Ansia sociale e covid 19

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
Ansia sociale e covid 19


Cos’è l’ansia sociale?

Secondo il DSM 5 l’ansia sociale è caratterizzata dalla paura o ansia marcata relativa ad una o più situazioni sociali nelle quali la persona è esposta alla possibile valutazione delle altre persone (interazioni sociali, l’essere osservati o l’eseguire una prestazione di fronte agli altri).

La persona ha paura che farà qualcosa o manifesterà sintomi d’ansia che saranno giudicati negativamente e porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per gli altri. Ne consegue che semplici azioni quotidiane come chiedere un’informazione, entrare in un negozio, bere qualcosa al bar possono diventare un serio problema. Queste situazioni temute provocano quasi inevitabilmente paura o ansia, sono evitate o, se affrontate, lo sono con paura o ansia intense.

La paura, l’ansia o l’evitamento causano alla persona un disagio clinicamente significativo, compromettendo in modo importante il suo funzionamento in ambito sociale e lavorativo. Nei più giovani, nei casi più gravi, cominciano le assenze da scuola via via più prolungate, anche la possibilità di seguire le lezioni in didattica a distanza è per loro molto difficile. Negli adulti può esserci la difficoltà nell’ambito lavorativo nel relazionarsi coi colleghi, l’impossibilità di esprimere le proprie potenzialità.

Questa paura, ansia o evitamento non sono dovuti agli effetti dell’assunzione di sostanze o ad un’altra condizione medica. Alla base di questa problematica ci sono fattori temperamentali, ambientali genetici e fisiologici. É importante tuttavia non confondere la timidezza, che è un tratto di personalità comune e non è considerata di per sé patologica, con il disturbo di ansia sociale.

L’ansia sociale può essere presente in comorbilità con altre problematiche psicologiche come ad es. il disturbo depressivo maggiore o l’abuso di sostanze.
 

Perchè il rapporto con gli altri è così importante?

Per ragioni evoluzionistiche legate alla sopravvivenza gli esseri umani ricercano l’approvazione e l’accettazione e temono il rifiuto e l’allontanamento. All’epoca dei nostri predecessori il non essere parte del gruppo, di una comunità voleva dire non sopravvivere. Il nostro cervello quindi si è evoluto in modo da attribuire un significato di minaccia alla possibilità di essere esclusi e allontanati dal “gruppo” e invece ha favorito il creare connessioni e rapporti d’inclusione con gli altri. 
 

Il Covid-19 che impatto ha avuto su queste problematiche?

L’impatto che questa pandemia ha avuto è stato forte sull'attività umana in tutto il mondo. Molti governi ad esempio per cercare di limitare e contenere il contagio hanno dovuto promuovere delle disposizioni che hanno limitato le forme d’interazione sociali che i cittadini potevano svolgere. Ricerche psicologiche hanno dimostrato che l'isolamento sociale può contribuire al disagio psicologico. Problematiche che in precedenza erano latenti, con la ripresa di una vita sostanzialmente normale sono emerse più chiaramente.

Ricerche scientifiche hanno evidenziato come la flessibilità psicologica e i relativi costrutti possono attenuare gli esiti sulla relazione tra isolamento sociale e salute mentale . É stato dimostrato che una maggiore flessibilità psicologica e accettazione (durante il periodo Covid) di esperienze difficili abbia agito come un “cuscinetto” che ha attutito gli effetti negativi di un maggiore isolamento sociale, amplificando al contempo i benefici di una connessione sociale. Al contrario l'inflessibilità, l'intolleranza all'incertezza e la soppressione emotiva hanno influito negativamente sulla salute mentale della persona.

 La pandemia di COVID-19 e le relative misure di contenimento hanno avuto un impatto negativo sul benessere mentale. I periodi di isolamento, per i ragazzi la didattica a distanza, hanno rafforzato alcune modalità disfunzionali di coping come l’evitamento, accentuando sentimenti di ansia o di vergogna, rafforzando idee irrazionali e schemi disfunzionali. É stata infatti studiata la relazione tra tre fattori legati all'ansia e al benessere durante la pandemia nel giugno 2020. Questi fattori sono stati: fattori contestuali (es. esposizione a COVID-19, il sentirsi solo); valutazioni cognitive: la vulnerabilità percepita alle malattie e l’intolleranza dell’incertezza; e flessibilità psicologica.

É stato dimostrato come le distorsioni cognitive legate all’incertezza fossero predittori sia dell'ansia che del benessere, mentre il pregiudizio solo di valutazioni cognitive relative alla minaccia di infezione prevista all’ansia di stato. Dato che molti dei fattori contestuali legati alla pandemia sono al di fuori del nostro controllo e i fattori di stress sono presenti in più domini della vita, l'approccio transdiagnostico dell'ACT e il suo mettere l’accento sulla flessibilità psicologica potrebbe essere utile negli interventi a sostegno del benessere mentale in generale (durante periodi di crisi) e nello specifico anche nel trattamento dell’ansia sociale. É stato riscontrato infatti come la relazione tra l'isolamento sociale e l'aumento del disagio psicologico siano stati mitigati dalla flessibilità psicologica e tolleranza all'incertezza durante la pandemia di COVID 19. Questi risultati sono coerenti con il principio di base dell’ACT sulla flessibilità psicologica, in cui la disponibilità a vivere esperienze interiori dolorose, piuttosto che tentare di controllarle o rifiutarle allontanandole, al non “fondersi” con pensieri dolorosi, porti ad un migliore funzionamento della salute mentale. Questi risultati sono particolarmente importanti in vista anche di una progressiva ripresa di una vita “normale”.

 

Bibliografia

  • “Behind the masks: A cross-sectional study on intolerance of uncertainty, perceived vulnerability to disease and psychological flexibility in relation to state anxiety and wellbeing during the COVID-19 pandemic” Rebecca Mallett, Clodagh Coyle, Yingtu Kuang, David T. Gillanders * Journal of Contextual Behavioral Science 22 (2021) 52–62
  • DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) American Psyhiatric Association ed. Raffaello Cortina Editore
  • “Psychological inflexibility and intolerance of uncertainty moderate the relationship between social isolation and mental health outcomes during COVID-19” Brooke M. Smith a,* , Alexander J. Twohy a, Gregory S. Smith b (Journal of Contextual Behavioral Science 18 (2020) 162–174 )
  • “Stop all’ansia sociale” a cura di Nicola Marsigli ed. Erickson