Domande su Sesso, Coppia, Amore e Relazioni Domande e Risposte su sessualità, amore, coppia e relazioni
Felicemente fidanzata ma penso al mio ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
Perché mia moglie ha bisogno di questa fantasia?
Buongiorno
Mia moglie ed io siamo sposati da 21 anni.
Io no ho 47 e lei 42, abbiamo due figli.
La nostra vita matrimoniale è tutt'ora serena, solo qualche litigio qua e là, i figli crescono e noi stiamo bene insieme.
Sul fronte del sesso ho un dubbio.
Qualche mese fa ho scoperto sul suo cellulare un'applicazione, un po' nascosta, che so essere usata per chattare, la cui presenza mi è parsa strana.
Voglio chiarire che non si è trattato di un controllo motivato da dubbi, mi ha chiesto di tentare di sistemare il suo cellulare in quanto crashava in continuazione.
Senza voler approfondire la questione informatica vi dirò che ho aperto questa app.
Ebbene ho contato una decina di contatti, tutti uomini intorno i 45 anni circa, con i quali scambia frasi molto spinte, erotiche ma anche estremamente "porno".
Dopo la prima gelata di sangue ho cercato di ragionare e pormi domande.
1) Se nascondesse una tresca non sarebbe così ingenua da darmi il suo cellulare rischiando di essere scoperta.
2) Se invece lo avesse fatto apposta per mettermi sotto il naso le mie corna non sapendo in quale altro modo fare?
3) Perché a questi uomini non menziona nessun problema di coppia col quale giustificare il suo comportamento? Perché nelle sue frasi parla solo di sesso spinto fine a sé stesso?
..... è così via.
Non riuscendo a trovare un senso logico apparente in nessuna ipotesi, in quanto non stiamo attraversando nessuna crisi matrimoniale, ho deciso di guardarla negli occhi e chiederle spiegazioni..... tra un misto di sgomento, rabbia e terrore di averla persa senza essermene neppure accorto.
Attimo di sguardi.... poi la spiegazione mi ha lasciato di stucco.
"Non ti sto tradendo... è una mia fantasia, solo una fantasia.... che non avevo il coraggio di dirti".
Una fantasia inconfessabile.
Ovvero si eccita a chattare con perfetti sconosciuti recitando la parte della moglie fedifraga.
Devo dire che, tornando indietro con la memoria, non ha mai cambiato abitudini, non si cura più di prima, non si chiude in bagno per chattare.... non fa tutte quelle cose tipiche dei traditori, tranne usare parecchio il cell.
Ha voluto dimostrarmi che non mi tradisce davvero.
Ha voluto che leggessi integralmente tutte le chat,
ho letto cose molto spinte, cose che facciamo io e lei, non sono un puritano bacchettone.
Ma leggere certe cose rivolte ad altri uomini mi ha turbato molto.
Però devo ammettere che in mezzo a tutte quelle frasi non ho letto nulla che indicasse un suo scontento nei miei confronti, anzi, mi ha più volte descritto come passionale, ma che nonostante questo lei aveva bisogno di tradirmi comunque per dare sfogo alla “troia” che è in lei ( parole scritte da lei).
Ma alle insistense di questi uomini per incontrarla, lei rispondeva sempre con frasi indefinite che lasciavano in sospeso il discorso, senza dire di no e senza dire di si.
Ad un paio di questi, i più insistenti, mesi fa ha scritto che io l'avevo sorpresa e quindi doveva troncare.
È così è stato, vedendo la cronologia ho potuto constatare che con questi due non ha più scritto in effetti.
Insomma, tutto lascia intendere che non mi stia mentendo quando mi dice che è solo un gioco virtuale.
Ovvero che trovi eccitante recitare la parte della fedifraga ma senza esserlo davvero.
Ma adesso mi ritrovo in una condizione stanissima:
Mia moglie vorrebbe il mio benestare per continuare a chattare recitando un ruolo che la eccita e alimenta le sue fantasie virtuali, sostiene inoltre che tale pratica la “accende” e proprio per questo a letto è molto calda con me.
Io mi ritrovo a 47 anni a dover fare i conti con dubbi sulla sua onestà, anche se sembrerebbe tutto vero, ma la gelosia è irrazionale.
Insomma... ho diversi elementi per crederle ma mi sento agitato, come posso non temere che prima o poi tutte queste chat le facciano fare la sciocchezza?
Temp che impedirglielo faccia solo danno.
Grazie mille
Cosa mi succede? Non provo affetto per nessuno
Buonasera, mi trovo a scrivere qui e nn so perché, non per sminuire nessuno ma mi fa sentire una senza speranze ma poi in fondo mi sembra l ultima risorsa.
sono consapevole di nn avere mai avuto una vita "normale" , genitori separati mamma giovane padre quasi del tutto assente e tutte le cazzate che potrei dire, ho paura d farlo solo x giustificarmi,solo x autocompatirmi.
ho sempre creduto d avere il controllo su tutto ma nn e mai stato cosi, ora mi ritrovo quasi sola, ho lasciato da un mese un uomo che mi amava incostantemente da 5 anni perche nn provo piu nulla, ma ne verso lui ne verso nessun altro.
nn ho affetto x nessuno, nn me ne frega d nessuno ne se stanno bene ne se stanno male.
mi sento un mostro, una piccola inutile donna.
5 anni di relazione felice, poi ho baciato un altro.
