Le cause del disturbo ossessivo compulsivo

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Le cause del disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo suscita interesse speciale presso gli psicoterapeuti e non solo per diverse ragioni.

E' un disturbo doloroso, ostinato e pervasivo, ossia che ci condiziona in tutte le aree della vita, personale, sociale, lavorativa.

Prima di tutto per la sofferenza che reca ai pazienti, alla loro famiglia e poi perché mortifica fortemente la vita di chi lo vive e la sua capacità di realizzazione personale ed esistenziale.

I pazienti ossessivi spesso non riescono a svolgere un'attività lavorativa in modo continuativo o comunque la svolgono con grande fatica, e per quanto riguarda le relazioni di coppia, non riescono a mantenere un rapporto per un tempo sufficientemente lungo.

Il DSM V, ossia il manuale psicodiagnostico in uso presso in professionisti, sottolinea alcune  caratteristiche fondamentali in questo tipo di disturbo; la prima è la frequenza, la persistenza nell'attività ossessiva e la ripetitività, accompagnate dalla sensazione che questa attività sia obbligata, imposta e compulsiva. Il paziente si sente costretto ad agire o a pensare nel modo sintomatico e di solito cerca di opporsi a questo e di resistervi, il che aumenta la sofferenza e la fatica.

Una spiegazione in termini di disfunzioni neuropsicologiche e cognitive di base è quella forse più interessante al momento. In questa prospettiva rientrano gli studi sull'underinclusing, cioè la tendenza a ipercategorizzare l'esperienza, i deficit delle funzioni esecutive e della memoria visuo spaziale.

Molta attenzione ha ricevuto l'ipotesi del deficit mnestico. Negli ultimi anni numerose ricerche sperimentali hanno rilevato che nei pazienti ossessivi vi è un deficit di memoria, quanto una scarsa fiducia nelle proprie capacità mnestiche e che tale sfiducia aumenta in caso di controlli ripetuti. In pratica più una persona replica un'azione di controllo, un comportamento compulsivo, più diminuisce il ricordo di questa azione e di conseguenza il ricordo di aver compiuto l'azione diventa meno vivo e sicuro nella mente della persona, tanto da indurlo a nuovi comportamenti compulsivi.

Se poi i soggetti sentono aumentare la responsabilità allora manifestano una ulteriore ed evidente diminuzione di fiducia nella propria memoria, e se al contrario percepiscono una diminuzione di responsabilità, è più probabile che recuperino almeno in parte la sicurezza nelle proprie capacità di ricordare.

In tutti casi i pazienti ossessivi può essere che abbiano avuto dei genitori che hanno instaurato con loro un tipo di relazione riconducibile all'attaccamento ansioso- evitante, o attaccamento resistente- ambivalente. Le madri si mostrano stabilmente propense a respingere e la richiesta di attenzione dei figli e spesso manifestando un desiderio di tenersi a distanza da esso dispensandogli rare manifestazioni di affetto.

Il bambino pertanto cresce senza sapere se è amato o odiato, degno di attenzione, affetto, oppure no.

In quest'ottica il sintomo ossessivo potrebbero essere niente altro che l'espressione del tentativo estremo di trovare una risposta certa a un dubbio fondamentale:” sono buono o sono cattivo?

Questa doppia immagine di se, questa sorta di confusione mentale, determinerebbe pertanto una angoscia profonda che genera un desiderio di certezza assoluta che può favorire appunto, condotte ossessive.