Rei domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Agrigento

Gestione dell'ansia

Salve, sono una ragazza di 28 anni , laureanda in scienze pedagogiche. Ho deciso di scrivere perchè credo di avere un problema con la gestione dell'ansia che rende qualsiasi cosa più difficile di quello che è realmente. L'ansia. Non mi fa rapportare in modo sano con le persone. L'ansia mi ha portata a controllare e a calcolare tutto. Ad anticipare i comportamenti e i pensieri delle persone. Mi ha portato ad affrontare ogni esame universitario come un dramma.Ad esempio 2 giorni fa avevo un esame a dir poco semplice, avevo studiato , ero preparata , ma quando mi sono trovata seduta di fronte al docente e alla sua domanda io ho avuto come la sensazione che la mia mente fosse un foglio bianco, la testa mi girava e ho dovuto rialzarmi e pregare il docente di riammettermi al prossimo appello. Tornata a casa alla mente mi tornavano tutti gli argomenti, tutto era ben chiaro. E così succede ad ogni esame, ad ogni incontro con docenti, ad ogni cosa nuova che mi spaventa. Ad ogni situazione che non so o che non posso controllare. Cerco di auto convincermi che devo stare tranquilla, ma quando si presenta la situazione è come se mi spegnessi totalmente. Non riesco a trovare una soluzione, non voglio che questo problema continui a incidere nella mia vita sia privata che professionale, mi sta portando ad avere bassa autostima, a sentirmi insoddisfatta e questo sta incidendo anche sulla mia relazione sentimentale. Ho paura che sia un problema più grande di me

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Anna Antinoro Inserita il 04/10/2016 - 16:00

Buongiorno Rei,
quella che lei descrive è la tipica ansia prestazionale legata ad un vissuto che ci sia qualcosa di fronte che può sottoporre ad un giudizio rigido ed irreversibile, un'idea che in effetti messa così, spaventa.
L'altro aspetto legato alla prestazione e l'iper richiesta che spesso ci si fa di fronte ad un prova in cui, o si fa il massimo o non si va avanti. Questi eventi, magari in co-presenza, creano una sorta di amnesia che davvero fanno dimenticare tutto, come se il materiale fosse nascosto dietro ad una tenda o in un contenitore chiuso da cui è difficile attingere le informazioni.
Visto che non è la prima volta che le accade e che tutto questo rischia di portarla all'autosabotaggio, le consiglio di iniziare un percorso con uno psicologo per approfondire queste aree appena descritte e capire un pò di fronte a quell'incontro cosa le accade.
Emozioni, vissuti e ascolto dei dialoghi interni, magari in affiancamento a tecniche di respirazione per la gestione dell'ansia, potranno fare la differenza sul suo percorso.
E' buono il fatto che lei, oltre ad autoconvincersi, stia iniziando a prendersi cura di questo vissuto.
Il suo percorso fondamentalmente è già iniziato.

Resto a disposizione qualora avesse piacere di parlarne
Dott.ssa Antinoro Anna