Cara Paola,
il nostro modo di vedere le cose (la realtà, le altre persone e noi stessi) dipende dagli “occhiali che indossiamo”. Una stessa cosa può essere vista in un modo diverso a seconda di chi la guarda o a seconda di quali lenti indossiamo, anche se l’oggetto in questione rimane sempre la stesso.
Per “occhiali che indossiamo” intendo quel modo specifico che abbiamo di guardare le cose, che dipende da tanti fattori, come per esempio le esperienze che abbiamo fatto da piccoli, l’atmosfera che abbiamo respirato in famiglia, gli incontri più o meno positivi che ci hanno segnato (in famiglia, a scuola, nelle amicizie)
Anche il modo con cui percepiamo noi stessi e ci valutiamo dipende da questi aspetti. Per esempio da come le persone per noi significative ci hanno trasmesso l’immagine di noi stessi, rimandandocela un po’ come fa uno specchio. Queste persone ci hanno incoraggiato e sostenuto? Ci hanno fatto notare i nostri aspetti positivi, le nostre capacità e valorizzato le nostre peculiarità o al contrario ci hanno sminuito, svalorizzato e talvolta umiliato? Questi sono tutti aspetti che andrebbero approfonditi e presi in considerazione, per potersi piano piano sganciare dalla convinzione assoluta di non sapere fare o non valere nulla.
Le cose dipendono dalla prospettiva dalla quale le guardiamo e perciò non è detto che non si possa modificare il modo di vedere le cose. Certo da soli è un po’ difficile compiere questo passo, perciò ti consiglierei di farti aiutare da un professionista, rivolgendoti per esempio alle Associazioni che offrono dei percorsi di supporto psicologico ai ragazzi della tua età. Un percorso psicologico potrà aiutarti a cominciare a vedere le cose da una prospettiva nuova, come per esempio scoprire delle risorse che non pensavi di avere e ad uscire da quello stato di solitudine che descrivi.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti resto a disposizione.
Dott.ssa Giorgia Fantinuoli