Agorafobia: quando la relazione crea dipendenza

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
Agorafobia: quando la relazione crea dipendenza

Si suol dire che l'uomo coraggioso non ha paura. È falso. Esser coraggioso significa dominare la paura e dove non c'è paura non c'è coraggio.
Romano Amerio, Zibaldone, 1936/95 (postumo, 2010)


Nella quotidianità siamo soliti uscire, fare la spesa, fare la fila alla posta, andare ai centri commerciali, alle fiere, prendere il treno, viaggiare, trarre beneficio ogni giorno della libertà di muoversi e di scoprire luoghi nuovi. Ma se per alcuni può sembrare scontato, c’è chi ha una forte paura di stare da solo o di allontanarsi da luoghi ritenuti sicuri.

L’agorafobia o sindrome agorafobica è la paura degli spazi aperti, la paura di rimanere da soli o di allontanarsi dai luoghi ritenuti sicuri.

L’agorafobia rientra tra le forme di disturbo di attacco di panico.

A generare questa paura è una forte ansia, la persona ha paura di trovarsi in situazioni in cui non sia possibile ricevere soccorsi o dalle quali sia difficile la fuga in caso di necessità.

Si tratta di un disturbo invalidante perché costringe la persona che ne è affetta a una vita di limitazioni.

La persona agorafobica ha sempre bisogno della presenza di qualcuno che possa in qualche modo intervenire nel momento del bisogno. La presenza dell’altro è necessaria per l’agorafobico in preda all’ansia, perché l’altro rappresenta una fonte di rassicurazione e contenimento.

Ci troviamo di fronte a una persona che vive un forte dilemma tra costrizione e libertà. Da una parte il bisogno di essere liberi, indipendenti, autonomi, ma dall’altra parte, allo stesso tempo, a questo bisogno di libertà subentra la paura che richiede la presenza dell’altro, una figura rassicurante sempre disponibile ad attenuare la sua paura.

Questi due bisogni contrapposti dipendenza / indipendenza limitano fortemente l’autonomia della persona.

L’agorafobico evita tutte quelle situazioni in cui si trova in balia di se stesso; evita tutte quelle situazioni dalle quali sembra difficile allontanarsi, come luoghi affollati, lunghe code in autostrada, teme di viaggiare in treno, di andare allo stadio, al teatro, al supermercato, al ristorante. Questo breve elenco di luoghi fobici potrebbe continuare all’infinito, non è solo lo spazio aperto a generare tale fobia ma anche il fattore “folla”, tanto più il luogo è popolato tanto più assume una valenza terrifica per l’agorafobico poiché la situazione rende difficile l’allontanarsi.

L’agorafobia è un disturbo fortemente invalidante perché compromette fortemente la vita sociale, lavorativa e relazionale del soggetto.

Nelle forme più gravi alcune persone arrivano persino a non uscire da casa, se non sono supportate da altri.

Inoltre la relazione di forte dipendenza che l’agorafobico ha nella relazione con l’altro/a compromette fortemente anche la vita affettiva. Si pensi ad esempio a una relazione di coppia dove uno dei due soggetti soffre del disturbo di agorafobia. Troveremo in questo caso una relazione sbilanciata, dato che la persona agorafobica dipende dal partner, il quale a sua volta si sente condizionato dal tipo di legame stabilito.

Oppure la relazione di dipendenza si crea nel caso in cui la persona agorafobica viva ancora in famiglia, infatti al fine di avere un supporto e una rassicurazione costante richiederà continuamente aiuto ai familiari ogni qualvolta si allontani dai luoghi sicuri o rimanga sola.

Una modalità comportamentale di questo tipo risulta, ovviamente, dannosa per i rapporti inter-personali (amicizie, legami sentimentali, relazioni professionali).