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono fidanzata da 5. Io ed il mio ragazzo non abbiamo mai avuto problemi in questi anni, pochi litigi e tanti bei momenti trascorsi insieme. Questa estate però, con gli esami universitari finiti e la prospettiva di un imminente cambio di vita con la laurea e l'inizio di un lavoro, mi sono sentita più libera da una serie di paletti imposti nella mia vita scolastica. Sono uscita di più con le mie amiche e mi sono rifugiata nell'alcol che mi ha regalato quella spensieratezza mai provata prima. In una di queste sere però ho conosciuto un altro ragazzo del mio paese, che ho continuato ad incontrare in diversi locali. Mi sono resa conto che provavo attrazione per questo ragazzo e non più per il mio fidanzato. Ne ho subito parlato con lui perchè riflettendo ho capito che forse ciò che ci teneva uniti era un profondo affetto e l'abitudine. Lui ci è rimasto male e non si sentiva come me. Ho continuato ad incontrare l’altro ragazzo per i locali e una sera mentre parlavamo mi ha dato un bacio a stampo. Ovviamente non ho detto nulla al mio ragazzo e siamo partiti una settimana per le vacanze, piena di litigi sempre per i miei dubbi e dove ho fatto molta fatica a trovare quell'intimità che un tempo era normale. Ho riflettuto tanto sul nostro rapporto e sono arrivata a pensare che forse mi sono accontentata, che tanti lati del suo carattere mi innervosiscono e lui pur di stare con me spesso si trattiene e si adegua alle mie volontà. Tornati dalla vacanza avevo deciso di prendere un periodo di pausa, ma sono arrivati i risultati della TC di suo padre con diagnosi di etp pancreatico al quarto stadio. Lo sconforto della prima settimana è stato enorme, poi dopo aver trascorso due giorni a casa del mio ragazzo, il sabato sera sono uscita con le mie amiche. Distrutta dalla notizia e rendendomi conto di essere bloccata in una situazione più grande di me mi sono lasciata andare un pò con i drink. Alla festa c'era anche l'altro ragazzo al quale avevo detto che ci saremo rivisti a settembre perchè sapevo che mi sarei lasciata. Ci siamo appartati per parlare, ma invece ci siamo baciati. Sul momento mi sembrava una cosa giusta per me, non mi sono sentita in colpa, io che ho sempre sostenuto che il tradimento non è una cosa ammissibile perchè significa non portare rispetto alla persona con cui si sta. Da quella sera questo ragazzo l'ho rivisto una sola volta, sempre in un locale, ed abbiamo parlato. Ho rifiutato un suo invito ad uscire perchè sarebbe troppo. La notte stessa mi ha mandato un messaggio, al quale ho risposto dicendo di lasciarmi in pace e da lì non ci siamo più sentiti. E' un mese ormai che non ho contatti con questo ragazzo ma io non smetto di pensare a quello che è successo. Mi dico che se l'ho fatto un motivo ci sarà, forse al mio ragazzo voglio solo un gran bene. Io l'ho sempre visto come mio futuro marito e padre dei miei figli. Non so come possa essere cambiato tutto in tre mesi. Mi chiedo se lo stress della laurea, il pensiero che tra qualche mese inizierò a lavorare e che la mia vita prenderà un'altra piega possa influire anche sul rapporto di coppia. Avrei bisogno di allontanarmi dal mio ragazzo per capire, ma con suo padre in queste condizioni non mi sento così libera di farlo. Vorrei aspettare un periodo più tranquillo ma so che non ci sarà perchè la situazione sarà sempre peggio. Egoisticamente parlando, vorrei far passare la mia laurea, che è a fine Novembre, per stare io più tranquilla ed affrontare un problema alla volta. Così però mi rendo conto di far star male il mio ragazzo perchè mi vede più distaccata e fa di tutto per farmi sentire più amata, pensando che il problema sia la noia dell'abitudine e non un tradimento. Io mi rendo conto che non gli sto dando le stesse cose che lui dà a me. Mi ritrovo spesso a pensare a quest'altro ragazzo, quando esco lo cerco nei locali dove vado. Lui è un tipo completamente diverso dal mio fidanzato, esce con molte ragazze ed io sono solo una delle tante con cui ha trovato una certa attrazione. La mia paura è che lasciare il mio ragazzo per un tipo come lui, che molto probabilmente a me non pensa nemmeno più, sarebbe l'errore più grande della mia vita. Voglio lasciare il mio ragazzo solo se mi rendo conto di non amarlo più e non per un’altra persona. So anche che questo tradimento pesa tantissimo sulla mia coscienza, vorrei dirglielo perchè fondare un futuro su una bugia non è pensabile per me. Allo stesso tempo ho paura perchè mi ha sempre detto che un tradimento non lo perdonerebbe mai e principalmente gli darei un altro dolore oltre a quello che già sta attraversando. Sono davvero in difficoltà; se non ci fosse stata la notizia di suo padre mi sarei comportata diversamente. Avrei preso una pausa e magari ora starei meglio, ma da quella notizia non mi sono sentita di lasciarlo solo e dargli un altro pensiero. In più so che avrei tutta la mia famiglia contro perché è un ragazzo adorabile e adorato dai miei genitori. Non so come posso fare a capire se gli voglio solo bene o se è solo un periodo di grande confusione che prima o poi passerà. Io sono molto afflitta perchè mi chiedo come mai questi dubbi siano nati proprio ora che la situazione è così complicata; lasciarlo ora significherebbe lasciarlo nel momento del bisogno e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Grazie in anticipo. Cordiali Saluti.
1 risposte - LeggiCuckoldismo questo sconosciuto
Sono un Cuckold da almeno l’età di 23 anni (in realtà le fantasie risalgono a molto prima).
In real life sono un cosiddetto maschio alfa ma sessualmente mi piace che la mia donna desideri altri uomini, che me ne parli, che lo faccia e che sia felice di farlo.
Ho avuto molte donne e nessuna si è mai tirata indietro o ha mostrato DOLORE nel darsi ad altri uomini (forse me le sapevo scegliere o forse, direte voi, non erano innamorate).
Nessuna di loro è mai stata ingannata e si è ritrovata a sorpresa con un compagno cuckold.
Attualmente sposato da 18 anni con una bellissima donna con la quale, da 18 anni, pratico il cuckoldismo.
(alcuni mesi prima di sposarmi le dissi chiaramente quale fosse la mia natura sessuale e lei sorrise e decise di sposarmi dicendo che… “Ma che fortuna, trovo un marito e tutti i maschi che voglio!” …che dite voi… è FURBA o appartiene ad una razza a voi sconosciuta?)
Cuckoldismo:
Vedo che in molti lo considerano una perversione o per lo meno una deviazione.
Mi chiedo cosa pensino gli stessi professionisti di Gay e Bisessuali.
Vedo anche che si parla di Cuckolds come di persone che si limitano a guardare la propria donna fare sesso con altri uomini.
Bé, la cosa è decisamente molto più complessa e variegata.
Io ad esempio partecipo. A volte “durante, molto spesso dopo (quando rimaniamo soli io e lei dato che il “dopo” è e deve essere tutto nostro… intimo)
Purtroppo durante gli anni il dialogo tra me e mia moglie è andato sempre più peggiorando.
Per questo motivo pensavo di rivolgermi ad uno psicologo-psicoterapeuta per una consulenza di coppia ove, inevitabilmente, avremmo dovuto affrontare anche la nostra realtà sessuale (che non è mai, in nessun caso, marginale… anzi).
Leggendo però le pochissime risposte a persone che hanno parlato di questo tipo di sessualità, mi sono profondamente depresso (ma anche irritato). Possibile che nell’anno 2016 (secondo Kubrick avremmo dovuto già aver colonizzato l’universo e scoperto qualche “sorpresa”) ci siano ancora aree della sessualità che, qualora consenzienti e consapevoli, vengano considerate PERVERSIONI?
Certo, comprendo che anche due che convengono di crocifiggersi a vicenda potrebbero pretendere di essere considerati normali in quanto consenzienti ma… ci sarà pure un limite al buon senso (già, il “buon senso”… chi lo decide? La società becera e pettegola?. MI è piaciuto molto leggere il TEST di SEXUAL ADDICTION, specialmente là dove si chiede se si ha paura o si prova vergogna che GLI ALTRI scoprano le nostre inclinazioni sessuali… MA CERTO CHE HO PAURA! Tanta paura quanta ne avevano i gay fino a 20 anni fa!!!!!… ma anche oggi, diciamocela tutta, tranquilli tranquilli non sono …vero?)
Diciamo che, stabilita la consensualità e la consapevolezza, forse al terapista non può rimanere altro da fare che ACCETTARE la diversità del paziente in quanto CONSAPEVOLMENTE FUORI dai dati statistici (la media, la maledetta media che stabilisce chi è entro i canoni della normalità… maledizione!) ma che, magari, ha comunque bisogno di sostegno senza per questo sentirsi considerato, DAL SUO TERAPEUTA!, un PERVERSO O UN DEVIATO! Che già basta e avanza la morale comune della gente nelle piazze e che, purtroppo, non ha studiato psicologia (anzi, forse non ha studiato tout court!).
