Intervento psicologico in ginecologia a seguito di interventi demolitivi sulla sfera genitale

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Intervento psicologico in ginecologia a seguito di interventi demolitivi sulla sfera genitale

Gli interventi demolitivi sulla sfera genitale, con particolare riferimento all’isterectomia, non costituiscono un intervento chirurgico di poco conto, rappresentano al contrario operazioni di notevole impatto fisico e psichico sul corpo e sulla persona.

Preoccupante è l’età delle pazienti che vengono sottoposte a tali interventi; tali operazioni infatti, vengono eseguite, molto spesso, in donne tra i 20 e i 35 anni, donne giovani le quali vengono private permanentemente della loro fertilità e che nella maggior parte dei casi ancora non hanno avuto modo di vivere l’esperienza più profonda ed emozionante della vita di una donna: la maternità.

L’integrità anatomo-funzionale del corpo femminile è una condizione necessaria per una vita relazionale, sociale, e sessuale soddisfacente. Con tali interventi, infatti, verrà compromessa l’integrità dell’immagine femminile; la donna si sentirà una donna a metà, privata di un organo, ricco di significati e simbolo per eccellenza dell’identità sessuale femminile. La perdita dell’utero, anche se invisibile, può in alcuni casi far nascere un disagio simile a quello di chi presenta un deficit fisico più evidente.
L’asportazione dell’utero da sempre simbolo di femminilità, gravidanza, maternità, provoca nella donna un inevitabile stato di sofferenza, che in alcuni casi può portare a generare veri e propri disturbi della sfera psichica e non solo.


Anche l’interesse sessuale infatti, viene meno proprio a causa della convinzione da parte di queste donne, di avere un corpo menomato dalla perdita di un organo così importante. È infatti piuttosto comune che l’infertilità per cause chirurgiche provochi in molti casi un deficit dell’erotismo; l’impossibilità di procreare improvvisamente indotta dall’intervento chirurgico, può causare nella donna una visione deformata della propria femminilità e può alimentare fantasie persecutorie, come ad esempio l’idea si aver perso ogni tipo di attrattiva sessuale.

Dall’analisi degli studi, a proposito delle conseguenze psicologiche dell’isterectomia, risulta piuttosto evidente come la depressione sia da considerare uno dei rischi più comunemente associati all’intervento (Flory et al. 2005). Si è infatti teorizzato che l’isterectomia sia causa di depressione per:

  • La perdita dell’immagine del sé femminile;
  • La perdita dell’autostima;
  • Sentimenti di deformazione;
  • Sentimenti di mutilazione;
  • Lutto della fertilità;

Quanto detto sino ad ora, evidenzia l’importanza e la necessità di un intervento psicologico da rivolgere a queste pazienti e finalizzato a prevenire le conseguenze psicologiche e sessuali che interventi demolitivi, come ad esempio l’isterectomia possono determinare.

Tuttavia è spesso purtroppo frequente che a seguito di tali interventi la donna venga lasciata sola ad elaborare quanto accaduto e a riabilitare il proprio sé. La paziente dovrebbe al contrario essere posta al centro di un intervento integrato che preveda la collaborazione di più figure professionali e in particolare che preveda una stretta associazione tra il lavoro dello psicologo clinico e quello della equipe medica.

Risulterebbe altrettanto indispensabile prevedere una consulenza psicologica da fornire sia nella fase Pre che Post operatoria, non solo alla paziente, ma anche alla coppia.

In particolare ciò che andrebbe adeguatamente approfondita, esplorata, analizzata nel corso delle consulenze di coppia è in primo luogo l’esperienza di infertilità che interventi di questo genere portano inevitabilmente a loro seguito.

La consulenza in queste circostanze non si porrebbe soltanto come obiettivo il contenimento dell’ansia e della frustrazione, che generalmente si genera nella coppia che si trova di fronte ad una infertilità permanente, bensì come strumento di prevenzione alle conseguenze psicologiche e sessuali che possono presentarsi di fronte a tali circostanze.

Tali consulenze dovrebbero inoltre minimizzare l’impatto degli eventi fisici che la donna e la coppia si troverà ad affrontare.

Solamente in questo modo si può aiutare la coppia e la paziente ad affrontare ed esplorare gli aspetti emozionali profondi, a confrontarsi sul desiderio di avere un figlio, sul significato della frustrazione di tale desiderio e sul significato di una nuova sessualità non più praticata a fini riproduttivi.