Relazione ultraventennale
Sono felicemente sposato da quasi 22 anni. Abbiamo tre figli e il nostro rapporto è sempre più cresciuto in profondità e ricchezza. Tuttavia vi sono periodi più o meno lunghi in cui si fa strada una certa mancanza di attrazione intima. Premetto che la relazione fisica ha per noi sempre rappresentato non tanto un momento di godimento quanto un momento di intimità, complicità e profonda unione. Mia moglie ritengo sia una persona del tutto normale sotto questo aspetto e forse come tutte le donne sotto la cinquantina (ha 48 anni) accusa periodi di calo del desiderio. Fin quì tutto nella norma mi pare. Il punto è che di fronte a questa mancanza di desiderio, nasce in me, dopo un po’, una sorta di rifiuto a specchio, quasi come se una voce dentro di me mi dicesse: “perché devi corteggiare una donna che non ti desidera?” “Lo vedi quante volte le tue attenzioni vengono frustrate, perché continui a farti del male?” e così piano piano finisco per non desiderarla più.
Il guaio è che un po’ lei se ne rende conto e si deprime ancor di più. Insomma è un circolo vizioso. Che fare? Vorrei qualche suggerimento sul come continuare a corteggiare mia moglie nonostante la sua poca “fisicità” senza perdere la mia utostima. Premetto che di questo abbiamo più volte parlato con franchezza e che lei desidera tanto “migliorare”, talvolta ho percepito che mi “faceva contento” e questa cosa mi ha fatto un male tremendo perché io desidero non il corpo bensì il desiderio di mia moglie.