Genitori e figli tra Facebook e WhatsAPP

La rivoluzione digitale da un punto di vista educativo

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Genitori e figli tra Facebook e WhatsAPP

L’era digitale, un’epoca in cui viviamo, senza renderci nemmeno conto, molto spesso, di quanto l’avvento della tecnologia digitale abbia decretato una vera e propria rivoluzione: la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai avuto. Una rivoluzione che ha mutato quasi tutto il mondo in un paio di decenni. Ha mutato le modalità di comunicazione, socializzazione e apprendimento, le modalità con cui cerchiamo e offriamo lavoro, prenotiamo una visita medica, un viaggio, compriamo una casa, una macchina, conosciamo persone e via dicendo. Tutto e subito, copia-incolla, senza fatica, sembra.

La generazione dei genitori si trova però ad affrontare l’educazione dei loro figli in un contesto che loro stessi conoscono poco, e dove invece vedono i giovani molto più abili – tecnicamente – di loro. I giovani però anche se più capaci e veloci, non sono sempre più consapevoli degli adulti, non hanno il giusto senso critico nell’esplorare il web. Accade quindi che sempre più bambini e adolescenti si trovano nei guai perché utilizzano male le tecnologie: dal pubblicare foto a luci rosse al chattare con sconosciuti, dal vivere nella realtà virtuale e sempre meno nella realtà concreta all’insultare la prof. su Facebook. Generazioni trasandate e incoscienti? Forse. Oppure semplicemente generazioni a cui manca una guida educativa consapevole e presente. Una generazione che ha bisogno di regole. Certo, in adolescenza le regole sono fatte per essere trasgredite, ma è importante che ci siano. Il problema oggi è che sempre più giovani – o peggio bambini – si trovano a usare le tecnologie della comunicazione in modo sregolato, non mediato dagli adulti e senza aver avuto una buona educazione in merito. Gli adulti – si spera – hanno la consapevolezza di cosa significa l’attesa, lo sguardo di una persona, il rossore che si prova nel guadare negli occhi la propria innamorata, il valore della fatica. I giovani, spesso non fanno esperienza di queste emozioni, in quanto sembrano non necessarie: più facile chiedere l’amicizia su Facebook invece che andare di persona, più facile scaricare una canzone illegalmente invece che mettere da parte la paghetta per comprarla, più facile insultare qualcuno in rete rispetto ad andare di persona e discutere. Ecco allora che sempre più giovani si rifugiano nel web e non fanno esperienza della vita concreta, si chiudono sempre più spesso nel mondo digitale, riducendo le loro esperienze concrete.

Il tema è molto complesso e molto vasto, scopo di questo articolo è aprire una discussione, una riflessione su quanto sia importante soffermarsi a valutare quanto il modello educativo tradizionale sia stato rivoluzionato dalla società digitale, quanto sia importante per genitori e insegnanti affrontare questa tematica.

Fonti: