Marco  domande di Sesso, Coppia, Amore e Relazioni  |  Inserita il

Problemi con la masturbazione

Buongiorno,
sono un ragazzo di 21 anni.
In età adolescenziale, all'età di 13 anni, indotto da pulsioni che, al di là di ogni etica, io ritengo normali, iniziai a navigare su Internet alla ricerca di materiale pornografico, allora non particolarmente spinto.
Con il trascorrere degli anni il materiale che andavo a cercare, e di cui accettavo la visione senza scandalizzarmi, era sempre più spinto.
Ciononostante fino all'età di 17 anni e mezzo non fui in grado di compiere atti di autoerotismo, nonostante sapessi che alcuni miei coetanei già da anni (dai loro 12 o 13 anni) praticassero la masturbazione. Questo perché in precedenza avevo avuto problemi con la pelle che va a coprire il glande e perciò, un po' ingenuo, ritenevo che per me fosse impossibile raggiungere l'orgasmo sessuale, o anche ignoravo il significato dell'orgasmo sessuale.
Una notte, quando appunto avevo 17 anni e mezzo, nel mio letto per la prima volta mi masturbai e raggiunsi l'orgasmo, anche se, nella mia inconsapevolezza, inizialmente credetti di aver urinato.
Da allora praticai autoerotismo e iniziai pian piano a conoscere il mio corpo, i suoi limiti e il significato della sessualità. Scoprii queste cose un po' tardi rispetto ai miei coetanei e talvolta penso che sia questo ritardo a determinare i problemi che spesso mi pongo.
Infatti, superato un periodo iniziale di qualche mese in cui la pratica dell'autoerotismo mi divertiva e mi si presentava come una nuova e veloce pratica per ottenere soddisfazione fisica, iniziai poi a provare senso di colpa. Iniziai a riempire i miei diari personali di promesse che "questa sarà l'ultima volta" associate a determinate date (simboliche o meno): questo mi fa tornare in mente la simile situazione di Zeno con le sigarette ne "La Coscienza di Zeno".
Sono passati quattro anni e io continuo a ripromettermi di smetterla. Odio questa parte di me, così legata al piacere sessuale, al bisogno di un soddisfacimento fisico, ma poi spesso (quattro volte alla settimana, o più) mi lascio vincere senza troppa resistenza da questo impulso che insorge e supera la razionalità del blocco che io mi pongo.
So bene che in fondo non c'è niente di sbagliato nella masturbazione (o almeno così leggo in tutti i blog che consulto su Internet, e così mi è stata insegnato nella mia atmosfera familiare, per niente bigotta o rigida); tuttavia io odio questa parte di me e vorrei sopprimerla.
In più da un anno e mezzo ho una ragazza (la mia prima relazione seria): la relazione non è stata certa priva di problemi e di incomprensioni, ma io la amo molto, voglio che la nostra storia prosegui tutta la vita e io non voglio nasconderle nulla.
Quando lei ha scoperto che utilizzavo materiale pornografico per masturbarmi, mi ha chiesto di smetterla di adoperare quel materiale, ma non mi ha posto freni per l'autoerotismo.
Io invece vorrei proprio smetterla del tutto con l'autoerotismo.
Vorrei comprendere che cosa mi impedisce di trovare la forza di vincere i miei istinti e di smetterla.
Grazie mille.
Cordiali saluti,
Marco

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Anna Marcella Pisani Inserita il 15/05/2018 - 09:32

Buongiorno Marco,
l'obiettivo che si pone, ossia di "vincere e bloccare gli istinti", può accedere solo nel caso in cui lei ne comprenda il significato in modo da convertire l'attuale modalità di soddisfacimento autoerotico in una strategia che possa magari condividere con la sua ragazza e con la quale si senta in pace con se stesso.
Gli impulsi sessuali fanno parte della natura umana, quindi più che vincerli o bloccarli, è utile orientarli nella direzione più adeguata alle esigenze di maturazione e condivisione della persona.
Probabilmente il suo malessere attuale suscitato dalla masturbazione deriva dalla sua percezione che questa sia una forma di piacere solitaria, un tipo di autoerotismo in cui è solo e non condivide il suo piacere con la partner.
Qualora il suo malessere persista, può considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicologo per affrontarlo in modo ampio e approfondito, così da comprenderne il significato anche in relazione alla sua vita più in generale.
Cordialmente
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)