In sintesi: se anche il mio terapeuta MI GIUDICA e dunque mi è NEMICO… come faccio io ad avvicinarmici?
Un Cuckold AMA la propria moglie, proprio come tutti gli altri, solo che, a differenza di molti altri (non di tutti dunque), desidera sua moglie attraverso il desiderio di lei rivolto ad altri (ma anche a lui, sia chiaro, almeno per quanto mi riguarda). Insomma, esistono Cuckolds che desiderano il PIACERE DI LEI espresso attraverso incontri e desideri erotici rivolti ad altri uomini e APPAGANTI.
So anche io che esistono cosiddetti Cuckolds che desiderano che la Moglie si INNAMORI di altri uomini, al punto di desiderare che sia da questi messa incinta.
A me, giusto per fare un po’ di accademia, pare incongruo desiderare di non essere amati dalla persona che si ama ma… chi sono io per giudicare? Tuttavia lo ritengo un argomento assai profondo e complesso a cui rivolgere attenzioni professionali ed assai caute.
Io tuttavia non appartengo a questa categoria (non sono né superiore né inferiore, non appartengo a questo tipo di cuckold tanto quanto non sono un sadomasochista… credo). Nel momento stesso in cui mia moglie mi dovesse dire che Ama un’altro uomo… chiedere il DIVORZIO (ma prima tenterei di recuperarla).
Non sono neppure un Cuckold che ama essere sodomizzato dall’amante della moglie.
Ho certamente tendenze leggermente bisex ma l’idea di abbracciare o baciare un uomo mi fa letteralmente schifo e non lo farei neppure se fosse mia moglie a chiedermelo) e la Amo perdutamente, sia chiaro, altrimenti non sarei qui a scrivervi e, probabilmente, ad annoiarvi od a farvi stizzire.
Conosco bene l’adagio che recita che il matto non sa di esserlo… non esito a pormi il dubbio di appartenere a questa categoria, me lo chiedo tutti i giorni e tutti i giorni, vividdio, trovo una risposta per poi, però, pormi nuovamente il dubbio.
Una cosa la so PER CERTO… non esiste letteratura che dimostri che uno psicoterapeuta abbia MUTATO I DESIDERI SESSUALI NATURALI di un cosiddetto “perverso”. Al massimo sono stati CASTRATI ma non curati.
Dunque, vi prego, mettetevi l’animo in pace e GUARDATECI NEGLI OCCHI E NELL’ANIMA ma… BASTA descriverci come malati di mente!!!!!
E dopo tutto questo scrivere …la chiudo qui ma, ho comunque BISOGNO di uno PSICOTERAPEUTA APERTO DI MENTE e privo di fronzoli moralistici che aiuti me e mia moglie a superare un momento MOLTO difficile.
Se ne trovano? O mi rassegno al “fai da te”?
Non sopporto più il mio ragazzo
Ho un problema con il mio ragazzo, con cui sono insieme da 6 anni.
Sto sentendo una forte crisi che mi comporta atteggiamenti bruschi nei suoi confronti, tendo spesso a rispondere male, ad allontanarlo, talvolta a non voler essere toccata e ad un conseguente calo del desiderio
. Premesso che il mio ragazzo è una persona fantastica, probabilmente il problema scaturisce dal fatto che io ho un carattere molto forte che mi porta a prendere in mano le situazioni; allo stesso tempo vedo lui sempre indeciso, privo di spirito di iniziativa e sottomesso alla sua famiglia e tutto questo mi porta a considerarlo forse non alla mia altezza. Cosa posso fare?
Il mio fidanzato desidera altre donne
Sono fidanzata da sei anni con un ragazzo poco più grande di me. Stiamo insieme da quando ho 14 anni. Mi ha tradito quasi da subito: facendo sesso o mantenendo chat erotiche con conoscenze, o flirtando in modo esageratamente spinto.
Non mi tradisce in senso fisico da tre anni, ma comunque non è mai fedele in senso lato.
Non ha mai confessato nulla: ho sempre scoperto tutto tramite conoscenze comuni o controllando le chat.
Ciò avviene indipendentemente dall’andamento della relazione: commette errori sia quando va bene tra noi che quando va male. A breve dovremmo andare a convivere, ha sempre detto di volere una vita con me e che l’amore non è mai stato messo in dubbio nelle varie fasi. Come fare per vivere bene assieme? Le persone cambiano?
Senza figli e soffro
Buongiorno
ho 45 anni, non ho avuto figli, ci abbiamo provato (quasi) in ogni modo, ma non ci siamo riusciti. Dopo 5 fecondazioni assistite terminate dopo un aborto, dopo aver tentato il percorso adottivo abbandonato perche non ci sentiamo adatti...ho affrontato prima, durante e dopo diversi percorsi di psicoterapia che mi hanno aiutata molto, abbiamo proseguito la nostra vita, ricalcolato il nostro percorso, fatto e realizzato nuovi progetti... Rimane sempre e comunque quel dolore sordo e profondo, che accetto ma che ogni tanto combatto, e che faccio fatica a lasciare andare... Da quando è nata la nostra nipotina (siamo zii), l'affetto per la nipotina, l'esigenza che ho di vederla e di accudirla (con estrema discrezione e senza invadenza nella sua famiglia) va però a cozzare con il rinnovare il mio senso di inferiorità, di "diversità", di inadeguatezza... perchè io non sono riuscita a dare vita a nessuno...
Non riesco a legare con mia cognata, la mamma della bambina, che conosco da poco tempo perchè è rimasta incinta subito all'inizio della relazione con mio cognato, perchè la invidio... non accetto le parole della sua famiglia che mi dicono "ah ma lei la bambina l'ha desiderata molto...", come se bastasse il desiderio per far accadere i miracoli... non riesco ad accettare che tutto quello che posso fare per questa bambina è essere zia e poi dovermi fare da parte... Mi sento inferiore, mi sento "meno" di mia cognata, mi sento frustrata e vittima di un'ingiustizia... e continuo a perpetuare domande senza risposte, nonostante la meditazione... e cedere alla rabbia o alla tristezza o alla frustrazione in momenti "topici" (riunioni familiari, cerimonie...) perchè io non ho potuto avere figli... Cerco solo un consiglio, un aiuto, un "in questo modi si può soffrire meno", "se fai così puoi non sentirti più inferiore...".
Grazie, vi auguro una buona giornata
Limbo eterno ed estrema indecisione
Buonasera a tutti.
Nell’ultimo mese mi sono ritrovata assieme al mio ex, poco prima di partire per l’estero (cosa che al momento a lui era ignota).
Siamo stati amici, poi quasi fidanzati, poi niente per tre anni e mezzo, senza contatto. Ci siamo lasciati perché, ogni volta che arrivava la fatidica richiesta di “impegnarsi un po’ di più”, lui diceva di non sentirsi pronto, di non voler crescere, di dover pensare al suo futuro e di non potercela comunque fare vista quella che ai tempi era la distanza - nonostante io mi spostassi appena potevo per lui.
Siamo tornati assieme ma lui ha avuto episodi contrastanti, chiedendomi se fossi l’amore della sua vita e poi ritrattando il giorno dopo, avvicinandosi e allontanandosi, mettendo velatamente le mani avanti - cosa che forse ho capito soltanto a posteriori. Ripete che è sicuro che non troverà un’altra come me e che non l’ha trovata, ripete che se siamo qui un motivo c’è, ma è preoccupato per il futuro, perennemente confuso è bloccato dall’idea di una relazione (ha avuto 25 anni di sole frequentazioni e poco più).
Che cosa fare? Mollare la presa?
Ci conosciamo da tanto, a volte penso sia sincero quando dice di non riuscire a bloccarsi.. ripete che anche la madre sostiene che rimarrà per sempre solo (altra velata giustificazione al suo comportamento?), non riesce a dirmi che non prova niente per me ma non contraddice le mie parole “questa volta potrebbe essere l’ultima”.
Che fare? Se c’è amore ci dovrebbe essere la voglia di rischiare, no?
Sostiene che io debba ripartire, vivere la mia vita e fare le mie cose “perché se è destino.. sarà”. Rimarcando sempre e comunque che non crede nell’idea delle relazioni a distanza. Mi sta dicendo fatti la tua vita? Non provo abbastanza per te?
Grazie a chi risponderà.
Senso di colpa frustrante post relazione
Salve, sono una ragazza di 22 anni con il vaginismo. Mi sono accorta di avere questo problema ai miei 18, con il mio primo ragazzo, e da allora ho girato ginecologhe/fisioterapiste le quali mi hanno sempre detto che non avevo nulla, semplicemente paura del dolore, che dovevo rilassarmi e che probabilmente quel ragazzo non mi faceva stare a mio agio e non era la persona giusta. Dopo qualche anno incontro quello che ad oggi è il mio ex da pochi mesi, un ragazzo di 9 anni più grande di me (io 19 lui 28) che da subito mi ha trasmesso serenità, con lui mi sono aperta e ho condiviso subito il fatto di essere vergine senza però nominare il vaginismo poiché nessuno me lo aveva diagnosticato prima. Pensavo che potesse essere la persona giusta con la quale avrei superato questo mio "blocco". Siamo stati insieme tre anni, il primo eravamo innamoratissimi e nonostante la non penetrazione avevamo la nostra intimità, vivevamo in due città diverse poiché io per studio ero a Mantova, e i weekend li passavamo sempre insieme. Il secondo anno abbiamo passato il lockdown a casa di sua mamma, la quale è stata oggetto di numerose discussioni poiché si metteva sempre in mezzo e lui non diceva nulla, tuttavia dopo quel periodo critico abbiamo deciso di cercare casa e andare a vivere insieme. Diciamo che in questi primi due anni il discorso sesso è sempre stato in un certo senso evitato, a parole ci descrivevamo come una coppia che si amava, con gli stessi valori, la stessa idea di futuro e infatti avevamo un progetto, di sposarci e crearci una nostra famiglia, il sesso sarebbe arrivato. L’unica cosa se ripenso a quei periodi era che ogni volta che si discuteva per qualunque motivo lui buttava tutto poi sulla questione sesso, ad esempio dicendo che era bravo a stare con me in questa situazione e che aveva l’istinto di andare con tutte, ma poi si scusava e si rimangiava tutto. Non abbiamo mai litigato seriamente per quello, anzi, abbiamo sempre avuto la nostra intimità e lui non mi faceva pesare la cosa in nessun modo durante la vita di tutti i giorni. A gennaio 2021, ho parlato con lui del fatto che sarei voluta tornare da uno specialista poiché mi sembrava strano che in due anni non fossimo riusciti in nessun modo a farcela da soli, così lui mi consiglia una Fiseoterapista e inizia il mio percorso con lei. Sono andata da questa dottoressa fino a pochi mesi fa e non ho concluso nulla, in un anno non ho raggiunto nessun risultato e lei cercava sempre nuovi modi per approcciare al mio disturbo pur non avendo mai avuto casi come il mio si applicava e a me dispiaceva in un certo senso "tradirla" e andare da qualcun'altro perchè avevamo ormai un vero e proprio rapporto. Sta di fatto che in questo 2021 il mio ragazzo ha iniziato ad avere episodi di rabbia, all'inizio sporadici poi via via sempre più frequenti, in quei momenti mi diceva che non ce la faceva più, che non ero normale ad avere questo problema di m***a, che gli sembrava di essere mio padre, che ormai sarebbe andato con chiunque, etc. Cose che mi ferivano, ma subito dopo mi chiedeva scusa, diceva che non le pensava veramente ma e diceva solo per farmi soffrire e che mi amava a prescindere da questo e sarebbe stato con me a prescindere appunto. Io giustificavo queste parole mettendomi nei suoi panni, perchè sapevo che per "colpa"/causa mia stava rinunciando a una cosa importante e più rinunciava e più credevo che mi amasse veramente. Fatto sta che a Gennaio decido di provare a sentire altri specialisti, parallelamente la nostra relazione era alla frutta, lui sempre più nervoso/arrabbiato con me, io sempre più stanca e "svuotata", litigavamo tutti i weekend, così un giorno prendo in mano la situazione e con gentilezza "chiudo" la relazione, piangiamo entrambi, lui mi dice che sono la ragazza migliore del mondo, che mi ama ma non è abbastanza forte per continuare, io lo ringrazio per essermi stato vicino. Solo che quella sera non va via ma restiamo insieme a casa nostra, il giorno dopo vado da una ginecologa che mi dice che non ho nulla, che con i dilatatori posso guarire nel giro di pochi mesi, e così tornata a casa condivido la cosa con il mio ragazzo e decidiamo di continuare e vedere. Il weekend dopo lui è sempre "depresso", io mi impegno per tenere su la coppia lui invece no cos' litighiamo e va via di casa per pensare. Non si fa più vivo tutto il giorno e la notte non torna senza avvisare, vado a casa di sua mamma la mattina dopo e lo trovo li, mi dice che è abbastanza sicuro che sia finita e io non capisco perchè continuava a sostenere di amarmi e di non farcela più, però avevo in programma un nuovo percorso da iniziare e mi era stato detto che in pochi mesi avrei risolto, quindi per me lui sarebbe dovuto essere solo che felice di sapere che avevamo un'occasione finalmente per concludere e essere felici. Per farla breve da li torna qualche notte a casa ma nulla continuiamo a discutere finché mi dice "ok riproviamoci" io gli dico che potevamo prendermi qualche giorno per pensarci visto che fatalità lui quel weekend era via con il fratello e io con una mia amica, al rientro la domenica non si presenta a casa, lo chiamo e non risponde, spegne il telefono. Il giorno seguente si presenta a casa alle sette di sera e mi lascia, con una freddezza disumana, dicendomi che non è più felice da anni, che non voleva venire a vivere veramente con me ma lo ha fatto solo per vedere se si sarebbe risolta la cosa, che non mi pensa, non gli manco, che se lo avessi amato veramente avrei potuto fare prima le cose, che mi ha dato i suoi anni migliori, che i bei momenti che abbiamo vissuto li ha anche con i suoi amici e che ormai non prova nemmeno più attrazione per me, gli chiedo se mi ama e dice di si ma che non basta e che sa fare rinunce. Ci lasciamo così dopo 3 anni di "sei la donna della mia vita" "staremo insieme per sempre" . Non lo cerco più finche mi scrive lui dopo una settimana per dirmi di disdire la casa, quel giorno ci vediamo per svuotare casa ed era diverso, dopo un po' mi prendi mi abbraccia, io gli chiedo se fosse sicuro mi dice di si, che avevo interpretato male le sue parole che non intendeva dire quello che ha detto, che gli ero mancata e che potevamo andare in terapia da un sessuologo insieme. Dopo questo dice che è comunque confuso e che ci vuole pensare quindi potevamo prenderci una pausa, dopo una settimana che non si fa più vivo lo cerco per sapere se avesse pensato e per dirgli che avevo trovato il sessuologo, lui dice che ora come ora non vuole stare con me perchè saremmo ritornati a litigare come gli ultimi tempi, ma che viene in terapia per risolvere il problema perché mi ama, inoltre ha delle mie cose che mi deve ridare quindi ci lasciamo baciandoci e che ci