marisol  domande di Psicologia e dintorni  |  Inserita il

Varese

Vivere per gli altri e non per sé stessi

il 3 gennaio 2021 è venuta a mancare mia madre.
l'11 febbraio 2021 sono due anni che è venuto a mancare mio padre.
due figure che, sebbene a volte con rigidità, mi hanno dato tanto e a volte anche tolto un po'.
ho rinunciato a un po' di cose per loro... ma poi ho scoperto, affiancandoli e accompagnandoli nel percorso della loro vecchiaia, che io ero lì per loro.
ho incentrato la mia vita sulle loro esigenze, per quanto potevo fare e per quanto mia madre mi permettesse di fare.
ora che loro non ci sono più, non so davvero cosa fare... come andare avanti.
canto, collaboro con un'azienda per affiancamento a persone fragili (anziani, disabili, pazienti oncologici), tra poco seguirò un corso per guardia zoofila.
se non vivo per gli altri, per aiutare, io non vivo più, perché non ho bisogno di nulla per me.
ho un compagno, una sorella, ma, brutto da dirsi, a volte penso che loro sono abbastanza per loro stessi.....
quando sono a casa e non ho nulla da fare, preferisco dormire. è come se fossi morta: nessun pensiero, nessuna paura, nessuna pressione da altre fonti.
detesto mangiare: da giovano ero anoressica (pesavo 37 kg). per me non ha significato sprecare tempo per mangiare....
ho ottenuto un contratto discografico: il mio sogno di anni. ma non riesco a rimettere in contatto la mia anima con il dono che Dio mi ha dato...
vorrei piangere tranquillamente per la perdita di mia madre, ma non riesco perché ho paura che, soprattutto mia sorella, mi si possa vedere fragile ed essere giudicata troppo "molle" di carattere.
vorrei ritornare ad essere quella pallina di energia che da giovane ho scoperto essere: dopo essermi impasticcata con delle pillole per il cuore di mio padre, ho perso 4 giorni della mia vita, durante i quali sono stata quello... una pallina di energia che ha conosciuto la vera pace....
so che ho delle cose da fare qui, ma spero vivamente che tutto finisca il prima possibile e ritornare dai miei genitori ......

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Valentina Bennati Inserita il 08/02/2021 - 08:48

Lucca
|

Cara Marisol,
dalla sua lettera arriva tanto dolore e fatica per la vita. La prima cosa che mi verrebbe da fare è abbracciarla e dirle che c'è sempre una motivazione valida per continuare a vivere questa vita! Ma questo esula dal mio lavoro, questa è la risposta che darei come Valentina e non come professionista. Perciò quello che posso dirle è che nonostante il suo dolore è ancora qui che sta combattendo contro gli ostacoli grazie alla sue capacità e alla forza d'animo. Una parte di lei è stanca e senza forze, ma l'altra parte di lei continua a lottare e vuole farcela (tanto che ha trovato anche un modo per dare amore agli altri attraverso il suo aiuto). La miglior cosa che può fare è aggrapparsi a quella parte di lei che continua a lottare e darle fiducia. La morte dei suoi genitori, a distanza così ravvicinata, rende l'elaborazione del lutto ancora più difficile e chiunque ne uscirebbe devastato. A maggior ragione se abbiamo vissuto per loro facendo tanti sacrifici. Aiutare l'altro e donare amore è un atto nobile, ma ancora più nobile è il rivolgere questo amore e aiuto verso se stessi. Non è facile farlo quando la vita non ce l'ha insegnato, ma possiamo imparare a farlo. Non è mai troppo tardi per riuscire a vivere quella vita che abbiamo sempre desiderato e trovare la pace e la serenità...vivendo e non lasciandoci andare. Quella pace esiste anche nella nostra vita, dobbiamo solo imparare a farla arrivare in superficie.
Mi occupo di elaborazione del lutto e se le va può leggere qualche articolo sul mio sito www.studiovalentinabennati.it per farsi un'idea anche dell'aiuto che può ricevere se decidesse di rivolgersi ad un terapeuta. Un caro saluto,
D.ssa Valentina Bennati