Un terremoto
Sposato con tre figli minori, una vita tranquilla da dipendente pubblico, un muto e la solita quotidianità. Un terremoto giudiziario mi travolge vengo prelevato una mattina dai carabinieri e rinchiuso in carcere per 22 giorni. Accusato di corruzione, associazione ed un sacco altre assurdità, mi trovo a dover difendere la mia innocenza. Un caso mediatico montato intorno alla faccenda, colloquio con l'avvocato che mi chiede se preferisco andare a processo rischiando dai sei ai 12 anni oppure provare un patteggiamento con una pena inferore a tre anni per salvare il posto di lavoro. Non voglio professarmi innocente solo per rituale ma lo sono veramente, leggo e rileggo i capi di imputazione e tutto mi pare irreale, assurdo pur non trovando nella lettura una sola intercettazione, un solo riferimento al sottoscritto vengo posto davanti ad un incredibile bivio. Salvo la mia famiglia, il mio lavoro, i miei figli o salvo la mia dignità la mia reputazione. Ho cercato disperatamente una risposta ma l'unica che ho trovato nulla ha che vedere, insonnia, depressione mi è crollato tutto il mondo che per 50 anni avevo creato intorno a me. In carcere piangevo e mentre mi chiedevo cosa ci facessi li gurdavo le grate della finestra e mi immaginavo li appeso. Non so più cosa fare continuo a distanza di un anno e mezzo ad avere negli occhi l'immagine dell'arresto, lo sguardo di mia moglie. cerco disperatamente di capire qule mio gesto o quale mia parola abbia potuto trascinarmi nel fango. Torno a casa e mi chiudo nei miei pensieri. Troppo poco tempo per somatizzare quello che mi è accaduto. Troppo poco tempo per essere pronto ad accettare una condanna da innocente senza combattere. Troppi i rischi a cui espongo la mia famiglia e me stesso. Ho bisogno di aiuto.