saremmo rivisti presto con quel pretesto e per andare dal medico. Sparisce per un'altra settimana, così prendo in mano la situazione e dopo varie chiamate senza risposta riesco a parlarci e a dirgli di portarmi le mie cose, mi da buca per 2 volte consecutive, poi si degna di venire a restituirmele e se non fosse stato per me non si sarebbe nemmeno fermato a parlare. Gli ho chiesto il motivo del suo comportamento e mi ha detto che per lui era già finita da mesi, che ha capito di essersi forzato, che in realtà non voleva dirmi che mi amava/che avremmo risolto insieme il problema, che già dopo pochi mesi che vivevamo insieme qualcosa era svanito, che prima o poi si sarebbe fatto vivo per dirmelo di sua spontanea volontà e che io lo forzo a parlare. Sono stata gentile e ho voluta chiuderla anche bene, in tutto questo periodo di "tira e molla" finale io sono andata da una sessuologa da sola e da una ginecologa e il primo dilatatore è entrato senza problemi (mentre prima in un anno e mezzo non ero mai riuscita), quindi ero molto felice e soddisfatta di avercela finalmente fatta. Ho voluto dirglielo perchè pensavo che almeno sarebbe stato felice per me, invece non ha fatto una piega, ha detto di essere contento e mi augurato una buona vita. Inutile dire la delusione, non tanto perchè sia finita (non sono una sprovveduta e so che il sesso è parte fondamentale di una relazione, infatti dal primo momento gli ho sempre detto “finché ce la fai bene, se dovessi soffrire la cosa basta che me lo dici e finirebbe bene, non mi deluderesti) , ma per il modo in cui mi ha trattato, senza nessuna umanità, come se fossi una sconosciuta, anzi peggio. Ormai è passato un mese e ho i sensi di colpa, sto cercando di vedere le mie responsabilità, e la domanda "era l'uomo della mia vita e l'ho perso per colpa del mio vaginismo" mi ossessiona. Non riesco a capire se alla fine il mio blocco ha smascherato la persona, oppure se mi ha fatto perdere qualcuno che per tre anni nel bene e anche nel male c'è stata.
1 risposte - LeggiPaura di una relazione?
Buonasera, sono un ragazzo di 28 anni e da alcuni mesi frequento una ragazza di 25. Ci siamo sentiti per messaggi per un paio di settimane e visti un paio di volte dopo le quali lei decise di chiudere i contatti perchè non era scattata la scintilla. Dopo un mese la incontro insieme ad un gruppo di amici ad una cena, l'incontro potrebbe sembrare casuale ma lei fece di tutto per essere presente quella sera. Il giorno dopo mi scrive e riprendiamo i rapporti. Mi dice di non volere una relazione e decidiamo di avviare una relazione senza etichette. Con il tempo mi accorgo che per "relazione senza etichette" lei intenda il fatto di sentirci constantemente ma vederci il meno possibile. Infatti abbiamo pochi rapporti sessuali e tende a disdire gli appuntamenti all'ultimo minuto. Le motivazioni a non voler una relazione cambiano di giorno in giorno, inizialmente dice di non voler una relazione perchè terrorizzata dalla possibilità di ferire o ferirsi (paura derivante dalle ultime relazioni), poi per paura che io possa fuggire qualora venissi a conoscenza di alcune sue caratteristiche e infine di non essere presa da me. Quest'ultimo concetto lo ribadisce spesso in varie occasioni, anche quando disdice gli appuntamenti. Mi dice che non riesce ad essere spontanea con me perchè lei non prova gli stessi sentimenti che provo io, tuttavia i fatti fanno pensare a tutt'altro. Infine, capisce di avermi ferito e decide di chiudere il rapporto ma mi chiede di continuare a sentirci perchè non mi vuole perdere. Non capisco se la causa principale sia la paura ad avere una relazione oppure se effettivamente non le piaccio abbastanza.
1 risposte - LeggiAsessuale o...?
Salve. Sono una ragazza di 23 anni, da molto tempo mi turbano non pochi pensieri e sensazioni che non si soffermano soltanto sulla mia sessualità problematica, affatto... Questa è una piccola premessa doverosa perché vi è anche la possibilità che possano esistere dei condizionamenti in atto, tramandati da esperienze e intervalli di tempo precedenti. Sinceramente spero sia così. Ho sofferto in passato (durante le medie e superiori) di derealizzazione cronica, depressione, ansia generalizzata e pensieri ossessivo-compulsivi che riuscivano a protrarsi anche per più giorni nella loro fase più intensa ; tutto ciò in seguito ad episodi di bullismo verbale che mi hanno portato ad un'emarginazione e solitudine profonda. Attualmente mi sento meglio, più sicura ma allo stesso tempo sempre confusa, conservando una patina, spessa anche se non sembra, di necessità di mantenere le distanze. Inoltre a volte mi sento bloccata, soprattutto se devo agire per il futuro, come congelata, ho molte idee e passioni varie ma mi sento come ancorata all'immobilità; Ho un carattere naturalmente introverso e sensibile e questi eventi traumatici, almeno per la mia persona, mi hanno portato ad allontanarmi ancora di più, vivo nel mio mondo fatto di fantasticherie e passeggiate in mezzo alla natura in solitaria. Da molto tempo penso di voler entrare in terapia solo che, a dirla tutta, non trovandomi in situazioni economiche eccellenti ciò mi ha sempre in qualche modo 'bloccato'...e non saprei se rivolgermi ad un analista o sessuologo, vista la varietà delle 'difficoltà'. In passato sono andata da due psicologi (uno situato al liceo) che mi hanno aiutato ad affrontare l'angoscia del momento ma se mi ritrovo ancora a fare questi discorsi penso che ci sia ancora molto margine di miglioramento... Detto ciò, rientrando nell'argomento principale, ossia la mia sessualità, ciò mi turba profondamente perché mi piacerebbe almeno riuscire a godere la mia sessualità e invece no, neanche questo piacere, ciò risulta essere un problema ingombrante a dismisura, portando alla creazione di una grande invidia per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale... Più nello specifico e cercando di descrivere le mie sensazioni sull'argomento...ho pensato che, all'epoca, la derealizzazione che si è protratta per qualche tempo e lo stato pietoso del mio stato d'animo avessero potuto deviare in qualche modo il desiderio di avere un po' d'intimità con qualsivoglia persona, dato che a momenti provavo vergogna nel mostrare la mia persona fisica mentre passeggiavo per strada ai passanti. Soltanto che vorrei aver fatto qualche passo avanti al giorno d'oggi, ho 23 anni e non sono più giovanissima, avrei potuto capirci qualcosa fino ad oggi almeno e invece niente . Ho letto che l'asessualità dovrebbe manifestarsi, come concetto base, in mancanza d'attrazione sessuale... In realtà sembrerà strano a dirsi ma non so se io l'abbia mai provata o meno, nel senso che non sono molto brava ad etichettare le sensazioni che provo e a dire con certezza che è stato così, trovo tutto molto vago e vario. Di certo a volte, ciò che noto spesso, è di provare attrazione sessuale (sensazione di calore e sensazione li tipiche) ma perlopiù accade con persone che non conosco, anche se raramente ma ultimamente con maggior frequenza, nonostante ciò, in ogni caso, quando si traduce all'atto vero e proprio, è come se perdessi la capacità di sentire. Dico anche che sono molto romantica, quando vedo un ragazzo riesco a capire se mi piace o meno fisicamente anche se sono piuttosto cerebrale e considero altri aspetti molto importanti. Inoltre le mie fantasie sono piuttosto bizzarre e ricorrenti quando mi masturbo, e la natura di esse è la fonte di una buona parte delle mie inquietudini; ad esempio immagino spesso di essere un uomo con membro annesso...(ovviamente) e di avere rapporti con donne ed uomini. Ora. Io sono fermamente convinta di voler restare donna e mi considero anche abbastanza femminile, non ho mai avuto tendenze o desideri che potessero far pensare di voler appartenere all'altro universo. Detto ciò vi ringrazio, ci ho impiegato un po' per scrivere ciò, è stato uno sfogo... Saluti
1 risposte - LeggiLimbo eterno ed estrema indecisione
Buonasera a tutti.
