Depressione e isolamento
sono un 30enne che vive da un anno all'estero, a causa di diversi crolli psichici della mia persona sono diventato depresso negli ultimi 15 anni, al punto da meditare spesso il suicidio e graffiarmi le braccia o bruciarmele con le sigarette. In un ricovero mi hanno diagnosticato un disurbo borderline (che non so se risulta vero o meno..sono molto scettico io) perché soffro da sempre di difficoltà ad allacciare relazioni appaganti con gli altri. A dicembre però è tutto peggiorato, mi sono chiuso sempre più in me stesso, penso al suicidio e ho attacchi di rabbia assurdi in cui scaravento le cose a terra. Non riesco a immaginar niente di positivo per il mio futuro e quando ho sensazioni di rabbia o disperazione rimugino spesso con la mente. Me la prendo con tutti, allontano chi mi vorrebbe bene e non sono mai felice di niente..anche il fatto di rimanere all'estero forse me lo impongo pur di star male e relegarmi nella sensazione di mancanza assurda dei miei genitori (sì, perché, solo come un cane, desidero l'affetto e le attenzioni dei miei genitori, senza cui, nonostante siano soffocanti e iperprotettivi, io non riuscirei a fare niente nella vita). Lo psichiatra vuole che inizi una terapia con Citalopram,ma so che questo non risolve il mio problema che è la mancanza di fiducia nel bene dell'essere umano. E mi cruccio del fatto che non c'è nessuno..perché anche se ci fosse qualcuno io mi sentirei solo lo stesso (dentro di me)..questa solitudine è un deserto infinito dentro di me..Cosa posso fare per alleviare il tutto? Dovrei rimanere all'estero o rientrare? Sono alla frutta davvero..Se torno a casa ci saranno i miei a "proteggermi", ma mi mancherà la mia indipendenza..Ma in questa situazione ho la sensazione di impazzire..