Le 5 ferite emozionali
Buongiorno,
sono un donna di 48 anni che da diversi mesi ormai ha interrotto una relazione con un coetaneo durata due anni circa tra alti e bassi. Mi sento ancora molto sofferente, ma al contempo rifletto sulle motivazioni che mi/ci hanno portato ad agire in certi modalitá, ai meccanismi e blocchi che si erano instaurati e che ci hanno portato a interrompere la relazione stessa. Quindi nell’approfondire tale argomento, mi sono imbattuta nel grande tema psicologico delle “5 ferite emozionali” cercando di scoprire quale o quali ferite dell’infanzia siano ancora aperte in me e che ancora forse mi condizionano e mi fanno agire con certi meccanismi a volte sabotatori del rapporto stesso (aggressività, controllo) e ho cercato di comprendere e “intravedere” la ferita che condiziona/guida anche la persona in questione. A questo punto vorrei porre una domanda tecnico- teorica, ossia se è possibile che condizioni particolari che possono accadere nell’infanzia, come lo sviluppo di una malattia poco conosciuta e non ben definita (vedi: dermatite atopica) e quindi poco “riconosciuta” dai genitori stessi, possa indurre il bambino - e poi l’adulto che non guarisce la ferita emotiva peché non la riconosce – a sviluppare particolarmente una delle cinque ferite emotive (abbandono, rifiuto, umiliazione?) e a portarla avanti da adulto con la sua conseguente maschera, sabotando quindi le sue relazioni interpersonali
Grazie dell'attenzione