Quando il "locus of control" aiuta l'autostima

Dagli studi sull’apprendimento sociale, al metodo “Trial & error”

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Quando il "locus of control" aiuta l'autostima

Ognuno è artefice del suo destino. O invece è il fato che controlla la nostra vita, o addirittura a farlo sono le persone che hanno più potere di noi? E’ una vecchia questione alla quale la psicologia ha dato molte risposte ma ancora non è scontato che la maturità implichi un senso di controllo personale.

Alcune persone sono convinte di avere il controllo su ciò che accade loro e così vivono come se il loro impegno determini ciò che accade: essi hanno un Locus of control interno. Sono determinate nei loro obiettivi, si sentono responsabili delle loro azioni e ottengono maggiori possibilità di successo.

Altri ritengono di non avere controllo sulla propria di vita e che le cose accadano guidate da forze imprecisate, la sorte, o dall’influenza di altre persone potenti. Essi hanno un Locus of Control esterno. Sono più passive e si adattano a ciò che accade anche se hanno la reale possibilità di modificare le cose. E’ come se non vedessero lo spazio di intervento o le risorse che hanno in mano. Ne consegue un sentimento di sfiducia negli altri.

Per molti di noi le due tendenze non sono espresse in modo netto, e dipende dalle circostanze se indugiamo in una o nell’altra. Attribuire le colpe a fonti esterne può aiutare in alcune situazioni, per esempio di insuccesso inaspettato o di reale impotenza. Ma per il benessere dell’individuo serve un sistema di credenze equilibrato che comprenda aspetti adattivi del LOC interno, ma anche altri più realistici di orientamento esterno. Ne parlava J. Rotter già negli anni '50. Più recentemente si è innestato sugli stessi studi M. Seligman con la sua teoria della Psicologia positiva e gli stili di attribuzione.

Nel campo dell’educazione, per promuovere il LOC interno possono aiutare i rinforzi positivi (ad esempio premiare quando si fa una scelta difficile). Nelle aziende è ben noto che il LOC esterno genera circoli viziosi di disorganizzazione, abbandono, e vissuto di vittimizzazione e auto-sconfitta: “Te lo dicevo che non ce l’avrei fatta, era meglio se nemmeno ci provavo, sono un perdente, quindi non ci proverò più”. Al contrario, il meccanismo del “Trial & error” - non arrestarsi sugli errori, anzi analizzarli e tentare soluzioni ragionate su problemi di difficoltà crescente e su obiettivi sempre più sfidanti - genera auto-motivazione, sviluppa il senso delle proprie possibilità, rafforza il ragionamento “se mi impegno abbastanza ce la posso fare, non mi tiro indietro”.

Dunque:

Le persone con Locus Of Control esterno:

  • percepiscono gli eventi come imprevedibili
  • dipendono dagli altri ("Come si fa questa cosa?") anziché attivare il problem-solving
  • credono inutili le proprie capacità di fronte alle variabili esterne che sentono opprimenti
  • si sentono impotenti rispetto agli eventi;
  • attribuiscono i risultati negativi sempre al destino o agli altri
  • perdono motivazione di fronte alle difficoltà

Le persone con Locus Of Control interno:

  • cercano strumenti, migliorano conoscenze e skills per affrontare le sfide
  • credono che ogni problema può essere risolto o analizzato e ogni obiettivo è raggiungibile con le giuste risorse
  • credono nei propri potenziali e li sviluppano senza arrendersi
  • sanno avere una "visione" delle alternative possibili verso i loro obiettivi
  • hanno un approccio strategico ai problemi