Una mamma distrutta psicologicamente da mio padre
Salve, spero di non aver sbagliato categoria.
Sono una ragazza di 20 anni, vivo con i miei fratelli e mia mamma. Già da tre anni sta seguendo un percorso psicologico, e di risultati ce ne sono stati parecchi. Sono contenta di aver trovato nel mio cuore la forza di saperle stare accanto, ascoltandola sempre, cercando come potevo di supportarla, durante questi tre anni, riscoprendo l'amore che ho sempre in fondo provato per lei (abbiamo avuti forti anni di conflitto), seppur purtroppo in un contesto così aspro e triste. Mi pento tuttora di non aver compreso prima mia mamma.
Ha passato la maggiorparte della sua vita con un uomo, mio padre, in grado di alternare abilmente crudeltà e la sua sottile dote da buon parlatore, generando così, per anni e anni, sensi di colpa, riuscendo a rivoltare la "frittata" sempre a suo favore.
A sua volta, si generavano conflitti interiori e forti condizionamenti, e poi paura, non solo in lei, ma in tutti noi.
Ed è tuttora cosi: mia mamma ha perso il sorriso da ormai troppo tempo, non sente il desiderio di svolgere normali attività, e temo che tutto ciò si stia ripercuotendo anche su di me, soprattutto da tre anni a questa parte. Mi sento incredibilmente egoista a parlare di me in un contesto così, ma anche io non sorrido più e sembra che più nessuna passione mi stimoli più. Spesso penso che l'unica soluzione sia andarmene, magari prendendo un treno a caso, diretto chissà dove, ma so che sono pensieri irrazionali, non lo farei mai, non posso lasciarli.
D'altro canto però vorrei interrompere il dialogo con mio padre, non vorrei più scrivergli, né tantomeno ricevere suoi messaggi, per la mia salute ma anche per quella di mia mamma, che si ripercuote anche su di me, voglio forse vigliaccamente accantonare la cosa. Mia madre non è d'accordo e insiste sul fatto che io devo rispondergli, devo imparare a difendermi e a difendere loro dalle sue cattive parole. Così nasce altrettanto un conflitto, tra me e lei, che si arrabbia fortemente, accusandomi di debolezza, mentre io perdo ancora più sicurezza e mi rifugio in pianti in solitudine.
"Promettimi che qualsiasi messaggio lui ti scriva, tu me lo fai sapere" mi dice, ma temo che non le faccia bene, ma lei lo fa per paura, per proteggermi in qualche modo. E sull'imparare a difendermi sento che non ha torto: mio padre non perde occasione per usarmi come mezzo tramite messaggi, per attaccare mia mamma, me o i miei fratelli, ed io vado in panico. Vorrei dirgli di quanto odio quando fa così, ma sento che non cambierebbe niente in lui. Probabilmente anche io ho paura in realtà.
Anche io vivo questa situazione pesantemente, come un macigno che mi schiaccia sempre di più.
Cosa posso fare? Vorrei farla distrare, vorrei vederla sorridere di nuovo. Si sta parlando di andare da un giudice per legalizzare la separazione, avvenuta tre anni fa senza ufficializzare niente. Spero possa rappresentare una chiusura definitiva.
Mi scuso per il discorsone, o sfogo per lo più, o per eventuali errori grammaticali. Spero che qualcuno possa darmi qualche suggerimento.
Grazie a chiunque leggerà.