Roma - Cassia, Flaminia, Tor di Quinto, Cesano, Fo
Buonasera Antonella,
Da ciò che ha narrato, potrei ipotizzare che la paura di suo figlio nasca da un'esigenza più profonda di occuparsi di lei, prendersene cura, come se ci fosse qualcosa che lui teme possa dividervi o accaderle.
Quindi, questa paura si innesta su una condizione di attivazione/preoccupazione più generale che riguarda lei mamma e/o la vostra relazione.
Come se lui si sentisse chiamato a svolgere questo compito in modo urgente ed assoluto.
In questa funzione sembra essere solo, sensazione che deduco dal fatto che abbia utilizzato "il ceffone" piuttosto che consigliarsi sul da farsi con un altro membro della famiglia, come ad esempio il papà.
Dalle info che ha fornito, non è specificato da chi sia formato il vostro nucleo familiare, ma l'impressione che si coglie leggendo le sue righe e che forse avverte anche suo figlio, è che siate soli emotivamente ad occuparvi l'uno dell'altra.
Se così fosse, è del tutto comprensibile che suo figlio sia in tensione per questo, dal momento che non sembra possa condividere questo compito con un altro membro della famiglia.
Pertanto, se vuole aiutare suo figlio a gestire questa paura, è importante avvicinarsi a lui per chiedergli come si sente, cosa sta accadendo nella sua vita più in generale, considerando anche che la preadolescenza in cui si trova ora è una fase evolutiva di transizione, quindi densa di cambiamenti.
Inoltre, come sta lei mamma? È possibile richiedere il supporto del papà nella gestione di questa situazione specifica e anche in generale?
Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi.
Un caro saluto.
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma).