Chiara domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Milano

Depressione lavorativa

Ciao, questo è un messaggio che mi serve per trovare un po’ di coraggio… Non per me, ma per il mio compagno.
Da più di un anno, ormai, soffre terribilmente perchè lavorativamente non si è realizzato, anche provando diverse strade e mettendocela tutta.
Avrebbe bisogno di un counselor o un terapista (sto cercando di capire cosa sarebbe meglio) che lo aiuti a ritrovare fiducia in se stesso, o perlomeno a vivere meglio, nonostante tutto.
La sua risposta è che non vale la pena spendere soldi e tempo per lui, o che semplicemente avrebbe bisogno solo di un nuovo lavoro.
Faccio fatica a fargli capire che deve partire da come vede se stesso, tende sempre a sminuirsi e sottovalutarsi.
Il problema è che da sola non ce la faccio, e ormai sto anche pensando di chiedere un aiuto per me, perchè sono molto scoraggiata, non so come essere di aiuto e comincia a diventare una situazione difficile.
Non voglio lasciarlo solo, non mollo, ma da sola credo di non farcela.
D'altra parte, sono bloccata nel fare il primo passo, ovvero prendere in mano un telefono e prendere un appuntamento con qualcuno.
Mi aiutate a trovare una chiave d’ingresso?

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Alessia Signorelli Inserita il 29/02/2016 - 14:54

Chiara, capisco la sua fatica, legittima per altro, ma credo sia anche una persona molto in gamba e coraggiosa, inoltre penso che voler aiutare sia un bellissimo atto d'amore in generale, farlo per il proprio compagno lo è ancora di più. Inizi a chiedere un aiuto per se stessa, in modo che potrà beneficiare anche di più strumenti per stare vicino al suo fidanzato in questo momento delicato. Inoltre, si potrebbe poi invitare il suo compagno a una seduta insieme a lei, come testimone della sua sofferenza, in modo che lui non si senta colpevolizzato e attaccato (se infatti gli si dice "vai tu in terapia", il messaggio che passa è che è lui che ha il problema e se fa fatica a riconoscerlo, non farà mai questo passo). Questo di solito è un buon aggancio con le persone che faticano a chiedere un aiuto. A disposizione se desidera approfondire, un caro saluto, Alessia Signorelli - Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Anna Patrizia Guarino Inserita il 07/02/2016 - 20:59

Salve Chiara,

Volevo intanto avvisarla che il counselor in Italia non è giuridicamente riconosciuto come figura professionale e chi pratica counseling senza essere psicologo (abilitato all'albo) lo fa abusivamente, rischiando una condanna penale.
So che non tutti lo sanno, ma si rischia di pagare persone che non sono abilitate a lavorare per il benessere psicologico degli altri, non avendo studiato correttamente per farlo.

Dal suo messaggio sembrerebbe che il suo compagno necessiti di consulenze motivazionali, da fare con uno psicologo.

Potrebbe dirgli di provare a fare una consulenza online.

Non si tratta di psicoterapia ma di colloqui che gli daranno degli strumenti concreti, logici e utilizzabili, per fare chiarezza sul problema, aumentare la motivazione, migliorare l'umore e dargli la forza di impegnarsi in nuovi impegni per realizzarsi come persona.

Gli può dire di provare una consulenza motivazionale, poi deciderà lui se continuare o meno.
Il numero delle consulenze non si può sapere a priori. Prima di tutto si stabilisce un obiettivo. Lo stabilisce la persona stessa (con l'avallo dello psicologo). Quando la persona lo ha raggiunto, le sedute finiscono.
In qualsiasi momento la persona può interrompere le sedute.

Ogni consulenza dura un'ora (per alcuni colleghi, 50 minuti).
Non si va oltre perché l'attenzione umana non può prolungarsi più di 45 minuti consecutivi. Quindi fra saluti iniziali e finali, alla fine 50 minuti o un'ora è la durata standard.
Ovviamente deve essere da solo e nessuno deve ascoltare quello che dice.

Se non vuole però, non si può obbligare. Non si avrebbe alcun vantaggio se la persona si sentisse costretta, dal momento che deve collaborare attivamente.

Cordialmente,
Dott.ssa Anna Patrizia Guarino. Psicologa, Roma.