La paura degli altri

Quando la timidezza e riservatezza eccessiva non permette di essere se stessi

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
La paura degli altri

Quando l’insicurezza, il nervosismo e la paura di rendersi ridicoli prendono il sopravvento in maniera incontrollabile, si è in presenza di una vera e propria malattia che, come tale, è diagnosticabile e curabile.
L’insidia più grande della fobia sociale, infatti, è non accorgersi di soffrirne, sottovalutandone i sintomi come una semplice timidezza o , peggio, mancanza di coraggio.

Le persone che presentano questa problematica psicologica sembrano in apparenza semplicemente molto timide ma in realtà è qualcosa di diverso dalla semplice riservatezza e timidezza: innanzitutto non accettano assolutamente questa loro caratteristica, come se in profondità sapessero che non stanno esprimendo il loro vero carattere che, anzi, resta sempre celato, “bloccato” dalla paura di mostrarsi.

Le persone semplicemente timide desiderano essere maggiormente espansive ma normalmente accettano questa loro caratteristica come parte della loro identità che li fa essere anche riservati, capaci di ascoltare, sensibili, buoni confidenti... la timidezza è quindi una caratteristica di personalità insieme negativa e positiva.

Chi presenta fobia sociale, invece, non considera minimamente gli aspetti positivi di questo aspetto del carattere perché non è semplicemente timido ma terrorizzato;

l’interazione con gli altri è fonte di un’ansia elevatissima simile a quella scatenata da un pericolo mortale.

Sottovalutare il problema, soprattutto in adolescenza, equivale considerare “un po’ triste” una persona fortemente depressa ... Tutti, chi più chi meno, siamo stati timidi ad un colloquio di lavoro o ad un primo appuntamento, ma solo chi ha un problema di fobia sociale non riesce a vivere per la paura di fare un colloquio di lavoro – e spesso perde tutte le occasioni a causa di questo – e resta solo tutta la vita pur di non sentire il terrore del primo appuntamento.

Soprattutto le famiglie devono essere attrezzate per capire la differenza ed aiutare un ragazzino con fobia sociale ad accettarsi ed a trovare strategie per sviluppare al meglio le proprie relazioni, pur convivendo con la propria particolarità.
Spesso chi proviene da famiglie isolate o con un elevato ricorso al giudizio ha più probabilità di presentare fobia sociale, è quindi molto importante spezzare questa catena ed essere il primo o la prima (della famiglia, spesso) che vede il problema per quello che è e decide di affrontarlo.

Coraggio! Nella mia esperienza è una problematica assolutamente curabile, con la psicoterapia associata a programmi “in vivo” che aiutino a provarsi e cambiare i comportamenti non idonei in un ambiente protetto.