Ci sono alcuni eventi nella vita di una donna che fungono da porta d’ingresso per una nuova fase: il passaggio all’adolescenza, la maternità e anche la menopausa ne sono un esempio.
La menopausa, quel momento in cui si esaurisce l’attività ovarica e di conseguenza cessano le mestruazioni, è accompagnata da modificazioni sia fisiche che psicologiche. L’immagine corporea che subisce dei cambiamenti, la sessualità che perde la sua funzione riproduttiva, possono provocare ferite narcisistiche e sentimenti di perdita.
Il climaterio -ossia il periodo che precede la menopausa- viene vissuto diversamente da donna a donna: fattori quali la personalità, la rete relazionale nella quale si è inserite, gli obiettivi e i progetti di vita influiscono sulla capacità di reagire positivamente a questa importante fase di passaggio; ma non solo, anche la cultura di appartenenza ha infatti un ruolo importante nel dipingere questo avvenimento.
Nella società occidentale, ad esempio, l’identità femminile è particolarmente valorizzata sul piano estetico ed essendo la menopausa vissuta come “il segno di un corpo che invecchia”, può essere accompagnata da sentimenti negativi. Ansia, vergogna, tristezza, irritabilità possono bussare alla porta stimolate da un fisiologico calo di estrogeni (ormoni che influenzano l’umore), ma amplificate da fattori di natura psicologica e sociale.
È proprio per tutti questi motivi che il sostegno del partner (quando è presente) diviene importantissimo, sia per il benessere della donna che per quello della coppia. Potremmo dire che la menopausa è di fatto un affare di coppia!
La persona che sta accanto alla donna dovrebbe avere la sensibilità di comprendere, senza mai minimizzare, i cambiamenti e le difficoltà che lei sta vivendo, perché ogni cambiamento di vita ha bisogno del suo tempo per essere accettato e affrontato con serenità. Frasi come “dai le vampate ce le hanno tutte, poi passano” oppure “tanto le mestruazioni erano solo una rottura di scatole, che te ne importa?!” anziché sdrammatizzare o alleggerire la situazione potrebbero fare sentire la donna poco ascoltata e accettata.
Anche la sessualità di coppia può essere duramente colpita dalle modificazioni ormonali, che portano con sé calo del desiderio e una riduzione della funzionalità vaginale, che può divenire meno elastica e meno lubrificata. In seguito a questi cambiamenti è più probabile che la donna possa sperimentare disturbi sessuali, soprattutto da dolore, in tal caso è importante rivolgersi al proprio ginecologo per individuare la terapia più indicata.
Un impatto negativo sull’intimità di coppia possono averlo anche i cambiamenti fisici, quali aumento di peso, eccessiva sudorazione, riduzione della peluria del Monte di Venere che talvolta interferiscono con l’accettazione corporea di sé.
Il non sentirsi attraente e il timore di non esserlo nemmeno agli occhi del partner si ripercuotono negativamente sull’autostima, ma anche sullo scambio erotico. Questa conseguente perdita di interesse nella sessualità, se sottovalutata può portare ad un calo della frequenza o addirittura ad una sospensione dei rapporti. è necessario quindi prendersi cura del proprio corpo, accettando che le inevitabili modificazioni sono alla base del “piacersi ancora”.
Inoltre, come in ogni fase della vita di coppia, è molto importante investire tempo e energie per riscoprirsi, cercando di trovare nuovi stimoli e obiettivi. Vi sono coppie che hanno difficoltà a collocarsi nel tempo del cambiamento, quando sfumano o si modificano le certezze conquistate nel passato, dimostrandosi incapaci di “risettarsi” su nuove disposizioni di vita.
Il bilancio, invece, è in attivo quando entrambi i partner si sentono realizzati come individui e come coppia e gli obiettivi raggiunti nella cura della famiglia e nella vita lavorativa sono stati davvero condivisi. Per riscoprirsi ci si deve focalizzare su quelli che possono essere considerati “i pregi” di questa fase: si ha più tempo libero da trascorrere insieme, soprattutto se si è in pensione; le passioni messe da parte per dedicarsi alla casa, ai figli, ai familiari, al lavoro possono essere recuperate; l’età raggiunta permette una maggiore conoscenza di sé e dell’altro. Insomma si possono coniugare responsabilità nuove (es. cura dei nipoti), con la libertà di riscoprire vecchie passioni (es. il teatro) e trovarne di nuove (ad es. i viaggi con gli amici).
Il riconoscimento e l’accettazione della propria vulnerabilità e di quella dell’altro, la capacità di riproporsi alla vita in modo creativo e curioso con la determinazione di sfruttare appieno le proprie potenzialità, soddisfatti nel lavoro, capaci di giocare, capaci di provare piacere nell’intimità e nella sessualità, permettono di superare questo periodo che si potrebbe definire una seconda adolescenza fatta da tempeste ormonali in lento decrescere e da sovvertimenti e scossoni.