Identità di genere e varianza di genere

Pubblicato il   / Sesso e Amore
identità di genere - transgender

 

Parliamo di varianze di genere quando l’identità di genere cioè il senso profondo e soggettivo di appartenere ad un genere anzichè a un altro, è incongruente con il sesso biologico assegnato alla nascita.

Gli studi a partire dagli anni ‘50 e in particolar modo le ricerche realizzate negli ultimi 20 anni, hanno evidenziato una variabilità di descrizioni da parte delle persone riguardo alla propria identità di genere: accanto a  persone che si identificano come uomo o come donna, ci sono persone che si identificano come né uomo né donna, oppure come una mescolanza tra uomo e donna o ancora con una personale identità di genere. Che cosa è cambiato in base a queste ricerche? Queste ricerche hanno evidenziato come non sia più possibile contenere l’identità di genere unicamente nelle due categorie di maschio e femmina ma che l’identità di genere deve essere considerata lungo un continuum i cui due poli finali sono costituiti dal maschile o dal femminile ma che contiene tra essi una pluralità di espressione di identità di genere.

Questa considerazione ha portato con sé un nuovo modo di considerare il transgenderismo e il genere non conforme: se infatti in una visione dicotomica - o maschio o femmina-  i trattamenti sanitari spingevano a conformare l’identità di genere al sesso assegnato alla nascita, o al sesso opposto, ora l’intento dell’intervento psicologico e sanitario mira soprattutto a migliorare la salute, il benessere e la qualità della vita di questa parte della popolazione.
 

Si nasce  o si diventa gender variant?

Tuttora non sappiamo con certezza quali siano le cause della varianza di genere; attualmente la ricerca indaga sia la possibilità di una trasmissione genetica sia l’influenza che l’ambiente e in particolar modo la famiglia può avere sull’organizzazione atipica dell’identità di genere.

Tutti i bambini già a partire dai primi anni di vita si riconoscono come maschi e femmine ed esprimono questa identità per esempio nella scelta dei loro giochi. Secondo alcuni studi sull’infanzia già a quest’età una piccola parte della popolazione infantile può presentare una varianza di genere: ci sono maschietti che preferiscono giocare con le bambole per esempio o indossare vestiti femminili.

Queste ricerche hanno anche dimostrato però che solo una piccola percentuale di questi bambini giunta all’adolescenza mantiene la varianza di genere; diversamente altre ricerche compiute sugli adolescenti hanno evidenziato che la maggior parte degli adolescenti che mostrano una varianza di genere, la conservano poi fino all’età adulta.

Spesso i giornali e fonti di informazione riportano  notizie di suicidi di adolescenti vittime di bullismo omofobico. Come mai questi suicidi si verificano particolarmente in adolescenza?

L’adolescenza è una fase davvero importante nella vita di ogni individuo, un passaggio, un tragitto che ogni individuo deve compiere per allontanarsi dall’infanzia e raggiungere l’età adulta. Ciò che promuove l’avvio dei cambiamenti e dei turbamenti che avvengono in questa fase è la maturazione dei caratteri sessuali secondari e le modifiche che avvengono nel corpo; molti adolescenti spiano ogni giorno allo specchio il proprio corpo alla ricerca del più piccolo cambiamento; talvolta un foruncolo che spunta sul viso all’improvviso può essere vissuto con grande angoscia in questa fase della vita. Per l’adolescente con varianza di genere lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari genera disagio, confusione e rifiuto in quanto il corpo va definendosi in una direzione di un genere non desiderato. Di fronte a questa confusione e incertezza l’adolescente è solo; i suoi tentativi di integrazione con i pari spesso sono ostacolati da convinzioni sociali limitanti e da premesse che spesso sfociano in violenza omofobica di cui è vittima inerme. Questi atteggiamenti sociali emarginanti e violenti che si fermano al corpo e nulla vogliono sapere della persona, influenzano i vissuti degli adolescenti con varianza di genere che possono cominciare a manifestare bassa autostima, autolesionismo, depressione, ansia  e purtroppo giungere a mettere in atto tentativi di suicidio, che esprimono l’impossibilità di trovare altre vie d’uscita per porre fine alla propria sofferenza; per gli stessi motivi molti adolescenti lasciano la scuola e tendono a isolarsi ma l’isolamento comporta l’impossibilità sia di usufruire di modelli di identificazione con i propri coetanei e con gli adulti tanto importanti per lo sviluppo, sia di poter proseguire gli studi.

 In che modo possono essere cambiate le convinzioni socio- culturali limitanti che sorreggono comportamenti emarginanti e violenti nei confronti delle persone con varianza di genere?

Sicuramente una delle possibilità di  cambiare la cultura di un territorio e quindi i comportamenti individuali emarginanti e violenti, passa attraverso la scuola  la cui attuale autonomia ha in sé  proprio una finalità trasformativa del contesto.

Aprire le porte della scuola all’argomento del corpo che cambia, della sessualità e delle varianze di genere può essere un modo per conoscere di più i vissuti di tutti gli adolescenti, di integrarne le informazioni e di contenere e trasformare le problematiche individuali eventualmente emergenti.

La figura professionale dello psicologo, opportunamente formato all’”Approccio Affermativo”, come da indicazioni dell’APA (American Psychological Association), può senz’altro favorire questo cambiamento attraverso la realizzazione di incontri con gruppi di alunni o di genitori in cui possa essere facilitato lo scambio delle informazioni possedute e possano essere sviluppate conoscenze e comportamenti più adeguati e rispettosi delle individuali espressioni di genere.