Stress, alimentazione e preoccupazioni
Salve!
Ho vent'anni, ma mi sembra di averne 40.
Tutto è cominciato in seconda liceo, quando ho scoperto che mi piacevano le ragazze.. ho faticato ad accettarlo, e nel mentre, in seguito ad una delusione amorosa, ho anche perso un sacco di chili.
Dai questo punto i disagi si sono duplicati.
-Binge Eating: Ho trovato nel cibo un confidente più funzionale di ogni persona che conosco, un rifugio sicuro che mi facesse sentire una sensazione piacevole.
A volte sono motivata a ricominciare da capo, faccio parecchie cose, me ne interessano tantissime: attività insolite come la mountain bike, sub e poi cose normalissime come aperitivi, serate in discoteca con gli amici.
Quando sono con loro sembra tutto apposto, quando torno a casa invece, ho la sensazione che non valga la pena ricercare così assiduamente di stare bene con se stessi e con gli altri. Quindi, cibo.
Preferirei di gran lunga farmi una lunga passeggiata, prendere i pattini e scendere sul lungo mare, ma sono praticamente bloccata. Come se fare i conti con le mie passioni ed emozioni m'intimorisse a tal punto da lasciarle stare. E cavolo, non mi so spiegare il perchè.
-Ansia: è un'ansia moderata, data dalla bassa autostima. A volte mi sento tremendamente inadatta, vivo nel mio mondo, e fatico tantissimo a tirarlo fuori.
Mi sembra sempre di brancolare nel vuoto, gli altri ridono, scherzano e io involontariamente vedo sempre il lato negativo delle cose. L'idea e la consapevolezza che io possa cambiare è l'unica cosa che mi tira su, l'idea che io possa diventare chi voglio: una persona capace di godersi la vita.
-Genitori: con loro non ho confronti.
Mio padre fatica ad accettare il mio orientamento sessuale e mi fa continuamente pressioni sul mio futuro lavorativo.
Vorrei conseguire il test di odontoiatria, e seguire le sue orme, e questo è quello che si aspetta da me. Solo che io ho preso in considerazione anche la possibilità di passare in un'altra città, o addirittura, di studiare odontoiatria inglese a Siena. Nonostante io gli abbia ribadito più e più volte che la mia prima scelta è la mia città e che se non dovessi passare studierei anche l'anno prossimo, lui continua a impartirmi ordini insensati. "Che non ti venga in mente di andare a cercare lavoro a Londra, solo perchè l'ha fatto la tua amica, che tu sei così." "Cos'è questa cosa che vuoi andare a Siena? Solo per toglierti lo sfizio di andartene via di casa ". Insomma, pensa che ogni decisione sia fatta apposta per remargli contro, e se si sente sminuito, diventa arrogante, e da confronto quale dovrebbe essere, la situazione si converte in affronto.
Tuttavia, penso che i miei genitori abbiano concezioni troppo diverse dalla mia, ora è il momento che io cambi me stessa, non certo loro
Dopo un estratto della mia vita, che non mi è mai sembrata così corta, pongo la domanda: come si cambia una vita? Come si impara ad ascoltarsi? Dove la tiro fuori la forza di alzarmi dal divano, mettere a posto le patatine, i biscotti, i ringo, la nutella, la pasta, il cane, le merentine e chiuderli nell'armadio per sempre?