Quando i genitori o gli insegnanti hanno il sospetto che un bambino abbia delle difficoltà di apprendimento, è importante che richiedano una valutazione clinica approfondita.
Una delle domande più comuni è a quale età dovrebbe essere effettuata. Secondo alcuni operatori, eseguirla quando il bambino è molto piccolo potrebbe essere controproducente, per il rischio di un inquadramento diagnostico prematuro. Tuttavia, bisogna considerare i vantaggi di un'identificazione precoce delle difficoltà del bambino, che di solito sono superiori rispetto agli svantaggi. Le ricerche nel campo della dislessia e della sua identificazione precoce (Crombie et al., 2004) mostrano che una valutazione è tanto più vantaggiosa quanto prima viene effettuata.
Il bambino viene esaminato individualmente secondo un protocollo che si articola in una parte anamnestica (storia familiare e personale) e in una parte dedicata alla valutazione neuropsicologica, sia mediante procedure standardizzate, sia attraverso l'osservazione.
La valutazione generalmente indaga diverse aree di competenza. In particolare, dovrebbe esaminare i seguenti ambiti:
- livello intellettivo,
- linguaggio recettivo e espressivo,
- capacità attentive,
- capacità mnesiche,
- capacità di lettura e di comprensione del testo scritto,
- capacità di scrittura,
- competenze di calcolo.
Alla fine della valutazione, lo specialista potrà fare una diagnosi, suggerire un trattamento e fornire indicazioni ai genitori e alla scuola.
Fonte:
- Per approfondire: Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti (2013). Edizioni Erickson.