Nell’ultimo mese mi sono ritrovata assieme al mio ex, poco prima di partire per l’estero (cosa che al momento a lui era ignota).
Siamo stati amici, poi quasi fidanzati, poi niente per tre anni e mezzo, senza contatto. Ci siamo lasciati perché, ogni volta che arrivava la fatidica richiesta di “impegnarsi un po’ di più”, lui diceva di non sentirsi pronto, di non voler crescere, di dover pensare al suo futuro e di non potercela comunque fare vista quella che ai tempi era la distanza - nonostante io mi spostassi appena potevo per lui.
Siamo tornati assieme ma lui ha avuto episodi contrastanti, chiedendomi se fossi l’amore della sua vita e poi ritrattando il giorno dopo, avvicinandosi e allontanandosi, mettendo velatamente le mani avanti - cosa che forse ho capito soltanto a posteriori. Ripete che è sicuro che non troverà un’altra come me e che non l’ha trovata, ripete che se siamo qui un motivo c’è, ma è preoccupato per il futuro, perennemente confuso è bloccato dall’idea di una relazione (ha avuto 25 anni di sole frequentazioni e poco più).
Che cosa fare? Mollare la presa?
Ci conosciamo da tanto, a volte penso sia sincero quando dice di non riuscire a bloccarsi.. ripete che anche la madre sostiene che rimarrà per sempre solo (altra velata giustificazione al suo comportamento?), non riesce a dirmi che non prova niente per me ma non contraddice le mie parole “questa volta potrebbe essere l’ultima”.
Che fare? Se c’è amore ci dovrebbe essere la voglia di rischiare, no?
Sostiene che io debba ripartire, vivere la mia vita e fare le mie cose “perché se è destino.. sarà”. Rimarcando sempre e comunque che non crede nell’idea delle relazioni a distanza. Mi sta dicendo fatti la tua vita? Non provo abbastanza per te?
Grazie a chi risponderà.
Senza figli e soffro
Buongiorno
ho 45 anni, non ho avuto figli, ci abbiamo provato (quasi) in ogni modo, ma non ci siamo riusciti. Dopo 5 fecondazioni assistite terminate dopo un aborto, dopo aver tentato il percorso adottivo abbandonato perche non ci sentiamo adatti...ho affrontato prima, durante e dopo diversi percorsi di psicoterapia che mi hanno aiutata molto, abbiamo proseguito la nostra vita, ricalcolato il nostro percorso, fatto e realizzato nuovi progetti... Rimane sempre e comunque quel dolore sordo e profondo, che accetto ma che ogni tanto combatto, e che faccio fatica a lasciare andare... Da quando è nata la nostra nipotina (siamo zii), l'affetto per la nipotina, l'esigenza che ho di vederla e di accudirla (con estrema discrezione e senza invadenza nella sua famiglia) va però a cozzare con il rinnovare il mio senso di inferiorità, di "diversità", di inadeguatezza... perchè io non sono riuscita a dare vita a nessuno...
Non riesco a legare con mia cognata, la mamma della bambina, che conosco da poco tempo perchè è rimasta incinta subito all'inizio della relazione con mio cognato, perchè la invidio... non accetto le parole della sua famiglia che mi dicono "ah ma lei la bambina l'ha desiderata molto...", come se bastasse il desiderio per far accadere i miracoli... non riesco ad accettare che tutto quello che posso fare per questa bambina è essere zia e poi dovermi fare da parte... Mi sento inferiore, mi sento "meno" di mia cognata, mi sento frustrata e vittima di un'ingiustizia... e continuo a perpetuare domande senza risposte, nonostante la meditazione... e cedere alla rabbia o alla tristezza o alla frustrazione in momenti "topici" (riunioni familiari, cerimonie...) perchè io non ho potuto avere figli... Cerco solo un consiglio, un aiuto, un "in questo modi si può soffrire meno", "se fai così puoi non sentirti più inferiore...".
Grazie, vi auguro una buona giornata
Il mio fidanzato desidera altre donne
Sono fidanzata da sei anni con un ragazzo poco più grande di me. Stiamo insieme da quando ho 14 anni. Mi ha tradito quasi da subito: facendo sesso o mantenendo chat erotiche con conoscenze, o flirtando in modo esageratamente spinto.
Non mi tradisce in senso fisico da tre anni, ma comunque non è mai fedele in senso lato.
Non ha mai confessato nulla: ho sempre scoperto tutto tramite conoscenze comuni o controllando le chat.
Ciò avviene indipendentemente dall’andamento della relazione: commette errori sia quando va bene tra noi che quando va male. A breve dovremmo andare a convivere, ha sempre detto di volere una vita con me e che l’amore non è mai stato messo in dubbio nelle varie fasi. Come fare per vivere bene assieme? Le persone cambiano?
