Francesco  domande di Genitori e Figli  |  Inserita il

Palermo

Figlio gay che non dice di esserlo

Salve, mio figlio, 14 anni, senza essere spinto da noi genitori (aveva visto un ragazzo il cui genere era difficilmente intuibile), un giorno ci ha detto che non sa se sia omossessuale o etero, non sente uno stimolo da un lato o dall'altro. Lo abbiamo confortato, dicendogli che qualunque sia il suo orientamento, per noi non sarebbe cambiato nulla, eccetto il fatto (gli ho fatto notare) che avrei preferito fosse etero non per me, ma perché per un omosessuale la vita può essere più difficile (sono certo che lo sia) ma che in ogni caso lo avremo aiutato. Però, recentemente, ho scoperto controllando il suo PC che ha una relazione a distanza con un ragazzo di un altra nazione e suo coetaneo, con cui scambia fotografie (volto e petto nudo) e parole d'amore e qualche battute sessuale. Non ci ha detto nulla, e non so come intervenire e se devo farlo. Mi sento in colpa per aver invaso la sua intimità, ma preferirei non scambiasse foto online (questo cerco di ripeterglielo a più riprese, di stare attento quando naviga in rete) e non vorrei forzarlo a fare coming out, vorrei lasciargli il suo tempo. Io è sua madre cerchiamo di essere aperti, fin da piccolo, quando nei cartoni o film vedevamo con lui scene di scambio di affetto fra omosessuali, gli abbiamo spiegato che alcune persone sono cosi e vanno rispettate e per loro quella è la normalità, l'amore può andare al di là del rapporto uomo/donna, mi rendo conto però che, credo causa il nostro venire dagli anni 80, più volte abbiamo fatto qualche battuta (noi o nostri amici o familiari) a sfondo omofobo, più forte di noi. Non vorrei quindi averlo confuso in qualche modo o avergli fatto venire meno la fiducia nei nostri confronti. Inoltre, mi chiedo se il suo orientamento sia già consolidato o sia ancora in una fase di sperimentazione malgrado il suo rapporto a distanza e quanto dovrei essere permissivo in questo ambito. Come dovrei comportarmi? Grazie

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Manuela Leonessa Inserita il 17/04/2025 - 16:16

Torino
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Gentile Francesco buongiorno,
per rispondere alla sua domanda: a 14 anni tutto è possibile. Quello di suo figlio potrebbe essere un orientamento definitivo come pure no. Riguardo al suo dubbio se essere permissivo o meno avrei bisogno di un chiarimento per risponderle: pensa che il suo atteggiamento rispetto alla frequentazione di suo figlio possa influenzare il suo orientamento sessuale ? Niente di ciò che lei farà potrà avere questa influenza perché tale orientamento non è una scelta.
Capisco il suo atteggiamento ma lo avverte anche suo figlio e forse è questo che compromette la confidenza con voi. La sua preoccupazione rispetto alla vita degli omosessuali è comprensibile ma il modo migliore per aiutare vostro figlio sarà quello di rafforzare la sua identità qualunque essa sia. Resto a disposizione se lo desidera e la saluto cordialmente,
dott.ssa Manuela Leonessa

Dott.ssa Vanessa Usardi Inserita il 17/04/2025 - 11:10

A 14 anni è del tutto normale che suo figlio si stia facendo domande sulla propria identità affettiva e sessuale. Per alcuni adolescenti l’orientamento è chiaro fin da subito, per altri può essere fluido, confuso o ancora in fase di esplorazione.
Una relazione a distanza, anche affettuosa o con connotazioni romantiche, non definisce per forza un'identità ma è un modo per esplorare legami, emozioni, desideri. È una tappa, non un’etichetta definitiva. Il suo compito non è capire "cosa sia", ma mostrarsi disponibile ad accoglierlo in qualunque fase si trovi.
È comprensibile che lei voglia proteggerlo, soprattutto online. È altrettanto vero che la modalità con cui hai scoperto questa relazione (controllando il suo PC) la mette ora in una posizione delicata.
Si è già fatto una domanda chiave: come parlarne senza invadere?
Le consiglio un approccio indiretto ma sincero. Può dirgli, ad esempio: “Ultimamente stavo riflettendo su ciò che ci hai detto tempo fa riguardo all’orientamento... se c’è qualcosa che vuoi condividere con noi, ci siamo. Non vogliamo sapere per controllarti, ma per accompagnarti. Non abbiamo bisogno di certezze su chi sei, ma vogliamo esserci mentre lo scopri.”
Non è necessario svelargli che ha visto i messaggi. Può bastare creare uno spazio sicuro, in cui sa che può venire da voi senza paura.
Il suo messaggio trasmette accoglienza autentica, anche se riconosce con onestà che a volte alcune battute del passato potrebbero aver lasciato il segno. Questo è un punto bellissimo: riconoscere le proprie contraddizioni rafforza il legame, non lo indebolisce.
Se sente di voler “riparare” quelle vecchie frasi, può anche dirglielo: “A volte in passato potremmo aver detto cose sbagliate, anche se non lo pensavamo davvero. Se quelle parole ti hanno fatto male o confuso, voglio che tu sappia che ci dispiace. Vogliamo che tu ti senta libero di essere te stesso, sempre.” Questo gesto può rilanciare fiducia e accorciare le distanze.
È normale chiedersi quanto lasciare spazio e quanto intervenire. Qui la bussola è: fermezza sulla sicurezza, apertura sulle emozioni. Provi a mettere dei confini chiari sul digitale (es. nessuna immagine intima online), ma lasci campo libero alla sua esplorazione affettiva, senza pretendere di definirla ora.
Suo figlio ha già ricevuto un messaggio importante: “qualunque cosa tu sia, ti vogliamo bene”. Ora ha bisogno che quel messaggio venga ripetuto, rinforzato e vissuto nei fatti.
Non serve “parlare della relazione”, ma coltivare una relazione con lui, di fiducia, accoglienza e dialogo.