Alessio  domande di Sesso, Coppia, Amore e Relazioni  |  Inserita il

Milano

Sono solo, poco interessante e di pessimo umore

Buongiorno!
Sono un ragazzo di 21 anni e ho da sempre un problema che negli ultimi tempi sta diventando letteralmente insostenibile: sono solo.
Non ho mai avuto tanti amici e con quei pochi che avevo ho sempre mantenuto un rapporto molto superficiale, quasi formale. Per qualche motivo non mi sono mai sentito completamente a mio agio con loro: scherzare mi è sempre stato difficile, come anche avere un minimo contatto fisico. Insomma, sono sempre stato piuttosto "imbalsamato", per quanto io volessi il contrario, e di conseguenza gli altri mi hanno sempre trattato allo stesso modo, sebbene debba ammettere di essere sempre molto apprezzato da tutti. Figurarsi poi l'eventualità di un rapporto amoroso: assolutamente fuori questione (non che al momento sia alla ricerca di una relazione di questo tipo, però chiaramente inizio a sentire un lieve bisogno).
Purtroppo è brutto constatare che, la maggior parte delle volte, venivo e vengo tuttora contattato dalle persone quando hanno bisogno di aiuto in un contesto "formale", scolastico o universitario. Non mi dispiace affatto e non mi sento usato, visto che i miei conoscenti sono altrettanto disponibili con me, però trovo molto triste il fatto che le mie interazioni con gli altri siano limitate a queste circostanze. Non a caso, una volta finito il liceo, ho continuato a sentire solo alcuni ex-compagni, con i quali peraltro i rapporti si sono ulteriormente raffreddati (non in senso di ostilità, semplicemente non abbiamo più nulla di cui parlare).
Col tempo è poi emerso anche un altro aspetto molto frustrante di questa situazione. Il fatto è che, per quanto io voglia davvero stabilire dei rapporti profondi (o almeno meno superficiali), ho la fortissima impressione (direi più una certezza che cerco di ignorare) di auto-sabotarmi: quando ho qualche occasione la spreco, quasi avendone paura, temo di essere di troppo e, molto, molto frequentemente di vergognarmi. Ho anche notato che, col tempo, si è anche corroborata una sorta di insofferenza nei confronti degli altri: per quanto voglia stare con loro, quando ci sto insieme mi sento annoiato, quasi infastidito, e non vedo l' ora di tornarmene a casa, per quanto sappia che poi soffrirò molto di più a causa della solitudine. Credo che in parte sia una specie di invidia, visto che mi sento sempre poco interessante, di non avere nulla da offrire, e quindi me ne sto zitto, limitandomi a guardarli dal mio angolino sperando di essere come loro; però non credo sia solo quello, visto che, come ho detto, a un certo punto li trovo davvero noiosi e quasi fastidiosi (oppure noia e fastidio sono delle dirette conseguenze dell'invidia nei loro confronti? Non saprei).
Ciononostante, devo continuare ad ammettere che, come gli altri, mi piacerebbe molto avere delle passioni, fare qualcosa che mi piace e poterne parlare, ma, purtroppo, come ho detto sono una persona abbastanza vuota e senza nulla di valido da fare e di cui parlare. Attenzione! Con quest'ultima affermazione non intendo affatto sminurmi: è un fatto abbastanza oggettivo, visto che qualsiasi cosa faccia mi annoio oppure, ancora peggio e ancor più frequentemente, continuo a farla solo perché mi sento obbligato, e non perché voglia davvero.
Un altro aspetto di tutta questa faccenda è che ho il terrore di risultare un esibizionista o un vittimista, e quindi non voglio assolutamente parlare di nessun aspetto, positivo o negativo, della mia vita "interiore" con gli altri. D'altra parte, se qualcuno lo fa con me, lo trovo piuttosto irritante perché non trovo giusto il fatto che io mi debba tenere tutto dentro mentre gli altri possono parlare apertamente di sé. Se, quindi, per qualsiasi motivo dovessi avere una passione (il che sarebbe altamente improbabile, come ho detto prima), mi vergognerei a parlarne con gli altri per paura di essere un peso.
Come ultima precisazione, vorrei indicarvi che il misto di vergogna e fastidio (principalmente, ma non solo) di cui vi ho parlato è più acuto con persone con cui sono più "in confidenza" (anche se, per quello che ho detto, si tratta sempre di rapporti molto distaccati), ma in parte mi spinge anche a evitare persone che non conosco, e che probabilmente non farebbero nemmeno caso a me. Mi vergogno e mi sento infastidito all'idea di essere visto da qualcuno anche solo mentre faccio un giro al parco, oppure mentre vado a comprare qualcosa. Anche scrivere su un sito come questo mi costa fatica per un semplice fatto di vergogna, ma sto ricorrendo a questo mezzo perché, per questa stessa vergogna, non riesco a trovare il coraggio di fissare un appuntamento con uno psicologo (cosa che pure vorrei davvero fare!).
Vorrei anche precisare che i sentimenti che provo sono descritti a grandi linee, visto che si tratta di miscugli di emozioni che non saprei descrivere bene, perciò le parole che ho usato per parlarne non sono esattamente fedeli a quello che provo, anche se sono le migliori che abbia trovato.
Cosa potrei fare per migliorare questa situazione?
Devo rivolgermi a uno psicologo specializzato in qualche specifico campo?
Mi scuso per il disturbo e vi ringrazio in anticipo per la disponibilità!

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Katarina Faggionato Inserita il 27/07/2020 - 17:56

Buongiorno Alessio,
sei riuscito a scrivere su questo sito nonostante tutte le difficoltà che hai descritto. Probabilmente la tua voglia di uscire da questo malessere è più forte della vergogna. Il prossimo passo sarà di contattare uno psicologo. Più che un campo specifico ti consiglierei di cercare qualcuno che ti ispiri fiducia. Se trovi troppo difficile parlarci, prova a scrivere, potrebbe essere un inizio meno stressante per te. E vedrai che non succede niente di terribile.
Dici che non intendi sminuirti ma dici anche di essere poco interessante, hai paura di non essere accettato - temi di essere di troppo, di peso, ti vergogni. Deve essere difficile avvicinarsi agli altri mentre pensi queste cose di te. Forse temi che gli altri possano giudicarti come ti giudichi tu (come noioso, per esempio), è una cosa che capita alle persone, non è raro ed è anche un tema trattato spesso nei colloqui psicologici.
È comprensibile che tu non voglia condividere queste cose intime con le persone attorno a te, anche in relazione al problema che hai descritto. Per quanto riguarda lo psicologo, puoi anche decidere per una consulenza a distanza, se questo ti fa sentire più a tuo agio. Puoi anche decidere di compiere il primo importante passo; contatti uno psicologo - in forma che ti sembra più fattibile - solo per chiedere informazioni. Non hai nessun vincolo poi per questo, sei libero di contattare anche più professionisti per chiedere quello che ti interessa e capire se ti troveresti a tuo agio.
Come sei riuscito a scrivere qui, puoi farcela anche per il contatto. In bocca al lupo!
Dott.ssa Katarina Faggionato