Quando il lavoro è un inferno
Buongiorno.
Lavorando nel settore privato, spesso non si hanno tutele. Mi è capitato di lavorare con una persona che, per cause a me ignote, non sa gestire i suoi attacchi di rabbia. Parliamo di attacchi in cui le vene della gola si gonfiano fino a scoppiare. Questi affronti avvengono quotidianamente, dettagli forse dalle sue insicurezze.
Il tipico atteggiamento di questa persona è lo squadrismo con chi le è sotto ed essere zerbino con chi la comanda.
Non giustifico ma condanno l’atteggiamento di queste persona. Un vero capo tutela la sua squadra.
Questa persona si è sempre permessa di attaccare me i miei colleghi, persone comunque con esperienza e sopra i 40 anni. Le sue incontrollate nevrosi, urla disumane e attacchi continui mi hanno fatto molto male, mi sono ridotto a vomitare, prendere lexotan e avere un continuo battito del cuore accelerato notti insonne…
Sognavo spesso delle scarpe che rotolavano e solo le prime si rompevano. In pratica le scarpe eravamo io e la mia squadra e quelle che si rompevano solo io e le persone che nei ruoli erano più esposte. Il sogno mi faceva capire che non ero io la causa perché incapacitato a difendermi.
Per il momento questo rapporto lavorativo si è interrotto e a breve dovrebbe ricominciare. I miei colleghi soffrono come me ma purtroppo nel privato non hai tutele e quindi accetti le cose cosi come sono.
Io vorrei mollare tutto ma allo stesso tempo ho bisogno di lavorare. Il problema è che la sola idea di rientrare mi fa salire la tachicardia e star male.
Oltre a ciò mi chiedo se e dove ho sbagliato. Gli altri ti dicono di fregartene, oppure di rientrare e alla prima litigata mollare tutto. Ma io non sto vivendo più. Ho represso il mio leone interno in cui avrei dovuto mollare sin dal primo giorno. Come la ragione me lo sta reprimendo adesso. Tutto ciò mi fa star male, mi sveglio storto al mattino e vorrei venirne fuori, almeno vorrei mandare via da dentro di me tutto quell’accumulo di cose che mi hanno molto fatto star male.
Grazie