Perché ricostruire la storia familiare

Pubblicato il   / Genitori e figli
Perché ricostruire la storia familiare

Perché ricostruire la storia familiare

Nel mio lavoro di psicoterapia mi occupo molto della ricostruzione della storia familiare dei pazienti, perché se si vuole capire il sintomo, non si può fare a meno di avere uno sguardo rivolto al passato e al contesto dinamico del sistema delle relazioni familiari. Il passato familiare non è mai un passato remoto, ma sempre un passato prossimo che ha legami con il presente e probabilmente con il futuro.

La storia familiare non è mai una storia unica, oggettiva, ma sempre una storia soggettiva, una storia vissuta e memorizzata da un particolare, individuale punto di vista, per cui genitori, figli, fratelli, sorelle possono scrivere storie familiari diverse, non tanto dei fatti, ma dei modi emotivi con cui i fatti e gli eventi sono stati vissuti.

Per questo la conoscenza della storia individuale e familiare non è una semplice conoscenza dei fatti, ma è, almeno nelle intenzioni, una ri-costruzione delle vicende familiari connettendo i punti di vista degli altri protagonisti. E magari scoprire così che due sorelle hanno due mamme diverse o che un padre vissuto da un figlio severo e oppressivo sia ricordato affettuoso e dolce da un altro figlio.

Ma la ricostruzione della propria storia non è solo un bisogno terapeutico, è anche un bisogno e un desiderio individuale psicologico: lasciare una memoria di sé e delle proprie radici e nello stesso tempo ritrovarle e riconoscerle, guardandosi attentamente indietro.

Memoria di sé che però è condizionata dal fatto che ci sia qualcuno che renda viva questa memoria nei fatti e nei pensieri, che non sia un semplice ricordo di un’esistenza passata. La memoria è viva, se facciamo viva la presenza di una qualche parte dell’altro con cui abbiamo vissuto una vitale relazione, che si è depositata in noi, lasciata in eredità, anche se non riconosciuta.

Ricostruzione della storia che è anche una speranza, la speranza di sopravvivere nella vita degli eredi un po’ più del tempo che ci è stato concesso.

Mio padre qualche mese prima di morire inaspettatamente mi fece un appello:” Mi raccomando. Non ti dimenticare di me