Il disturbo dell’agorafobia non è un disturbo facilmente codificabile, e si rende quindi necessario indagare se l’agorafobia è stata conseguente all’attacco di panico; potremmo essere quindi in presenza di:

  • Agorafobia Senza Anamnesi di Disturbo di Panico (caratterizzato dalla presenza di Agorafobia e di sintomi tipo panico senza anamnesi di Attacchi di Panico inaspettati)
  • Il Disturbo di Panico con Agorafobia che è caratterizzato sia da ricorrenti attacchi di panico inaspettati, sia da Agorafobia.

Per quanto concerne i sintomi dell’agorafobia essi sono sia di natura psicologica sia fisica.

Tra i sintomi di natura psicologica abbiamo: sensazione di essere staccati o lontani dagli altri, sensazione di agitazione o irascibilità, senso d’impotenza e di sentirsi dipendenti dagli altri, sensazione che il corpo e l'ambiente siano irreali, pensieri confusi o disordinati.

Mentre tra i sintomi fisici troviamo: battito cardiaco accelerato, sudorazione eccessiva e problemi respiratori, capogiri, dolore addominale, dolore toracico, spasmi muscolari o sensazione di testa vuota, tremore, intorpidimento, formicolio, nausea, vomito, rossore della pelle.

Agorafobia: quando la relazione crea dipendenza


QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DELL’ AGORAFOBIA?


Non vi è un’unica causa a scatenare la sindrome agorafobica; bisogna considerare l’insieme dei fattori ambientali (esterni), fisici e psicologici (interni).

Possono poi esserci alcuni eventi critici nel ciclo vitale della persona che possono contribuire a scatenare il disturbo agorafobico, come una malattia improvvisa, un lutto di una persona cara, situazioni relazionali stressanti, etc.

Alla base del disturbo vi è quasi sempre un disagio interiore che prova la persona agorafobica; essa infatti si sente inadeguata e ha una scarsissima fiducia in sé e nelle proprie capacità.

Questo aspetto è in parte determinato o dall’ambiente familiare nel quale è cresciuto l’individuo, se ad esempio la persona è cresciuta in una famiglia nella quale il sistema valoriale e normativo era piuttosto rigido, o da avere sperimentato forti situazioni di stress e disagio.

L’agorafobico ha paura della folla e dello spazio esterno.

Se si cerca di dare una lettura in chiave psicoanalitica, la "folla" e lo "spazio" rappresentano la caduta dei confini interni.

Ciò spiegherebbe perché la persona viva lo spazio con una forte angoscia, si senta invasa dall’altro, inglobata, abbia paura di perdersi all’esterno. Questo perché i confini del proprio Sé sono deboli, per tutelarsi la persona agorafobica mette così in atto comportamenti di evitamento che danno inizio a un vero e proprio circolo vizioso.


COME USCIRNE: COMBATTERE L’AGORAFOBIA


Sebbene l’agorafobia sia un disturbo fortemente invalidante poiché limita la libertà dell’individuo, è possibile uscirne. È importante che l’individuo prenda consapevolezza del suo disagio e inizi a chiedere aiuto, rivolgendosi a un professionista.

Solo in questo modo attraverso un percorso personale sarà possibile debellare il sintomo.

La psicoterapia a orientamento sistemico relazionale si è rivelata utile nel trattamento dell’agorafobia, perché pone particolare attenzione alla situazione relazionale entro la quale si è sviluppata l’agorafobia. Questa forma di trattamento permette un’elaborazione profonda e una visuale più completa delle molteplici difficoltà che gli individui si trovano ad affrontare nell’arco del proprio ciclo di vita.

Ci s’interroga sulla relazione e su cosa impedisce lo svincolo e l’indipendenza della persona dal sintomo agorafobico.

Per uscire da questo dilemma costrizione /libertà, la psicoterapia sistemico relazionale mira alla valorizzazione delle competenze relazionali e personali, ne ricerca le risorse presenti nel contesto di vita attuale dell’individuo.

Nel corso del trattamento la persona portatrice del disagio è aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi scaturiti dal malessere e a liberarsene gradualmente attraverso l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionale, ritrovando la libertà perduta.