se vivesse in una doppia assenza: del proprio luogo (carico di affetti, dove risede il cuore) e del nuovo (dove ad oggi abita solo il corpo).
La sua è una situazione delicata che ben comprendo e che andrebbe approfondita.
Quanto è stato condiviso il progetto della sua partenza con la famiglia e con il partner? C'è stato il tempo e il modo di elaborare la separazione e di condividere paure e vissuti in merito?
Si faccia aiutare da uno psicologo o uno psicoterapeuta nella sua nuova città. Questo percorso potrebbe sostenerla, non solo nell'accettare la sua attuale permanenza nella città di adozione, ma anche nel comprendere profondamente qual è la sua strada e il suo posto.
Le auguro buona fortuna.
Valentina Capuano