Senso di colpa frustrante post relazione
Salve, sono una ragazza di 22 anni con il vaginismo. Mi sono accorta di avere questo problema ai miei 18, con il mio primo ragazzo, e da allora ho girato ginecologhe/fisioterapiste le quali mi hanno sempre detto che non avevo nulla, semplicemente paura del dolore, che dovevo rilassarmi e che probabilmente quel ragazzo non mi faceva stare a mio agio e non era la persona giusta. Dopo qualche anno incontro quello che ad oggi è il mio ex da pochi mesi, un ragazzo di 9 anni più grande di me (io 19 lui 28) che da subito mi ha trasmesso serenità, con lui mi sono aperta e ho condiviso subito il fatto di essere vergine senza però nominare il vaginismo poiché nessuno me lo aveva diagnosticato prima. Pensavo che potesse essere la persona giusta con la quale avrei superato questo mio "blocco". Siamo stati insieme tre anni, il primo eravamo innamoratissimi e nonostante la non penetrazione avevamo la nostra intimità, vivevamo in due città diverse poiché io per studio ero a Mantova, e i weekend li passavamo sempre insieme. Il secondo anno abbiamo passato il lockdown a casa di sua mamma, la quale è stata oggetto di numerose discussioni poiché si metteva sempre in mezzo e lui non diceva nulla, tuttavia dopo quel periodo critico abbiamo deciso di cercare casa e andare a vivere insieme. Diciamo che in questi primi due anni il discorso sesso è sempre stato in un certo senso evitato, a parole ci descrivevamo come una coppia che si amava, con gli stessi valori, la stessa idea di futuro e infatti avevamo un progetto, di sposarci e crearci una nostra famiglia, il sesso sarebbe arrivato. L’unica cosa se ripenso a quei periodi era che ogni volta che si discuteva per qualunque motivo lui buttava tutto poi sulla questione sesso, ad esempio dicendo che era bravo a stare con me in questa situazione e che aveva l’istinto di andare con tutte, ma poi si scusava e si rimangiava tutto. Non abbiamo mai litigato seriamente per quello, anzi, abbiamo sempre avuto la nostra intimità e lui non mi faceva pesare la cosa in nessun modo durante la vita di tutti i giorni. A gennaio 2021, ho parlato con lui del fatto che sarei voluta tornare da uno specialista poiché mi sembrava strano che in due anni non fossimo riusciti in nessun modo a farcela da soli, così lui mi consiglia una Fiseoterapista e inizia il mio percorso con lei. Sono andata da questa dottoressa fino a pochi mesi fa e non ho concluso nulla, in un anno non ho raggiunto nessun risultato e lei cercava sempre nuovi modi per approcciare al mio disturbo pur non avendo mai avuto casi come il mio si applicava e a me dispiaceva in un certo senso "tradirla" e andare da qualcun'altro perchè avevamo ormai un vero e proprio rapporto. Sta di fatto che in questo 2021 il mio ragazzo ha iniziato ad avere episodi di rabbia, all'inizio sporadici poi via via sempre più frequenti, in quei momenti mi diceva che non ce la faceva più, che non ero normale ad avere questo problema di m***a, che gli sembrava di essere mio padre, che ormai sarebbe andato con chiunque, etc. Cose che mi ferivano, ma subito dopo mi chiedeva scusa, diceva che non le pensava veramente ma e diceva solo per farmi soffrire e che mi amava a prescindere da questo e sarebbe stato con me a prescindere appunto. Io giustificavo queste parole mettendomi nei suoi panni, perchè sapevo che per "colpa"/causa mia stava rinunciando a una cosa importante e più rinunciava e più credevo che mi amasse veramente. Fatto sta che a Gennaio decido di provare a sentire altri specialisti, parallelamente la nostra relazione era alla frutta, lui sempre più nervoso/arrabbiato con me, io sempre più stanca e "svuotata", litigavamo tutti i weekend, così un giorno prendo in mano la situazione e con gentilezza "chiudo" la relazione, piangiamo entrambi, lui mi dice che sono la ragazza migliore del mondo, che mi ama ma non è abbastanza forte per continuare, io lo ringrazio per essermi stato vicino. Solo che quella sera non va via ma restiamo insieme a casa nostra, il giorno dopo vado da una ginecologa che mi dice che non ho nulla, che con i dilatatori posso guarire nel giro di pochi mesi, e così tornata a casa condivido la cosa con il mio ragazzo e decidiamo di continuare e vedere. Il weekend dopo lui è sempre "depresso", io mi impegno per tenere su la coppia lui invece no cos' litighiamo e va via di casa per pensare. Non si fa più vivo tutto il giorno e la notte non torna senza avvisare, vado a casa di sua mamma la mattina dopo e lo trovo li, mi dice che è abbastanza sicuro che sia finita e io non capisco perchè continuava a sostenere di amarmi e di non farcela più, però avevo in programma un nuovo percorso da iniziare e mi era stato detto che in pochi mesi avrei risolto, quindi per me lui sarebbe dovuto essere solo che felice di sapere che avevamo un'occasione finalmente per concludere e essere felici. Per farla breve da li torna qualche notte a casa ma nulla continuiamo a discutere finché mi dice "ok riproviamoci" io gli dico che potevamo prendermi qualche giorno per pensarci visto che fatalità lui quel weekend era via con il fratello e io con una mia amica, al rientro la domenica non si presenta a casa, lo chiamo e non risponde, spegne il telefono. Il giorno seguente si presenta a casa alle sette di sera e mi lascia, con una freddezza disumana, dicendomi che non è più felice da anni, che non voleva venire a vivere veramente con me ma lo ha fatto solo per vedere se si sarebbe risolta la cosa, che non mi pensa, non gli manco, che se lo avessi amato veramente avrei potuto fare prima le cose, che mi ha dato i suoi anni migliori, che i bei momenti che abbiamo vissuto li ha anche con i suoi amici e che ormai non prova nemmeno più attrazione per me, gli chiedo se mi ama e dice di si ma che non basta e che sa fare rinunce. Ci lasciamo così dopo 3 anni di "sei la donna della mia vita" "staremo insieme per sempre" . Non lo cerco più finche mi scrive lui dopo una settimana per dirmi di disdire la casa, quel giorno ci vediamo per svuotare casa ed era diverso, dopo un po' mi prendi mi abbraccia, io gli chiedo se fosse sicuro mi dice di si, che avevo interpretato male le sue parole che non intendeva dire quello che ha detto, che gli ero mancata e che potevamo andare in terapia da un sessuologo insieme. Dopo questo dice che è comunque confuso e che ci vuole pensare quindi potevamo prenderci una pausa, dopo una settimana che non si fa più vivo lo cerco per sapere se avesse pensato e per dirgli che avevo trovato il sessuologo, lui dice che ora come ora non vuole stare con me perchè saremmo ritornati a litigare come gli ultimi tempi, ma che viene in terapia per risolvere il problema perché mi ama, inoltre ha delle mie cose che mi deve ridare quindi ci lasciamo baciandoci e che ci saremmo rivisti presto con quel pretesto e per andare dal medico. Sparisce per un'altra settimana, così prendo in mano la situazione e dopo varie chiamate senza risposta riesco a parlarci e a dirgli di portarmi le mie cose, mi da buca per 2 volte consecutive, poi si degna di venire a restituirmele e se non fosse stato per me non si sarebbe nemmeno fermato a parlare. Gli ho chiesto il motivo del suo comportamento e mi ha detto che per lui era già finita da mesi, che ha capito di essersi forzato, che in realtà non voleva dirmi che mi amava/che avremmo risolto insieme il problema, che già dopo pochi mesi che vivevamo insieme qualcosa era svanito, che prima o poi si sarebbe fatto vivo per dirmelo di sua spontanea volontà e che io lo forzo a parlare. Sono stata gentile e ho voluta chiuderla anche bene, in tutto questo periodo di "tira e molla" finale io sono andata da una sessuologa da sola e da una ginecologa e il primo dilatatore è entrato senza problemi (mentre prima in un anno e mezzo non ero mai riuscita), quindi ero molto felice e soddisfatta di avercela finalmente fatta. Ho voluto dirglielo perchè pensavo che almeno sarebbe stato felice per me, invece non ha fatto una piega, ha detto di essere contento e mi augurato una buona vita. Inutile dire la delusione, non tanto perchè sia finita (non sono una sprovveduta e so che il sesso è parte fondamentale di una relazione, infatti dal primo momento gli ho sempre detto “finché ce la fai bene, se dovessi soffrire la cosa basta che me lo dici e finirebbe bene, non mi deluderesti) , ma per il modo in cui mi ha trattato, senza nessuna umanità, come se fossi una sconosciuta, anzi peggio. Ormai è passato un mese e ho i sensi di colpa, sto cercando di vedere le mie responsabilità, e la domanda "era l'uomo della mia vita e l'ho perso per colpa del mio vaginismo" mi ossessiona. Non riesco a capire se alla fine il mio blocco ha smascherato la persona, oppure se mi ha fatto perdere qualcuno che per tre anni nel bene e anche nel male c'è stata.
