Silvia domande di Sesso, Coppia, Amore e Relazioni  |  Inserita il

Agrigento

Difficoltà a relazionarmi con gli altri

Buongiorno, scrivo per avere un consiglio sul mio problema, per capire se un percorso psicologico sia in grado di aiutarmi.
Ho 23 anni, sono sempre stata una persona timida. Quando ero una bambina riuscivo a relazionarmi con altri bambini al di fuori della scuola, mentre a scuola invece ero sempre isolata, cambiavo proprio carattere. Questa situazione mi rendo conto che la sto portando ancora avanti, sul lavoro infatti faccio davvero fatica a relazionarmi e a maggior ragione quando c'è un capo che mi guarda vado proprio nel pallone. Invece per quanto riguarda la sfera personale ora mi ritrovo sola, quei pochi amici che ho sono tutti di vecchia data e ora lontani,faccio davvero fatica a socializzare e farmi nuovi amici anche perché spesso le occasioni " sociali" dove potrei avere occasione di parlare con qualcuno mi mettono ansia. Questa mia " solitudine" non mi rende felice, vorrei non dover faticare a trovare qualcuno con cui condividere il mio tempo libero, invece non so mai chi chiamare. Inoltre questa "trasformazione caratteriale" di cui parlavo prima, ovvero che quando andavo a scuola mi trasformavo, è presente anche adesso.. con la famiglia sono me stessa al 100%, con altre persone non riesco ad esserlo, mi blocco. Spero di sia capito bene quello che vorrei dire, e difficile per me trovare le parole giuste per esprimerlo. Grazie per l attenzione. Buona giornata.

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Chiara Francesconi Inserita il 04/05/2017 - 08:33

Buongiorno Silvia,
volendo rispondere direttamente alla tua domanda, direi proprio di si, che un percorso psicologico potrebbe aiutarti eccome nel migliorare la relazione con gli altri e anche con i tuoi vissuti interiori di ansia.
Quella che descrivi sembra essere una condizione sfumata tra timidezza e ansia sociale, che manifesta picchi più elevati a seconda delle persone coinvolte e delle situazioni. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarti a capire meglio te stessa, quali sono i tuoi timori più profondi, cosa ti spaventa nell'aprirti come fai in famiglia, cosa ti blocca, e da qui partire in un cammino di sviluppo di nuove competenze e strategie per affrontare la socialità. Alcune volte ci si può accorgere che i nostri stessi comportamenti difensivi e di chiusura portano proprio quello che volevamo evitare (ad es. non esporsi e non parlare, può essere un comportamento assunto per far in modo di non fare brutte figure e dire stupidaggini.. ma allo stesso tempo si può essere presi in giro o isolati anche proprio per il fatto che si sta sempre zitti! Quindi quello che facciamo diventa una strategia difensiva malfunzionante e improduttiva!).
Pertanto ti consiglio caldamente di rivolgerti ad un terapeuta della tua zona per intraprendere un percorso individuale. Attualmente la terapia cognitivo comportamentale risulta particolarmente efficace nel trattamento delle problematiche ansiose, dando buoni risultati anche in tempi medio-brevi. Se desideri maggiori informazioni a riguardo, ricontattami pure senza alcun impegno.
Personalmente offro anche consulenze a distanza, tramite skype.
Un caro saluto,
dott.ssa Chiara Francesconi
psicologa psicoterapeuta cognitiva
www.chiarafrancesconi.it

Dott.ssa Sara Bonfante Inserita il 03/05/2017 - 16:24

Gentile Silvia,
Da quello che Lei descrive si può parlare di difficoltà socio-relazionali evidenti (non è questa la sede per emettere eventualmente diagnosi di disturbo da ansia sociale) che creano un disagio significativo nella sua vita in quanto avverte pesantemente in senso di solitudine che intacca negativamente la sua qualità di vita.
In genere sono proprio le situazioni dove dobbiamo relazionarci con gli estranei e creare maggiore ansia rispetto alle situazioni in cui ci troviamo a relazionarci con i nostri familiari e quindi le sue "trasformazioni" possono risultare comprensibili.
Un percorso psicologico potrebbe esserLe di aiuto per lavorare sulla autostima e sulla consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità; in genere, infatti, una bassa autostima e in basso senso di auto-efficacia portano a sviluppare timore del giudizio altrui e timore di risultare inadeguati alla situazione.
Lavorare quindi sull'auostona e sul proprio senso di auotefficacia potrebbe essere un modo per accorciare le distanze con gli altri che ci spaventano.