Aggressività verbale
Buongiorno. È difficile sintetizzare qui tutta una serie di ragionamenti che ho fatto, che riguardano tutti i miei traumi, le mie radici, la mia storia. Tutti questi elementi mi compongono e fanno di me quello che sono.
Ho avuto una relazione per me importante terminata nel 2015 con una grossa delusione. Credo che alcuni atteggiamenti del mio partner mi ricordassero altri atteggiamenti riconosciuti come "pericolosi" e familiari: aggressività verbale e tendenza denigratoria erano presentissimo nel modo che mio padre aveva di rivolgersi a mia madre.
Terminata quella storia sono stata alcuni anni da sola ( due) vivendo alcune storielle con gioia ma riconoscendo in queste l'assenza totale di una quotidianità e di un senso reale di coppia che a 32 anni necessito.
Mi sono legata quindi ad un altro ragazzo. Dopo pochi mesi siamo andati a convivere, più che altro per rispondere ad una esigenza pratico-logistica non per un vero desiderio di convivenza. Non mi sentivo pronta a fare il passo anche se l'ho fatto. Questo ha generato un legame forte nonostante abbia contemporaneamente anche acuito diversità, incompatibilità caratteriale e visioni di vita contrastanti.
Lui ha cominciato quasi da subito a sviluppare un atteggiamento aggressivo verbalmente e ad usare toni di disprezzo. Gli stessi del partner precedente, gli stessi, visti in famiglia da bambina.
Di fronte a questi ultimi rimango impietrita. Mi faccio piccola. Sono indifesa, impaurita.
Non voglio "mostrificare" quest'uomo come ho fatto con il mio ex. Capisco che il suo temperamento è nervoso ed iroso e che poi svanisce.
Ma io non tollero toni umilianti, mi allontano è perdo stima, fiducia in lui e nel rapporto.
quando gli ho chiesto perché si comporta così con me mi ha risposto che sono io stessa a fargli scaturire questi atteggiamenti perché lui mi percepisce come una figura succube è debole. La cosa mi ha fatto molto riflettere perché una simile sensazione l'avevo avuto anche ascoltando il mio ex ragazzo( quello del 2015).
Praticamente mi percepiscono come debole e succube e questo li fa innervosire. Il fatto è che io non mi sento affatto succube o molto debole ( anche se sono una persona con un'untelligenza emotiva e non pragmatica). Io credo che questo mio modo di essere sia bello e apprezzabile infatti mi sento molto amata (da amici e familiari). E mi amo così!
Perché mi trovo partner per me ottusi, castranti? Non sono una che scappa davanti a un problema. Semplicemente ho i miei modi e i miei tempi per affrontarlo. E francamente lo affronto con le mie modalità, con quello che sono ( una persona emotiva).
Però non mi sento capita. E mi disinnamoro ogni giorno di più.
Dovrei persistere? O mollare la presa? Io mi sento giudicata, non compresa e questo non mi fa essere libera, non mi fa essere me stessa.