1 risposte - LeggiPaura di una relazione?
Buonasera, sono un ragazzo di 28 anni e da alcuni mesi frequento una ragazza di 25. Ci siamo sentiti per messaggi per un paio di settimane e visti un paio di volte dopo le quali lei decise di chiudere i contatti perchè non era scattata la scintilla. Dopo un mese la incontro insieme ad un gruppo di amici ad una cena, l'incontro potrebbe sembrare casuale ma lei fece di tutto per essere presente quella sera. Il giorno dopo mi scrive e riprendiamo i rapporti. Mi dice di non volere una relazione e decidiamo di avviare una relazione senza etichette. Con il tempo mi accorgo che per "relazione senza etichette" lei intenda il fatto di sentirci constantemente ma vederci il meno possibile. Infatti abbiamo pochi rapporti sessuali e tende a disdire gli appuntamenti all'ultimo minuto. Le motivazioni a non voler una relazione cambiano di giorno in giorno, inizialmente dice di non voler una relazione perchè terrorizzata dalla possibilità di ferire o ferirsi (paura derivante dalle ultime relazioni), poi per paura che io possa fuggire qualora venissi a conoscenza di alcune sue caratteristiche e infine di non essere presa da me. Quest'ultimo concetto lo ribadisce spesso in varie occasioni, anche quando disdice gli appuntamenti. Mi dice che non riesce ad essere spontanea con me perchè lei non prova gli stessi sentimenti che provo io, tuttavia i fatti fanno pensare a tutt'altro. Infine, capisce di avermi ferito e decide di chiudere il rapporto ma mi chiede di continuare a sentirci perchè non mi vuole perdere. Non capisco se la causa principale sia la paura ad avere una relazione oppure se effettivamente non le piaccio abbastanza.
1 risposte - LeggiAsessuale o...?
Salve. Sono una ragazza di 23 anni, da molto tempo mi turbano non pochi pensieri e sensazioni che non si soffermano soltanto sulla mia sessualità problematica, affatto... Questa è una piccola premessa doverosa perché vi è anche la possibilità che possano esistere dei condizionamenti in atto, tramandati da esperienze e intervalli di tempo precedenti. Sinceramente spero sia così. Ho sofferto in passato (durante le medie e superiori) di derealizzazione cronica, depressione, ansia generalizzata e pensieri ossessivo-compulsivi che riuscivano a protrarsi anche per più giorni nella loro fase più intensa ; tutto ciò in seguito ad episodi di bullismo verbale che mi hanno portato ad un'emarginazione e solitudine profonda. Attualmente mi sento meglio, più sicura ma allo stesso tempo sempre confusa, conservando una patina, spessa anche se non sembra, di necessità di mantenere le distanze. Inoltre a volte mi sento bloccata, soprattutto se devo agire per il futuro, come congelata, ho molte idee e passioni varie ma mi sento come ancorata all'immobilità; Ho un carattere naturalmente introverso e sensibile e questi eventi traumatici, almeno per la mia persona, mi hanno portato ad allontanarmi ancora di più, vivo nel mio mondo fatto di fantasticherie e passeggiate in mezzo alla natura in solitaria. Da molto tempo penso di voler entrare in terapia solo che, a dirla tutta, non trovandomi in situazioni economiche eccellenti ciò mi ha sempre in qualche modo 'bloccato'...e non saprei se rivolgermi ad un analista o sessuologo, vista la varietà delle 'difficoltà'. In passato sono andata da due psicologi (uno situato al liceo) che mi hanno aiutato ad affrontare l'angoscia del momento ma se mi ritrovo ancora a fare questi discorsi penso che ci sia ancora molto margine di miglioramento... Detto ciò, rientrando nell'argomento principale, ossia la mia sessualità, ciò mi turba profondamente perché mi piacerebbe almeno riuscire a godere la mia sessualità e invece no, neanche questo piacere, ciò risulta essere un problema ingombrante a dismisura, portando alla creazione di una grande invidia per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale... Più nello specifico e cercando di descrivere le mie sensazioni sull'argomento...ho pensato che, all'epoca, la derealizzazione che si è protratta per qualche tempo e lo stato pietoso del mio stato d'animo avessero potuto deviare in qualche modo il desiderio di avere un po' d'intimità con qualsivoglia persona, dato che a momenti provavo vergogna nel mostrare la mia persona fisica mentre passeggiavo per strada ai passanti. Soltanto che vorrei aver fatto qualche passo avanti al giorno d'oggi, ho 23 anni e non sono più giovanissima, avrei potuto capirci qualcosa fino ad oggi almeno e invece niente . Ho letto che l'asessualità dovrebbe manifestarsi, come concetto base, in mancanza d'attrazione sessuale... In realtà sembrerà strano a dirsi ma non so se io l'abbia mai provata o meno, nel senso che non sono molto brava ad etichettare le sensazioni che provo e a dire con certezza che è stato così, trovo tutto molto vago e vario. Di certo a volte, ciò che noto spesso, è di provare attrazione sessuale (sensazione di calore e sensazione li tipiche) ma perlopiù accade con persone che non conosco, anche se raramente ma ultimamente con maggior frequenza, nonostante ciò, in ogni caso, quando si traduce all'atto vero e proprio, è come se perdessi la capacità di sentire. Dico anche che sono molto romantica, quando vedo un ragazzo riesco a capire se mi piace o meno fisicamente anche se sono piuttosto cerebrale e considero altri aspetti molto importanti. Inoltre le mie fantasie sono piuttosto bizzarre e ricorrenti quando mi masturbo, e la natura di esse è la fonte di una buona parte delle mie inquietudini; ad esempio immagino spesso di essere un uomo con membro annesso...(ovviamente) e di avere rapporti con donne ed uomini. Ora. Io sono fermamente convinta di voler restare donna e mi considero anche abbastanza femminile, non ho mai avuto tendenze o desideri che potessero far pensare di voler appartenere all'altro universo. Detto ciò vi ringrazio, ci ho impiegato un po' per scrivere ciò, è stato uno sfogo... Saluti
1 risposte - Leggi