Le manifestazioni dell'autismo possono variare ampiamente a seconda del livello di sviluppo e dell'età del bambino. Tuttavia, ci sono dei criteri descritti dal DSM-V, ovvero il "Manuale diagnostico e statistico dei disturibi mentali" (2013), che indicano le principali aree in cui individuare i segni e i sintomi del disturbo.
Innanzitutto la presenza di deficit nella comunicazione e interazione sociale: difficoltà nel mantenere il contatto oculare, nella condivisione di intenti e di stati emotivi, nell'attenzione condivisa, nello sviluppare e mantenere rapporti sociali.
Un altro aspetto importante riguarda la presenza di attività stereotipate e interessi ristretti:
- presenza di movimenti stereotipati o ripetitivi (uso ripetitivo di determinati oggetti, ecolalia...),
- aderenza inflessibile a specifiche routine,
- interessi ristretti e fissi,
- iper o iporeattività a stimoli sensoriali o interessi insoliti ad aspetti sensoriali dell'ambiente (indifferenza al dolore, alla temperatura, reazioni eccessive nei confronti di rumori comuni, tendenza a odorare o toccare lo stesso oggetto in modo esagerato).
La diagnosi di un disturbo dello spettro autistico è indubbiamente un momento molto delicato, carico di ansie da parte dei genitori. Pertanto, è fondamentale che la famiglia si rivolga a dei professionisti formati in tale settore. Inoltre, è importante che vengano eseguite delle indagini mirate a ricercare una possibile spiegazione delle difficoltà presenti, come fattori genetici o altre cause biologiche.
Durante il percorso di valutazione psicodiagnostica è importante indagare anche la presenza di disabilità intellettiva, disturbi del linguaggio o altri disordini neuroevolutivi o del comportamento.
Riferimenti bibliografici:
- Vio e Lo Presti (2014). Diagnosi dei disturbi evolutivi. Modelli, criteri e casi clinici. Edizioni Erickson.