Convivere per il figlio è la scelta giusta?
Buongiorno, sono nuovo sul sitoe spero trovare in voi conforto e aiuto ai miei pensieri, quindi vi ringrazio in anticipo per l'aiuto e il sotegno che donate alle persone.
Vi spiego la mia situazione..sono padre da pochi mesi ed è stato l'evento più bello di tutta la mia vita, senza ombra di dubbio...voi mi direte che è tutto a posto allora, invece non sembra essere cosi purtroppo.. ho conosciuto la mia compagna pochissimo tempo fa, c'è stata subito attrazione e diciamo che non ce lo aspettavamo, ma lei è rimasta incinta praticamente subito. Questo ha fatto si che non abbiamo avuto il tempo di conoscerci come avremmo voluto, in un rapporto normale di conoscenza, ma siamo stati subito catapultati verso la realtà della cosa, ovvero diventare genitori. E' stata ovviamente una scelta condivisa si intende e tutti e due eravamo entusiasti della cosa, l'aver trovato una persona giusta e creare una famiglia. Durante la gravidanza, ci sono stati un paio di episodi che hanno minato la sua fiducia nei miei confronti, anche se non si parla di tradimento si intende, ma comunque ho sbagliato in certe scelte. Lei non riesce più a fidarsi. Da un'anno a questa parte tutte le giornate sono minate da questo suo sentimento di sfiducia, nonostante lei ribadisce di non poter pensare di aver qualcun'altro al suo fianco. Inoltre a parto avvenuto, lei è entrata in depressione post-parto, diagnosticata a livello medico, con tutto quello che ne consegue. Io le sono sempre stato vicino, prendendomi anche una piccola aspettativa al lavoro proprio per essere sempre al suo fianco. Il nostro sentimento non è mai stato un dubbio. Lei più volte ha "minacciato" di andare via, nonostante mi dice di amarmi, che non sopportava più tutto questo, la non fiduccia, il peso della gravidanza, tutti i cambiamenti, che non è felice, che la faccio soffrire mio malgrado, ecc. Effettivamente non ci siamo vissuti, non abbiamo mai avuto tempo per noi, per conoscerci, ecc. Ora emergono anche tutte le nostre divergenze caratteriali, e forse mi accorgo anch'io (è stata lei in primis tirar fuori la cosa e dirmelo e scrivermelo più volte) che siamo completamente diversi, per gusti, colori, pensieri e tutto, viaggiamo su due linee d'onde diverse.. litighiamo spesso e sembra sempre che cerchiamo il modo per pungerci. Ovvio che il nostro pensiero va a nostra figlia, che deve crescere nel migliore dei modi. Ma ora non sono più cosi convinto che questo sia proprio il migliore dei modi per lei, proprio pensando alle sue parole e non sono piu convinto di essere ancora innamorato come lo ero allora. Lei ora dice di voler provare ancora, dettato dalle mie parole di tristezza nel non poter più essere al fianco di mia figlia per la sua crescita. Io le ho detto che non voglio che il motivo che rimanga sia solo dovuto a queste mie parole. Mi sento che non potrò mai essere del tutto me stesso, rinunciando a tutto il mio mondo. Non fraintendetemi, lo so che bisogna rinunciare a qualcosa diventando genitore, non mi riferisco a questo, ma al mio modo di essere, proprio perché per cercare di essere sempre presente devo in qualche modo "annullare" me stesso, il mio modo d'essere, e questo sicuramente vale anche per lei. Mi chiedo se potremmo mai essere felici realmente cosi, o se si tratterà di una felicità costruita "per forza"..non so più cosa pensare e pian piano, nonostante dovrei essere io a reggere il peso delle difficoltà per aiutarla in questo momento delicato, mi sento cadere sempre più giù anch'io, non essendo fatto di ferro...non so piu cosa pensare e che cosa fare...so che piano piano ho l'impressione di spegnermi ogni giorno un po di piu, tirandomi su solo dalla presenza di mia figlia...